Nella responsabilità civile , forse erroneamente, integravo il provvedere al sustentamento della società, ma va bene anche aggiungere “la sopravvivenza.”
Passione, responsabilità civile, sopravvivenza. Non siamo più una società di raccoglitori, cacciatori ( potremmo anche tornarne ad esserlo come teorizza Zerzan, ma per quanto sia lui un pensatore interessante, non credo sia una prospettiva possibile.)
Questo è il punto: per la PRIMA VOLTA della storia dell’umanità abbiamo la possibilità di affrancarci MONDIALMENTE dalla mera lotta per la sopravvivenza ( ci sono sempre state piccole enclave di privilegiati a cui era concesso aspirare a ben altro).
C’è infatti una buona nuova, la produttività mondiale è a livelli mai raggiunti, anche troppa ( tant’è che per alimentarla si ricorre a mezzi come i bisogno indotto o l’obsolescenza programmata; si vendono ormai sentimenti: il marketing dice nulla o quasi del prodotto in sè, perchè il prodotto in sè è per le sue caratteristiche intrinseche , spesso e volentieri, di dubbia utilità)…Ieri si lottava contro la natura, adesso si lotta tra uomini, prima era per scarsità di risorse, oggi per una loro cattiva distribuzione.
Il punto , quindi , non è più sopravvivere, ma vivere; c’è , finalmente, abbastanza per tutto il genere umano ( e qui ci si ricollega al caposaldo del reddito d’esistenza) Il punto non è come siamo ora, ma come potremmo e vogliamo essere…altrimenti un partito , un movimento politico, a cosa servirebbe?
Torniamo all’incipit : un mondo in cui si lavora per passione è possibile, mossi da amore per la vita è una gioia anche , semplicemente, provvedere ai più banali bisogni della società …e se non è amore è necessità.
Cos’è che odiamo? odiamo lavorare sottopagati, con orari improbabili, lavorare per non morir di fame quando c’è già cibo per tutti … non certo il lavoro in sè.
Quanti danni economici e fattivi può fare un lavoratore/trice che non ama quel che fa, costretto dal ricatto del mondo del lavoro ad alzarsi la mattina? Stiamo svendiamo le nostre menti , il nostro sudore per i guadagni di pochi , non per il progresso generale: questa è una bestemmia che perpetriamo!
io non voglio fare il marxista a tutti i costi, ma anche sputargli addosso non è cosa bella. Le multinazionali funzionano grazie al lavoro del loro staff, dei propri manager, dell’ufficio marketing e ultimo, ma non per importanza, per il lavoro d’ogni singolo dipendente. Gli azionisti ( i ricchi) semplicemente riscuotono a fine mese. E’ parassittismo e nulla più.
Finmeccanica è un azienda statale, mi sembra che il suo lavoro , nel bene , ma anche nel male, lo faccia egregiamente. Le migliaia di cooperative , anche giganti, che popolano il mondo? Scherziamo?
Tornando al discorso di qualche messaggio fa: quella che questa società “aziendalista” nega è , paradossalmente la libertà di fare azienda e concorrere con le proprie idee… come ci vorrebbero pari diritti di accedere alle risorse prime, ci dovrebbe anche essere pari diritto ad accedere al credito … è un problema di … banche " direttore! quindi che fa?! se io ho un miliardo , le mi presta cento milioni? e se non ho un miliardi no? … ma direttore! se avessi un miliardo glieli darei io cento milioni ! "
non vedo insulti da parte mia ( ci sarebbe anche uno smile )…
si credo che sbagli nelle argomentazioni. Forse le hai maturate da solo, ma le tue idee seguono pedissequamente una retorica neoliberista , vecchia come il mondo, di cui il signor Parenzo ( La Thatcher? Berlusconi? ) si fa portabandiera. Una retorica, ma sopratutto il modello economico, che ha portato alla situazione in cui siamo.
Credo che confutarti sia nei miei dirirtti , no?
mi fa soridere che difendi a a spada (e proponi) il modello di sviluppo che è già in vigore… in linea di massima questo mondo ti dovrebbe già sembrare un paradiso!..