Sarebbe meglio leggerlo in inglese, ma in italiano è “Utopia per realisti”.
Grandissimo libro, ha segnato il mio passaggio dal “primitivismo” all’appoggio al progresso, da un religioso e superficiale anti-capitalismo di facciata, ad una valutazione ed una ferrea critica oggettiva del sistema attuale.
Quindi, quando te fai la dichiarazione dei REDDITI, ci inserisci anche le spese, no?
Dai, per favore, non scadiamo nelle frecciatine come l’occhiolino quando non si ha ragione.
EDIT: le spese per “detrazioni e deduzioni” sono incentivi statali per l’utilizzo di tali risorse e, pertanto, lo stato ti “premia” con una detrazione/deduzione. Quando parlo di spese, in generale, intendo le uscite derivanti, ad esempio, dall’acquisto della benzina o della spesa alimentare.
eh appunto. Però per esempio i farmaci e le cure sanitarie si tolgono dal reddito, quindi come vedi il reddito non sono solo le entrate. La benzina e la spesa alimentare che c’entra? Io stavo parlando di reddito nel caso di maggiori condizioni di svantaggio che nella dichiarazione vengono infatti segnalate (spese per l’abbattimento delle barriere architettoniche, spese particolari per i figli, perfino cure per gli animali domestici…).
In sintesi la parola “reddito” non indica una somma di denaro che entra ma ciò che rimane godibile dopo certe uscite, quindi quando si parla di “reddito di esistenza” o “reddito minimo garantito” non si sta parlando di una somma fissa uguale per tutti ma di una risultante tra una serie di variabili nella quale ci deve essere anche la condizione di disabilità.
me lo sono letto nel pomeriggio, scorre molto bene penso di finirlo stanotte. Il primo capitolo è parecchio deludente, ma ho continuato perché forse è, come dici te, un problema di traduzione. In effetti i capitoli successivi hanno diversi approfondimenti storici interessanti…ma fino adesso non ho trovato nulla che parla di una somma fissa uguale per tutti.
Il fatto che lo riceva pure berlusconi corrisponde alla stessa logica che è insita nell’articolo 32 della nostra Costituzione, ovvero l’universalità del diritto alla Salute che lo Stato deve garantire. Ovvero il fatto che un diritto viene rispettato da tutti se è condiviso ma, appunto, se tale diritto rimane ad un livello di rappresentatività si finisce proprio come il nostro diritto alla salute…ovvero l’aver inasprito le condizioni di chi ha maggiori svantaggi, al punto da escluderli di fatto dall’accesso alla salute. In Italia i più poveri muoiono prima e più spesso dei più ricchi anche se il diritto alla salute è costituzionalmente garantito a tutti…
Mettiamola così, ok. Però, comunque, si sta andando palesemente OT rispetto al messaggio iniziale. Si sta parlando quasi esclusivamente di RdE quando quella è l’ultima cosa di cui c’è bisogno ora; ce ne sono ben altre prima.
Ho sfogliato il sito ed ho già visto altri post relativi al RdE dove se ne può parlare.
Ce ne sono ben altre fino a quando ci occupiamo di una miope prospettiva a brevissimo termine, che mette solo toppe ma mai e poi mai risolverà il problema alla radice.
A volte bisogna essere visionari per cambiare il mondo. E radicali.
No, non c’entra nulla. I paradigmi vanno cambiati, il paragone non regge. Si tratta solo ed unicamente di dotare TUTTI gli individui di un pacchetto iniziale di soldi, in modo da portarli TUTTI allo stesso punto di partenza, affrancandoli dal dover lavorare per arrivare sino a lì.
Da lì in poi, vale lo stesso mondo di sempre.
Di problemi in Italia ce ne sono ben peggiori ora, è necessario sistemare prima quelli, come già detti sopra, non in ordine di importanza: evasione fiscale, disoccupazione, lavoro nero, clientelismo.
Sono d’accordo, è necessario avere una visione a lungo termine ma, al tempo stesso questa visione deve poter essere fattibile. Con questa situazione attuale, non vi è alcuna remota possibilità di fattibilità.
No, qui sono in netto disaccordo, basti vedere lo “shock fiscale” che Salvini voleva tentare di fare, fallendo miseramente. Ha portato solo ad aumento del debito e ad una visione peggiore nei mercati dell’Italia e basta.
Bisogna essere concreti, prima di essere radicali. Abbiamo avuto infiniti politici con le loro idee radicali, guarda dove siamo ora. Finora non c’è mai stato nessuno che abbia avuto idee concrete. Ecco, è qui che dovremo fare la differenza
Idee radicali? Sono 30 anni che voto: non ho mai visto idee radicali nel nostro parlamento. Semmai risibili.
E quindi lo scopo torna ad essere una sorta di forzato comunismo che non provoca alcun radicale cambiamento. Non ho finito ancora il libro però quello che ho letto fino adesso è che quando questa misura è stata sperimentata ed azionata sui POVERI ha funzionato.
Ed è logico, e sono decenni che lo si dice e tutti sanno che in realtà le persone svantaggiate sono un’ottima fonte per fare business fino a quando restano senza alcun potere economico. Lo hanno imparato perfino i 5stelle che hanno impostato il reddito di cittadinanza come una misura talmente insicura che la gente passa le giornate a sperare di ritrovare la stessa somma il prossimo mese, terrorizzata dalla prospettiva che dall’alto qualcuno decida inspiegabilmente che non gli spetta più o che gli spetta di meno. Meglio molto meglio il Reddito d’Inclusione, molto più vicino al reddito di base almeno per la sensazione dello sguardo al futuro.
@Mark8 però in questo toppi alla grande, fattelo dire: evasione fiscale, lavoro nero e clientelismo hanno tutti una stessa radice che ha a che fare con la profonda disuguaglianza sociale che è molto marcata in Italia.
Nel libro di @solibo un aspetto è messo molto in chiaro ed in tutto e per tutto condivisibile: continuare a curare i sintomi non serve a debellare alcuna malattia e, soprattutto, fa sprecare una marea di soldi.
Fino a quando lo Stato continuerà a comportarsi come una mamma iperprotettiva che ti gestisce in tutto e per tutto a “modo suo” il più delle volte senza nemmeno comunicartelo nemmeno a cose fatte, il cittadino trattato come un bambino irresponsabile cercherà di combinargliele sotto il naso, rubacchiandogli un po’ di soldi appena ne ha l’occasione.
Perché se c’è una cosa platealmente evidente in Italia è che non esiste proprio il concetto di res-pubblica, al punto che persino il “sovranismo” ha preso piede solo nella difesa dei confini da parte di mammà senza che ci sia alcuna percezione o senso di responsabilità della cittadinanza sul valore di ciò che si vorrebbe salvaguardare. Di fatto gli stranieri/invasori ci danno fastidio quando la fanno sotto il naso a mammà come facciamo o vorremmo continuare a fare noi. E solo per quello. Infatti ci piacciono tanto quando, invece, riusciamo a sfruttarli per evadere meglio.
L’intervento principale che occorre fare in Italia è, a mio giudizio, mammà che si deve togliere dalle scatole e farci crescere. E questo non lo si ottiene dando a tutti una paghetta, @solibo, ma permettendo a tutti di gestire la cassa.
Partendo perfino dalla base: i servizi che ti offre mammà per curarti, per istruire i tuoi figli, per abitare decorosamente fanno schifo (e fanno schifo per quello che ci costano, diciamolo senza mezzi termini)? Da adesso in poi prendiamo la stessa cifra che spendiamo a cittadino e te la gestisci te.
Ha funzionato alla grande, soprattutto all’inizio, con l’assistenza alle persone con disabilità. Lo Stato spendeva in assistenza domiciliare una cifra tra i 1000 ed i 3000 euro mensili riuscendo ad erogare una manciata di ore a settimana non solo del tutto insufficienti in gente che non era in grado nemmeno di alzarsi dal letto senza aiuto, ma anche di pessima qualità. Con l’assistenza indiretta ha preso questi soldi e li ha dati alla persona con disabilità ed ai suoi famigliari dicendo: ora ci pensi tu, assumi chi vuoi e gestiscili come vuoi, ed a fine mese mi rendiconti per permettermi di controllare che quei soldi sono andati in assistenza. PUNTO. Bam! La vita di quelle persone è cambiata dall’oggi al domani: non solo hanno fatto fruttare quei soldi al punto da permettersi perfino un’assistenza H24 ma hanno cominciato a smovere l’economia creando posti di lavoro stabile ed aziende dove prima non c’erano.
Ha funzionato talmente bene che mammà si è spaventata ed adesso sta facendo di tutto per boicottare la misura, NON RIUSCENDOCI!!! Perché malgrado abbia diminuito e reso tutti uguali gli importi, malgrado abbia cambiato le carte in tavola ribaltando il diritto all’assistenza in un profondamente iniquo rimborso, l’assistenza indiretta è quella più richiesta e che offre maggiori possibilità di assistenza, ed è quella che ai contribuenti non costa praticamente nulla in evasione fiscale, corruzione ed altro. Perché solo la persona che ha un bisogno sa come soddisfare perfettamente quel bisogno.
Immaginate cosa comporterebbe questo sulla sanità dove gli importi per le persone con disabilità sono il triplo?
Immaginate cosa comporterebbe per l’istruzione?
Io si, e direttamente perché lo sto già sperimentando. Ma non con la paghetta uguale per tutti, @solibo, ma come un cittadino adulto e responsabile che si è liberato, almeno per una parte, dello Stato mammà.
Le due soluzioni non sono mutuamente esclusive e no, non è affatto una sorta di “comunismo forzato” l’UBI. Al contrario, in tutti i Paesi dove è stato sperimentato è nata una fiorente attività capitalistica pura, partite IVA, micro imprenditoria. L’UBI è veramente una bomba atomica su scala planetaria, se consideriamo anche dove sta andando la tecnologia e il futuro del mercato del lavoro.
non sono convinta ancora, forse quando avrò finito il libro si. Ma per me la “paghetta” è una roba ancora da Stato mammà…io invece sogno uno Stato di persone cittadini adulti…ed in questo, probabilmente, sono ancora più utopista di te…
Non posso dire lo stesso anche perchè non sono ancora arrivato a 30 anni di età anagrafica
Ciò che voglio dire è che, da diversi anni/decenni, vi sono susseguite norme su norme che si accavallavano, con il risultato finale quello di avere un sistema lento e facilmente manipolabile solo perchè ogni singolo governo che andava al potere doveva mantenere parte delle impossibili promesse elettorali che venivano sempre fatte. Gli ultimi casi, ad esempio, sono gli 80€ di Renzi (che poteva tranquillamente passare sotto forma di maggiore detrazione per lavoro dipendente, però in quel modo non sarebbe “apparso” in busta paga) o la modifica, in pochi anni, dell’ICI -> IMU -> IMU/TASI (oggi abbiamo due tassazioni sulla casa quando bastava assoggettarle tutte con lo stesso nome con aliquote e detrazioni diverse); o ancora, con l’ACE (aiuto alla crescita economica che viene continuamente modificato), al super-ammortamento/iper-ammortamento che viene messo e poi tolto, poi messo e poi ancora tolto nuovamente. Di esempi ce ne saranno sicuramente altri, messi con altri nomi, che ora non mi vengono in mente.
E’ necessario, quindi, prima semplificare e poi, solo poi, si può riformare, ed è fondamentale avere solide basi economico/sociali prima di poter “promettere” qualcosa. Le persone si lamentano sempre che, quando si va al potere, “non si fa mai ciò che viene detto in campagna elettorale”: ecco, è necessario promettere meno e fare più.
In realtà è un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso che viene sempre alimentato da sè stesso. Siamo arrivati, ora, ad avere una tassazione tra le più alte d’Europa e quindi ORA siamo convinti che è scusabile fare evasione fiscale… Ma perchè siamo arrivati ad avere tale tassazione? Perchè vi sono sprechi e perchè la gente fa evasione e quindi il costo della macchina pubblica deve essere ammortizzato tra meno persone. Perchè vi sono sprechi nella gestione pubblica? Perchè è necessario mettere dentro parenti su parenti e questo comporta maggiori costi statali che, poi, devono rientrare nelle casse statali. Decenni or sono, la diseguaglianza sociale più bassa poichè vi era la possibilità di emettere moneta quanto ti pareva, tanto poi ci avrebbero pensato quelli della generazione futura a sistemare il debito lasciato.
E come fai a quantificare tale costo? Non puoi fare una semplice media aritmetica altrimenti, poi, anche io che sto bene prenderei soldi mentre una persona con disabilità ne prende di meno. Non si può nemmeno fare una stima analitica dei costi al tempo stesso, questo perchè le spese (nel caso specifico, quelle sanitarie) sono inserite su più voci nei bilanci e, persino, su più bilanci, nonchè lo stesso prodotto ha valore diverso a seconda di dove lo compri! Ci sono soluzioni su questo? E’ necessario, pertanto, prima far arrivare ad un sistema nel quale tutto viene valutato similarmente in tutta Italia (anche perchè non vedo per quale motivo lo stesso identico prodotto debba costare di più in Veneto o in Sicilia, ad eccezione degli eventuali costi di trasporto maggiori), e poi, solo poi, si può valutare una soluzione come la prospetti te.
esiste già la consapevolezza di questo costo, e con precisione millimetrica @Mark8!!! Per questo non mi convince assolutamente l’idea della paghetta, perché le istituzioni sanno perfettamente quanto gli costa ogni cittadino in servizi ed assistenza! E questo ben lo sanno le persone con disabilità che sono costrette a ricorrere in giudizio per ottenere dei servizi individualizzati: la “difesa” della PA è sempre è solo quella di rinfacciare quanto viene speso per quella persona senza minimamente rendersi conto che in questo modo ne ammette platealmente lo spreco visto che non riesce a soddisfare il bisogno di quella stessa persona…ma lo Stato è come mammà che, quando il figlio protesta, lo riempie di sensi di colpa per l’ingratitudine di tutti i sacrifici fatti per lui…
Mi puoi trovare delle fonti a ciò che dici qui? Posso, in linea tendenziale, esserne d’accordo con i costi diretti (ad esempio: medicine, pasti in ospedale), ma con i costi indiretti tale costo mi risulta nettamente difficile da comprenderne la suddivisione.
guarda se riesco ti trovo proprio la documentazione processuale di un ricorso affrontato da una famiglia che conosco direttamente dove la ASL, citata per non aver fornito un ausilio indispensabile al bambino con disabilità, si è presentata in giudizio con il conto della serva, elencando tutti i soldi spesi per quel bambino dalla sua nascita. Una cifra considerevole ed in gran parte ingiustificata.
Sugli ausili per le persone con disabilità potrei aprire un capitolo a parte ma lo accenno per far comprendere come lo Stato, si proprio lo Stato, lucra pesantemente ed ignobilmente sui bisogni di questi cittadini.
Innanzitutto gli ausili è vietato acquistarli al di fuori dell’Italia.
Bada bene, non perché tali ausili vengono prodotti in Italia, l’Italia non produce nessun ausilio…a volte ne assembla, male, qualcuno ma non lo produce. Lo esporta in alcuni casi anche riducendone la potenza (più volte su questa situazione mi sono lagnata anche ufficialmente), ed aumentandone il costo.
Al punto che chi può, perché è ricco, l’ausilio se lo acquista privatamente andando in loco, perché è vietato l’acquisto dall’Italia.
E tutto questo non è per ragioni di sicurezza, perché stiamo parlando di ausili venduti in Europa dov’è obbligatorio rispettare le stesse misure di sicurezza.
La fornitura ASL viene spesso fatta con Gare d’Appalto, per cui ti forniscono l’ausilio che decidono loro, non quello che ti serve. E lo decidono esclusivamente sulla base del prezzo più basso, quindi il più delle volte ti rifilano un’autentica ciofeca che si rompe al primo ostacolo, che ha prestazioni insufficienti e che spinge la persona con disabilità a chiedere un altro ausilio per coprire le prestazioni inesistenti del precedente.
Ah! Anche il servizio di manutenzione viene messo in Gara dalla ASL…io l’ho provato di recente. Le ruote del sollevatore che costa circa 7000 euro non funzionavano più. La manutenzione ha certificato che occorreva cambiare l’intero sollevatore. Su mia insistenza e al di FUORI della Gara d’Appalto sono riuscita a far cambiare solo le ruote: prezzo 350 euro.
Mi pare che comunque siamo finiti abbondantemente OT… cristo.
Consiglierei di aprire un thread apposito.
mah…in realtà, a parte l’esempio molto dettagliato, a me non sembra di essere andata in OT.
Riassumo i punti del primo post:
L’esempio concreto che ho messo a dimostrazione di come l’attuale perverso sistema sia uno spreco economico che sarebbe aggredito e limitato dalla commutazione di questi sprechi in un “budget” monetario spendibile direttamente dal cittadino si aggancia ad almeno tre dei quattro punti economici sul quale stiamo discutendo.
Purtroppo io quando devo spiegarmi tendo a riportare spesso esempi frutto della mia esperienza diretta, cercherò di farlo di meno ma credo proprio di non essere andata in OT…
In Italia gli “albi professionali” son diventati ahimè delle caste. E’ anche da dire che , teoricamente, le " corporazioni" dovrebbero svolgere il compito , sano , di coordinamento democratica tra professionisti d’uno stesso settore , di condivisione di saperi, di tutela dei diritti. L’abolizione in toto è auspicabile?