Soft skill

No. Perché hanno una identità.

Avere un nemico è solo il modo più facile per generarla. Una forza esterna che orienta tutte le attività ad un unico scopo. Meglio ancora se il nemico è fittizio così non si rischia né di vincere né di perdere.

Una identità basata su valori è più difficile da costruire ed è più fragile, ma è molto più costruttiva.

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sai il paradosso; CHE QUI ABBIAMO UN FOTTIO DI COSE IN COMUNE ma un po perche sul pp si invecchia cercando disperatamente di trovare il dettaglio sul quale essere in disaccordo, un po perche il PP è un partito di wannabeunicoediverso,come del miele per orsi; ma NOI CE L’ABBIAMO GIA UNA MATRICE COMUNE

Ok, ma quale?

(e poi, noi chi? :wink:)

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ok forse è una mia distorsione, perche non so voi, ma riesco a trovare tutti i punti, posti da tutti, corretti dai rispettivi punti di vista e sinceramente non sopporto vedere persone in disaccordo che secondo me andrebbero d’accordo

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Io temo ti sbagli.

In questo periodo ci stiamo confrontando su alcune questioni fondamentali. Si tratta letteralmente di decidere su quali fondamenta costruire il Partito Pirata, avendo chiaro cosa è e cosa vuole diventare.

O meglio, qualcuno si confronta, qualcuno si sottrae.

Ma le posizioni non sono equivalenti: appaiono simili solo in superficie.

Non sono criteri di selezione, tutti possono aderire, e nel momento in cui si fanno la tessera assumono lo status di pirata. Ma nel momento in cui sei dentro, quali sono le modalitá migliori per lavorare insieme? Ne parliamo, le scriviamo, cerchiamo di elaborarle all’interno della comunitá e ogni tanto ci torniamo sopra come forma di feedback, finché alcune cose finiranno nello scarico e alcune sopravviveranno, altre verranno aggiunte in futuro. Ma ognuno prende le modalitá che gli piacciono e che si sente in grado di gestire. Io ho fede che pian piano se nasce un gruppo nascerá una tradizione. Puó anche darsi che nessuna delle caratteristiche che abbiamo scritto sopra sopravviva. Ma alla fine chi se ne frega.

dovresti partire dall’ individuare chi tra i pirati si schifa a vicenda e trovare chi possa essere elemento di raccordo tra le parti

Il M5S è un maestro in queste cose: chiamiamole in modo diverso, così da abbattere il significato emozionale: le multinazionali diventerebbero aziende pluristato sorveglianti vigilantes agenzie segrete straniere occulte interferenze, … Io sono un dilettante, ma un professionista saprebbe trovare nomi carichi di significato emotivo negativo.

Prima di affermare che il Partito Pirata non sia attivo sul territorio bisognerebbe definire il territorio. Forse i territori di riferimento dei centri sociali e del Partito Pirata sono diversi. Per fortuna aggiungo.

I FottiDati, I NudesHunter, LeSpiacce DAJE MANDATE IN AP CIURMA!

L’importante non é andare d’accordo é saper gestire le proprie differenze riuscendo a elaborare la cosa in positivo. Questo é un lavoro che ognuno deve fare per sé

Qui il discorso è complicato: dopo sette anni che sopporti “demolitori seriali da remoto”, che hanno creduto (solo loro, in totale auto-compiacimento) di rappresentare tutti (senza MAI uno straccio di approvazione assembleare, sistematicamente e ripetutamente ignorati nella stragrande maggioranza delle iniziative) e con cui puoi andare d’accordo solo ed unicamente se accetti pedissequamente e dogmaticamente il loro vangelo non c’è nulla che si salvi. Le differenze sono incolmabili e non c’è nulla di positivo (un esempio odierno: siamo riusciti ad elaborare più cose positive in 20 in due ore in una chat senza disturbatori seriali che in 12 con in due anni).

Ma il vero problema è che emarginare non risolve: se così fosse, avremo già vinto. L’emarginato prima di andarsene distrugge tutto quello che può. D’altronde cosa dovremmo fare, quando ogni tentativo di integrazione fallisce?

Se hai un partito dove in linea di massima tutti fanno quello che gli passa per la testa e non ci sono praticamente mai delle sanzioni per nulla, è logico che attrai i carrieristi e depistatori che utilizzeranno il brand pirata per qualsiasi cosa gli faccia comodo.

Esatto. Referenze sociologiche in supporto di questa tesi al solito luogo.

E quindi si crea un meccanismo per il quale restano solo le persone piú aggressive o meglio capaci di incassare, ma non necessariamente quelle che avrebbero dato un contributo migliore.

E sono queste il tipo di persone rimaste qui dagli anni passati.

Per riassumere, piú che capire come attirare un certo tipo di persone, si deve capire come rimuovere gli ostacoli che le mandano via.

Il solito documento analizza questo fenomeno e provvede a raccomandazioni sul comportamento da adottare da parte dei facilitatori.

Ovviamente si può anche fare l’opposto di quanto raccomanda il solito documento, con le conseguenze descritte da @ale

Nel mondo fisico lo spero bene, ma in ambito virtuale “il buon esempio” è un concetto sociologicamente fallito… non sto dicendo la mia opinione, sto riferendo quanto ho letto quando feci la ricerca a scrivere il solito documento. In ambito virtuale l’unica soluzione nota per funzionare è l’intervento pro-attivo preventivo della facilitazione. Il risultato alla fine è simile, solo che al computer non bastano i buoni esempi.

Io le ho conosciute. Le persone che mi dissero che diedero un’occhiata al partito, videro quel che videro e scelsero di lasciar perdere.

Giustissimo. Qui ci vorrebbe che si diano da fare i Coordinatori eletti.

No basta con questi dischi rotti… non ce la faccio più… stai citando una cosa che dico da cinque anni… che ogni gruppo affiatato può arrivare al punto da litigarsi a morte semplicemente approfondendo un qualsiasi tema fino ai dettagli particolari nei quali non si è d’accordo!

Per evitare che avvenga ciò, bisogna avere un metodo del dibattito ed un metodo della convivenza.

Io. Per questo ho scritto il solito documento. Ma stavolta cercavo solo una scusa per fare il disco rotto che cita il solito documento. Più che altro perché avevi chiesto “quali sono le modalità migliori per lavorare insieme?” mentre Silvan ed io ci abbiamo scritto la tesi su questa cosa.

Sono contento che da alcuni giorni sei passato dal dire cose che sono in contrasto col solito documento a cose che sono parafrasate da tale documento (e ti ringrazio). Mi fa sperare che magari alla fine si converge verso l’applicazione del documento. Sarebbe una svolta. Forse farei meglio a stare a guardare in silenzio ma non ci riesco.

Immagina che attorno al 2016 non ci stavamo più schifando nessuno di nessuno. Ma poi è arrivata questa campagna ed è nata questa idea di dovere mettere da parte liquid feedback per potere lavorare, oltre ad essere scomparsi tutti i facilitatori.

Nel 2013 eravamo molto attivi sul territorio a Roma, ma eravamo noti in tutti i centri sociali come quelli che litigano, che urlano, che non arrivano puntuali… tra tutti i militanti della coalizione eravamo i più indisciplinati. E ce ne vuole ad essere i più indisciplinati in una coalizione di centri sociali!

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Se non si é riusciti a creare fiducia reciproca, se non c’é buona fede da ambo le parti, se si ritiene di aver fatto tutti i tentativi. Bé allora ci si deve chiedere per quale motivo si dovrebbe lavorare insieme. Si prende atto della realtá e si lascia andare quella persona. Non tutti possono lavorare con tutti. Io credo che questi ragionamenti sulle competenze aiutano a migliorarsi, ma ci deve sempre essere riconoscimento reciproco, se ad ogni pié sospinto uno deve ricominciare dalla capitolo uno della bibbia non si va da nessuna parte.

Magari! Ma cosa fare se le persone non se ne vanno? Se non c’è buona fede non “da ambo le parti”: ho imparato (sulla mia pelle) che non c’è bisogno d’essere in due per litigare. Basta uno solo, armato fino ai denti. E perché l’altro deve subire? In silenzio? Essere sempre accogliente? Perdonare? Basta.

Dipende, di cosa stiamo parlando, se parli del forum, se il disturbatore é un singolo o se é un’intera area del partito. Se c’é totale assenza di contributi o se solo differenza di vedute. Ma in generale, questi sono i casi dove si fa parlare il voto e poi si lavora ad excludendum. Ma io me la terrei come ultima opzione, quando mi é rimasta solo quella strada.

Ho avuto esperienza in un Partito a livelli provinciali, ci sono molti meccanismi democratici che si possono mettere in piedi se lo si ritiene necessario. Ma non é mai una bella cosa e quando prendi quella strada ne vieni fuori cambiato, se poi la fai diventare un metodo standard, diventi cinico e un bel giorno scopri che alla fine anche tu hai cominciato a giustificare il fine con i mezzi e non é un bel vedere se hai cominciato a fare politica perché avevi degli ideali.

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Solitamente l’esterno che viene attratto non conosce quello che succede all’interno del partito. Conosce soltanto l’immagine che il partito dà di sé stesso all’esterno.

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Per non attivi sul territorio intendo che quando mi sono iscritto al forum, ed ho chiesto se ci fosse qualcuno sul territorio in campania che avrei potuto incontrare per avere informazioni più dettagliate sul Partito, mi è stato risposto così.

Effettivamente un elenco di pirati con la città o le città di frequentazione sarebbe utile. Dove si potrebbe piazzare?

Più o meno c’è una cosa simile: Link