The Rise and Fall of the Pirate Party (in Germany)

Where did it all go wrong? One of the hallmarks of the Pirate Party was its dismissal of the whole concept of political orientation as “power playing.” This was, according to the activist Stephan Urbach, a fatal mistake. “Our biggest problem was that we let everyone in who wanted to join,” he told me. “And most of them were apolitical. They weren’t interested in politics.” Urbach quit the party in 2013. “I couldn’t take it anymore. Every political opinion was tolerated. I’d go to a Party convention and there would be, like, Holocaust deniers there.”

The wide range of political views and the lack of a strong hierarchical structure meant that the party did not have a distinct identity. This triggered incidents like Bomber-gate, in which party members stopped speaking to each other because one female deputy had taken part in a far-left protest that involved standing topless in front of the opera house in Dresden with the words “Thanks Bomber Harris“ painted across her chest. (Sir Arthur Travers “Bomber” Harris was a member of the Royal Air Force who led the British bombing campaigns against German cities in World War II.)

“They were obsessed with themselves, and didn’t realize how they came across to the outside world,“ Stephan Klecha, a sociologist, recalled. The general sense of anarchy was exacerbated by the fact that, in the name of promoting transparency, party members filmed and posted every bickering or navel-gazing discourse. “Nobody watched those clips apart from a handful of journalists who though it was hilarious and wrote it up,” Klecha told me.

Despite performing well at the polls in its heyday, the Pirate Party was never a party in the strictest sense. It was part performance art, part cult, part prank.

Perché scusa, il Partito Pirata c’è l’ha?

E’ quella hacker?
Si direbbe di sì guardando alla candidatura di Gubello e Di Liberto.
Ma @Cal e @briganzia dicono di no… che non è quella, quella giusta.

E’ quella descritta dal nostro Manifesto?
No, quella no, perché volete sostituirlo con quello scritto da altri.

Vi chiedo allora di descriverla, di spiegare in modo chiaro ed inequivocabile a quale identità fate riferimento.
Lo chiedo da mesi @Cal. Senza ottenere risposta.

Inizio a dubitare che esista questa fantomatica identità cui fate riferimento.

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L’articolo si intitola, come riportato, Ascesa e caduta …

Riporto un pezzetto della fase “ascesa”

Dopo il suo grande successo alle elezioni statali del 2011, in cui correva con una piattaforma di maggiore trasparenza del governo e privacy su Internet, i suoi membri hanno marciato nella Camera dei Rappresentanti vestiti con felpe, pantaloncini e tute, stabilendo così la reputazione del partito come la più affascinante “renegade” forza politica facendosi strada nel mainstream tedesco. Il Partito Pirata ha quindi proceduto a stabilire importanti basi parlamentari in altri tre stati tedeschi. È stata la “Scalata dei Nerds”, come la Frankfurter Allgemeine Zeitung aveva previsto nel 2009. Mentre la situazione confusa della protezione dei dati e le antiquate campagne elettorali facevano sembrare vecchi i politici tedeschi, i pirati hanno caricato graffiti virtuali su Counterstrike per presentare una petizione contro un proposto divieto dei cosìddetti videogiochi killer.

Ma noi in che fase siamo? di Ascesa verso il successo o di successo acquisito per cui dobbiamo temere che certi comportamenti ci portino a cadere?

Ma davvero pensate che facendo “i bravi ragazzi” che si riconoscono nella costituzione antifascista il successo possa arrivare?

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Immaginavo che facevo prima a rispondere qui invece che in Tolda…

L’articolo contiene alcuna scorrettezze… ci sta Tomate (un mio caro amico, ma non sempre ha ragione) che dice che avevamo holocaust deniers. Noi non abbiamo mai avuto holocaust deniers nel PP-DE. avevamo un nerd che era CONVINTO di avere RAGIONE nel dire che la libertà d’espressione deve includere il negazionismo, e perciò deve essere legale negare l’olocausto. I media ovviamente lo hanno SEMPRE presentato come il nerd che in segreto è di destra, mentre lui non lo è mai stato … era solo un testardo nerd.

Un po’ come quando il PP dice di non essere antifascista… stessa follia comunicativa. Entrambe sono posizioni non presentabili e sbagliate, ed in entrambi i Partiti Pirata manca un chiaro iter per il quale queste opinioni estremiste di alcuni individui non si manifestino in pubblico. In questo senso la cacofonia è stata deleteria per il PP-DE come descrissi già in passato e lo sarà anche nel PP-IT se non implementiamo l’ultimo punto delle linee guida di convivenza.

Altro esempio di inesattezze: Jörg Tauss, non “Tass”, era parlamentare socialdemocratico specializzato in politiche della rete già dal 1990, perciò formalmente era un tipico pirata. Quando i pirati diventarono di moda nel 2009, scelse di passare a noi… ci faceva comodo in quanto parlamentare… poi dopo ha voluto studiare la criminologia della pedopornografia facendo un piccolo errore: si salvava le copie dei materiali incriminati. Tutto questo nell’articolo è descritto così:

One of the party’s first members, Jörg Tass, was jailed in 2010 for his casual research into the online child pornography scene.

Non era uno dei primi iscritti, l’ho preceduto persino io. Ma è vero che fu condannato pedofilo. Che fai, non iscrivi più nessuno perché potrebbero rivelarsi pedofili? Anche di Faxe vi ho raccontato in passato, il candidato meritocratico, nonostante fosse mentalmente inferme, e finì a diventare omicida.

Per fortuna l’articolo non cita più la falsa storia riguardo a Julia Schramm, ma omette anche come i partiti democristiani si fiondarono ad inventare falsità e banalizzazioni populiste riguardo agli intenti politici del PP. Il caso di Jan Delay è tipico: nessuno gli aveva spiegato come la nostra riforma del diritto d’autore sarebbe stata a suo favore — invece giù a dire che noi volessimo fare tutto gratis. Una grande cazzata inventata dai democristiani per farci fuori. E ha funzionato.

… e poi hanno ripreso ad usarla dopo il collasso del 2013 … ma è come se non importi più ormai … fatto sta che la democrazia liquida era tra le cose che ha tenuto insieme il Piratenpartei, e ha fatto ben di più per il PP-IT che senza LQFB ormai sarebbe imploso.

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Successo?
Bravi ragazzi?

:rofl:

No credo che tu abbia un po’ confuso causa ed effetto.

Apro un nuovo thread per chiarire meglio che “bravo ragazzo” io sia.

Da esterno a tutto, questa sensazione mi è sorta leggendo le discussioni delle ultime settimane in questo forum.

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No, aspetta: perché ci riuscivano?

Già. C’è una bella differenza tra vincere le elezioni… a Berlino o Praga… e smazzarsi lgiusto un po di burocrazia per partecipare ad elezioni alle quali non devi neanche più raccogliere le firme, riempire gli spot di par condicio con gente che parla di file sharing e portare a casa un gruzzolo di voti che probabilmente ha votato per il movimento intero, e non la tua performance mediatica…

Perché i trucchi sociologici per dominare un gruppo malorganizzato sono tanti, sono documentati e chi ha volontà di sottomettere altri può capire come farlo. E perciò, ovunque non si instaura un consolidato sistema immunitario, si troveranno persone con istinto dominante che faranno abuso senza neanche rendersene conto, perché sono convinti che la loro leadership farà bene al progetto. Ci sono molte persone che la non-democrazia ce l’hanno talmente nel sangue, non si accorgono nemmeno che stanno scavalcando altre.

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In pratica mi stai dicendo che non avevate una leadership e i pro se ne sono approfittati. Aggiungiamo alle cause del collasso del pp-de.

Avevamo leaders buoni. Nel 2011 avevamo Gerd Anger a capo del Piratenpartei Berlin… una persona estremamente gentile che metteva tutti d’accordo… un po’ come @mutek … ma quando arrivarono quelli con i gomiti appuntati lui si fece da parte, perché non gli piace litigare e fare a cazzotti.

Perciò nel giro di due anni, dal 2011 al 2013, ci siamo ritrovati tutta una leadership violenta — perché non esistevano regole che difendessero la leadership originale, quella degli idealisti e buonisti.

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E allora non avevate una leadership

Perché solo chi applica violenza è un leader?

No, ma chi non riesce a sopravvivere ad assalti interni ed esterni, con assertività e chiarezza, non lo è.

Questa è una visione nociva della associazionismo e del genere umano. Stai dicendo che non si può imporre civiltà e perciò bisogna sapersi imporre anche in modo scorretto se necessario. È orrendo quello che dici.

In alcuni altri partiti ci sono regolamenti comportamentali seri. In altri no, e perciò hanno la leadership violenta. Quella che fa i bulli contro i propri critici. Noi siamo riusciti a introdurre le regole dopo lunghissima battaglia, ma poi si è trovato il modo di ignorarle!

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Io non so dove hai letto che si devono usare violenza e bullismo per avere una leadership. Io non l’ho detto.

Io ho detto che è necessaria resilienza e assertività.

Devono essere chiare le varie fasi:
“Il successo ha attirato gente …”
Noi siamo ancora nella fase di ricerca del successo (sempre da definire cosa sia il successo)

domanda stupida e da ignorante, perchè il partito non è tornato sui suoi passi?

Se sei in piena esposizione mediatica con parlamentari e tutto, è improbabile che si formi una consapevolezza dell’esistenza di un problema e della necessità di trattarlo in assemblea. Dopotutto anche la leadership “violenta” è simpatica, pare che stia svolgendo il suo lavoro ed è stata eletta nonostante le critiche. Rendersi conto di meccanismi sociali/sociologici è estremamente difficile già per gli individui, ancordipiù per intere assemblee. Credo che alcune parti del PP-DE siano tornate sui loro passi in certi sensi, ma solo dopo avere perso tutti i consensi e dopo che soggetti dominanti (molti di loro citati nell’articolo con commenti negativi al proprio partito) se ne sono andati (molti ora hanno aderito ad altri partiti dove fare carriera è meno semplice).

Si è instaurato un problema diverso adesso: sono rimasti solo quelli col fegato duro mentre le anime creative e pacifiche non ci sono più. Perciò anche adesso non c’è maggioranza che comprenda la necessità di introdurre regole di convivenza che garantiscano un safe space agli attivisti creativi che non sopportano gomitate.

Tipico esempio di “gomitata” l’abbiamo visto in questo partito la settimana scorsa quando un eletto del coordinamento si è inserito nel Gdl comunicazione e ha scansato alcune persone lì per poi pubblicare robe insensate e non in accordo col partito. Questo è il tipico comportamento che abbiamo visto anche in Germania che ha portato il partito allo sfascio.

Tipicamente avevamo anche quel tipo di ragionamenti legittimanti dei propri fallimenti: chi vuole fare carriera nel partito non ammette mai di avere sbagliato e piuttosto si congratula con i fedeli di avere scansato una fetta di elettorato scomoda, o di essersi liberato di attivisti della sponda politica percepita come avversa (mentre in realtà in genere non esiste problema ideologico — esiste solo la voglia di dominare il partito in modo incontrastato).

In pratica si trovano sempre quelli disposti a ridurre il partito a 4 persone purché siano incontrastati e possano farci quello che vogliono. E soffrono pure di un bias tale da non rendersene pienamente conto — convinti di agire per il bene del partito. Ecco, questo vedo in ogni progetto politico che visito da dieci anni. L’ho visto in DiEM25, l’ho visto nel M5S, l’ho visto persino nel gruppo che ha fatto l’occupazione del Teatro Valle come in quello che ha occupato la Volksbühne l’anno scorso.

E quando arrivo io con le mie idee di convivenza che servono ad impedire che alcuni prendano il controllo del progetto a discapito di altri, mi si dice che non mi sta mai bene nulla se non è come dico io e che in realtà sono io a volere dominare il progetto. Cosa che non ho mai fatto. Si risolve il problema dando del totalitario/autoritario/fascista a me che sto tentando di creare quel safe space, le garanzie che la democrazia interna non possa essere scavalcata e gomitata.

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Ok, è diventato il giochino dei frontmen in pratica. Quando si romperà del tutto, verrà gettato via e sostituito con uno nuovo.

Quali motivi hanno spinto alla non approvazione delle regole di cui parli sopra?

Perché nel 2009-2011 ci volevamo tutti bene. Quei due stronzetti che volevano diventare leader li avevamo sotto controllo. Stessa atmosfera anche in quel periodo nel M5S oppure nel primo anno in DiEM25, quel senso di fare squadra in modo totalmente armonico. La coesione è crollata solo dal momento che abbiamo vinto le elezioni. Non a caso quando nel 2011 sono sopraggiunto ai pirati italiani ancora non ero conscio di tutte queste cose che dico adesso. Credevo che statuti e regole fossero solo formalità.

E da li la fase nella quale ci si rende conto del problema fino al punto che la dominanza dei bulli è irriversibile può essere molto corta. Se nel PP-IT siamo riusciti a creare uno statuto che ha introdotto uno stato di diritto ed istaurare regole di convivenza per la tutela di coloro che non apprezzano gomitate, è perché grazie alla democrazia liquida non ci è mai stata una delega totale di potere a nessuno. Ma guarda caso si sta mettendo in dubbio anche ciò.

Intanto io ho dovuto rendermi amaramente conto che non basta nemmeno riuscire a stabilire uno statuto buono — se poi non riesci a reclutare persone in collegio che saranno in grado di fare rispettare le regole… che invece di sanzionare le gomitate ci calano un velo del imbarazzo… allora le gomitate continuano fino al punto che in AP ci sta una maggioranza disposta a buttare all’aria tutto quanto ciò che si è ottenuti. E si manifesta la tentazione di cadere al tranello dell’uomo forte che porterà fine ai litigi (che lui stesso ha causato)… una falsa e nociva idea di leadership.

Nel 2009-2011 eravamo in tanti a essere leaders (io solo quanto riguarda le feste elettorali)… con la onesta buona volontà non si creano problemi seri. Ed il fatto che non avessimo l’uomo forte non ci ha impedito di vincere le elezioni. Anzi. Ma se quella magia naif non ce l’hai più o non ce l’hai mai avuta, allora è giusto che devi avere le strutture funzionanti. Il PP-DE in quel periodo aveva solo le strutture previste dalla legge, ma allora erano sufficienti. Il collegio arbitrale (Schiedsgericht) operava ed espelleva soggetti nocivi, ma non se ne accorgeva nessuno. Stava filando tutto liscio.

In questo momento abbiamo ancora una speranza di salvare il PP-IT. Dall’anno prossimo potrebbe diventare il giocattolo di una minoranza.

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