Chi sono i Cracker?

La distinzione fra hacker e cracker è utile ed importante, ma quella cui fai riferimento è la banalizzazione di ESR diventata mainstream per ovvie ragioni: si adatta al sistema di potere vigente senza metterlo in discussione.

Cracker è chi ricerca e usa la Conoscenza come strumento di Potere. Il fatto che violi la legge o meno è irrilevante: a volte servirà un padrone a volte un altro, a volte solo sé stesso. Ma non persegue la propria Curiosità, solo la propria brama di Potere (sia esso inteso come status, con denaro etc…) Per questa ragione la stragrande maggioranza di coloro che vengono definiti hacker sono in realtà cracker.

Un Hacker invece è curioso. Considera il Potere che gli deriva dalla ignoranza altrui un enorme seccatura (per quanto talvolta utile). La Legge per lui è un artefatto umano come gli altri.

Un Hacker non è prevedibile, controllabile o condizionabile. Un Cracker sì.

The Conscience of a Hacker è certamente un testo scritto da un adolescente, ma anche per questo è un testo Hacker fondamentale: noi non guardiamo a questi dettagli, non siamo elitari, non ci interessa l’età, il genere o il censo; persino la cultura di riferimento è irrilevante.

Siamo strambi come i nostri testi. E non badiamo alle apparenze.

Siamo pericolosamente curiosi.

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Questo lo ha scritto Stallman:

Around 1980, when the news media took notice of hackers, they fixated on one narrow aspect of real hacking: the security breaking which some hackers occasionally did. They ignored all the rest of hacking, and took the term to mean breaking security, no more and no less. The media have since spread that definition, disregarding our attempts to correct them. As a result, most people have a mistaken idea of what we hackers actually do and what we think. You can help correct the misunderstanding simply by making a distinction between security breaking and hacking—by using the term “cracking” for security breaking. The people who do it are “crackers”. Some of them may also be hackers, just as some of them may be chess players or golfers; most of them are not.

Sì. E ha scritto tante altre cose. Alcune delle quali riviste nel tempo. Perché Stallmam è un essere umano.

Stallman ha fatto un errore peggiore di questo: ha confuso l’effetto con la causa, la libertà con la curiosità, lasciando spazio alle manipolazioni del Open Source.

È in gamba, ma ciò che dice va sempre considerato criticamente, alla luce del contesto culturale e politico.

Sulla differenza fra cracker e hacker sbaglia.

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O forse sbagli tu. Mi chiedo quale sia il grande contributo dato finora dai Cracker al mondo dell’informatica e al mondo in generale e quale peso abbia in proporzione al lavoro fatto dagli Hacker, da normali esperti di informatica, o da esperti di materie varie che peró hanno costruito l’evoluzione della loro materia sulla base dei progressi della societá dell’informazione

Beh, certo, è possibile.

Io propongo un modello che è diverso ed incompatibile da quello tuo e di Stallman. Tutti i modelli sono sbagliati, bisogna capire quale dei due sia più utile per comunicare e per descrivere e prevedere la realtà.

Il termine “cracker” non è presente nel Jargon File originale, è stato introdotto dopo, nella brutta copia imperialista di ESR. Secondo quella definizione Gubello e Assange sono cracker. Secondo la mia (e secondo quella originale) sono hacker.

Secondo la mia definizione, poco o niente. I cracker non sono gente curiosa, sono gente che usa la conoscenza come un’arma per ottenere altro.

Secondo la tua praticamente tutta l’evoluzione della sicurezza informatica degli ultimi 80 anni è riconducibile a cracker. Turing, per esempio, rientra nella tua definizione di cracker ma non nella mia. Per me Turing era un hacker, anche se violava i sistemi informatici tedeschi.

Devo dirti che contributo abbiano dato hacker/cracker come Turing all’informatica moderna? :wink:

Se non fosse per un hacker come Jon Lech Johansen che scrisse DeCSS, il Partito Pirata non esisterebbe. O era solo un inutile e distruttivo cracker?

Dunque ti ripeto, gli hacker si distinguono dai cracker per lo scopo, non per gli strumenti. Gli hacker sono curiosi e quando aggirano leggi e convenzioni lo fanno per Curiosità. I cracker usano gli stessi strumenti tecnologici e culturali, ma vogliono Potere.

Questa è l’unica differenza. Checché ne dica Stallman. :relaxed:

Non credo proprio. Il cracking é una forma di vandalismo.

E’ chiaro che ti perdi il significato generale del termine hacker. Il punto dell’hacking é di risolvere un problema facendosi strada secondo certe modalitá, i test di sicurezza come il superamento di sistemi criptati sono applicazioni specifiche di un atteggiamento piú generale, Turing non ha fondato la sua vita sul superamento di sistemi a scopo vandalico, l’ha fondata sullo studio della logica e dell’informatica e su molte altre conoscenze che poi lo hanno aiutato nelle sfide che ha avuto davanti. C’é una bella differenza rispetto a ragazzini che seguono documenti di siti internet con caratteri e sfondi illegibili e che si vantano di avere inventato internet.

Certo che no, ma il termine ai tempi non esisteva, in effetti Turing era uno scienziato, anche se noi lo mettiamo giustamente nel nostro Olimpo. Ma tirarlo per la giacchetta é retorica scorretta.

Qui puó darsi che la tua argomentazione sia corretta. La sua azione, comunque, non era mirata a distruggere, ma a costruire. Il reverse engineering, nel suo caso non mirava ad atti di vandalismo, ma a scrivere un software che potesse leggere DVD protetti da parte dei legittimi proprietari su lettori non proprietari. E le specifiche della protezione non erano note, di lí il reverse engineering. A me sembra un’operazione legittima dal punto di vista hacker.

ROTFL! ! ! :joy: E lo dici in quanto hacker, cracker o cos’altro? :wink:

Turing era un hacker. Come lo erano Leonardo da Vinci, Antonio Meucci, Archimede e molti altri prima di loro. Ma Turing violava sistemi informatici altrui. Non li “vandalizzava”: cercava solamente di distruggere militarmente i loro utenti. Decisamente un cracker (secondo la tua definizione)! :wink:

Il fatto che il termine sia nato dopo la loro morte non significa nulla. Sai quanti homo sapiens sapiens sono morti prima che inventassimo questa locuzione?

I cracker sono vandali come quelli che condividono contenuti su BitTorrent sono pirati. Usa un po’ di spirito critico: cui prodest?

Stai confondendo cracker e script-kiddie.

Lo dico come persona che conosce il significato delle parole, avrei parecchi elementi nel mio CV che mi permetterebbero di definirmi hacker, ma mi sono sempre definito come esperto di informatica. Ma é sufficiente conoscere il significato del termine per fare quell’affermazione.

E quale sarebbe la mia definizione? Io non passo il tempo, come altri, a ridefinire il significato delle parole, potresti gentilmente dirmi quale sarebbe la mia definizione?

Ti ricordo che la Germania era in guerra con il Regno Unito. Sai, certe volte sono i dettagli che fanno la differenza. Il mondo é un sistema complesso.

No, immagino che il calcolo abbia a che vedere con la sequenza di Fibonacci. Quello che volevo dire é che Turing non pensava a sé stesso come ad un hacker, molto probabilmente pensava a se stesso piú come ad uno scienziato, vista la sua storia scolastica. Ma che ci frega, tanto sono tutti hacker, anche Leonardo da Vinci, lui la Monna Lisa mica l’ha dipinta, l’ha hackerata!

Hai ragione, i cracker sono quelli che fanno i siti internet con caratteri inguardabili e howto a sfondo scuro.

A quanto ho capito leggendo qui, qui e qui, quella quasi-mainstream condivisa da Stallman e ESR:

One who breaks security on a system. Coined ca. 1985 by hackers in defense against journalistic misuse of hacker (q.v., sense 8). An earlier attempt to establish worm in this sense around 1981–82 on Usenet was largely a failure.

Use of both these neologisms reflects a strong revulsion against the theft and vandalism perpetrated by cracking rings. The neologism “cracker” in this sense may have been influenced not so much by the term “safe-cracker” as by the non-jargon term “cracker”, which in Middle English meant an obnoxious person (e.g., “What cracker is this same that deafs our ears / With this abundance of superfluous breath?” — Shakespeare’s King John, Act II, Scene I) and in modern colloquial American English survives as a barely gentler synonym for “white trash”.

While it is expected that any real hacker will have done some playful cracking and knows many of the basic techniques, anyone past larval stage is expected to have outgrown the desire to do so except for immediate, benign, practical reasons (for example, if it’s necessary to get around some security in order to get some work done).

Thus, there is far less overlap between hackerdom and crackerdom than the mundane reader misled by sensationalistic journalism might expect. Crackers tend to gather in small, tight-knit, very secretive groups that have little overlap with the huge, open poly-culture this lexicon describes; though crackers often like to describe themselves as hackers, most true hackers consider them a separate and lower form of life. An easy way for outsiders to spot the difference is that crackers use grandiose screen names that conceal their identities. Hackers never do this; they only rarely use noms de guerre at all, and when they do it is for display rather than concealment.

Ethical considerations aside, hackers figure that anyone who can’t imagine a more interesting way to play with their computers than breaking into someone else’s has to be pretty losing. Some other reasons crackers are looked down on are discussed in the entries on cracking and phreaking. See also samurai, dark-side hacker, and hacker ethic. For a portrait of the typical teenage cracker, see warez d00dz.

Magari ne hai un’altra in mente, ma da questi interventi mi sembra che questa sia la definizione che stai usando.

Una definizione diffusa, bada bene, ma non per questo corretta.

Non hai bisogno di giustificare Turing con me. Io lo capisco benissimo: era un hacker! :smile:

Il fatto che il tuo modello necessiti di una eccezione per escluderlo dai cracker mostra come il mio è più semplice. Rasoio di Occam all’opera.

Lo dici come persona che non appartiene alla cultura hacker e che la conosce dall’esterno per aver sentito o letto un paio di cose al riguardo. Io non mi permetto di dire che conosco l’Islam o la Cina, perché non è vero. Anche se ho un’idea del significato di queste parole.

Ti prego di fare lo stesso con i Pirati.

Stando a quella definizione, che é l’unica della quale io conosca l’esistenza, se tentiamo di dimostrare che Turing era un cracker dobbiamo associare a lui concetti come il furto, il vandalismo. Se poi leggi con attenzione, ti renderai conto che nella descrizione ad un certo punto dice anche che ci si aspetta che un hacker possa aver praticato del cracking ma solamente se necessario. E dopo c’é anche una sommaria descrizione “sociale” del classico comportamento dei gruppi cracker, che fa abbastanza a botte, col modello di vita che aveva Turing. Quindi direi di no, Turing non era un cracker. E non sto applicando un eccezione, sei tu che non sai leggere le definizioni e pensi di avere ragione solo perché hai solitariamente deciso di autodefinirti hacker.

Ancora una volta pregiudizi pericolosi. Dici cose che non sai.

Il fatto che sia l’unica che conosci, non ne dimostra la correttezza o l’attinenza alla realtà.

La mia definizione deriva dall’osservazione diretta del fenomeno, ed è più semplice e permette di spiegare meglio la realtà.

Secondo la tua definizione, sì.

Rubava letteralmente informazioni al Governo Tedesco! Oggi si direbbe che entrava nella loro infrastruttura tecnologica con scopi antagonistici. E l’effetto del suo attacco era la morte di tedeschi. Molti black hat di oggi sono mammolette a confronto.

Dai un minimo di onestà intellettuale: quello che faceva Turing non era “some playful cracking and knows many of the basic techniques”. Quella definizione è propaganda confusionaria, e hai bisogno di inventarti complesse giustificazioni per tutti i Pirati che si sono comportati in tal modo per sostenerla. E la lista è lunghissima!

La mia è più semplice e non ha bisogno di eccezioni per spiegare questi comportamenti.

Gli hacker sono persone che perseguono la propria Curiosità. I cracker sono persone usano la Conoscenza per ottenere una qualche forma di Potere. La sfortuna di Turing dopo il conflitto mostra che lui apparteneva agli hacker, non ai cracker. Non ha cercato o ottenuto potere, solo conoscenza.

Entrambi i gruppi usano esattamente gli stessi strumenti culturali e tecnologici.

E ti dirò di più: un hacker può purtroppo diventare un cracker, mentre del flusso contrario non conosco alcun esempio.

Vero, infatti non ho mai tentato di dimostrare che siccome la conosco é corretta e attinente alla realtá. Questi sono artifici retorici che lascio volentieri a te.

Bene, adesso abbiamo la definizione finale, ci mettiamo al pari di Stallman, di Raymond e siccome non possiamo avere ragione sull’argomento ricostruiamo il significato delle parole per farle combaciare a piacimento con il nostro ragionamento. Cioé al posto di rivedere il ragionamento rivediamo il significato delle parole. Hai anche riscritto il vocabolario di italiano?

Non é la mia definizione, é la definizione canonicamente accettata.

Vedi, qui si capisce che tu non fai proprio parte della cultura hacker, quella definizione, non sono parole al vento, quella definizione é nata in un contesto storico ben definito, ed é stato il momento in cui i giornalisti dicevano “chi sono gli hacker? gli hacker sono quelli che rubano le informazioni dai sistemi informatici di grosse strutture”. E gli hacker risposero: “No, noi non siamo questo, quelli sono delinquenti e noi li chiamiamo cracker”.

Per capire questa affermazione, devi prima capire chi sono gli hacker, e gli hacker erano persone con nome e cognome, erano quelli che erano partiti da quel percorso legato agli ingegneri dell’MIT appassionati di modellismo ferroviario degli anni 60. Successivamente questa cultura si é evoluta attorno all’MIT (mi dispiace egemonia imperialista USA, ma se vuoi li facciamo nascere in USSR) fino ad arrivare agli anni 80, anni in cui i giornalisti hanno cominciato a deviare il termine dal suo significato originario.

E quindi arriviamo agli hacker che erano riconosciuti dalla comunitá informatica che si vedevano accostati a persone che facevano cose illegali e che spesso avevano una soglia di comprensione abbastanza bassa del sistema che andavano a violare.

Ora veniamo a Turing Hacker: Turing durante la guerra faceva il crittoanalista e non é mai entrato in contatto con la cultura Hacker dell’MIT (almeno che io sappia), ovviamente il suo profilo coincide con quello di un hacker, ma anche il profilo di un ragazzo che elabora i motorini coincide con quello di un hacker, se vuoi possiamo dire che era un proto-hacker o anche che era un hacker, ma lui non ha mai fatto parte di un percorso o una cultura hacker, ha sempre e solo frequentato ambienti universitari.

Ora vediamo Turing Cracker: nella parte centrale della definizione si dice chiaramente: (il termine) riflette un forte disgusto per furto e vandalismo perpetrati da gruppi di cracker.

E ancora, se guardi a questo link: http://www.catb.org/jargon/html/crackers.html Si capisce perfettamente di quali gruppi si parla:

These people (mostly teenagers running IBM-PC clones from their bedrooms) have developed their own characteristic jargon, heavily influenced by skateboard lingo and underground-rock slang.

Dice anche che i migliori di loro, da adulti possono diventare degli hacker:

Though crackers often call themselves ‘hackers’, they aren’t (they typically have neither significant programming ability, nor Internet expertise, nor experience with UNIX or other true multi-user systems). Their vocabulary has little overlap with hackerdom’s, and hackers regard them with varying degrees of contempt. But ten years on the brightest crackers tend to become hackers, and sometimes to recall their origins by using cracker slang in a marked and heavily ironic way.

Quindi, francamente é molto difficile sostenere che Turing facesse parte di una cultura che fondamentalmente nasce da dei teenager.

Per riassumere: Stando alla definizione di Raymond, Turing non é un cracker.

Non ho idea di chi siano questi pirati e perché si sono comportati cosí. Ma se soddisfa il tuo intelletto a me sta bene.

Quindi tutto sto casino perché volevi dire che hai scritto una definizione piú bella di quella di Raymond? Bravo.

Lo terró a mente.

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Beh, non so se sia finale, ma di certo è più accurata di quella di Raymond.

Non che sia un gran merito in effetti! :smile:

Si beh… metterli sullo stesso piano è effettivamente molto ardito. Sia chiaro che l’hai fatto tu, non io. :wink:

Devo giusto scrivere a RMS in questi giorni: se vuoi gli chiedo se e come classifica le persone. Non ti prometto una risposta a breve, perché le conversazioni con lui sono sempre molto lunghe: scarica la posta una volta al giorno e invia le risposte il giorno dopo.

Comunque per me, “ci mettiamo alla pari di” non significa nulla. Ogni essere umano è unico ed irripetibile, incomparabile con tutti gli altri. In termini matematici, il “valore” di una persona non è uno scalare: è un vettore ortogonale a tutti gli altri.

Dunque non sono alla pari di Stallman (e per fortuna neanche alla pari di ESR), non sono superiore e nemmeno inferiore. E la stessa cosa vale per te e per chiunque altro.

Una definizione è uno strumento che serve per comunicare e descrivere un modello della realtà.

Al sopraggiungere di un modello migliore, definizioni e modelli precedenti vengono semplicemente abbandonati.

Peraltro, la tua ricostruzione storica degli hacker è estremamente superficiale. Il fatto che nel Jargon File originale del MIT la parola “cracker” non esistesse ed il significato corrispondente fosse parte della definizione di “hacker” mostra come in origine non ci fosse alcuna distinzione fra hacker e cracker: quel dizionario l’hanno scritto proprio gli hacker, che si sono definiti così.

La distinzione esiste ma la descrizione che ne fa ESR è sbagliata, per quanto sia molto diffusa fra i wannabe.

No, però se ti può far piacere sto scrivendo un Vademecum che contiene un piccolo glossario.

E sì, è un hack. E sì, sfotte ESR. :smile:

Stai facendo un sacco di confusione.

Anzitutto la cultura hacker è una cosa, la definizione di hacker è un’altra e la definizione di cracker ancora una terza. Se conosci qualche hacker, saprai che ESR non ne ha azzeccata una.

Non ho idea se Turing sia mai entrato in contatto con la cultura hacker del MIT. Quasi certamente no.

Tuttavia la definizione originale di hacker lo include perfettamente:

HACKER [originally, someone who makes furniture with an axe] n.

  1. A person who enjoys learning the details of programming systems and how to stretch their capabilities, as opposed to most users who prefer to learn only the minimum necessary.
  2. One who programs enthusiastically, or who enjoys programming rather than just theorizing about programming.
  3. A person capable of appreciating hack value (q.v.).
  4. A person who is good at programming quickly. Not everything a hacker produces is a hack.
  5. An expert at a particular program, or one who frequently does work using it or on it; example: “A SAIL hacker”. (Definitions 1 to 5 are correlated, and people who fit them congregate.)
  6. A malicious or inquisitive meddler who tries to discover information by poking around. Hence “password hacker”, “network hacker”.

Vedi il punto 6?

Nella versione di ESR è stato deprecato e scorporato in cracker, ma visto che in realtà molti hacker violano la legge, ESR ha dovuto scrivere tutta quella fuffa perché non fosse evidente l’idiozia della definizione. La propaganda ha fatto il resto.

A distanza di decenni, il pattern è più chiaro: gli hacker seguono la propria curiosità, i cracker bramano la stessa conoscenza ma come strumento di potere.

Naturalmente, credi ciò che preferisci.

Tuttavia, quando io dico “hacker” penso ad una persona che, se lo ritiene opportuno, può aggirare convenzioni e persino leggi pur di ottenere e diffondere conoscenza. Quando dico “cracker” invece intendo una persona che usa la propria conoscenza per ottenere una qualche forma di potere (status, denaro etc…).

La cosa divertente è che la stragrande maggioranza dei cracker non viola la legge (o la viola, ma con il consenso dello Stato per cui opera), mentre gli hacker se necessario la violano proprio (e talvolta a danno degli stati in cui operano).

Nel caso più semplice, se un hacker ritiene che un e-commerce sia stato troppo facile da penetrare, un defacement è la strategia migliore per informare i clienti del rischio che corrono. Non è un vandalo, è un hacker!

Un cracker invece farà ben attenzione a non farsi notare, per continuare a sottrarre dati e possibilmente denaro agli utenti del sito internet gestito da incompetenti.

Mi rendo conto che sia difficile da comprendere per chi ha interiorizzato l’egemonia del capitalismo. Ma è così. Non siamo né buoni né cattivi: siamo curiosi.

E tu sei sul forum del Partito Pirata, un partito che rivendica questi comportamenti.

Assolutamente, stavo solo sottolineando che passi il tempo ad autoincensarti

Non é che stavo a scrivere il compendio

Qui puoi trovare la revision history: http://www.catb.org/jargon/html/revision-history.html

Dovresti leggere con attenzione la parte dove all’inizio degli anni '90 Guy Steele ed Eric Raymond ci lavoravano insieme. Forse, forse che Eric Raymond sia un hacker riconosciuto e che il jargon ufficiale sia questo qui. Come l’avevi messa tu sembrava che Raymond l’avesse rubato di notte, invece aggiungeva termini che gli arrivavano da USENET. Fatico a credere che Guy Steele non abbia notato il cambiamento della definizione di Hacker. Anzi, direi che questo documento é proprio l’aggiornamento degli “hacker che si sono definiti cosí”. Sono andato a guardare lo storico del file che linki tu invece, ma purtroppo non c’é. Guarda, se lo sono dimenticato, ma come sono precisi questi hackerz! immagino che non ti dispiacerá se mi fido del documento piú affidabile. Sai, é un metodo che si impara a scuola.

Ti dico un segreto, se vado a prendere un vocabolario Zingarelli degli anni 30 é improbabile che ci trovi la parola ananas, ma é molto piú probabile che ci trovi ananasso. E’ quello che succede quando un vocabolario viene aggiornato, é quello che é successo al jargon file.

Che ti devo dire, meno male che ci sono tanti Nessuno che ci spiegano come stanno realmente le cose, sennó qui va a finire che quando dobbiamo imparare il C ce lo andiamo a studiare sui libri di Kernighan e Ritchie.

Scusami, é difficile seguire

E quando mai avrei mischiato la cultura hacker con le definizioni di hacker e cracker? E poi non stai cercando di sostenere che per te Hacker e Cracker sono la stessa cosa? Ah, no, scusa, sono la stessa cosa secondo il jargon file non aggiornato, peró secondo la tua definizione che é migliore di quella di Raymond, sono sostanzialmente le stesse cose che dice Raymond. Ma comunque Eric Raymond non ne ha azzeccata una. Vabbé, che ti devo dire, meno male che c’é questo hacker-cuggino che sa come sono andare veramente le cose, altrimenti quasi quasi pensavo che Raymond non era un impostore.

Non é la definizione originale, é la definizione vecchia, infatti in quel documento manca il termine cracker. That’s ABC

E’ difficile spiegare, certe giornate strane, lascia stare ma ci puoi trovare qui.

Quali comportamenti? Quelli dei Cracker o quelli degli Hacker? Ho detto che non condivido la filosofia Hacker? Non ti sei accorto che la conosco meglio di te vero? Ho fatto di tutto per non farlo notare.

Sto perdendo la pazienza…

Eppure è un tema importante per un partito che rivendica l’operato dei pirati informatici.

Comunque mi limito a rispondere alle domande di @ale, ignorando (come al solito) le provocazioni.

Qui hai sottolineato (giustamente) che Turing “non é mai entrato in contatto con la cultura Hacker dell’MIT” e che “non ha mai fatto parte di un percorso o una cultura hacker, ha sempre e solo frequentato ambienti universitari.”.

O queste parole sono irrilevanti nel contesto (e dunque atte a creare confusione) o intendevi con queste ribadire che Turing non può essere qualificato come hacker perché non ne condivideva la cultura. Concetto che avevi espresso in precedenza:

In questo modo stai confondendo la cultura hacker con la definizione hacker (ovvero l’essere un hacker e conoscere la cultura hacker).

La definizione di “cracker” cui fai riferimento completa la confusione, ma di quella non sei responsabile tu.

No.

Non sto mettendo in discussione la dicotomia, ma la definizione di cracker (e di hacker) di ESR. E insisto perché siamo sul forum del Partito Pirata: va bene sbagliare, ma essere ipocriti no.

Ho scritto più volte in questo thread che sono due tipi di persone completamente diverse anche se un buon cracker talvolta si può fingere hacker, se utile per ottenere autorevolezza (o altra forma di potere).

Turing non ha mai perseguito il potere, solo la conoscenza. E non l’ha mai usata come strumento di potere. Definirlo cracker è un insulto. Ma la definizione di cracker di Raymond lo include. Basta leggerla ed essere intellettualmente onesti. Turing violava informaticamente sistemi informativi nemici. Non si trattava di un gioco o una marachella adolescenziale.

Secondo la mia definizione, invece, era un semplicemente hacker. Come RMS, Assange, EvaristeGalois, DVD Jon, The Mentor e molti molti altri, noti e meno noti. Per noi hacker, il loro comportamento è “normale”.

Altri, come ESR, sono cracker: persone che usano la conoscenza per ottenere potere sotto forma di status, denaro, un lavoro ben pagato o altro.

Non tutti sono cattivi. Molti sono abbastanza competenti. Qualcuno è persino in gamba. Ma non sono hacker: la curiosità per loro è una scusa retorica.

Il ragazzino che smonta il motorino per capire come funziona e scoprire cosa riesce a fargli fare, invece, è pienamente hacker.

Secondo la definizione che adotti, i Pirati Informatici di the Pirate Bay sono cracker. Persone dedite al furto. Furto che i pirati di the Pirate Bay rivendicano con orgoglio.

Furto che questo partito rivendica sin dal proprio nome: Partito Pirata.

I pirati puzzano, @ale. In questo partito si rivendica il diritto ad acquisire e diffondere conoscenza. La priorità della Curiosità sul Profitto e persino sulla Proprietà.

Secondo la tua definizione siamo il partito dei cracker. Secondo la mia, siamo il partito degli hacker.

E se non ti piace la puzza, se non ti piace essere accostato a vandali e ladri, posso solo garantirti che ci farai l’abitudine: dopo un po’ non si sente più. Ma non posso dirti che cambierà. Anzi, posso prometterti che sarà sempre più intensa. :wink:

Davvero, non voglio ferire i tuoi sentimenti… ma direi proprio di no.

Infatti scrivi:

Il Libro Bianco è il testo su cui la stragrande maggioranza degli hacker ha imparato a programmare. E’ un testo molto semplice e minimalista. Ed è molto educativo. :wink:

Ragazzi, io non voglio fare il professore. Veramente, non voglio. Però mi costringete.

Faccio questo esempio (non perché @Shamar sia peggio di altri, solo perché è l’ultimo):

La prima affermazione era fuori luogo (a chi cazzo frega del fatto che @ale conosca la materia meglio di @Shamar, secondo lui stesso? Risposta: a nessuno.

Poi arriva @Shamar che prima dice di non voler rispondere (come al solito - un cazzo) alle provocazioni e cosa fa? Risponde.

Basta. Sono stato chiaro? Basta.

Wovon man nicht sprechen kann darüber muss man schweigen

Non voglio più vedere questi fottuti battibecchi sul forum: ultimo avviso, come ho già dato anche a @lynX. Da ora in poi, vi sospendo per una settimana senza ulteriore avviso.

Alles klar?

Cosa posso dire? D’ora in poi ogni volta che ricevo una provocazione smetteró di postare nel topic.

E’ anche vero che nel post finale sono stato un tantino acido, ma quel post arriva dopo tutta una serie di provocazioni: Se si legge con attenzione questo thread, si trovano spesso costruzioni del testo mirate a banalizzare quando a non deridere concetti espressi da altri se non da sé stessi. Si definisce il proprio universo conosciuto e chiunque non lo condivida sbaglia. Quando si portano autori riconosciuti a dimostrazione, questi autori sono “banali”, “mainstream”, “confondono l’effetto con la causa” “sbagliano”.

Si portano versioni vecchie di un documento a prova per smentire la versione nuova dello stesso documento.

Si attribuiscono al sottoscritto opinioni e addirittura definizioni che non sono state mai espresse.

Si cerca di ridicolizzare l’opinione opposta argomentando che non si hanno le competenze per sostenerla.

Si portano, a supporto della propria opinione documenti scritti nel proprio blog come se avessero lo stesso valore di documenti che fanno parte della storia dell’informatica, autocitandosi continuamente.

Si cerca di imporre la propria opinione con attacchi personali.

Si cerca di mobbizzare la persona sostenendo che non fa parte della comunitá.

Dal lato mio, anche se in qualche commento mi sono abbandonato ad insinuazioni, se si guarda l’ordine cronologico del dibattito posso dire che non sono mai stato il primo ma ho sempre agito in risposta a queste modalitá di condurre il discorso.

Detto questo, mi fermo qui, come ho giá fatto in altri post.

Bene: fermati qui ma poi smetti di reagire alle provocazioni così io posso fare il mio lavoro serenamente.

No, basta non reagire. Postare nel merito, senza reagire. Il “fallo di reazione” (comunque sanzionato) si fa perché quando uno ti entra a gamba tesa ti fa male al polpaccio. Si sente il dolore fisico e ci si gira reagendo con una bella gomitata in faccia. Tutto giusto, chiunque abbia giocato mezza volta al pallone lo sa. Ma qui no!

Ma io mi domando: possibile che ci debba essere un giudice? Che razza di mondo è quello che vuole Lince? Prima un Responsabile della Convivenza, che prevenga (operazione oziosa, in quanto funziona solo quando non servirebbe davvero), poi un Sanzionatore che raffreddi gli animi.

Cristo, che due coglioni però. Non solo avrei dovuto proporre l’abolizione del RdC obbligatorio, ma anche del forum! (Questa mi ricorda qualcosa, come la miglior barzelletta su LQFB “Babbo, babbo quando funziona veramente bene LQFB? Quando non serve.” - Fa male perché è vero.)

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