Cloniamo il fenomeno pirata: Partito + Associazione

Ciao, a Desio, cittadina di 40.000 abitanti in provincia di Milano, hanno votato il bilancio partecipato con un Liquidfeedback messo in piedi da un paio di pirati. Non sarebbe difficile offrire una sorta di “servizio” alle amministrazioni pubbliche, il problema è che non possiamo farlo come partito per ovvi motivi. Anche per questo alcuni di noi pensavano utile aprire un’ associazione legata alle tematiche del partito ma formalmente slegata dal partito. Agire come partito talvolta è un problema: ad esempio, la nostra firma sul FOIA è stata rimossa perché eravamo l’unico partito politico a sottoscrivere e collaborare ufficialmente con il gruppo in questione; anche in quel caso hanno fatto valere l’opzione “zero partiti politici”. Discutibile o meno questa è la situazione.

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Conviene avere 2 realtà allora: il partito e un’associazione culturale. La seconda ha ampio motivo di esistere, considerando che la cultura pirata / hacker può anche aggregare giovani e meno giovani e ci sono libri, musiche, software, altri movimenti connessi come l’open source, magari avrà anche successo. Partito Pirata (PP) e Associazione Pirati Informatici (API). Pareri?

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Se la sola esistenza del partito è limitante nel poter svolgere funzioni che porterebbero visibilità al partito stesso, un eventuale associazione culturale avrebbe motivo di esistere, ma non dovrebbe essere slegata al PP, ovvero dovrebbe essere in qualche modo controllata da esso, rispondere all’AP o comunque riferire a cadenza stabilita al PP. Guardando velocemente come costituire una AC però riuslta difficile, almeno a livello legale poterla costituire e far conciliare la “dipendenza” dal PP. Poi magari esistono delle leggi o delle tipologie di associazione che permettono ciò.

Nel caso si trovi il modo di poterla costituire e ciò venga approvato dal PP, mi piacerebbe poter farne parte

Se esistesse un’associazione culturale dovrebbe invece essere indipendente e apolitica, altrimenti tanto vale fare ogni cosa all’interno del PP. Però, so che il tempo di ciascuno è molto limitato, le cose da fare potenzialmente tante e temo non sia possibile espanderci cosí…

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La cosa divertente di certe istanze antipartito è vedere come confluiscono in realtà opache, come il M5S o come finiscono per essere trascinati da associazioni in cui il partito c’è… ma non si vede, come certe liste civiche o presunte associazioni culturali.

Dovremmo creare più cultura politica. Ma questo è tema per un altro topic, credo.

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Presumo che per certi scopi è legalmente necessario che siano slegati ass e partito. Non a caso ci sono molte associazioni “opache”, come dice @f00l, attorno a tutti i partiti. Visto che non sono pochi i pirati che preferirebbero organizzarsi in forma di associazione piuttosto che vero e proprio partito (vedi la votazione sulla convivenza che è passata di troppo poco per i miei gusti), faremmo bene a pianificare uno split del PP (la pagina FB col nome sbagliato per esempio la possiamo passare all’associazione…) e chiunque si trova bene in entrambi sia membro in entrambi. Poi sta all’associazione se vuole di nuovo un direttivo liquido, presumo di si, ma in tal caso non necessita di uno statuto capace di incanalare tutti gli attacchi politici… se nell’associazione tutti litigano e nessuno ci vuole restare, non importa. L’ass si può costituire attorno ai pochi duri e puri che rifiutano il concetto di giustizia interna in una organizzazione politica.

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L’associazione dovrebbe essere strumento di promozione delle iniziative culturali e o sociali di cui il partito (di cui solitamente i partiti) non si fa carico, ma che sono chiaramente iniziative strettamente correlate all’indirizzo politico del partito: un’associazione che promuove iniziative in ambito digitale (facendo appunto perno sulla cultura hacker e giovanile) sarebbe un ottimo strumento pubblicitario anche per il partito stesso.

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Come Briganzia sicuramente ricorda, questo è un fork che avevo proposto almeno un paio d’anni fa’, quindi con me sfondate una porta aperta. :ok_hand: La costituzione di un’Associazione non a scopo di lucro da affiancare al partito rende percorribili diverse iniziative, consente al partito di concentrarsi sull’azione politica e consente di contribuire attivamente anche a persone che non se la sentono di legarsi ad un partito.

Un’associazione non a scopo di lucro consentirebbe anche di retribuire alcune attività, ovviando in parte al problema della difficoltà a reperire risorse umane per i progetti. So che quando ne avevo parlato qualcuno si era scandalizzato all’idea di far pagare qualcuno o retribuire qualcun altro ma il dato di fatto è che nessuno può occuparsene a gratis, a meno di voler fare qualcosa in best effort, e l’alternativa è non fare nulla. Attualmente i tecnici che mantengono l’infrastruttura del PP lavorano in best effort e ci affidiamo al loro buon cuore ed al loro tempo libero, che scarseggia. Non si possono proporre servizi che a volte dopo una settimana sono ancora down, o meglio possiamo, ma chi sarebbe interessato? Voglio sottolineare non a scopo di lucro. Vuol dire che nessuno ci diventa “ricco”, vogliamo solo retribuire il giusto il committment che ci dovrà garantire chi ci lavora. Quindi introdurre la possibilità di una retribuzione è finalizzata unicamente al perseguimento di progetti più ambiziosi.

Con un’associazione potremmo anche ricevere il 5x1000 di qualcuno e usarlo per finanziare dei progetti.

Ad esempio l’idea (di cui avevamo discusso tempo addietro io, @Briganzia, @Solibo e @Felynx) era di creare un’associazione che desse supporto per l’installazione ed il mantenimento di istanze LQFB a realtà che ne facessero richiesta. Si potrebbe decidere che un certo tipo di servizi debbano essere aperti a tutte le realtà non commerciali (ad esempio tipo i servizi di riseup) ed altri essere a pagamento per altre realtà o oltre una certa soglia. Poi non se n’è fatto più nulla perché Briganzia e Solibo non hanno molto tempo, e se non sono disponibili loro è inutile anche solo parlarne. Però chiaramente questo era solo un esempio di attività.

Un discorso molto delicato invece è che tipo di legame deve esserci tra associazione e partito. Chiaramente l’associazione dev’essere autonoma, tuttavia vale la pena studiarsi le varie opzioni utilizzate da altre realtà politiche, perché pur nell’indipendenza delle due entità un legame ritengo debba rimanere.

nota marginale: comunque “Associazione Partito Pirata per le libertà digitali” secondo me prima o poi deve comunque andare su per il camino come nome su Facebook, perché rimarrebbe comunque il nome “Partito” nell’associazione, e non avrebbe molto senso.

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Quando scrissi che l’associazione deve essere controllata dal partito o comunque rispondere ad esso, perchè ora si è in pochi e le cose sono condivise, ma nel momento in cui si crescerà le due realtà potrebbero avere visioni differenti su alcuni elementi e questo a mio avviso inficerebbe di molto sia l’una che l’altra realtà oltre che i vari rapporti tra le due.

Inoltre creando un associazione si potrebbero anche recepire fondi da enti locali o finanziamenti europei (cosa purtroppo in Italia ancora piuttosto sconosciuta, tornano indietro all’europa molti fondi cui siamo destinatari)

Non so se l’associazione in quanto tale potrebbe poi rigirare in forma di donazione o in altra maniera fondi allo stesso partito per permettergli di sostenere spese vive, sono abbastanza ignorante in materia

Beh dal punto di vista legale inutile che vi dica che ci sono 26272782 varianti tra cui scegliere, riconosciuta, non riconosciuta, ci stanno da fare discorsi legati a responsabilità extracontrattuali, regimi fiscali e così via.

Vero. Questi però sono aspetti che valuterei in seguito, se no rischiamo di perdere di vista lo scopo. Intanto mi concentrerei su cosa vogliamo che faccia, come vogliamo che funzioni e che tipo di legame pensiamo debba avere col partito.

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Hai ragione anche tu, era un appunto. In tutto ciò, però, prima di pensare ad un’associazione (che comunque se la si fa è perché si vuole che la gente partecipi) bisogna allora chiarire bene in che modo il PP intenda muoversi di cui ad un termine “x” (innanzitutto per allargarsi sul territorio ed essere sempre più considerato, attraendo persone [lynX non riesco a taggarti]) in modo tale da poter ragionare bene sul rapporto che intercorre(rà) tra i due enti. Se il PP non ha ben chiaro in che modo strutturarsi sulla scena politica -iniziando ad allargarsi- allora mi pare pericoloso parlare di associazione, perché potrebbe crearsi uno squilibrio tra le due cose mentre in realtà (seppure uno squilibrio minimo debba esserci) quello che deve intercorrere tra i due enti è un rapporto di accessorietà in tutto e per tutto. Altrimenti si finirebbe con il fare l’associazione e ritrovarsela con la stessa ed identica gente che scrive qui (ed a quel punto non so quanto senso avrebbe).

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my2cent

L’associazione dovrebbe essere “partecipata” dal partito stesso, ovvero inserendo nella struttura organizzativa dell’associazione un numero di membri votati all’interno del partito stesso e rinnovabili a cadenze stabilite, i quali saranno l’interfaccia tra partito e associazione. i.e. Consiglio composto da 7 persone, 4 devono essere votate all’interno del partito, mentri gli altri 3 verrebbero votati all’interno dell’associazione, entrambi con durata stabilita ma rieleggibilità infinita.

(Questa cosa all’inizio potrebbe non avere molto senso, ma nell’ottica di un espansione sia dell’associazione sia del partito stesso permetterebbe di avere sempre una maggioranza decisa dal PPI. Mentre i membri non votati dal consiglio potrebbero essere scelti su chi fa parte dell’associazione ma non è all’interno del PPI)

Le cose che potrebbe fare sono molteplici, sia quanto diceva @Ronin riguardo le piattaforme LQFB, sia la creazione di eventi su aspetti tecnici (hacking, privacy, sicurezza informatica) sia meno tecnici (conferenze su tematiche attuali e generali). Inoltre potrebbe crearsi all’interno dell’associazione un gruppo dedicato ai media (creazione canale YT, rivista online etc)

Il come farlo è un problema leggermente più difficile da affrontare, poichè (a parte la zona di roma come leggevo in giro) non siamo omogenei sul territorio nazionale

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Se pensassimo alla costituzione di una fondazione?

Perché mai?

E quale sarebbe lo scopo dell’associazione?

Mah, onestamente mi pare che “clonare” ora sia in primis molto dispendioso in termini di forze, e soprattutto di dubbia utilità. Di associaizoni che trattano i temi “core” ce ne sono a dozzine (dai LUG ai gruppi hacker, cui s’aggiungono spesso anche i FabLab & simili; sui temi della trasparenza basta pensare a tutte le associazioni che hanno promosso il FOIA; etc.); quello che manca è proprio qualcosa che provi a portare questi temi su un livello politico. E lì interverremmo appunto noi (a tal proposito, quello che bisognerebbe fare un po’ di più nei prossimi mesi è forse qualche proposta di legge: io tempo fa buttai giù questa, si potrebbe pensarne una sulla legalizzazione del file-sharing ad esempio). Le attività citate -diffusione di LQFB, organizzazione di convegni etc. - le possiamo fare anche come partito. Se poi “là fuori” c’è gente che al solo sentir pronunciare questa parola gira la testa e se ne va, beh, è semplicemente carente d’intelligenza. Dire “i partiti sono il male per definizione” è qualunquismo in stile grillino.

Io in realtà sarei per lasciare proprio solo “Partito pirata”. Quel “per le libertà digitali” è un complemento di limitazione che lascia intendere che non si ragiona d’altro, mentre ormai mi pare assodato che molti qui vorrebbero ampliare gli orizzonti. Quanto alla parola “Associazione”…pare messa lì come per dire “tranquilli, siamo un’associazione (quindi buoni), la parola “partito” fa solo parte del nome”.

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In realtà questo non è del tutto vero. Ad esempio offrire un servizio come quello prospettato non lo potremmo fare. Un’amministrazione comunale o un’associazione non comprerebbe mai un’istanza di LQFB da un partito, a meno di essere politicamente associata a quel partito (e anche così non sarebbe corretto). Se un Comune si comprasse il servizio Rousseau dal M5S che ne penseresti?

Comunque non è prioritario, e sicuramente ora sarebbe troppo dispendioso in termini di tempo ed energie, ma per evitare di ritrovarci un domani a fare le cose in fretta e furia diamoci tempo per approfondire e rimuginarci con calma.

Il nome della pagina FB mi pare si volesse cambiare già da tempo, ma se non ricordo male vorrebbe dire ripartire da zero in quanto non è possibile cambiarlo su quella esistente. I dettagli io non li rammento, forse @Felynx o @solibo

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Serve un’associazione senza scopo di lucro, indipendente, che diffonda gli strumenti per una migiore autorganizzazione democratica. Immagino una specie di servizio come riseup, autistici/inventati, loomio, airesis…

Il servizio potrebbe essere incentrato su liquid feedback, e strumenti complementari di dibattito democratico (discourse, vilfredo). Si potrebbe offrire anche una rete di certificazione trasversale alle varie associazioni servite: così gli utenti, una volta certificati, possono iscriversi all’assemblea che preferiscono.

La democrazia liquida è la novità centrale della proposta politica dei pirati: è uno strumento concreto per l’autogoverno delle comunità. In pochissimi però ancora lo conoscono e lo capiscono. Fioccano infati i tentativi fallimentari di “piattaforme online” da parte dei partiti (openDCN per Possibile, Commo per Sinistra Italiana, Rousseau per M5S). Fallimentari sia perché non c’è una vera volontà di democratizzare il partito, sia per ignoranza (abbastanza vero per Possibile e un po’ anche per SI).

Che l’associazione sia formalmente legata al PP è inaccettabile. Deve essere indipendente, trasparente, senza doppi fini. La sua vicinanza con il PP dipenderà dalle persone che lo animeranno.

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Un’amministrazione comunale o un’associazione non comprerebbe mai un’istanza di LQFB da un partito, a meno di essere politicamente associata a quel partito (e anche così non sarebbe corretto). Se un Comune si comprasse il servizio Rousseau dal M5S che ne penseresti?

e’ proprio così