Doppio livello di iscrizione, modifica articolo 5 dello statuto,

==== Premessa ====

L’attuale articolo 5 dello statuto secondo cui, decorsi 90 giorni dalla certificazione, un iscritto al Partito diventa automaticamente anche dirigente e quindi portavoce, porta con sé una serie di problematiche.

La prima è strutturale e riguarda la negazione della leadership:

L’affermarsi di una leadership è un fenomeno naturale che si crea in ogni gruppo sociale,anziché negare questo fatto, andrebbe formalizzato un processo in essere nel patito.

La seconda è qualitativa

Non è possibile pensare che persone che non abbiano letto il ceep (piaccia o no, questo è l’attuale programma del PPi) né il manifesto e che quindi si presuppone abbiano scarso interesse(solo per fare due esempi) abbiano lo stesso diritto di voto, lo stesso peso nell’assemblea permanente. Assemblea che a mio avviso né uscirebbe rafforzata qualora ci fosse una selezione all’ammissione al corpo dirigente.

==== Proposta ====

Quello che propongo è di modificare l’articolo 5 dello Statuto e di introdurre un doppio livello di iscrizione.

Una volta che una persona si è iscritta al partito accede con un entry level. È un iscritto/tesserato a tutti gli effetti, può visionare l’agora ma non ha diritto di voto, può comunque far parte dei gruppi di lavoro qualora lo desiderasse e può partecipare alle iniziative e fare proposte utilizzando tutti i canali a cui avrà accesso.

Passato un periodo che può variare da 6 mesi ad un anno, se giudicato idoneo, in base alla sua preparazione, alla sua mente, ai suoi contributi, può entrare nel direttivo a pieno titolo, essere considerato portavoce del Partito Pirata e votare in assemblea.

L’ammissione avviene per cooptazione.

Al fine di creare un meccanismo trasparente i membri del collegio addetto alle valutazioni saranno estratti a sorte ogni trimestre,avranno piena discrezione sulle valutazioni, e dovranno motivare sia l’ammissione al ruolo di dirigente sia il rifiuto di tale avanzamento. Qualora l’iscritto “entry level” consideri ingiusto il suo rifiuto, avrà facoltà di richiedere di essere esaminato da due membri aggiuntivi estratti a sorte, che potranno convalidare o meno il verdetto del collegio.

In questo scenario si potrebbe anche parlare di una diversa quota associativa:

10 euro per l’iscritto entry level ed una quota più alta per i membri del direttivo.

Questa proposta non vuole sminuire il ruolo dell’assemblea permanente né tanto meno quello dello strumento della democrazia liquida, ma anzi migliorarlo attraverso la selezioni degli elementi più meritevoli.

4 Mi Piace

La democrazia liquida premia la leadership nel momento e non crea strutture che invitano alla corruzione (quest’anno sono il capo, chi vuole ottenere qualcosa e meglio che abbia il mio numero di telefono)…

Stai risolvendo un problema che non è stato dimostrato esistente. Mostrami un caso nella storia del PP-IT nel quale questa cosa è avvenuta — che delle persone un pochino meno interessate abbiano causato problemi col fatto che avessero peso votazionale.

Avevamo discusso questo metodo che è un vettore per facile oligarchizzazione (immagina il tuo regolamento fosse stato in vigore nel 2018 — i rimasugli del PP avrebbero da soli deciso chi merita decidere nel PP e chi non, cioè uno come te non lo avrebbero cooptato dato se non sei dimostratamente fedele alla linea della dirigenza di fatto). L’oligarchia è deleteria per i partiti e questo regolamento la garantisce piuttosto che di combatterla come lo fa la democrazia liquida. Inoltre un partito che pratica cooptazione non riceve rimborsi elettorali.

Questo elimina la probabilità di ottenere intelligenza collettiva. Tale effetto si instaura dalle 500 persone in AP in su. Meglio almeno mille.

1 Mi Piace

E’ un non senso, fra l’altro in contrasto con quanto affermi in seguito, cioè che sia un fenomeno naturale.
La negazione della leadership sta proprio nella proposta: se si deve formalizzare un fenomeno significa che naturale non è.

[quote=“Atlas82, post:1, topic:3367”] Non è possibile pensare che persone che … si presuppone abbiano scarso interesse … abbiano lo stesso diritto di voto, lo stesso peso nell’assemblea permanente. [/quote] E’ possibilissimo, l’interesse non può essere un criterio per un dirigente, ma l’esperienza, le conoscenze, l’intelligenza, …

Sarei curioso di sapere come misuri questi parametri, dato che non può la scelta essere lasciata all’arbitrarietà della “commissione”
E come riesci ad evitare che si formi un gruppo di potere?
L’estrazione a sorte avviene all’interno del gruppo.

Questa discussione, portata avanti da tempo, gioca sulla parola dirigente dato a chi ha diritto di voto, bene, diamo il giusto nome a quelli che sarebbero i “nuovi dirigenti”: casta pirata.

2 Mi Piace

Dissento totalmente. La proposta di @Atlas82 è interessante e ho invitato lo stesso autore a far parte del Gruppo di Lavoro “Riforme”.

I criteri di valutazione non oggettivi - ma definiti solo da linee guida - garantiscono inoltre la cooptazione sana, esattamente come avviene in natura.

Mi piace, un ottimo inizio. Bravo.

3 Mi Piace

Al contrario, è un fenomeno naturale che si affermera comunque, quindi anziché fare come il branco di lupi, dovremmo utilizzare i nostri strumenti e la ragione per renderlo trasparente e democratico.

2 Mi Piace

In generale

Atlas82 credo anzitutto tu stia confondendo nel termine inglese “leadership” due concetti distinti: autorità ed autorevolezza.

La struttura di questo partito non impedisce l’emergere di persone autorevoli e non nega affatto la loro importanza nell’elaborazione collettiva del partito.

Semplicemente impedisce che l’autorevolezza possa essere sostituita con l’autorità. In altri termini, mantiene il più possibile “liquida” la distribuzione del potere all’interno del partito.

Questo approccio ha mostrato grande efficienza ed efficacia nel software libero: il potere dei leader deriva esclusivamente dalla loro autorevolezza.
L’introduzione dell’autorità (eletta o imposta dalla direzione commerciale del progetto) è invece una caratteristica distintiva dell’open source.

L’assenza di barriere all’ingresso ci tutela dal pensiero unico, dal conformismo, e ci permette di accedere a prospettive variegate su qualunque tema permettendoci di raggiungere sintesi migliori.

Dunque, contrariamente a @briganzia, io non ritengo che l’attribuzione di autorità ad una classe dirigente possa essere utile a questo partito e credo anzi che potrebbe essere fortemente dannosa.

Nello specifico

Ad una prima lettura vedo alcuni limiti procedurali nella tua proposta:

  • un problema di bootstrap
  • un problema di sorgente random (manipolare il sorteggio deve essere tecnicamente impossibile)
  • un bias di selezione dovuto all’ordine di estrazione dei giudici: i primi giudici saranno più influenti dei centesimi
  • l’assenza di incompatibilità con altri ruoli
  • l’assenza di criteri di esclusione dal sorteggio, come il non avere ricevuto provvedimenti del CA nei due anni precedenti
  • l’assenza di un filtro che permetta all’AP di obiettare ad un’estrazione (come @MCP ci ha spiegato avveniva nel bulé ateniese)
  • l’assenza di una procedura per escludere un estratto che si comporti male (ad esempio trattando male i candidati per dissuaderli dall’iscriversi)
  • l’assenza del numero di giudici
  • il ricorso, che come per le decisioni del CA, deve essere rimesso all’AP
2 Mi Piace

Mi sembra uno spunto interessante, molto, ma non sono convinto. Elaborerò, forse.

3 Mi Piace

Questo suona molto bipensiero.

In natura vince il più forte. Ed alle femmine viene attribuito un ruolo subordinato in quasi tutte le specie di mammiferi.

Sicuro di volerlo adottare come modello?

Io sono sicuro di non volerlo: sono un essere umano ed anche se potrei probabilmente schiacciare fisicamente tutti i venerandi signori che ho incontrato in AO a Milano, preferisco ispirarmi all’uomo non alle scimmie.

1 Mi Piace

Penso, onestamente, che questi siano problemi da trattare nel prosieguo del lavoro.

Credo che il quesito di fondo sia: “Tutti dirigenti o casta dirigente?

Può suonare antipatica la parola casta, ma mi sembrava che ci fosse accordo sulla ineluttabile degenerazione dei partiti.

3 Mi Piace

questo perché non hai alcuna fiducia nei pirati, neppure in quelli che hanno tenuto duro in questi anni e che hanno fatto in modo che questo partito conitnui ad esistere. Io ad esempio sarei per una cooptazione a maglie larghe proprio perché vorrei garantire una variabilità genetica. Inoltre ogni sottogruppo perde potere al crescere dei membri del gruppo, soprattutto se il gruppo è inter pares. Quindi questo gruppo oligarchico si disgregherebbe velocemente con la sua crescita.

di questo ce ne possiamo anche sbattere

porta una evidenza scientifica a questa cosa, dal mio punto di vista non esiste nessuna intelligenza collettiva. Qui siamo al livello della “memoria dell’acqua”

3 Mi Piace

Assolutamente, infatti nessuno parla di smettere di utilizzare la DL né di abolire l’ap, queste sono le due garanzie della non degenerazione. Ma unire questi due elementi ad una selezione può solo migliorarli.

Il punto non è la liquidita del potere, questo può anche essere granitico, il problema è se il potere non è frammentato e la permanenza di occupa questa posizione e questo non è stato messo in discussione.

Per me l’intelligenza è solo individuale, è collettiva quando più individui si associano, se si associano 1000 nazisti questo rimangono 1000 idioti.

1 Mi Piace

Come è già stato detto e scritto in varie occasioni, questo potrebbe portare a problemi futuri, perché introdurrebbe una discriminazione tra i diritti degli associati in Assemblea. Questo potrebbe precludere l’accesso ai rimborsi elettorali, in quanto pregiudicherebbe la democraticità dell’associazione.

2 Mi Piace

Scusa non sono stato chiaro.

Io sono contrario all’idea di @briganzia di selezione all’ingresso. E devo ancora una risposta a @f00l (o era @Cal?) che mi invitava a dimettermi perché distante dalla sua visione del Partito Pirata (che poco ha a che fare con la Pirateria informatica da cui prende il nome) che purtroppo è troppo vaga per essere chiaramente descritta in un documento fatto di affermazione falsificabili e criteri oggettivi.

Ancora di più sono contrario alla visione aristocratica o per meglio dire gerontocratica di @solibo in cui l’arbitrio dei “vecchi” serve per escludere i nuovi.

Preferisco un partito in cui l’autorevolezza dei “vecchi” attira persone altrettanto in gamba, ma capaci di sfidarli ad armi pari, sul merito delle idee.

Tuttavia, visto il tempo investito da @Atlas82 nella sua proposta, mi è sembrato corretto non fermarmi all’analisi politica generale, ma condividere con lui la mia esperienza nella progettazione di sistemi dinamici complessi. Da cui le mie considerazioni.

Quanto a quale sia il fulcro della questione, secondo me, nel lungo periodo si tratta di decidere se vogliamo un partito mediatico ed elitario (come il PD) o vogliamo essere Pirati, secondo l’unica definizione chiara e coerente con la nostra storia che sia emersa in questi mesi.

Stiamo affrontando una evidente crisi di identità, dovuta sostanzialmente ad una ex maggioranza spregiudicata che non si rassegna al fatto di diventare minoranza a causa della loro scarsa coerenza ed autorevolezza.

Naturalmente, se l’AP non si lascia dividere e manipolare, la crisi verrà superata automaticamente con l’aumentare della popolazione ed il ridursi progressivo del peso di questa minoranza.

La democrazia sarebbe mantenuta, non si parla di introdurre un autoritarismo, semmai si parla di abolire la folle idea del "tutti dirigenti"con tutto ciò che comporta.

Davvero spettacolare la manipolazione e la riformulazione delle opinioni e della volontà altrui che riesci a sintetizzare in così poche parole, tutte frutto della tua personale fantasia. Meritevole di sicuro interesse.

A parte il fatto che @solibo è la prova vivente di questa situazione oggi.

Però frammentare il potere non è garanzia di responsabilità in chi lo esercita, renderlo “liquido” facile da contendere, rapido nel sottrarlo quanto nell’attribuirlo invece costituisce un valido disincentivo all’abuso.

Nel sistema che proponi i dirigenti sono in conflitto di interessi rispetto al resto del partito e sono in posizione di vantaggio.

Anche se in perfetta buona fede e con le migliori intenzioni, questo gruppo tenderà ad accumulare potere, a chiudersi verso l’esterno (per non diluirlo) ed a uniformarsi (perché le opinioni divergenti saranno sempre marginalizzate con scuse varie).

Tenderà anche a selezionare i membri più ipocriti e manipolatori, capaci di abbindolare l’una AP omogenea dicendo ciò che questa vuol sentirsi dire.

No, perché introdurresti una discriminazione tra i Pirati in Assemblea. Questa è una delle ragioni per cui la mia proposta tiene ben separati gli iscritti dai non iscritti.

2 Mi Piace

Non importa come vorresti cooptare adesso. Creando uno strumento che permette ad una casta di cooptare non solo elimina che si possano ottenere rimborsi elettorali, crea anche il vettore per il quale alla fine si crea davvero una casta, perché queste strutture anche se partissero non tanto male di sicuro degenerano.

No, i rimborsi elettorali sono importanti e garanzia di democraticità interna. Se i metodi che @Atlas82 sta proponendo sarebbero illegali in Germania, una ragione c’è!

io continuo a ribadire un problema - ed una soluzione - che ho già proposto altrove: nome, cognome, ed una breve presentazione della propria storia civile e politica.

Perché essere un “dirigente” del Partito Pirata non è un privilegio ma una responsabilità.

Ed il primo passo per essere responsabili è quello di metterci la faccia.

3 Mi Piace

Nella proposta di Atlas non c’è alcuna selezione all’ingresso, entrano tutti ma senza status di dirigente, come dovrebbe essere in ogni partito che si rispetti. Tra l’altro non capisco questa smania di fare il dirigente, che contempla anche grosse responsabilità. Io, che a differenza di altri non sono interessato alla carriera ma alla politica, me ne starei tranquillamente fuori dal gruppo dirigenziale. Anzi, se devo dirla tutta ci penserei dieci volte prima di entrare in un partito, di cui non conosco le persone, con uno status di dirigente.

1 Mi Piace