Desidero darti una risposta non lunghissima per farti riflettere. Il reddito di esistenza da molti è percepito come un “ricevere soldi non guadagnati” e quindi può apparire ingiusto. Questa percezione è alimentata dall’idea che tutto dovrebbe essere veicolato tramite un equo scambio. Questo è vero all’interno del mercato, ma non è vero in assoluto, anzi in assoluto è incompatibile con la vita.
Gli ecosistemi in natura per esistere non si basano su un equo scambio, ma si basano su un’ampia disponibilità di risorse gratuite, altrimenti non sarebbe possibile la vita in forme sempre piú complesse e dispendiose in termini di energia e bisogni. Un esempio evidente e fondamentale: pensa all’asimmetria energetica tra Sole e Terra. Se il Sole non desse una grande abbondanza energetica alla Terra, o addirittura tutto quello che la Terra riceve lo dovesse “pagare”, la vita sarebbe impossibile.
Ora un esempio piú quotidiano: il reddito di esistenza esiste già. È impossibile non avere un reddito di esistenza, in particolare per tutti i nuovi nati e i figli, se quantifichiamo quanti soldi ricevono gratuitamente dalla famiglia per cure, pannolini, alimentazione, studio a scuola e università, giochi e sport, bollette pagate in una casa in cui vivono con tutti i servizi, computer o dispositivi elettronici oggi indispensabili, ecc. Tutto questo richiede una grande quantità di soldi nel corso degli anni (che nessuno si sognerebbe di chiedere indietro!) e la famiglia, se vuol fare figli, li sosterrà fino a trovare un lavoro ed avere un’autonomia. Nuovi umani devono ricevere la vita come un dono, altrimenti diventano schiavi se devono pagare per la loro esistenza, si pensi ai “servi della gleba”. Se proprio non si è d’accordo, fare figli non è un obbligo (anzi di questi tempi è preoccupante la troppa riproduzione), è una scelta: che sia responsabile e chiare le implicazioni.
Se fosse lo Stato a dare un reddito di esistenza per crescere i figli, cosí come si occupa di dare la pensione ai pensionati, la famiglia avrebbe piú soldi da spendere e questo andrebbe a beneficio proprio del mercato. L’unica categoria che resta fuori (esclusi figli a carico e pensionati) sono gli “adulti lavoratori”. Sicuramente il reddito di esistenza non è l’unico strumento per garantire una vita dignitosa (anche se ritengo sia quello preferibile, perché apre concretamente nuovi spazi che non sono mercato). Per esempio, l’economista Mosler proponeva un lavoro garantito, dunque la piena occupazione, come “massimo motore economico” (però io temo che arriviamo ad una situazione paradossale in cui trovare un lavoro a tutti (e poi part time o full time?) ci porti ad assegnare ruoli fittizi, inutili, inoltre i limiti ambientali dove li lasciamo se continuiamo a puntare alla “massima produzione”?). Un ultimo esempio è un serio sussidio di disoccupazione, questo permette di risparmiare sui soldi necessari a coprire la spesa, però agevola di fatto i disoccupati perché hanno uno stipendio senza far nulla, mentre chi lavora se lo deve guadagnare tutto; io lo trovo piú preoccupante, rispetto al dare una base garantita a tutti, con il reddito del lavoro che sarà cumulativo con quello base (ovvero un premio che incentiva il lavoro).
Si potrebbe raccontare davvero molto altro: comprendere il post-fordismo; rendersi conto che l’equo scambio nel mercato è impossibile e si tende verso uno squilibrio della ricchezza che si auto alimenta (le imposte fiscali hanno come principale funzione quella di ridistribuire la ricchezza: tramite la spesa pubblica o direttamente con sussidi di disoccupazione, pensioni e simili); che la moneta a corso legale funziona bene anche senza i debiti alla base del finanziamento statale, e senza la necessità di far crescere il PIL (può rimanere anche costante); il mercato non deve essere l’unico modo di fare economia (ovvero gestire risorse e lavori); il reddito è una fittizia e flessibile quantificazione del valore che stai dando alla società che convive con contraddizioni e ingiustizie profonde e non può essere preso rigidamente, non può derivare solo dalle compravendite (direttamente o indirettamente) (la conseguenza è “o vendi o muori” e se, vendendo, non sei pagato il giusto non importa a nessuno).
Avrei voluto essere piú breve. Auguro buona riflessione e sono disponibile per domande o per la costruzione di proposte da formulare in dettaglio.