Manifesto 2018: La digitalizzazione mette in pericolo la democrazia

Molto meglio questo testo che comincia subito con i problemi seri per l’umanità se ci tolgono la democrazia… non saremo in grado di occuparci ne di ineguaglianza ne di salvare il pianeta che ci ospita.

La libertà della conoscenza ce l’abbiamo mai quanto prima nella storia dell’umanità, ma purtroppo non impedisce la manipolazione. Perciò occuparsi di elsevier quando in realtà il problema è Facebook, è come occuparsi dei piatti sporchi quando la casa è in fiamme. Il problema copyright resta marginale e deve apparire nel manifesto nel giusto contesto. Se seriamente richiediamo la protezione di tutte le comunicazioni private, lo scambio di conoscenza diventa di fatto incensurabile — il problema fondante del movimento pirata si risolve da sé — e poi non sono d’accordo che il no1984 fosse meno importante, già nel 2006.

Perciò devo dire che questo è il testo più attuabile come manifesto, e bisogna raffinarlo. Cestiniamo il resto.

@Exekias … riguardo al testo tuo

La Rete può essere l’invenzione in grado di rendere il mondo un posto migliore. Può essere usata per garantire il libero accesso e scambio della conoscenza, dell’informazione e della cultura. Può essere l’arma decisiva contro i regimi dittatoriali, l’oscuratismo, la corruzione.

Oscurantismo con la enne. Già non sono d’accordo. Viviamo in un mondo nel quale i problemi ormai sono peggio e la mera trasparenza non impedisce che gli abusi si organizzino in modo diverso, sempre, si, opaco, ma in un modo che schiva qualsiasi forma di imposizione di trasparenza che noi ci possiamo immaginare… perciò le nostre riforme del copyright sono belle ed importanti… cacchio, ne sono un po’ co-autore… ma non ci salveranno da un regime totalitario mondiale se continuiamo a permettere il lavaggio dei cervelli via Faceboogle e company. Non basterebbe nemmeno richiedere la pubblicazione degli algoritmi che ci sarebbe sempre chi ne mantiene alcuni di nascosto… l’unica cosa che funziona è di impossibilitare che i dati siano accessibili alle persone sbagliate.

La cosiddetta “Proprietà Intellettuale” continua ad espandere il suo nefasto raggio d’azione ( ormai si brevettano anche semi, piante e animali), creando monopòli e rendite di posizione a beneficio di pochi privilegiati e a danno della collettività.

Si, va bene, ma il problema più importante ora è 2. come ridistribuire la ricchezza che si sono presi e 1. come assicurarsi che il futuro torni ad essere democratico. Solo allora possiamo occuparci di 3, i metodi in uso per aumentare l’ingiustizia. Capisci che il copyright è un problema consequente e non a monte?

Tutto ciò è stato possibile perché nell’era del digitale abbiamo perso la percezione del nostro diritto alla privacy. Nel “vecchio” mondo analogico il ritrovameto di una busta da lettera strappata nella cassetta della posta ci avrebbe fatto correre a protestare all’ufficio postale; ma nell’era del digitale accettiamo di buon grado che non solo la nostra corrispondenza, ma anche tutti i nostri spostamenti siano tracciati e registrati h24 da dispositivi che, Costituzioni alla mano, sarebbero illegali.

*ritrovamento. Bellissimo questo. Ma non indichi in quale modo il PP intende risolvere questo dilemma… passi direttamente alla descrizione del prossimo.

Vogliamo che la Rete stessa diventi un Bene Comune, neutrale, libero e accessibile a tutti.

Troppo astratto. Non si capisce in quale modo sarebbe diverso.

Vogliamo che il diritto alla riservatezza della corrispondenza, prevista dall’Articolo 15 della Costituzione, venga garantito anche nell’era del digitale.

Facile volere, ma come fare?

Vogliamo costruire una società nuova, in cui a tutti gli individui sia riconosciuto un Reddito di Base in grado di garantire dignità.

Ah ma allora è vero che siamo il partito delle cose che Vogliamo Aggratis? Senza come ed in questo caso addirittura senza spiegare perché?

Ma per raggiungere questi obiettivi il solo hacktivismo non è sufficiente.

Per chi capisce questa frase, si.

Occorre fare Politica, nell’accezione più nobile del termine: portare le battaglie nelle Istituzioni, perché è lì che si scrivono le leggi.

Bella. Dovrebbe essere implicito nella definizione di partito ma siamo un partito che necessita spiegare questo aspetto.

L’offerta politica attuale, tuttavia, è desolante. Ai partiti tradizionali" si sono di recente contrapposti quelli cosiddetti “populisti”, che altro non sono che il risultato del marketing elettorale da Big Data, stile Cambridge Analytica. L’offerta plasmata sulla domanda, il “senso comune” elevato a programma di governo anche contro ogni evidenza scientifica e razionale.

Eccellente critica… ora dobbiamo chiarire in quale modo noi non potremmo mai essere come loro…

Il Partito Pirata esiste dal 2006 in svariati Paesi del mondo. In Italia abbiamo deciso di darci una struttura orizzontale, praticando la democrazia liquida e assegnando ad un organo collettivo (l’Assemblea Permanente, insieme di tutti gli iscritti) la centralità della gestione del Partito; abbiamo deciso di non avere Capi, padroni e “Grandi Leader”, perché ci pare che questi abbiano già fatto abbastanza danni nella storia.

Bello… eviterei il claim “orizzontale” dato che la democrazia è più una struttura di piccole valli e colline, ma appunto senza un vulcano al centro.

Abbiamo scelto di credere nell’intelligenza collettiva, lasciando che qualunque membro dell’Assemblea Permanente possa avanzare proposte e intervenire su quelle altrui. Questo significa far politica in modo nuovo. E per farla abbiamo bisogno anche di te.

Bello anche questo, anche se a me pare sempre importante fare il punto che “l’intelligenza collettiva” è un fenomeno non da noi attivamente ricercato, ma consequente dall’uso di dem. liq.

questa storia della nazionalizzazione dei SO nemmeno in Cina la propongono. ci sono altri metodi senza avviare la costruzione di un moloch statale, invasivo e autoritario?

Infatti non voglio nazionalizzare ne i sistemi operativi ne i social. I sistemi operativi, quando utilizzati per le funzioni essenziali e private dei cittadini, devono essere un bene comune… e perciò un progetto di software libero con struttura democratica e votazioni liquide dei patch… o almeno quelle parti che definiscono gli aspetti costituzionali… poi ci sono tanti extra che ogni ditta può fare come vuole. Se stanno in jail/sandbox senza accesso alla rete e microfoni, certe parti di codice possono anche restare proprietarie.

I social devono essere una funzione essenziale della Rete, come l’email, ma meglio. Vi rendete conto che quasi tutte le funzioni d’infrastruttura della Rete sono state sviluppate prima della commercializzazione? E pensate che l’Internet era pronto, fatto, finito, concluso? Certo che no, l’Internet aveva lacune drammatiche: la privacy, la scalabilità, i pagamenti. Da quando è arrivato il business, questi problemi sono stati risolti dai privati! La scalabilità? Le tecnologie cloud. I pagamenti? Paypal & co. Mica nulla di standard ed anonimo. La privacy? Alcune ditte che promettono privacy senza neanche poterla garantire…

Tutto quello che chiedo è che queste tre funzioni diventino strutturalmente integrali della Rete e si paghino attraverso un sistema di pagamento standard anonimizzato.

Privacy: le comunicazioni NON SI POSSONO sorvegliare, nemmeno i metadati. Scalability: la Rete è capace di distribuire tutti i messaggi a tutti i subscriber senza dipendere da ditte che accedono ai contenuti. Pagamenti: gli utenti possono pagarsi le funzioni della Rete in modo anonimo ed a bassi tassi dato che chiunque può tirare su un router.

come fai ad impedire che qualcuno distribuisca un SO non open source? Che senso ha creare un nuovo proibizionismo legato al software?

Gli individui possono installarsi anche le minchiate, ma per legge se compri un nuovo tablet, telefono o computer deve esserci un sistema operativo open source. Penso che potrà anche essere un Windows, perché a Microsoft non conviene escludersi dal mercato.

Oltre al s.o. c’è il problema delle comunicazioni private la cui segretezza va resa d’obbligo e questo by design quindi codice sorgente aperto per software di messaggistica e nazionalizzazione di social strategici e anche motori di ricerca. Nemmeno qui vorresti la nazionalizzazione?

No, i social esistenti si devono estinguere perché la gente passa al social integrato nel proprio cellulare. Tale social è intrinseco alla Rete e non utilizza software di terzi. Utilizza si dei router e gateway che facciano in modo che le interazioni sociali scalino, utilizzando il paradigma del pubsub, ma tali router non accedono ad alcuni dati, adiuvano l’anonimato e si finanziano attraverso i contributi anonimi in Taler. In pratica funzionano un po’ come i Tor relay, ma con un minimo di finanziamento. Attualmente Tor è gratis per scelta politica, anche questa una opzione facilmente realizzabile, a dire il vero.

Chi li sposta tutti quegli utenti da FB?

La comodità. Sarà come quando la gente è passata da myspace a facebook. Non credo sarà necessario intervenire in modo più autoritario, anche se sarebbe legittimo, dato che Facebook è anticostituzionale.

la comunicazione te la giochi così, informando. Alle persone va posta l’alternativa con una semplice domanda: volete godere di una comunicazione privata e segreta? Si? Usate questi software, abbastanza sicuri. Volete rischaire di fare conoscere i cazzi vostri a mezzo mondo perché questi altri software non rilasciano il codice e non sappiamo cosa c’è dentro? Usateli a vostro rischio e pericolo. Fine del discorso, perché vietare e proibire?

Perché non ha funzionato e da sempre non funziona. Gli effetti di dipendenza sociale ed accettazione sociale sono molto più potenti che il libero arbitrio per una cosa che 1. non la capisci e 2. non te ne frega veramente, perché se la democrazia si sfascia tu come individuo non ti senti ne in colpa, ne immediatamente colpito. Dicono “non ho nulla da nascondere” e mandano affanculo le fondamenta della democrazia. Ma la democrazia non può essere facoltativa, deve essere imposta. Regola numero uno delle nostre costituzioni.

Posto che per legge puoi imporre che i software non ti spiino, se lo fanno rischiano perché se scoperti si beccano una batosta

Anche questo purtroppo non funziona perché non c’è facile modo legale per dimostrare che dei messaggi privati sono stati intercettati. Ancora oggi l’NSA nega le cose che siamo venuti a sapere da Snowden e davanti ad un giudice possono cavarsela in questo modo— perché le prove per un reato digitale effimero di solito non ci sono.

Perché rimarrebbe grandissimo spazio per chi desidera manipolare le scelte delle persone tramite questi social. Anzi probabilmente rimarrebbero proprio quelli più manipolabili (o in alternativa più o meno tutti come già avviene ora). Rimarrebbe la possibilità di profilare, fino ad accumulare big data, avere modelli di business basati su pubblicità mirate. Cioè sostanzialmente non vedo cosa potrebbe cambiare senza obblighi di legge. Già adesso le persone rispondono: “non mi interessa, tanto non dico nulla di ché…”

Esatto.

ok, però la libertà ha un costo, e i pirati non dovrebbero mai barattare libertà per sicurezza

Infatti non lo stiamo facendo. Stiamo imponendo la libertà. Stiamo vietando alla gente di barattare la libertà della loro famiglia, dei loro amici, del loro circolo sociale.

no, stai costruendo uno stato autoritario e poliziesco, che impone paternalisticamente alle persone le “cose buone da fare” per il loro bene, esattamente come proibisce le droghe “perché fanno male”. Se togli “il libero arbitrio” alle persone gli togli praticamente tutto, e chi decide al posto loro? Io non mi aspetto questo da uno Stato, mi aspetto che vengano stabilite regole (trattamento dei dati, consenso esplicito, ecc…) e che intervenga se queste regole vengono infrante. E’ vero che questo controllo funziona male, ma l’idea di impedire la manipolazione delle persone (che poi è un concetto tutto da definire) è assai pericolosa. Stiamo manipolando le persone se diciamo che possiamo ridefinire il modello democratico di una società con la democrazia liquida? Verremmo bannati dai social? Processati?

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In una ottica di “manifesto” mi accontenterei di ribardire che i social, come tutte l tecnologie, sono strumenti che vanno maneggiati con cura, ma questo non autorizza una stato ad azioni repressive e limitanti la libertà degli individui, inclusa anche quella di sbagliare.

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Boldrin e Levine hanno dedicato diverse pagine del loro libro a spiegare come la retribuzione degli autori sarebbe perfettamente possibile anche senza copyright (anzi, hanno raccontato di come ciò sia già storicamente avvenuto in passato). Il copyright arricchisce gli editori, non gli autori.

Perché non è nel Manifesto che si spiegano queste cose. Nel Manifesto si dichiarano quali sono i problemi e si proclama l’intento di risolverli: come concretamente realizzarli si spiega nel programma. Comunque nulla mi vieta di linkare la proposta obcrypto (magari prima la piazzo nel sito, nell’apposita sezione).

Idem come sopra. Non c’è spazio di spiegare in un Manifesto dove trovi le coperture finanziarie per farlo. E preferisco lasciarlo in bianco piuttosto che scrivere cose come “tassando le ricchezze” o “l’inquinamento” o altre formule vaghe e retoriche. E comunque, già il fatto di dichiararsi favorevoli al Basic Income non è da poco, visto che è una posizione tutt’altro che condivisa da tutti i partiti.

Questo è un altro paio di maniche. Il “lavaggio dei cervelli” è sempre esistito nella storia, l’unica cosa che è cambiata sono gli strumenti con cui si è messo in atto. “Faceboogle e company” sono tremendamente più efficaci di tutti gli altri sistemi fin qui visti nella storia, è vero, ma le bolle di filtraggio esistevano anche nel mondo analogico. [P.s. Come dicevo su Telegram, sto leggendo Contro la democrazia, di Jason Brennan. Credo che abbia ragione quando dice che l’unica cosa che può salvarci è l’epistocrazia. Comunque, a breve spero di postarne un corposo riassunto].

Ecco, qui ci tengo a fare alcune precisazioni (che ho già espresso in Piranomics)

Ci sono sostanzilmente 2 modi per redistribuire la ricchezza: quello coercitivo-autoritario e quello liberale.

Quello coercitivo si basa su divieti, espropri et similia. Viene solitamente adottato nei regimi dittatoriali, che generalmente sono quelli in cui le libertà economiche sono represse almeno quanto quelle civili, e dove in genere la gente sta peggio.

Viceversa, il sistema liberale cerca, attraverso le leggi, di rimuovere privilegi e posizioni dominanti, evitando che i grossi facciano le prepotenze ai piccoli. E qui entra in gioco la proprietà intellettuale. Prendete i principali colossi del digitale (Apple, Facebook, Google, Amazon etc.): in un mondo senza brevetti & copyright non sarebbero dove sono ora. Sono aziende che impiegano parte del loro team ricerca e sviluppo a brevettare invenzioni che non useranno mai (vi ricordate il famoso “braccialetto” per i dipenenti di Amazon -che in realtà poi s’è scoperto serviva solo per trovare più velocemente la roba?- Beh, forse non lo useranno mai, ma intanto impediscono ad altri di usarlo). Idem per i paradisi fiscali e tributari. E lasciando per un attimo il mondo del software: la Monsanto è diventata quello che è anche perché brevettando i semi costringe i piccoli contadini a pagarle il pizzo, se vogliono usare certi semi.

Ergo, come “ti riprendi” le ricchezze? Abolisci certe leggi, metti al bando i paradisi fiscali, stracci accordi tipo TTIP e simili.

Questa frase è sbagliata. Sono stati I GOVERNI di alcuni Paesi a permettere alle grandi aziende di fare tutte quelle cose. Se proprio volete mettere in mezzo la parola “globalizzazione”, dite che si è globalizzato tutto tranne i diritti, che risponde più al vero.

Scusate la monotonia, ma se volete un esempio di economia globale senza storture faccio sommessamente notare che esiste il Fair Trade. Che è un’iniziativa tra privati: se gli enti mondiali (chessò, WTO, Banca Mondiale) adottassero quei pincìpi, anziché quelli del TTIP, sarebbe tutto molto meglio.

Dulcis in fundo: a mio modo di vedere criminalizzare la ricchezza in quanto tale è sbagliato. Non dovremmo fare discorsi tipo “Tizio è troppo ricco”. “Troppo” rispetto a cosa? A me basta che

  1. Paghi le tasse dovute
  2. Rispetti i diritti dei lavoratori (se dà lavoro a qualcuno)
  3. Rispetti l’ambiente

Se rispetta i suddetti requisiti, può arricchirsi quanto vuole. M’importa una sega di Cristiano Ronaldo o Fedez: sono ricchi perché c’è gente che è disposta a pagare per vedere il primo giocare a calcio e il secondo…beh il secondo è un cantan…no cioè è un att…nemmeno…diciamo che è un…vabè, quello che è.

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Se le cose che la costituzione impone affinché alla fine ne esca una democrazia per te e paternalismo, allora la democrazia non fa per te… se invece ti piace la democrazia, allora dimmi in quale altro modo si possono fermare sviluppi anticostituzionali se non vietandoli? L’idea che la gente sia in grado di scegliere liberamente per esempio il fascismo, non va bene. Lo sai che lo farebbero e ci sono buone ragioni per le quali il fascismo è vietato dalla costituzione. Qui noi stiamo solamente impedendo l’avvento di un fascismo tecnologico autoimposto dalle persone in via sociale, perché se gli amici sono tutti su Whatsapp, come fai a rifiutarti? Eppure Whatsapp è una favolosa piattaforma di controllo, altro che Stasi e Gestapo!

Se togli “il libero arbitrio” alle persone gli togli praticamente tutto, e chi decide al posto loro?

No ferma un attimo. Qui si tratta di decidere in un consenso sociale che omicidio è illegale. Raccogliere comunicazioni private deve essere illegale. Non ci sta nessuno che decide oltre a questo.

ma l’idea di impedire la manipolazione delle persone (che poi è un concetto tutto da definire) è assai pericolosa

Beh in effetti i vecchi metodi di manipolazione utilizzati dalla Stasi nelle piccole cerchie sociali funzionerebbero anche in una Rete che protegge tali cerchie sociali, ma è cosa assai diversa se non è più possibile di manipolare l’intera popolazione umana ma piuttosto devi integrarti in cerchie sociali per manipolarle, usando pazienza e tempo fisico. Io non sto dicendo che riuscirò a fermare ogni tipo di manipolazione, ma se le comunicazioni private sono sempre private, è molto più difficile. E più di così non chiedo — solo quanto richiede già l’articolo 15 della costituzione. Ma ti rendi conto che stai litigando con me riguardo all’applicazione di un articolo della costituzione?

Stiamo manipolando le persone se diciamo che possiamo ridefinire il modello democratico di una società con la democrazia liquida?

No. La definizione di manipolazione di massa individuale l’abbiamo discussa più in alto nel thread. Stiamo parlando di Cambridge Analytica, non di gente che apre un feed o un blog ed altra gente che sceglie di seguirli. Poi oltretutto abbiamo pure documenti scientifici riguardo a quanto stiamo proponendo, perciò non è fuffa come certe chiacchiere sulla blockchain.

Verremmo bannati dai social? Processati?

No. Quel tipo di manipolazione che intendo io non è tecnicamente possibile con quel tipo di social che intendo io. Non c’è bisogno di alcun intervento statale, ne esecutivo ne di giustizia.

Non sono d’accordo in quanto i social sono un abuso dell’articolo 15 della costituzione, e non mi da nessun conforto che da un punto di vista legale i social non sono lo Stato Italiano e perciò la costituzione non è applicabile. Per me il governo americano ai quali i social sono sottomessi per legge è il nuovo Stato come entità mondiale e non voglio che tale governo abbia un potere postdemocratico sulla popolazione umana nel mondo. Perciò quella roba è illegale e basta. Non ci sta alcuna cura applicabile. Ci vogliono nuovi social edificati in modo tale che non infrangano l’art 15.

ma questo non autorizza una stato ad azioni repressive e limitanti la libertà degli individui, inclusa anche quella di sbagliare.

Certo, ma non c’entra niente. Io sto solo chiedendo che lo stato faccia in modo che si rispetti la costituzione.

Caro @Exekias … cosa devo fare, creare un secondo utente dal nome “Potenziale elettore” per farti capire che scrivo certe cose dalla prospettiva di chi non ha letto Boldrin e Levine, non dalla prospettiva mia che è ovviamente pirata?

Allora il manifesto non serve a nulla. Sono per l’abolizione del manifesto. Trovo sbagliato fare un elenco di bei sogni senza indicare alcuna prospettiva realista. Diranno che siamo i soliti pigroni che vogliono tutto aggratis e non hanno risposte ai problemi. Forse in un’altra fase della nostra esistenza un documento del genere poteva servire, tipo nel 2009 quando tutta una generazione cercava una bandiera da sventolare. Adesso di manifesti come i nostri ce ne sono tanti e se non abbiamo qualcosa di assolutamente spettacolarmente diverso non andremo da nessuna parte. Secondo me la nostra bandiera deve essere l’articolo 15 e le radicali conseguenze che ha per la Rete. E/o la democrazia liquida con le radicali conseguenze che ha per l’apparato governativo attuale.

Nei dettagli d’accordo, ma in linea di massima qualcosa di tangibile ci vuole. Semplicemente perché le nostre richieste non sono più originali. È tardi per un manifesto stile 2009. Era già tardi allora, perché ce l’aveva già l’M5S.

Lo trovo un discorso spinoso che necessita il suo tempo per essere spiegato, altrimenti chi si è fatto un’opinione superficiale (basta avere antipatia per il M5S) ci potrebbe scartare al volo. E politicamente non ritengo il RdE più fondamentale… dipende dalla ridistribuzione, ed è quella che veramente urge. Se non riusciamo a ridistribuire, inutile chiacchierare di un Basic Income alle spese di un medio ceto che sta svanendo — avrebbero ragione tutti quelli che lo criticano!

Beh scusa se è un fatto grave del quale abbiamo parlato settimane fa più in alto in questo thread— mai nella storia dell’umanità si è potuti manipolare miliardi di persone ognuno per le sue specifiche debolezze psicologiche. Stiamo parlando di schiavitù di fatto. Stiamo parlando di lasciare che queste ditte ci tolgano il libero arbitrio che @briganzia tanto vorrebbe incrementare! Stiamo parlando dell’abolizione della provvidenza perché i mastri della tecnologia possono decidere il nostro fato dentro alle nostre teste senza che ce ne rendiamo conto, per dirla in modo più teatrale.

ma le bolle di filtraggio esistevano anche nel mondo analogico.

Ti dirò, nel nuovo social intrinseco all’Internet le bolle di filtraggio si formeranno, perché certi gruppi di persone da sempre stanno nelle loro bolle, ma è una differenza enorme se non esistono terzi che possono controllare queste bolle a piacimento! Non sono le bolle il nuovo problema… è il potenziale controllo totalitario al quale ci stiamo adeguando!

No caro, fino a decenni o secoli fa esistevano leggi che evitavano questi estremi. Esistevano limiti sul quanto puoi ereditare. Esistevano limiti sul modo come potevano arricchirsi le società per azioni. Non esisteva il concetto di “soggetto giuridico” per esempio. Tutti i “regimi” che provano a reintrodurre misure di ridistribuzione, per esempio non aderendo ai trattati della WTO, misteriosamente si ritrovano coinvolti in guerre interne od esterne. Stai assumendo che lo status quo che l’occidente ha creato in secoli di capitalismo, colonialismo e globalizzazione sia normale mentre tornare a regolamenti antecedenti sia anormale o addirittura “coercitivo-autoritario”. Perciò rifiuto il tuo approccio ideologico ad interpretare queste misure e richiedo più obbiettività. Io parto solo da cose che sappiamo come dati di fatto: il mondo è assai più ingiusto di quanto lo era nel 1979 e ci sono misure legislative da intraprendere per ripristinare condizioni normali. L’idea che io voglia uno stato autoritario per farlo è totalmente fuori da questo mondo— lo dici a chi ha avuto i nonni ingarbugliati nel nazismo e chi ha visitato la DDR prima della caduta del muro— ma sono d’accordo che il nostro testo di manifesto deve mettere in chiaro queste cose per non essere fraintendibile.

Più che altro il sistema neoliberale teorizzava queste cose dal 1979 ma gli effetti sono stati disastrosi, perciò ormai non solo dobbiamo regolamentare questi privilegi, dobbiamo anche regolamentare le eredità e gli squilibri esistenti. Poi non ho capito cosa ci guadagni a difendere gli interessi di Gates, Zuck & co? Ma veramente percepisci come ingiustizia ridurre il loro patrimonio che è talmente immenso che neanche ne sentirebbero alcune conseguenze? Stai parlando in termini pratici o stai qui a ideologizzare? In termini pratici ti dico che non ce la faremo a lasciare le cose come sono, perciò io di certo non chiedo una ridistribuzione per ideologia, lo faccio per inevitabile necessità ed urgenza per il genere umano. Alla fine poi vogliamo lo stesso: introdurre leggi che cambiano la direzione di questi sviluppi. Tu ti stai solamente incappando sul dettaglio che secondo me probabilmente ci vorranno anche misure che direttamente si occupano di dove si sono accumulati i valori delle nostre economie, non solo misure orientate a futuri sviluppi che ne ho proposte a dozzine di quelle, perciò lo sai che sono d’accordo. Entra in gioco la proprietà intellettuale? Si, anche quella, ma non basta. Ma neanche per sogno!

Esatto, ma non solo.

La globalizzazione ha permesso che che le multinazionali si possano scegliere il paese dove operare, motivando governi di alcuni paesi a calare le premesse etiche. Stai facendo un discorso uovo/gallina. Abbiamo tutti un po’ ragione. Fatto sta, che è inutile prendersela con tali governi che hanno fatto la cosa economicamente più logica da farsi. Fatto sta che ci vuole una governance etica mondiale che probabilmente non otterremo con la democrazia rappresentativa.

Il Fair Trade è pieno di corruzione semplicemente perché fatto da esseri umani con strutture rappresentative. Se vogliamo che funzioni davvero dobbiamo smettere di avere leader ed individui responsabili ma piuttosto strutture di bene comune e democrazia liquida.

Mi congratulo per l’indottrinazione calvinista a questo punto… ma non stiamo parlando di ricchezza. Non stiamo parlando di gente che ha faticato per comprarsi la villetta e la barchetta. Stiamo parlando di un economia che premia certe persone senza che loro abbiano fatto granché per meritarselo, e che gli danno una dimensione di ricchezza che non è neanche più percepibile— qualsiasi cosa facciano, non riusciranno a spendere il loro patrimonio— anzi, una volta oltrepassata la soglia della super-richezza diventa impossibile tornare poveri, perché i soldi, comunque li investi, magneticamente attraggono ulteriori soldi… che siano azioni, società, investment fonds, edilizia, old-timers od opere d’arte… basta un minimo di portfolio management e non riuscirai a perdere più soldi di quanti ne fai.

Abbiamo un sistema economico completamente in crisi che non ha più nulla a che fare con le persone che casualmente si ritrovano ad essere super-ricchi. Non esistono tasse dovute che loro possano pagare, perché i governi sono in concorrenza tra di loro e non riescono ad imporle (gli USA un po’ lo fanno, con la tassa d’espatrio — se vuoi cambiare nazionalità devi pagarla allo stato!). Il rispetto dei diritti dei lavoratori è un problema delegato alle ditte acquisite dai investment fonds, perciò il super-ricco ha le mani pulite: ha solo investito soldi in ditte che investono a loro volta soldi. Altrettanto per l’ambiente. Perciò sta parlando da una prospettiva idealizzata che non è veramente in sync con la realtà nella quale viviamo. Hai mai visto i documentari che ho raccomandato? “The Super-Rich And Us” per esempio?

Se rispetta i suddetti requisiti, può arricchirsi quanto vuole.

E allora possiamo anche chiudere il partito pirata perché in tal caso non hai intenzione di cambiare nulla dello status quo. Stiamo parlando di gente che si arricchisce senza sporcarsi le mani, e perciò sono tutti fuori dal tuo raggio ideologico semplificante della realtà.

M’importa una sega di Cristiano Ronaldo o Fedez.

Non sarei sicuro se loro qualificano come super-ricchi. Io sto parlando dei veri top 100.

e chi lo stabilisce il livello di merito? Un’apposita commissione statale che giudica il merito delle persone in relazione al loro livello di ricchezza? L’abbiamo già detto, c’è una sola via per mettere mano a questi squilibri, sistemi di tassazione votati ad una migliore logica redistributiva. L’alternativa è terrbile perché ci farebbe scivolare in uno statalismo autoritario ed invasivo, non mi sembra un gran biglietto da visita per un partito che nasce da una cultura libertaria.

questo è vero, ed è per questo che i Pirati, come forza transnazionale dovrebbero puntare ad una federazione di Stati europei dotati di un unico sistema di welfare e fiscale.

Non è vero che il Partito Pirata difenderebbe lo status quo, ti faccio notare che negli ultimi anni nessun governo è riuscito a limitare il divario crescente tra ricchi e poveri, nessuno è stato in grado di invertire la tendenza, noi potremmo farlo ma certamente non con misure stile “dittatore dello Stato libero di Bananas”.

cioè tu vorresti modificare un manifesto per incentrarlo sul problema dei top 100?

Eh? Che c’entra? Step 1 è di creare la necessaria trasparenza sui patrimoni ultramiliardari… per non doversi arrangiare con le ricerche di FORBES (vedi documenti e raccomandazioni OXFAM)… Step 2 è di trovare i modi come si possono applicare tasse in modo tale che ripristino l’equilibrio economico… orientandosi a questi patrimoni fuori controllo, non alla gente comune.

In pratica mi pare che intendo lo stesso che intendi tu, più o meno. L’opzione autoritaria manco esiste, dato che molti di questi patrimoni hanno già lasciato il paese. Ma dobbiamo comunque restare focalizzati sull’obiettivo e fare bene i conti.

Potrebbe essere un pezzo del puzzle. Bisogna studiarsi bene i risvolti. Dubito che di per se sia sufficiente.

Mi riferivo all’idea di non muovere un dito contro coloro che hanno il patrimonio in crescita automatica, al di fuori di qualsiasi meccanismo di tassazione. Al di fuori dei tre criteri proposti da @Exekias.

Mi conosci da anni. Perché te ne esci come se fossi un nuovo iscritto con le idee balorde?

Non so se è necessario esplicitarlo, ma vorrei chiarire che non siamo contro i ricchi. Al contrario. Siamo preoccupati che i ricchi e il medio ceto stiano dissanguando sotto alla pressione dell’economia che premia i super-ricchi. E con ciò ho solamente parafrasato Thomas Piketty. Non mi pare una brutta idea se il PP si orienti alle analisi del buon Piketty.

Viviamo in un mondo nel quale non ci sta più un divario veramente di rilievo tra ricchi e poveri. Il divario è tra il 0.01% e il 99.9% della popolazione umana. Perciò ogni ricco che non vota pirata è un ricco disinformato. Si potrebbe anche dire ignorante, ma è più gentile dire disinformato. Per non parlare degli altri.

Anzi, anche i super-ricchi dovrebbero votare pirata… perché 1. alcuni di loro hanno una coscienza, almeno quelli di seconda generazione (quelli di prima sono diventati super-ricchi perché non ce l’hanno— altrimenti non lo sarebbero diventati) e 2. perché ovunque vadano ci sarebbe sempre un rischio di rivolta ed impiccagione. 1789 docet. La gente non perdona se loro non si danno da fare per ripristinare un minimo di eguaglianza.

Egalitè.

Perciò il manifesto pirata che propongo è l’unica politica pacifica, costruttiva ma sufficientemente radicale affinché sia una reale alternativa alla rivoluzione.

di tutte le risposte che ho letto, non avendo (ancora) accesso ad agorà, questa è l’unica cosa su cio posso dire qualcosa: il problema, qui, non è tanto per gli autori di romanzi o fumetti quanto per la ricerca scientifica, prodotta per lo più da ricercatori e laboratori di università finanziati da risoprse pubbliche. Ricerche che poi, per essere “pubblicate”, devono passare attraverso un editore (le famose “riviste”) che pretende dagli autori la cessione completa dei diritti. Tanto che, spesso, gli stessi autori devono acquistare la rivista (le università lo fanno regolarmente e costa svariati milioni di euro l’anno…) contenente la loro stessa ricerca per poterla usare (ovviamente si tratta di una esagerazione del concetto ma tant’è). Basterebbe, secondo me, introdurre il semplice concetto che tutto ciò che è sviluppato con denaro pubblico (leggasi, finanziamenti statali) è e deve rimanere di pubblico dominio. C’era anche una iniziativa europa su questo, legata però al software: riprenderla ? Se non è già stata fatto, ovviamente…

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Immagino ti riferisca a questa

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concordo. In effetti è una delle cose che più mi fa arrabbiare del “RdE” proposto anche dal M5S: si vuole garantire 780€ di base ma non si considera chi lavora 36-40 ore a settimana per 1000-1100€ ! Il ceto medio annaspa per arrivare a fine mese e vorrebbe vedere più meritocrazia e scala sociale, visto che ancora oggi è la fascia di popolazione che trascina il Paese, pagando le tasse e subendo l’enorme mole di burocrazia che lo soffoca. Tasse che pagherebbe anche volentieri se servissero ad avere maggiore equità sociale, meno burocrazia e servizi migliori. Il resto è fuffa demagogica, perché i problemi reali, del quotidiano, sono questi.

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Ho spostato 4 messaggi in un nuovo argomento: Peer Review in crisi: proviamo con una piattaforma liquida?

Per continuare questo discorso…

Come funziona il microtargeting di solamente 40’000 persone per diventare presidente degli Stati Uniti… e come “i Russi” potevano avere quei dati… ed in quale modo tutto ciò era illegale, ma vaglielo a dimostrare… https://youtu.be/cy-9iciNF1A

In pratica anche stavolta non c’è nulla che si può risolvere con divieti e punizioni (stile GDPR), si può solo risolvere rendendo la Rete resistente a tali manipolazioni.

per questo fronte credo si debba simulare un attacco hacker, bisogna far vedere alla gente effettivamente che dietro ad uno schermo ci può essere un mentalista manipolatore. e per creare scandalo o comunque rendere questa notizia pubblica,ma soprattutto virale,bisogna attaccare nel punto più debole della socetà, ovvero la casalinga o il contadino.(non la si prenda come una discriminazione ma sono i mestieri più esposti al passaparola) qui dovreste mettere in atto il vostro sapere! se devo ragionare da italiano, non ho la benchè minima idea di cosa voglia dire farmi manipolare.me ne accorgerei nel momento in cui qualcun’altro,che magari io non conosco, iniziasse a parlarmi delle mie recenti attività online o del mio aspetto fisico o della zona in cui abito (giusto per fare qualche esempio). solo così mi sentirei veramente violata!! allora io credo che bisognerebbe marciare sull’ignoranza della gente,di cui una percentuale bassa sa che i cookies sono una cosa positiva,mentre la restante parte non ha la minima idea di cosa siano e a che servano.bisognerebbe usare questi cookies per avere delle informazioni sull utente,magari servendosi di un articolo di grossa notorietà e audience come potrebbe essere un affare di Stato, rendere pubblici i dati che riusciamo a raccogliere dalla gente in un altra piattaforma che renderemo un qualcosa di estremamente legale e riconosciuto, dove ogni cittadino può accedere per vedere cosa il proprio dispositivo può condividere con le cosìdette terze parti…uno strumento a nostro favore per la divulgazione di questo allarme potrebbe essere Facebook. fatemi sapere cosa ne pensate…

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