@Exekias … riguardo al testo tuo…
La Rete può essere l’invenzione in grado di rendere il mondo un posto migliore. Può essere usata per garantire il libero accesso e scambio della conoscenza, dell’informazione e della cultura. Può essere l’arma decisiva contro i regimi dittatoriali, l’oscuratismo, la corruzione.
Oscurantismo con la enne. Già non sono d’accordo. Viviamo in un mondo nel quale i problemi ormai sono peggio e la mera trasparenza non impedisce che gli abusi si organizzino in modo diverso, sempre, si, opaco, ma in un modo che schiva qualsiasi forma di imposizione di trasparenza che noi ci possiamo immaginare… perciò le nostre riforme del copyright sono belle ed importanti… cacchio, ne sono un po’ co-autore… ma non ci salveranno da un regime totalitario mondiale se continuiamo a permettere il lavaggio dei cervelli via Faceboogle e company. Non basterebbe nemmeno richiedere la pubblicazione degli algoritmi che ci sarebbe sempre chi ne mantiene alcuni di nascosto… l’unica cosa che funziona è di impossibilitare che i dati siano accessibili alle persone sbagliate.
La cosiddetta “Proprietà Intellettuale” continua ad espandere il suo nefasto raggio d’azione ( ormai si brevettano anche semi, piante e animali), creando monopòli e rendite di posizione a beneficio di pochi privilegiati e a danno della collettività.
Si, va bene, ma il problema più importante ora è 2. come ridistribuire la ricchezza che si sono presi e 1. come assicurarsi che il futuro torni ad essere democratico. Solo allora possiamo occuparci di 3, i metodi in uso per aumentare l’ingiustizia. Capisci che il copyright è un problema consequente e non a monte?
Tutto ciò è stato possibile perché nell’era del digitale abbiamo perso la percezione del nostro diritto alla privacy. Nel “vecchio” mondo analogico il ritrovameto di una busta da lettera strappata nella cassetta della posta ci avrebbe fatto correre a protestare all’ufficio postale; ma nell’era del digitale accettiamo di buon grado che non solo la nostra corrispondenza, ma anche tutti i nostri spostamenti siano tracciati e registrati h24 da dispositivi che, Costituzioni alla mano, sarebbero illegali.
*ritrovamento. Bellissimo questo. Ma non indichi in quale modo il PP intende risolvere questo dilemma… passi direttamente alla descrizione del prossimo.
Vogliamo che la Rete stessa diventi un Bene Comune, neutrale, libero e accessibile a tutti.
Troppo astratto. Non si capisce in quale modo sarebbe diverso.
Vogliamo che il diritto alla riservatezza della corrispondenza,
prevista dall’Articolo 15 della Costituzione, venga garantito anche nell’era del digitale.
Facile volere, ma come fare?
Vogliamo costruire una società nuova, in cui a tutti gli individui sia riconosciuto un Reddito di Base in grado di garantire dignità.
Ah ma allora è vero che siamo il partito delle cose che Vogliamo Aggratis? Senza come ed in questo caso addirittura senza spiegare perché?
Ma per raggiungere questi obiettivi il solo hacktivismo non è sufficiente.
Per chi capisce questa frase, si.
Occorre fare Politica, nell’accezione più nobile del termine: portare le battaglie nelle Istituzioni, perché è lì che si scrivono le leggi.
Bella. Dovrebbe essere implicito nella definizione di partito ma siamo un partito che necessita spiegare questo aspetto.
L’offerta politica attuale, tuttavia, è desolante. Ai partiti tradizionali" si sono di recente contrapposti quelli cosiddetti “populisti”, che altro non sono che il risultato del marketing elettorale da Big Data, stile Cambridge Analytica. L’offerta plasmata sulla domanda, il “senso comune” elevato a programma di governo anche contro ogni evidenza scientifica e razionale.
Eccellente critica… ora dobbiamo chiarire in quale modo noi non potremmo mai essere come loro…
Il Partito Pirata esiste dal 2006 in svariati Paesi del mondo. In Italia abbiamo deciso di darci una struttura orizzontale, praticando la democrazia liquida e assegnando ad un organo collettivo (l’Assemblea Permanente, insieme di tutti gli iscritti) la centralità della gestione del Partito; abbiamo deciso di non avere Capi, padroni e “Grandi Leader”, perché ci pare che questi abbiano già fatto abbastanza danni nella storia.
Bello… eviterei il claim “orizzontale” dato che la democrazia è più una struttura di piccole valli e colline, ma appunto senza un vulcano al centro.
Abbiamo scelto di credere nell’intelligenza collettiva, lasciando che qualunque membro dell’Assemblea Permanente possa avanzare proposte e intervenire su quelle altrui. Questo significa far politica in modo nuovo. E per farla abbiamo bisogno anche di te.
Bello anche questo, anche se a me pare sempre importante fare il punto che “l’intelligenza collettiva” è un fenomeno non da noi attivamente ricercato, ma consequente dall’uso di dem. liq.