Reboot Pirati: troviamo un vettore mediatico per il partito pirata

Salve a tutti.

Per chi non mi conosce, male. Sono Lanta, ex pirata visto che decisi di uscirmene a seguito di quelli che tutt’oggi considero spiacevoli episodi di confronto sociale degenerati male scaturiti dal nostro fantastico ed amato software di democrazia liquida. Per chi mi conosce, beh: sono tornato. In realtà ho messo in pausa la mia carriera lavorativa e ho ripreso a studiare, sto seguendo un percorso di laurea in Investigazione e Sicurezza.

Ed è proprio per questo che sono qui a scrivere un bel messaggio nel forum. Se prima ero un nerd a formazione informatica stagna, ora sono inquinato da nozioni sociologiche ma soprattutto dalle lezioni di Sociologia dei Fenomeni Politici. E la cosa mi sta sinceramente aprendo un mondo.

Ora… sarò diretto. Sinceramente vedo uno spazio politico nello scenario italiano attuale che può essere sfruttato per una formazione come la nostra. In particolare 2 dei 4 tipi di correnti populistiche esistenti sul suolo nazionale si sono recentemente molto indebolite, e con opportuni metodi penso si possa arrivare tranquillamente a portare il messaggio pirata su una scala più elevata di quella a cui siamo mai arrivati con il PP-IT come concepito oggi. Il problema è che, per arrivare a quello che penso, il PP-IT non ha una struttura adeguata ad attuare quello che può essere un progetto politico concepito appositamente allo scopo. Va rivisto dalle fondamenta, riproposto come nuovo, e deve incidere fin da subito.

Quanti pirati ci sono ancora in circolazione? Su che forze possiamo contare per avviare un restyling completo?

EDIT 24/04 Ho fatto qualcosa di utile: votate quando fare una bella riunione su Skype/Mumble in merito. https://dudle.inf.tu-dresden.de/ppitvettoremediatico/

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Ciao Lanta, innanzitutto è bello risentirti. Nel corso dell’ultimo anno sono cambiate diverse cose in tema di riorganizzazione, prima di avventurarci in vari restyling che finiscono per occupare mesi di discussione e poi di approvazione su Liquid hai preso visione della nuova organizzazione del partito?

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Ciao Lanta bentornato. Potresti provare a descrivere qui nei dettagli quello che hai in mente?

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Fa piacere vedere nomi conosciuti.

Diciamo che, a mio avviso, è necessario prendere atto della situazione politica italiana attuale. Potrei scrivervi un libro o invitarvi a studiare, ma è innegabile che l’Italia in Europa sia il perfetto terreno di studi del populismo, in antitesi all’Inghilterra. Per quanto io stesso abbia creduto nell’utopia della democrazia liquida totale e ci abbia investito tempo e risorse, studiare Fenomeni Politici mi ha aiutato a capire che tutto questo nella nostra nazione, proprio a causa del nostro passato storico politico, non è attuabile. O meglio… è attuabile, e ne siamo la dimostrazione, ma non avrà mai il seguito che merita. Questo perché qualsiasi tipo di populismo vogliamo prendere, purtroppo, una caratteristica in comune ce l’ha sempre: il leader. Che sia il tele-populismo alla Berlusconi/Renzi, il populismo di destra formato Lega Nord, o il populismo “democratico” alla 5 stelle. Se vogliamo entrare nei giochi, non possiamo sottrarci a questo assioma. Possiamo scorporare la figura del leader in qualche altro ruolo, ma in ogni caso devono emergere una o più persone pubblicamente visibili a cui la gente possa fare riferimento. E’ quello che il mio docente ha coniato definendolo “il grado di risoluzione dell’ideologia”, per fare una metafora in termini informatici: il nostro programma e le nostre idee possono e devono essere trasversali, ci sarà chi le recepirà più definite (chi ha un certo spessore culturale) e chi sfocate e a concetti fondamentali (che è la maggior fetta di pubblico). E’ fisiologico che chi riceve la nostra ideologia in maniera sfocata debba fare riferimento a chi la riceve in maniera meglio definita, e questo qualcuno deve essere proprio il leader. Lo stesso Swarmwise l’abbiamo interpretato abbastanza a cazzo, come al solito siamo italiani, per giustificare il nostro assurdo desiderio di essere totalmente orizzontali e di abbattere i personalismi. Ma si tratta solo di derivazioni, per dirla alla Vilfredo Pareto, di giustificazioni che ci siamo dati a questa nostra scelta irrazionale. Forse è ora di aprire gli occhi e di capire che senza personalismi e gente carismatica che sappia canalizzare un messaggio non si va da nessuna parte.

Quindi no, Briganzia, non ho visto le recenti modifiche struttuali del PP-IT. Sarei felice se tu riuscissi a farmi un breve riassunto di quanto sono perso, anche se dubito ciò che abbiate partorito possa in qualche modo avvicinarci a risultati concreti. Ed è a quelli che bisogna puntare. Ora che il M5S è k.o., la sua fetta d’utenza di pancia è confluita nella Lega Nord. Ma la sua corrente di sinistra, così come la corrente di sinistra che il PD ha perso, nessuno è ancora riuscita a canalizzarla. Per quanto ci siano Possibile e altri partiti nascenti, ancora in Italia non esiste quel “populismo di sinistra” che è presente altrove. E’ una situazione che può e che è necessario sfruttare ora, soprattutto visto l’enorme traino dell’Islanda. E’ un treno che non possiamo perdere.

D’accordo, ma è importante che siano tanti e che non siano leader o altrimenti è inevitabile che diventiamo come il M5S.

L’ho raccontato svariate volte perciò non mi prolungo troppo ma durante la nostra fenomenale ascesa in Germania il fatto che avessimo tantissime facce carismatiche che ognuna a suo modo presentava gli stessi ragionamenti sorprendentemente intelligenti (non a caso– li avevamo sfornati in LQFB) non è stato uno svantaggio – è stato un vantaggio enorme e spettacolare.

Il problema è stato che non ci sono state regole sul limitarsi a dire le cose che abbiamo deciso insieme e in linea generale sul come comportarsi in modo civile tra di noi… col risultato che ad ogni paranoia scattavano gli shitstorm su Twitter, lanciati da qualche piratino semi-anonimo o addirittura controllati dall’avversario politico, e finivano nei giornali, nelle riviste, nei report televisivi…

Ci presentavano come un movimento incoerente, incapace di avere una linea politica decisa. L’idea che ci debba essere uno a capo che decide è la soluzione semplice al problema che un partito per natura è cacofonico. Dici alla stampa che se vogliono l’opinione del partito devono intervistare il leader.

Il problema in ciò è che puoi averci tutta la organizzazione orizzontale che vuoi – addirittura una AP che funziona davvero – se tutto l’elettorato si è innamorato della tua front girl le sue opinioni e le sue scelte avranno un potere despotico sul partito… uno che va ben oltre al semplice rispetto della persona, alla semplice “delega”.

Basta studiarsi il caso storico di Gerd Schröder per i socialdemocratici tedeschi. Lui era la faccia credibile, e nel corto periodo di regno socialdemocratico sono passate le peggiori leggi “liberiste” che da allora allegramente ridistribuiscono dal basso verso l’alto. Il peggio che la SPD potesse fare.

Quello che ai Piraten è mancato sono le nuove strutture di convivenza che il PP-IT si è dotato con la recente riforma dello statuto. Metodi di prevenzione dei comportamenti per evitare che una pluralità delle facce e personalità pirata non equivalga ad una cacofonia – sia in rete che in piazza che nei media.

I cambiamenti nello statuto: Responsabili della Convivenza, Gruppo di Integrità, Gruppo di Coordinamento… poi la filosofia in extended version ce l’ho al http://my.pages.de/convivenza

Il partito ancora fatica nella messa in pratica, ma almeno i paletti legali in questo modo li abbiamo messi… abbiamo un potenziale di riuscita. Poi il discorso che fai riguardo allo spazio di svolta che si apre in questo momento…

Vedi anche: – i2553: Parlare a nome del Partito Pirata (Portavoce); – i6345: Media - Trasparenza; – Candidature come avatar mediatico del partito pirata.

Quindi no, Briganzia, non ho visto le recenti modifiche struttuali del PP-IT. Sarei felice se tu riuscissi a farmi un breve riassunto di quanto sono perso, anche se dubito ciò che abbiate partorito possa in qualche modo avvicinarci a risultati concreti

inviterei @solibo o @Lynx ad illustrarti quali sono stati i cambiamenti prodotti visto che sono stati tra i fautori di questo passaggio

Il PP-IT ha sempre sofferto di un problema sociologico non da poco: il nostro “tutti sono uguali” collide con la possibilità che nascano personalismi di un certo livello, appena qualcuno prova a farsi notare e a portare il messaggio pirata su un livello più elevato viene subito stroncato e messo a cuccia dall’invidia di chi non riesce in questo. Mi viene in mente Yanfry. A questo avete messo una pezza? Perché altrimenti possono essere stati messi tutti gli organi di convivenza che vogliamo, ma siamo lontani dalla mia idea di un qualcosa che possa incidere nella situazione politica italiana attuale.

Da un punto di vista strutturale/legale chiaramente si. Ora è una questione di cultura: Sarà la persona che si “fa notare” capace di farlo in pieno rispetto del progetto comune, senza provare a promuovere le proprie opinioni alle spese della credibilità di tutti? Se così non è, saranno Responsabili e Collegio in grado di intervenire in tempo? Se invece è uno dalla base che si mette ad abbaiare addosso alla persona che si è “fatta notare”, sarà in grado di fare colpi bassi e giocare sporco? Secondo il nuovo statuto non gli dovrebbe andare più a segno come in passato. È tutto una questione di averci tutti il mindset che lo statuto ci permette di avere (al contrario degli appelli che si sentivano nel 2012 ma non c’era nulla a farli rispettare).

Riguardo alle questioni di strategia e lo spazio che si sta aprendo “a sinistra” ho scritto cose vagamente simili alle tue in questo thread.

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Mi stai convincendo a dare una 2a possibilità all’esperienza pirata. Adesso mi studio bene tutti i regolamenti che sono stati varati dalla mia uscita ad oggi.

Ti ringrazio per il tempo speso a spiegarmi le modifiche attuate.

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Concordo, il punto è tutto qui. C’è differenza fra leader carismatico e capo: noi non avremo capi, ma abbiamo bisogno di leader: persone che sappiano attirare le folle, che sappiano parlare, coinvolgere, accendere gli animi. È chiaro che tale persona dovrà essere intelligente e vivere a modo giusto l’esperienza pirata: non potrà andare in giro a sparare le peggio minchiate, ma dovrà seguire la linea del partito dettata dalle decisioni collettive. Se non lo fa, responsabili e collegio potranno intervenire. E se qualche pirata gioca sporco e spara su chi ha più visibilità, abbiamo gli strumenti per fermarlo in tempo senza che danneggi il partito. Non sarà facile, dovremo metterci tutti molto impegno, ma possiamo farcela.

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Con Marina Weisband avevamo proprio una persona così… un talento incredibile a rigirare qualsiasi domanda in pochi secondi su un tema pirata e riferire le proposte del partito… e lo faceva in modo talmente divertente che i talk show facevano a gara ad invitarla… se i sondaggi ci davano al 13% era anche merito suo.

E il fenomeno era reale… lo ha provato un evento brutto dell’anno scorso: fu invitata come “giornalista” in un ruolo post-piratico a giudicare i pregi e pericoli di Google. Le cose che ha sparato mostravano come evidentemente non era stata preparata dal collettivo pirata come in passato… le mancava la competenza. E stato un dolore osservarla come pesce fuor d’acqua, e probabilmente non se ne rendeva neanche conto: dopotutto stava riferendo la sua opinione nell’ambito della sua mancanza di conoscenza dei dati.

Lacune di competenza in realtà ce la abbiamo tutti e, più abbiamo successo, più ci è difficile rendercene conto o addirittura ammetterlo – anzi, nei sistemi leaderisti dei partiti in genere è un rischio per la propria carriera! Di conseguenza l’incompetenza arriva anche ai ruoli più importanti della politica… grazie alla democrazia rappresentativa.

La nostra ricetta potrebbe dimostrarsi non solo democraticamente migliore ma anche efficace nella comunicazione, se i nostri leader non dicono minchiate… praticamente mai. Al massimo dicono ups, datemi qualche minuto che mi informo! E non è vero che capiterebbe spesso – capitò spesso qui in Germania solamente perchè non avevamo implementato il metodo liquido con la necessaria serietà e volontà.

Se avessimo dibattuto i grandi temi di economia (il tema che spesso suscitò i commenti disclaimer “non ne abbiamo ancora discusso/non abbiamo ancora deciso nulla” perchè le assemblee generali/occasionali erano troppo alle strette tempisticamente per produrre risultati decenti) in LQFB nel 2012 ci sarebbe riuscito benissimo a collegarne il discorso a quello del reddito di esistenza che ci stavamo già portando appresso, ma non riuscivamo a rivendere abbastanza bene…

Alla fine anche se si fanno iniziative liquide urgenti… con dozzine o un centinaio di attivi che ci mette tutto, qualcosa di presentabile esce sempre… poi per finalizzarlo si fa un dibattito serio di quelli che ci mettono alcuni mesi… ma intanto una risposta ai media di seguito ad un evento storico… cavolo ci siamo riusciti bene anche in questo piccolo partito pirata italiano. Figurati fossimo grandi.

devo capire… il problema sarebbe soprattutto un problema di comunicazione? Ci stai dicendo che per avere una comunicazione efficace dobbiamo trovare dei vettori che sappiano attirare l’attenzione dei media e catturare l’interesse delle persone?

A questo punto ti chiedo di arrivare anche al sodo, perché se il problema fosse solo quello della comunicazione (nodo fondamentale) non avresti sentito il bisogno di criticare la struttura organizzativa. Che cambiamenti vorresti introdurre per rendere possibile questa svolta e che cosa impedisce oggi a certe persone di emergere nella direzione che auspichi? Scusa ma la motivazione dell’ “invidia” mi sembra poco credibile, so che puoi fare di meglio :wink:

Beh vi piaceva vincere facile eh?

Comunque anche a me piacerebbe capire cosa intendi @Lanta riguardo al soggetto riportato da @briganzia

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Già, bisognerebbe conincere Pistono a iscriversi. E’ giovane, pirata inside, buca lo schermo, ha un CV della Madonna. Immaginate a paragonarlo con i vari Salvini, Grillo, Renzi, Sivlio. Sempre della serie “piace vincere facile”.

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Livello mediatico prima, livello politico dopo. Uno è conseguenza dell’altro. Non si arriva ad un livello politico senza un adeguato livello mediatico, così come invece è possibile essere presenti a livello mediatico senza tuttavia riuscire a convertire la popolarità in voti.

Leader non deve necessariamente essere politico. L’importante è che possano esistere figure che emergano rispetto alle altre ed assumano un ruolo chiave, mediaticamente parlando. Il pubblico, sentendo parlare dei pirati in Italia, deve essere in grado di associarli a poche persone ma ben chiare.

Pistono mi sta sulle palle, è gonfiato come pochi. Ma hai afferrato il concetto.

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Senza voti, non hai la possibilità di fare nulla, e il partito esplode periodicamente.

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Senza i voti, non hai modo alcuno di modificare profondamente le leggi, quindi l’iperbole è corretta. Con i voti, invece, non è detto che tu automaticamente faccia qualcosa (è questa la realtà di tutti i giorni a cui tu forse fai riferimento, ma non è collegata con l’affermazione sacrosanta di @Cal)

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Sì, ma la politica ha poco a che fare con l’idealismo. Bisogna essere puttane per accedere alle stanze del potere, e adesso, purtroppo, non lo siamo.

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Rispondo in ordine di rilevanza dell’intervento.

Questo è il Partito Pirata. Non l’Associazione di Volontariato Pirati senza frontiere. Qui si cercano consensi elettorali e voti, qui si cerca di combattere il sistema agendo dall’interno. Un nome, un ossimoro, un obiettivo.

Il problema comunicativo nel PP-IT c’è sempre stato, non posso fare a meno di ricordare la mia proposta di riforma della comunicazione del Partito prima che venisse stravolto dal TUCA (che ancora ad oggi, in parte, non concepisco). E’ un problema, ma marginale.

Se prima dicevo che il problema “comunicazione” era qualcosa di marginale, che può essere risolto abbastanza semplicemente, il problema dell’avere quelli che tu definisci pochi “vettori comunicativi” permane. Non è codificato in nessun modo nel nostro statuto, non abbiamo un piano politico per le elezioni, non sappiamo come muoverci in maniera efficace. E’ questo il problema strutturale a cui faccio riferimento. La democrazia liquida appiattisce (rende tutti uguali) e nel contempo impedisce ad alcuni, come direbbe il buon Orwell, di essere “più uguali di altri”. Ma questo, mediaticamente parlando, è indispensabile. Politicamente parlando è altrettanto auspicabile.

La figura del candidato deve essere codificata da statuto, non può sottostare all’anarchia. Ma capisco che questa possa essere una svolta troppo drastica. Se rientrerò, infatti, la mia proposta sarà quella di realizzare un piano politico in vista delle prossime elezioni. Piano politico che preveda la figura dei vettori mediatici, se così vogliamo definirli, opportunamente selezionati in base a criteri da definire. Che preveda ogni passaggio necessario per creare massa politica “liquida”, per dirla alla Bauman, e per poi fidelizzarla stile vecchia politica mediante tesseramento. Anche questo, ironicamente, ci sfugge sia sbagliato: proporsi stile partito vecchia repubblica, tesseramenti, identificazione forte… sono cose che in una Italia alla deriva del populismo non possono funzionare. Va elaborato. Ma l’idea c’è.

I “vettori comunicativi” altrove si chiamano, molto semplicemente, “addetti stampa”.

Se ho capito ciò che stanno provando a fare a Roma (cioè questo, complemetarmente a quest’altro), mi pare che quella sia la strada giusta da percorrere.

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