Di certo non posso competere con la vostra conoscenza ed esperienza riguardo le origini…
Però da quello che posso immaginare, in origine è stato creato da qualcuno, e poco dopo l’origine si è incominciato a parlare di democrazia liquida e poi di LQFB…
Anche la terra in origine era na palla di lava, po sii è trasformata… Il termine origine è molto fraintendibile…
In origine il Partito Pirata era un pensiero…
E comunque mo basare tutto ciò che ho scritto su una frase sull’origine mi sembra riduttivo,
No, il partito pirata è nato nel 2006 e aveva uno statuto “standard”, con un board eletto. Io entrai nel 2008. Lo statuto fu riscritto nel 2011 per abbracciare il concetto di Assemblea Permanente nel 2011. Purtroppo gli entusiasti della democrazia a tutti i costi rifiutarono qualsiasi correttivo o organo di garanzia. Sapessi il nervoso che mi sono fatto quando accaddero situazioni ampiamente prevedibili, che avrebbero potuto essere evitate, ma per le quali c’era sempre qualcuno che gridava alla lesa maestà dell’Assemblea. Perfino una banalità come il Collegio Arbitrale era una di queste.
Mi piacerebbe comprendere di più, anche se so che si saranno di sicuro punti di vista diversi… Grazie per la risposta
Però qui si va verso la “storia” soggettiva o oggettiva…
Tornando al “vero” discorso, la cosa che ho potuto capire è che si vuole passare alla Democrazia Rappresentativa, questo è il succo del discorso… Aspetto risposte se mi dovessi sbagliare al riguardo.
I tedeschi per legge devono eleggere un board, ma in molti land hanno instaurato una SMV… una ständige mitgliederversammlung (“assemblea permanente”).
Comunque è la solita situazione… voi impedite ogni tentativo di configurare l’AP in modo efficiente e dopo date la colpa all’AP di tutto, addirittura dei litigi…
Strawman. @storno non stava parlando dell’impiego che rimpiazza il board.
Strano però che non sei riuscito a debunkarne neanche una, di quelle stronzate…
Qualche settimana fa abbiamo eletto per la prima volta nella storia del PP-IT un organo incaricato ad occuparsi dell’implementazione delle decisioni assembleari. Io lo dicevo dal 2013, ma ci si può sempre svegliare anche solo nel 2019 e poi dare la colpa ad un software che non c’entra un bel fischio.
Problemi risolti, nessuno: in un partito delle opinioni importa il giusto, è il lavoro che conta.
Questo problema motivazionale/disciplinare non lo solvi eleggendo un board. La gente che non è d’accordo con le decisioni che qualcuno prende non muoverà un dito… mai. Specialmente se le prende qualcun’altro. Perciò c’è da aspettarsi piuttosto un calo di motivazione.
e 2. fa schifo, non ti ci affezionare.
Da anni non riesce ad esprimere una critica veramente valida, oppure fa critiche che riguardano l’incapacità del partito di decidere le cose giuste per risolverle… e poi fa questi riassunti emozionali di grande portata intellettuale…
Bwahahahahahahahahaa… ma veramente hai scritto questa cosa? Un ossimoro vivente?
oppure la selezione viene fatta all’ingresso per ottenere un partito di tutti dirigenti.
Oppure il problema dal quale stai tentando di evadere non esiste e si configura in realtà in modo completamente diverso!
Insistete con questa cosa, ma mostrami il caso quando questo aspetto sia mai stato il problema! Il problema sono stati i comportamenti, le deleghe indeterminate affidate ai certificatori, e l’inesistenza di un gruppo coordinamento… ma nulla di ciò prova in alcun modo, che abbiamo sbagliato a virtualizzare il board. Indica solo che siamo stati troppo paurosi ad adeguare le regole in modo che possano funzionare!
E da li partono tutti i problemi di corruzione che travisano la politica tradizionale. L’idea che questa possa funzionare meglio della democrazia liquida è altamente illusoria.
Aridaie a dare la colpa al software per non avere creato regole comportamentabili rispettate e non avere incaricato alcuna persona all’implementazione delle decisioni assembleari! Se un partito si rifiuta di comprendere i propri deficit per anni, alla fine poi è colpa del software? Ma che genialità intellettuale di profonda analisi!
ed ha invece incentivato la “guerra tra bande” interna
Cioè quello che vediamo in ogni partito a base di democrazia so-called “rappresentativa” (che però non lo è) e le sue “correnti”…
Nooonneeee… quante volte devo dire che l’intero programma è stato ratificato da larghi consensi >66% !???
oltre ad aver dissanguato il partito in sterili divisioni su inutili questioni di principio
Veramente sono sempre stati @solibo e @Cal a promuovere le votazioni a maggioranza semplice in LQFB perché si sono messi in testa che sia l’unico modo corretto di usarlo, cosa che poi si è scoperta essere sbagliata… eppure ancora oggi il regolamento è pieno di policy a maggioranza semplice.
Ma veramente volete “rilanciare” il partito sulla base di una falsa scrittura della storia del PP-IT da parte di una “minoranza vincente” … minoranza che sta vincendo adesso solo perché gli altri hanno abbandonato il progetto a causa dei problemi veri, quelli che voi avete impedito di mettere a posto perché credevate che i problemi fossero altri… e lo credete ancora, nonostante le controprove.
C’è una minoranza che da anni aspetta a fare il direttivo, e lo ha già fatto bypassando il regolamento (a quanto pare, giudizio legale pending).
E grazie ad https://arxiv.org/abs/1503.07723 sappiamo che la democrazia liquida funziona davvero ed è più rappresentativa di quella cd. “rappresentativa”.
Ritengo il termine propaganda diffamatorio se non puoi indicare in modo serio cosa in essa sarebbe scorretto. Io intanto ho debunkato tutta l’anti-propaganda che ho sentito contro liquid feedback.
Esatto.
Incontrarsi di persona è fondamentale per equilibrare il rapporto tastierocentrico ma gli strumenti digitali restano un mezzo importante e distintivo di questo partito.
Stai riaffermando quanto dicono le linee guida convivenza…
Perché sono stati fatti errori fondamentali come di insistere con le policy a maggioranza semplice… e perché fino a qualche settimana fa non avevamo eletto alcun organo a capo dell’esecuzione delle delibere. E allora, fammi ridere, come pensi possa funzionare il partito col direttivo liquido?
Non ci è mai stata una maggioranza legale d’accordo a fare fuori la democrazia liquida dal partito pirata. Stiamo pur sempre parlando di un’opinione di minoranza. Queste persone appaiono così tante perché si coordinano in una chat e hanno scelto di essere tutte presenti in questo thread… ma la dozzina dormiente in AP non credo proprio sia d’accordo.
Ecco.
E se a Praga non fossero cascati alla propaganda contro la democrazia liquida, ora starebbero ad usare quella. (Io posso usare tranquillamente il termine propaganda, al contrario di @Cal, perché ho scritto mezzo libro sulla falsità promosse da coloro che vogliono mantenere il controllo eletto ed eliminare la partecipazione dal basso…)
Piuttosto di un confronto direi che questo è un affronto.
abbiamo il grandissimo vantaggio (strategico, inteso come tale per il Partito Pirata) di poter vedere anche quanto sarà grande tra 30, 60, 90 giorni.
Cioè ti fai i conti sul quando mettere a votazione le cose in assemblea, eh? Come al solibo…
Ciò non significa essere critici, ma prima imparare, prima ascoltare
Non fatevi prendere per i fondelli, cari nuovi arrivati…
Dato che sta portando l’umanità all’orlo dell’autodistruzione, oserei non essere d’accordo…
ma non ho capito come sia stato possibile disinnescarne il funzionamento.
Ci siamo inventati un modo di usare LQFB non previsto dagli sviluppatori originali… da allora abbiamo seguito un loro errore sociologico di raccomandare le votazioni a maggioranza semplice mentre in realtà è più importante prendere decisioni ad alto consenso. Da quando sappiamo questa cosa, non la abbiamo messo in atto.
Appunto come proponiamo @mutek ed io, e come ha dimostrato attuabile il caso del programma pirata originale.
Grazie per l’ad hominem, ma mi pare che @storno e @mutek osano essere d’accordo, per non parlare delle persone che forse non osano aprire bocca in pubblico per non riscontrare problemi…
Eccetto se il sistema decisionale richiede un consenso. E tu che vorresti lavorare con un sistema di consenso non mi hai risposto alla domanda che ti chiesi: come hai intenzione di misurare il consenso? LQFB è un eccellente strumento per misurare il consenso e migliorarlo in un processo re-iterativo. Altri software capaci di svolgere questo ruolo non ce li abbiamo. Inoltre non ci possiamo permettere di perdere i pregi della delega liquida comprovata dal paper linkato in alto.
Che bella idea allora che il partito ha finalmente smesso di rifiutare di eleggere un gruppo di coordinamento che ha proprio quella responsabilità!
si passa troppo tempo, e tutte le energie, a cercare di vincere mozioni interne invece che proiettare politica all’esterno.
È così in tutti i partiti, ovunque facciano le loro assemblee. Ora se usiamo un metodo del consenso le cose potrebbero cambiare, ma tu stai boicottando di provarci!
migliorare la collaborazione all’interno del partito riducendo al minimo la conflittualità.
Lo dice chi si è fatto promuovere a moderatore senza passare per elezione in assemblea e che non fa rispettare il codice comportamentale ma piuttosto non sempre si attiene…
Se questo significa che si dovrà votare il meno possibile, così sia.
D’accordissimo. Ma permetti che si faccia senza buttare al cesso la democrazia interna rimpiazzandola con un board, che in tal caso i consensi non si faranno mai… il board prenderà nel giro di poche settimane l’abitudine di decidere tutto quello che gli è permesso decidere da sé.
Cavolata derivata dagli errori precedenti…
Esatto, ma ci vuole lungimiranza a capirlo…
Non fate in modo che questi problemi vi pieghino portandovi a pensare di cambiare metodo per alleggerire il peso da portare sulle spalle.
Si(gh).
Esatto. Lo Statuto super-naif del 2011 ci procurò un bel po’ di problemi che non avremmo dovuto avere. In quella occasione ho imparato che gli avvocati non sono automaticamente bravi legislatori. Nel 2015 poi abbiamo messo apposto la maggior parte dei problemi riscontrati, ma se solo da qualche settimana abbiamo un Coordinamento da statuto, è evidente che in 4 anni non abbiamo neanche iniziato a rispettare l’odierno statuto. Dare la colpa alla democrazia liquida di tutto questo è ampiamente ridicolo.
Nella prassi di Lenin era il politburo di pochi scelti a prendere le decisioni, e poi autoritariamente tutti dovevano seguire la decisione calata dall’alto.
Quello che proponiamo @mutek ed io è di prendere decisioni solamente condivise da un 80-90% del partito in modo che poi quando si tratta di metterle in pratica almeno siano tutti d’accordo nel farlo.
Sarà comunque necessario che il proponente della proposta votata sia responsabilizzato per la realizzazione e che il Coordinamento gli stia appresso per assicurarsi che le cose si fanno.
Tutta teoria, perché nulla di questo abbiamo mai messo in pratica.
Perché se avessi letto il post di Emmanuele, avresti capito (forse) che un partito che si regge sul lavoro volontario dei soci è incompatibile con un partito di votanti uguali per diritto che decidono cosa fare.
Un partito che vuole essere l’essenza della democrazia non può proseguire su altri temi se non vengono chiariti i procedimenti democratici.
Non credo sia un problema di LQFB ma piuttosto di richiedere la maggioranza qualificata e quasi l’unanimità sui valori e principi fondamentali.
Credo che l’approvazione a maggioranza semplice, per quanto legale e democratica, non sia sufficiente.
Qualche tempo fa ho scritto un articolo proponendo la maggioranza ordinaria dei 2/3 e per statuto e manifesto quella dei 3/4.
Questo significa che le mozioni di assoluta minoranza non passeranno e tutte le altre dovranno trovare un compromesso almeno smussando le parti divisive per arrivare alla maggioranza qualificata.
Se poi si devono approvare valori e principi fondamentali il 90% è il minimo.
Una volta definita la parte burocratica ed il manifesto comune i casi sono due, o sei d’accordo e magari ti dai da fare oppure in rari casi hai sbagliato ed è meglio che cerchi un gruppo dai valori e scopi compatibili.
Lince debunka e dissolve le tesi altrui, e poi invoca la Convivenza. Insomma…
No. I valori e i principi fondamentali non puoi votarli. C’è un motivo se i primi 12 articoli della Costituzione della RI sono immutabili, ad esempio. I valori e i principi fondamentali devono essere chiari dall’inizio, e sono ciò attorno a cui la gente si aggrega. Non è roba da votare: è tutto il discorso sull’identità del partito.
Significa che continuate a votare quando non ce n’è bisogno. A parte il fatto che se fate una votazione col 90% non passa neanche la semplice dichiarazione “il partito pirata è antifascista.”
Studiati lo storico delle votazioni passate con >=90% in AP… sono la maggioranza… la votazione contro Mussolini è passata col 92%. Debunked again. (uso vocabolario tuo, tra l’altro)
Ma come si fa a discutere con uno che cambia discorso ogni 5 minuti e non capisce che condannare il mussolini storico e dichiararsi antifascisti oggi sono due cose diverse, diosanto.
Scusami ma allora tutti questi discorsi che riguardano l’identità del partito perché li fate?
A parte i valori/scopi dichiarati in statuto gli scopi sono aggiornati/dettagliati nel manifesto approvato.
Capisco parlare del manifesto ma solo se contrario ai valori che comunque sono aggiornabili dall’assemblea come modifica statutaria.
Io partecipo in base ai seguenti scopi:
Art. 3. Scopi ed attività
L’Associazione ha i seguenti scopi:
promuovere la dignità dell’essere umano ed il primato dei suoi diritti rispetto a quelli di stato, imprese ed
altri enti;
promuove i diritti fondamentali riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dagli altri trattati di diritto internazionale e dalla Costituzione Italiana;
promuovere la tutela dei diritti civili in particolare in ambito digitale;
promuove la trasparenza e difende la privacy dei cittadini;
promuovere la democrazia partecipativa.
Infatti i valori fondamentali sono diversi e più alti; direi che di solito sono trasversali come la libertà, la felicità ecc.
Alcuni di essi sono l’identità del partito e qui ritengo essenziale: promuovere la tutela dei diritti civili in particolare in ambito digitale.
Se hai il valore della libertà non puoi essere fascista o comunista perché in ambedue le teorie c’è una idea di sopraffazione, anche se con motivazioni da valutare, ma entrambe le ideologie contravvengono al primo scopo del Partito Pirata, se ho capito bene.
Estremizzo: il PP-IT non ha una personalità pubblica, perché il ridotto numero di aderenti impedisce di farsi conoscere. Allora gliene viene attribuita una mitica, recuperata qua e là.
Di qui le discussioni, che sarebbero formative se non si trasformassero troppo spesso in battibecchi da cui si potrebbe desumere che il PP-IT è un partito di arroganti.
D’altronde se è arrivato ad essere il “Partito dei sei” un motivo ci deve essere.
Non vedo nelle discussioni la volontà di diventare il “Partito dei mille” condizione necessaria per smettere di essere un giocattolo e diventare un partito vero, in grado cioè di partecipare alle elezioni che così spesso si tengono in Italia.
Per le elezioni mi aspetto prima un certo numero di anni di consolidamento.
Prima di fare Il Partito Pirata bisogna fare i pirati ed i Pirati devono essere conosciuti e votati localmente.
Ben vengano i gruppi locali connessi a qualche lista civica specie se qualcuno si fa conoscere nel servizio ai cittadini e altri lo appoggiano promuovendo gli scopi del partito.
I pirati devono essere buoni amministratori ed operosi consiglieri, entrambi con una spiccata trasparenza.
Nel frattempo si deve lavorare da gruppo di interesse, quindi con specifica competenza.
Esatto. Qui si sta facendo finta come se la struttura del partito fosse colpevole di una fittizia inefficienza, ma basta guardare alla campagna elettorale Roma 2013 per sapere che
Nonostante eravamo solo in dodici ci siamo fatti conoscere presso tutte le formazioni in campo
Eravamo affiatati, di buon umore, sempre in giro per il centro a farci vedere con bandiere e tricorni
Non c’erano alcuni problemi riguardo a capacità di prendere decisioni, agire in tempo utile…
Anche i problemi di convivenza erano ridotti a confronto con quelli negli strumenti digitali, perché sul territorio discute(litiga)vamo faccia a faccia che è meglio.
A Berlino, per vincere le elezioni eravamo in tremila, non dodici.
Fa comodo dare la colpa ad un software, specie se l’obiettivo è di diventare board eletto del partito per potere finalmente decidere da soli… ma la realtà è che LQFB non ha mai impedito nulla. Al massimo ci metteva troppo tempo perché non abbiamo mai ratificato policy veloci — errore d’impiego e basta! Le proposte rifiutate, senza comprensione del problema, stanno nel database… basta ratificarle.
Dico tremila solamente nella città di Berlino… trentamila nella nazione intera. Per smuovere veramente la politica bisogna fare numero e per fare numero bisogna fare campagne mediatiche o elettroniche serie. Nel 2009, i Piraten hanno edificato tale base facendo parte a tutte le manifestazioni contro la sorveglianza e le regolamentazioni sceme della rete, e lentamente diventandone l’attore politico più credibile. Nel 2009, i Piraten erano omnipresenti in Twitter ed altri social — qualsiasi dibattito politico andava a fare riferimento ai pirati. Abbiamo un ruolo equivalente in Italia? Ma a malapena ci conoscono! E con la campagna che abbiamo fatto quest’anno ci considerano un progetto di nicchia che si occupa di temi di nicchia, non delle grandi problematiche della politica.
In tutti questi anni in Italia non siamo stati altrettanto proficui, e certamente non era a causa di chi è o non è eletto board. In Germania il board non importava nulla, e per questo tutti si sono attivati. Se il board avesse veramente preso delle decisioni, tutti se ne sarebbero andati.
Questo di solito è vero, ma è anche vero che il software perfetto non esiste e la sua integrazione in una organizzazione è soggetta ad una grande varietà di possibili problemi.
Al di là dei dettagli tecnico implementativi, non sono ancora certo che LQFB possa funzionare in questo momento storico.
Molte persone non sanno ancora battere alla tastiera senza guardarla, dunque è difficile possano partecipare attivamente ad una interfaccia inevitabilmente testuale.
E poi c’è il problema della lettura affrettata.
E quello ancor più profondo del fatto che laddove la popolazione di una organizzazione cambia radicalmente, qualsiasi voto precedente espressione di una comunità che non esiste più perde qualsiasi significato o forza.