Il punto non é se si puó dibattere su spazi privati, il punto é se il forum dovrebbe essere pubblico o privato.
Questo punto ha senso solo se puoi avere un unico forum
No, ha senso anche se puoi avere 1,2,3 … n forum dove per forum si intende una sezione della piattaforma. Anche se io fino ad ora mi stavo riferendo a Forum come all’intera piattaforma, in quel caso é la tua affermazione che perde di senso, a meno che non intendi fare n siti internet.
Non mi tentare. Potrebbe piacermi. Adoro i comportamenti border line. Comunque io più che darti ragione non posso fare.
Vedi… Ora scopro non solo che ti sto dando ragione, ma che ho addirittura ragione, ma che il software ci limita. È bello scoprire che tu sei libero di fare tutta la politica che vuoi, hai una perfetta democrazia (ad ascoltare qualcuno qua dentro) ma poi tra le tue decisioni e il software, vince il software.
Siete d’accordo che qualcosa non va? Niente di grave… siamo qui per porvi rimedio no?
Ciao ale, involontariamente ti ho risposto qui prima che ponessi la domanda.
Secondo me forum e LQFB servono scopi profondamente diversi. Per questo il forum dovrebbe essere totalmente aperto, mentre LQFB dovrebbe tutelare nel miglior modo possibile la riservatezza e l’autonomia delle elaborazioni condivise.
Per centinaia di anni l’elaborazione culturale occidentale si è sviluppata attraverso la contrapposizione ed il confronto dialettico di artefatti intellettuali elaborati privatamente.
La trasparenza durante l’elaborazione, in stile USA, è utile solo a marginalizzare le minoranze. Serve a lasciare il controllo della narrativa di un progetto nelle mani dei leader.
Non è qualcosa che mi aspetterei nel Partito Pirata. Ma francamente, non so più cosa aspettarmi.
@briganzia mi dispiace però questo non è un “gruppo orizzontale”, è piuttosto un gruppo steso dalla propria inconcludenza (absit iniura verbis), peraltro in difetto statutario secondo una lettura rigida. Questa tua affermazione secondo me sostiene ancora la proposta delle mozioni a tempo. LQFB è tremendamente deresponsabilizzate. Metti una mozione là, la voti, “vinci” e poi? Chi la mette in atto? Io so che la risposta di qualcuno sarà: bé… il Partito, ma il partito esattamente chi è?
Si danno quattro casi:
- Il partito sono gli organi eletti, che sono obbligati a mettere in atto le mozioni assembleari, e quindi considerando quest’esempio della liberazione delle mozione prendere la cassa e pagare le modifiche da fare (ma questo non è il modo con cui burocrate e tesoriere intendono il loro ruolo)
- Il partito sono gli iscritti che sono «obbligati» a mettere in atto le mozioni votate e quindi, sempre in un caso del genere, autotassarsi per realizzare queste modifiche (monetizzo solo per semplicità di argomentazione). PS - Lo statuto per me sostiene questa ipotesi.
- Il partito sono gli organi e gli iscritti, o un loro sottoinsieme, che, senza nessun obbligo, felicemente si prendono la briga di realizzare quanto stabilito dalla mozione (eventualmente autotassandosi o mettendoci del lavoro personale).
- Il partito sono tutti, cioè chiunque oltre gli organi e gli iscritti, che vuole partecipare a realizzare quell’obiettivo e per quello si darà da fare. Nessuno può obbligare nessuno, nessuno può sentirsi obbligato a fare nulla. Le cose si fanno perché si trova consenso per farle come dicono i liberali «tra gli uomini di buona volontà».
Questi quattro sono quattro partiti molto diversi. I primi due sono sostanzialmente partiti della tradizione marxista-leninista, autoritari e gerarchici (non sono offese, sono constatazioni). In cui qualcuno decide (l’assemblea in questo caso) e i singoli devono esegire. Io non sono contrario a fare un partito del genere, ma è chiaro che voglio essere pagato per il lavoro che faccio se qualcuno decide per me (alle mie tariffe professionali quantomeno).
I secondi due sono rispettivamente: un club di amici votati al martirio (perché tanto quelli che lavoreranno sono sempre gli stessi) e un vero partito libertario.
Se ci muoviamo nel secondo gruppo l’unica cosa che possiamo fare è diventare bravi ad essere attraenti per convincere le persone a fare qualcosa che è per noi, ma anche per loro stessi, come per esempio siamo stati attraenti con i candidati non iscritti a prendersi carico della campagna elettorale del partito. E essere attraenti significa anche essere onestamente autorevoli, quindi ammettere quando è andata male una cosa che può andare male. Prestabilire le cause e i tempi di fallimento in una mozione è un modo ragionevole per acquistare autorevolezza. Nessuno ovviamente impedisce che una mozione possa essere reiterata valutando le condizioni in cui la precedente è scaduta. Se nessuno ha fatto niente è illusorio replicare, se mancava una virgola allora l’interesse a reiterare e chiudere il processo sarà alto.
PS - @mutek ti avevo promesso che dopo le elezioni avrei iniziato a parlare di questo. ho iniziato.
Giuro di non capire. Stai sostenendo che il nostro parlamento nazionale, ad esempio, poiché fa dibattiti pubblici sulle proposte di legge, marginalizza le minoranze? E se li facesse non pubblici agevolerebbe le minoranze? Proprio non mi è chiara l’affermazione e soprattutto come la non trasparenza aiuterebbe le minoranze.
A me sembra l’esatto contrario. Un eventuale leader (espresso da una maggioranza) avrebbe molta maggiore possibilità di controllare la narrativa se può non confrontarsi con un pubblico esterno al proprio partito, dove ha già la maggioranza.
In cosa sbaglio?
Il parlamento nazionale ha un dibattito pubblico di fronte ai cittadini. I partiti che compongono il parlamento definiscono la loro posizione e gli elementi da portare nel dibattito pubblico tramite il dibattito interno, che non é pubblico. Voglio precisare che quello di cui parlo é di tenere il dibattito tra gli iscritti al forum, non di creare stanze dei bottoni. Se io mi iscrivessi ad un partito, non mi aspetterei di dibattere gli argomenti in piazza ogni volta che vado in sezione, mi aspetterei di elaborarli li con calma, farli decantare e portarli in piazza quando sono pronto.
Per esempio, nel caso di Renzi, lui era minoranza tra gli iscritti del partito ma riuscí a prenderne il controllo con l’aiuto di agenti esterni, il risultato é stato l’annichilimento delle sezioni.
si ok, però vorrei farti notare che nei primi due casi (ovvero partiti leninisti) ora avreste le mozioni pubblicate e sareste belli soddisfatti mentre siccome ricadiamo in uno dei casi successivi, a meno che non ce ne siano altri non contemplati, ora siamo qui a chiederci perché quelle mozioni non siano pubbliche, evidentemente siamo nel caso 3) .
Ti linkai in precedenza il punto sulla trasparenza nel programma per illustrare come noi pirati dopo lungi litigi siamo arrivati ad una sintesi più avanzata della tua prospettiva un po’ semplicistica. Stavolta te lo copio così magari non ti sfugge di nuovo:
Il Partito Pirata Italiano […] pratica la trasparenza al proprio interno, pubblicando online il proprio bilancio, mentre ogni decisione significativa passa dall’Assemblea Permanente ed è quindi una decisione collettiva di tutti gli iscritti, visibile a tutti. I Pirati sono però consapevoli che un’estensione ideologica ed eccessiva di questo giusto principio può portare al disconoscimento del diritto degli individui alla propria privacy, e anche a fenomeni di assoluta intrasparenza, ove le vere decisioni vengono prese in occasioni e con modalità segrete, nel mentre nei luoghi teoricamente deputati si recita la massima trasparenza pubblica. Se ad esempio si dovessero filmare e rendere pubbliche tutte le riunioni di gruppo parlamentare o di una commissione non sarebbe possibile litigare e dibattere apertamente. Sotto i riflettori diventa estremamente difficile riconoscere la bontà di un’idea che viene da un avversario, mettere in secondo piano l’affermazione della propria personalità, contribuire a migliorare le proposte altrui, la capacità di mediare fra esigenze contrapposte per arrivare ad un compromesso verrebbe spesso letta come debolezza, limitando fortemente la capacità operativa degli organi elettivi in favore di forti personalità carismatiche. La conseguenza più probabile è che il luogo reale delle decisioni si sposterà in circoli chiusi e segreti, mentre le istituzioni democratiche si trasformeranno in teatri ove si recita un copione scritto altrove.
Inoltre la tua opinione in alto implica un credo assiomatico nella applicabilità universale del concetto di coerenza. Ne avevamo parlato in precedenza, che tale assioma è fallace.
Esatto, come dice anche il nostro programma.
E questa è l’altra cosa che ho detto a @erdexe già due volte ma invece di metterci mano continua a parlarne…
Ovviamente il software ce l’ha la funzione per la pubblicazione dei contenuti in modo anonimizzato, ma non è stato preparato al modo come gli italiani poi lo avrebbero usato… “scannandosi” e commettendo ingiurie tra di loro.
Siete d’accordo che qualcosa non va?
Si, ho un elenco di cose che non vanno qui, sul mio profilo in AP. Sono anni che per ogni due che riesco a togliere me ne tocca aggiungere una nuova. E poi arriva uno che ha scoperto il partito l’altro ieri e crede di sapere cosa gli manca.
Avete tralasciato un’ulteriore ragione per non esporre i dibattiti del forum, perché non sono rappresentativi del partito — non contengono misurazione del consenso — perciò possono essere usati da media e concorrenti politici per bruciarci vivi… come è avvenuto in Germania. Per questo sarebbe saggio pubblicare solo le mozioni decise collettivamente, non le elucubrazioni a random…
La trasparenza durante l’elaborazione, in stile USA, è utile solo a marginalizzare le minoranze. Serve a lasciare il controllo della narrativa di un progetto nelle mani dei leader.
Anche questo un buon punto… e dato che l’elaborazione avviene in forum e non in liquid feedback, hai appena argomentato perché dovrebbe essere il forum ad essere chiuso mentre il liquid andrebbe aperto.
Ora mi aspettavo un’argomentazione convincente per la quale un partito riunito in assemblea permanente liquida non sarebbe orizzontale. Ma davvero stai dicendo che un gruppo che per esigenze democratiche non può non avere organi eletti per questo non sarebbe orizzontale? Specie noi che abbiamo costituito organi che se implementati secondo statuto sarebbero incapaci di fare il buono e cattivo tempo, al contrario dei vari direttivi di altri partiti?
Il partito sono gli organi eletti, che sono obbligati a mettere in atto le mozioni assembleari
Ah bene, un punto dolente che critico da tempo: dato che non abbiamo mai eletto un coordinamento, non ci è mai stato un organo responsabile a mettere in atto le mozioni… ce l’abbiamo nello Statuto dal 2015, ma non abbiamo previsto cosa avviene se tutti i pirati cospirativamente non eleggono alcune persone in quel ruolo… e non lo fanno per anni. Ora che il ruolo esiste, sai a chi rivolgerti per fare completare la pubblicazione dei contenuti in liquid. Grazie, bella.
Il partito sono gli iscritti che sono «obbligati» a mettere in atto le mozioni votate
No, gli iscritti sono solamente obbligati a non disrispettare le mozioni votate.
In cui qualcuno decide (l’assemblea in questo caso)
E ti pare poco.
e i singoli devono esegire. Io non sono contrario a fare un partito del genere, ma è chiaro che voglio essere pagato per il lavoro che faccio se qualcuno decide per me (alle mie tariffe professionali quantomeno).
Per questo non possiamo permetterci di eleggerti nel ruolo di coordinatore perché sarebbe tua responsabilità trovare chi realizza le cose che abbiamo deciso e poi ce la fai pagare. Giusto?
I secondi due sono rispettivamente: un club di amici votati al martirio (perché tanto quelli che lavoreranno sono sempre gli stessi) e un vero partito libertario.
Quello che abbiamo avuto finora e del quale hai constatato da qualche parte altrove non abbia ottenuto sufficiente successo politico a confronto con un’associazione come Hermes. Forse il “vero partito libertario” è il problema. Infatti anche il partito radicale non funziona seriamente, giusto?
Per l’esattezza il PP-IT è una via di mezzo, perché alla fine anche i coordinatori non possono essere veramente responsabilizzati per non avere trovato nessuno che fa i lavori aggratis. Ma almeno ci devono provare e stargli appresso. Tra le cose più deleterie per un partito sono le persone che promettono di realizzare X entro i prossimi 3 mesi e poi 3 anni dopo ancora non è stato fatto. Anche questa esperienza vissuta sulla pelle nel PP-IT. Il progetto euroliquid ne è una vittima.
Siamo hacker. Pirati. Non ci fanno paura.
Chiedo venia.
Sai com’è, sono un paria: non ho ancora visto la terra promessa di LQFB!
Per favore, non uscirtene con opinioni di uno che non le ha vissute queste scene. L’hai letta la storia di come sono crollati i Piraten in Germania? Tu personalmente non soffrirai dolore, ma se il PP-IT viene distrutto allo stesso modo la tua scelta di esporre l’altra guancia è stata suicida.
Chiedo che mettiamo in fila vantaggi e svantaggi e mettiamo da parte ideologismi ed opinionismi. Ma è davvero così difficile affrontare i problemi in modo razionale?
Ringrazio @ale per avere aperto questo dibattito e finora vedo che gli argomenti sono chiaramente a favore della chiusura del forum e dell’apertura del liquid. Dico quelli sostanziali, non le uscite ideologiche.
Touché.
Comunque il fatto che ricadiamo in uno dei casi successivi, che per semplicità possiamo unificare, è un nostro sentimento non suffragato secondo me dalla norma scritta, a meno di arrampicarsi sui sottili sofismi di lince
Ora cosa voglia dire questa frase mi è veramente oscuro. A parte l’italiano che non contempla (e una ragione ci sarà) la parola “disrispettare”, voglio dire. Perché si debba ricorrere ad una inutile doppia negazione: «obbligati non dis-rispettare», invece che dire, come è peraltro scritto: «obbligati a rispettare». E obbligati a rispettare ha un senso proprio, chiaro e diretto. Se la mozione dice che il partito deve andare a pulire gli escrementi dei cani dai marciapiedi, lo statuto sostiene che tutti gli iscritti sono obbligati a rispettare questa mozione, armarsi di paletta e bustine e pulire. Certe parole non hanno gradi di libertà. Lascerei ad altri partiti il dominio sugli obblighi-flessibili.
Comunque se fosse vero che gli iscritti fossero obbligati a rispettare (@mutek ci sei?), questo è esattamente quello che significa avere uno statuto non libertario.
Un partito libertario non pone sugli iscritti alcun obbligo. Tu ti iscrivi per sostenere qualcosa che ti sta a cuore, senza per questo necessariamente essere obbligato a pensare o ad agire in un certo modo. Lo fai, non lo fai, pazienza. Nessuno viene a sindacare. Funziona? Non è detto. Non funziona? Neppure è detto, dipende dalla capacità di convincere le persone. Oh… ma questo è proprio il compito di un partito, convincere le persone. Ma come pensiamo di convincere quelli che stanno fuori dal partito, se poi dentro il partito questo modello non funziona e invece si deve «obbligare a rispettare»?
Se la cosa si fa: festa e giubilo. Se la cosa non si è fatta, prenderemo tutti assieme coscienza che siamo un partito di fessi (o forse che le mozioni approvate facevano acqua).
Che il Partito Pirata non sia un partito libertario è nei fatti, proprio per piccole cose come queste, a volte basta una parola nello statuto e nel regolamento per cambiare notevolmente la struttura politica del partito. Per come è scritto lo statuto il partito non è libertario, anche se a noi forse piacerebbe che lo fosse.
Per me però non è neppure una questione ideologica però ma è una questione pratica. ( @Shamar io non ci trovo nulla di male nell’ideologia, trovo molto di male in quelli che vogliono imporre la propria abusando dei ruoli amministrativo)
In pratica trovare persone che si vogliano far insegnare come pensare o ben disposte a essere «obbligate a rispettare» qualsiasi cosa a prescindere (o se lince vuole «obbligate a non disrispettare» [sic]) ne troveremo sempre poche. La gente non va più in chiesa pensate che venga in un partito che si atteggia a chiesa? Anzi, più spesso troveremo quelli che vorranno che piuttosto dovremmo essere noi a non disrispettare (ah ah) le loro idee. Vero @Shamar?
Scegliere una strada libertaria, che è quella dei partiti che non obbligano gli iscritti a pensare o a fare qualcosa, ma in cui ci si convince, dialetticamente, a fare assieme qualcosa, è (difficile ma) dannatamente più semplice che fare il contrario, ovvero tentare di obbligare le persone di fare qualcosa che altri hanno scelto.
Una strada libertaria è anche nonviolenta. Poniamo che oggi si voglia far enforcing dello statuto e letteralmente «obbligare [gli iscritti] a rispettare» una mozione. Come si fa? No praticamente. Se @solibo gli escrementi non li vuole levare tu che fai? Lo cacci dal partito? Ok. Ti scassi i cabasisi per gestire un’espulsione con tutti gli annessi e i connessi. È lecito in questo partito, ma pur sempre un esercizio di violenza (piccola, niente di che, ma pur sempre violenza). Ma soprattutto è un ottimo risultato: perdite infinite di tempo e alla fine, fantastico!, uno in meno che leva gli escrementi. Alla fine te li vai a levare tutti da solo.
In un partito libertario nessuno caccia nessuno (per questo motivo almeno… poi immagino lince troverà mille altri motivi per cacciare qualcuno), ma tutti sono portati a cercare di convincere tutti a fare qualcosa per il bene del partito, e sperabilmente anche per il bene della società e non solo del partito. Non è meglio come prospettiva? Non dà più speranza? Non c’è più amore così? Scegliere male uno strumento, anzi una parola, nello statuto porta la guerra e la sfiducia, dove dovrebbe esserci la condivisione e l’amore.
Questo esempio illustra che hai certe lacune nella comprensione di testi legali. Se la Costituzione dice che l’Italia è fondata sul lavoro, nella tua logica ne dedurresti un obbligo per il governo di creare posti di lavoro per ogni cittadino che lo voglia.
La realtà legale è diversa. Dato che la Costituzione non prevede alcuna sanzione per i governi che non la implementano alla lettera, non ci si aspetta più che i governi la realizzino.
Perciò se l’AP sfornasse una scemenza come la descrivi tu, sarebbe l’esito normalissimo che si attiene solo chi ha voglia di farlo. Dopotutto il partito non può mica sanzionare tutti gli iscritti.
Ora per favore smettila con argomentazioni assurde come questa e torniamo on topic, grazie.
questo è esattamente quello che significa avere uno statuto non libertario.
Stai tentando di costruire una logica per la quale il partito sarebbe costretto a intraprendere una scelta ideologica mentre in realtà esiste solo nella tua testa. Libertari si è in certe situazioni perché è inevitabile, non è necessario postularlo e di conseguenza smettere di ragionare su certe cose perché piuttosto del ragionamento ci sta qualcosa di molto più pratico, l’ideologia.
Che il Partito Pirata non sia un partito libertario è nei fatti, proprio per piccole cose come queste, a volte basta una parola nello statuto e nel regolamento per cambiare notevolmente la struttura politica del partito.
Bwahahaha. Ma davvero ora ci vuoi vendere lo statuto del partito radicale e dirci che saremo un partito migliore? No, caro, lo Statuto tiene ben conto delle libertà individuali e non necessita alcuna ripulita ideologica. Che poi stai generalizzando— mostra dei pezzi di testo che secondo te andrebbero cambiati e forse ti darò ragione, oppure forse ti spiegherò perché sono giusti così come sono. Non aspettarti di convincere alcuna persona qui dentro con le generalizzazioni ideologiche.
io non ci trovo nulla di male nell’ideologia
L’abbiamo capito. E in questo già sei diverso da noi, non solo da me. Hai un approccio da vecchia politica.
In pratica trovare persone che si vogliano far insegnare come pensare o ben disposte a essere «obbligate a rispettare» qualsiasi cosa a prescindere
Vogliamo fare un esempio realistico? Tutti insieme in assemblea decidiamo che siamo contrari alla sorveglianza dei metadati. Tu ci rappresenti ad un convegno e presenti elogi sulla data retention. Noi ci arrabbiamo e discutiamo la tua espulsione dal partito. Mi pare logico, no? Ecco cosa significa un obbligo a rispettare il partito al quale hai scelto di aderire.
Ecco, qui hai descritto l’essenza del errore del tuo pensiero. Il partito non sono altri e non hanno scelto cose che invadono il tuo spazio. Stai descrivendo paranoie astratte.
Una strada libertaria è anche nonviolenta.
Il colmo poi se citi la non-violence, dandole un’interpretazione tutta tua. Una che ignora che tutte le scuole di non-violence stabiliscono che è necessario un moderatore o vibes watcher per mantere i buoni toni in un gruppo e se una persona insiste a disturbare il gruppo, di intervenire se necessario anche con determinazione.
Non è meglio come prospettiva? Non dà più speranza? Non c’è più amore così?
No, perché stai ignorando che senza moderatore o vibes watcher la non-violence non funziona, perciò si ricade nello stato di casino totale che avevamo nel 2012.
Tu stai tentando di educare il partito riguardo a competenze che evidentemente ti mancano, e non sulla base di scienze e studi, ma sulla base delle tue convinzioni ideologiche.
poi immagino lince troverà mille altri motivi per cacciare qualcuno
Smettila con gli ad hominem cretini dato che parli proprio alla persona che ha sempre cercato di fare non-violence preventiva proprio per evitare che persone valide diventino talmente estreme da dovere essere cacciate. Ogni volta che il PP-IT è stato incapace di integrare persone e le ha dovute espellere, una parte nel mio cuore ha pianto sapendo che con i metodi giusti, imparando veramente dalla non-violence piuttosto che di citarla a comodato d’uso, avremmo potuto integrarle.
P.S. Le tue elucubrazioni sul fatto che l’italiano non è la mia lingua madre fanno piangere, oltre ad essere ulteriori ad hominem. Prova tu ad impararti il tedesco quanto io parlo l’italiano. Usi retorica violenta ovunque vai e ti appelli alla non-violence. Pagliaccio. Sei una contraddizione su due gambe, perché la vera scuola della non-violence che evidentemente non conosci non è compatibile con la semplicistica ideologia libertaria.
P.P.S. E nessuno se ne esca con argomentazioni riguardo a coerenza. In questo forum nessuno sta praticando non-violence. Ne lui, ne io, ne i moderatori eletti. Se vogliamo praticarla ci vuole un nuovo moderatore meno opinato, meno inserito in tutte le nostre battaglie, che si legga le linee guida sulla convivenza, le comprenda per davvero e le metta in pratica. Se qui qualche nuovo arrivato ha voglia di introdurre i toni civilizzati che ci meritiamo, si faccia avanti… lo eleggiamo subito!
Io credo che senza scrivere regolamenti complessi, si dovrebbe ripartire semplicemente dalla netiquette. Per esempio si potrebbero evitare attacchi personali e flame war, cercare di stare sul topic…
L’inefficacia della netiquette as is è discussa nelle linee guida.
Non ho letto questo documento. Ti riferisci alle FAQ? Cmq, é inefficace con persone poco disciplinate. Il fatto che l’inefficacia sia dimostrata non dovrebbe trasformare la sua violazione in metodo. Si puó anche cercare di rispettarla sbavando qua e la
In effetti il discorso riguardo alla netiquette è altrove, parlo delle linee guida che mi sanguinano i bottoni del mouse per quante volte le sto linkando, ma purtroppo non sono ancora entrate nel dna del partito dove dovrebbero essere ancorate. In linea di massima la netiquette si può dedurre dal CoC che è parte del regolamento del partito, ma dato che siamo un partito non basta rispettarlo “sbavando qua e la”, perché al contrario di altri forum qui ci sono persone che hanno esigenza di imporre le proprie opinioni o addirittura di fare carriera, perciò se le regole comportamentali sono rispettate solo dalle brave persone, ce ne saranno altre che le infrangono ed altre ancora che le infrangono in modo strategico. Per illustrarlo con una immagine da Padre padrone, camminano sulle corna della brava gente.
Una delle persone che ha fatto grande carriera nel PP-DE fu proprio uno che dal primo giorno che lo conobbi agiva in modo estremamente strategico ad approfittare dell’assenza di regole comportamentali. Ha edificato una carriera di partito sulle menzogne e sui comportamenti abusivi. Avessimo avuto gli RdC nel PP-DE nel 2009, colui non avrebbe fatto alcuna carriera. Invece è stato catalizzatore dell’implosione dell’intero partito perché nel momento critico ha sempre saputo mettere i propri interessi (da eletto parlamentare) al di sopra di quelli del partito. La sua candidatura fu la più contesa delle 15, ma altrettanto quanto c’erano le persone che avevano capito quanto era pericoloso, ce ne erano altre che lo adoravano come un leader. Era carismatico. Sapeva esprimersi. Le televisioni adoravano i suoi modi polarizzanti. Ora che è passato ai socialdemocratici è scomparso dalla scena — sarà che la SPD ha le strutture più solide contro i soggetti che ci provano a fare la scalata.
vorrei però farti notare che stai mescolando cose molto diverse. Le regole non impediscono la nascita di leaderismi (e forse è giusto così) né possono impedire alle persone di “scalare” il partito assumendo ruoli di maggiore esposizione mediatica (e forse è giusto così) e poi di scegliere se saltare la barricata e finire da qualche altra parte (e forse è giusto così). Secondo me le regole di convivenza sono importanti, ma servono semplicemente per favorire un dibattito più fluido che non degeneri subito in rissa. Il tuo difetto, secondo me, è che invece di limitarti all’applicazione di regole formali che partono dall’idea che puoi dire quello che ti pare ma nel modo giusto, ovvero compatibile con un comune senso di civiltà nel linguaggio e nei modi, entri nello specifico e nel contenuto del messaggio attribuendogli patente di verità o di falsità e arrogandoti quindi il diritto di decidere cosa possa essere detto e cosa no.