Fattibilità del reddito di esistenza

Grande @briganzia. Ti straquoto e ti lovvo.

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Allora perché ha funzionato in India e in Africa (cf. Pistono) ?

Per quanto ne so in India c’è stato un esperimento nel 2011 su 8 villaggi. Come tutti gli esperimenti è stato un successo. Anche in Africa mi sembra ci sono stati solo esperimenti. Come mai di fronte ai “successi” non si è proseguito estendendo il reddito alla nazione?

E comunque non era questo il senso della mia affermazione, lo sintetizzo così: per permettere ad un italiano di avere un reddito di esistenza di diciamo 600 euro 10 indiani debbono fare una vita di merda… (mi sembra che il reddito di esistenza degli indiani nell’esperimento fosse 200 rupie, intorno ai 3 euro/mese oggi, non so nel 2011). Altri debbono morire di tumore e vedersi distruggere il territorio per l’estrazione del petrolio, altri ancora …

Al momento l’unico esperimento di più ampio respiro è quello portato avanti da GiveDirectly in Kenia (vd. qui). In effetti il RdE potrebbe essere fattibilissimo come mezzo di redistribuzione della ricchezza dal nord al sud del mondo, principalmente perché il tasso di cambio lo consente (il reddito medio annuo di un keniota è l’equivalente di 400US$).

Ragionamento che condividiamo da mo, ma la conseguenza che perciò sia di alcuna utilità che ognuno si faccio il suo orticino è quanto, in presenza di realismo, è un ragionamento sbagliato.

Come mai gli italiani hanno eletto Berlusconi nonostante le sue connessioni alla mafia? Perché nella politica la verità spesso non conta.

Ho spostato 4 messaggi in un nuovo argomento: Reddito base proveniente da una moltitudine decentralizzata

Linkiesta legenda est

è anche un segnale del fatto che oramai si sta andando in questa direzione e non soltanto i paesi del nord https://www.theguardian.com/politics/2017/jan/01/universal-basic-income-trials-being-considered-in-scotland?CMP=share_btn_fb In Italia nessun soggetto politico sta aggredendo questo tema come lo facciamo noi. Per questo dobbiamo insistere ed elaborare una proposta che possa irrompere nel panorama politico.

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Ho spostato 3 messaggi in un nuovo argomento: Pensionati all’estero: confine tra l’accettabile e l’anomalo

E come può questa tua idea non essere in contraddizione col RdE? Perché a sto punto potrei dire “se dai quattrini cash alla gente, invece di garantirgli il welfare pubblico, la gente se li sputtana al videopoker”.

Esatto. E non è offensivo dirlo in quanto ormai è un dato scientifico: Un tot di persone non è in grado di organizzarsi la vita da se. Dargli i soldi non è libertà, è solamente una scusa per poi dargli la colpa della propria miseria.

Perciò il RdE per me non è una distribuzione di denaro e chi s’è visto s’è visto. È una fondamento finanziario settimanale abbinato ad infrastrutture fondamentali di welfare che sono da espandere, non da rimuovere.

Per caso stai confondendo il RdE con il reddito di cittadinanza o addirittura con le idee liberiste della negative income tax?

Ho spostato 7 messaggi in un argomento esistente: Criticità del bitcoin, della blockchain e della ideologia anarcocapitalista

Un momento, il rde non sostituisce il welfare ma lo integra. Scuola, sanità ecc… non possono essere monetizzati con qualche forma di reddito aggiuntivo. Ciò che viene smantellato sono i vari sussidi di disoccupazione, cassa integrazione e sostegno al reddito che verrebbero assorbiti dal rde. Però inviterei Lynx a non scivolare lungo la china pericolosa del paternalismo, se un tot di persone NON E’ IN GRADO di organizzarsi la vita da sé o è perché soffre di qualche malattia o allora deve imparare ad organizzarsi la vita da sé. La libertà ha un prezzo che dobbiamo accettare.

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No, semplicemente la complessità dell’organizzazione non è affrontabile da un tot di persone. E’ così che è nato lo stato. E, a mio avviso, è questo il motivo per cui il “territorio” dello “stato” è diventato sempre più grande.

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Ok scusate allora avevo frainteso il senso del post di Lynx. Ma allora torno a ribadire che il RDE non è sostitutivo di un welfare,

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Un RdE dà almeno una quantità di soldi per non rientrare nella fascia povera della popolazione (intesa come sotto la soglia di povertà).

Questo può avvenire in un contesto di libero mercato sfrenato, ma ciò non garantisce che troviamo scuole imparziali o almeno non politicamente, commercialmente, ideologicamente, religiosamente orientate come potrebbe accadere se la scuola pubblica viene meno a favore di tante private (anzi è quasi certo che accade proprio ciò, senza contare che le migliori saranno più costose e quindi non accessibili ai relativamente poveri). Oltre questo i poveri è facile che dovrebbero accontentarsi di pessimi prodotti che puntano al risparmio e sono legati a scelte non etiche (come ne è pieno il libero mercato), ecc. ecc.

Dunque, è necessario che il RdE si accompagni ad una politica economica sana e che esistano dei servizi strategici (così chiamati) statali e di riferimento per il cittadino. Inoltre, il concetto pirata dell’informazione (da condividere) presuppone che il mercato restringa alcuni suoi ambiti di guadagno e che questi passino al settore pubblico, accompagnati da coerenti licenze di pubblico dominio.

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Dopo un lungo e meticoloso studio e di raccolta dati, nonché svariati confronti seppur occasionali che hanno apportato miglioramenti, ho caricato su GitHub un progetto per portare avanti un programma politico collaborativo per riformare il sistema finanziario e renderlo solidale.

Ritengo che il Reddito di Esistenza sia una via percorribile e tra le varie concezioni di reddito base è l’unica che può funzionare bene (no reddito minimo garantito, no sussidi di disoccupazione).

Le argomentazioni strettamente inerenti a questa tesi sono contenute in 3 capitoli: Reddito di esistenza (come introdurre un RdE, quantificarlo, e l’importanza di poter vivere con un lavoro a tempo parziale); Finanziare il reddito di esistenza (il costo è di 275 miliardi di € l’anno e si mostra come sostenerlo); Risolvere la povertà (considerazione sulla crescita demografica, l’obbligo o meno di lavorare, i benefici per l’economia del dono, rischio immigrati).

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Sylvan forse è il caso di aprire un thread per ogni capitolo che hai linkato?

Ho spostato un messaggio in un argomento esistente: Finanziare il reddito di esistenza in Italia

In un precedente post avevo lasciato spazio al tuo dubbio e cercai di usare una forbice per non considerare tutta l’IRPEF. Però, riflettendo, i soldi che arrivano all’azienda diventano non tanto guadagni per i dipendenti (punto che mi aveva fatto fare un passo indietro), ma comunque guadagno per i proprietari. Non possono seguire una via senza ricevere un’imposta sul reddito. Con il maggiore reddito che si ritroveranno i proprietari, questi possono decidere se: aumentare il reddito ai dipendenti, fare spese per migliorare e potenziare l’azienda, tenere i soldi per sé. Quindi ho riconfermato l’iniziale impostazione.

Più precisamente 275 è la quantità complessiva di soldi coinvolti, ma l’effettivo costo (ovvero i nuovi soldi che servono) sono 77 miliardi di €, obiettivo raggiungibile recuperando il nero con una moneta elettronica oppure risolvendo le tante inefficienze e sprechi - spesso studiati e stimati - presenti in Italia. Quindi anche un parziale risultato su entrambi i fronti raggiungerebbe lo scopo.