Ma se chiunque può proporre le istanze — verrà ignorato solo se nessuno lo vuole ascoltare.
Applicando i risultati dello studio scientifico significa: se Salvini effettivamente rappresenta la volontà di quella percentuale di italiani, allora avrà quel potere anche se l’Italia fosse una enorme democrazia liquida. Ma restano fattori quali la capacità di cambiare delega in qualsiasi momento o la capacità di non essere più d’accordo con Salvini su qualsiasi cosa, per esempio togliere l’abuso d’ufficio. Nella democrazia rappresentativa puoi regalare l’anima a Salvini per le sue politiche di migrazione e quando poi si dimostra essere amico delle corruzioni non puoi più cambiarci nulla. Nella democrazia liquida il bello comincia li.
Cal, continui a sostenere cose che a seconda vista si rivelano sbagliate. Perché non ci pensi prima pure tu? Basta approfondire gli scenari e non buttarsi subito sul è la stessa cosa…
Esatto.
Cioè così come certe cose nel Partito Pirata qualcuno le fa senza mai chiedere l’assemblea? Si, questi sotterfugi possono sempre starci — se l’apparato di giustizia però decide di essere severo in questo senso, potrebbe esserlo. Siamo noi che stiamo permettendo la governance via Twitter o Telegram — possiamo anche intervenire.
Invece si che lo è. Lo dimostra ogni esempio che fai.
No, non lo è perché in una chat iniziano subito a manifestarsi dinamiche da piccolo gruppo sociale… persone che non osano aprire bocca per non fare la figura del cagacazzi. In DL potrebbe essere simile, ma non cliccare un sostegno è assai più facile del aprire bocca per esprimere un dissenso. Perciò LQFB ci offre comunque dei vantaggi anche quando siamo pochi.
Chi ha sperimentato la DL con LQFB si è necessariamente accorto che presenta dei limiti. In questi casi c’è chi vuole cambiare e chi vuole fare manutenzione.
Manutenzione che del resto riguarda configurazioni proposte già dal 2013 circa e mai attuate. Roba triviale. Non stiamo mica a parlare di cambiamenti al codice.
Esatto. Le tempistiche di certe cose sono esagerate. Elezioni non sono un tema che necessita 3 settimane di discussione. Se proprio vogliamo eleggere persone in modo palese, cosa che non si dovrebbe fare, tanto vale farlo in tre giorni. Un’altra occasione nella quale è palese che la configurazione prevista dal regolamento è ben-altro che ottimale.
E lo stiamo chiedendo da una settimana!
Toh, questa è interessante.
ed utilizzare i ruoli di Project leader
Esplicitare in modo più formale che coloro che vincono una votazione poi sono responsabili dell’esecuzione, con l’aiuto del Coordinamento?
Ogni tanto è il caso di mettere l’enfasi sul consenso esterno al partito…
Perché come dissi prima l’abbiamo sempre usata in modalità di guerra con le maggioranze semplici invece di quelle orientate al consenso.
Voi da una parte teorizzate che le maggioranze semplici fanno male, dall’altra criticate che i consensi non funzionano e altrove ancora che le decisioni prese insieme sono una forma di dittatura contro gli individui… ma in realtà non ci sta alcun male se diventa più difficile arrivare ad un consenso, perché in tal caso significa che restiamo liberi di sviluppare ognuno le nostre opinioni e dove non c’è consenso non c’è centralismo! Mentre quando siamo tutti d’accordo, il centralismo non provoca alcun dolore!
Quello che ci serve è un organo in grado di ascoltare.
E mi pare che sia questa la risposta. Non dico che LQFB come tale sia una piattaforma ideale per sviluppare un consenso, cioè per mettere tutti d’accordo (e probabilmente non lo è neanche questo forum — secondo me ci vuole una specie di Kialo con controllo scientifico), ma continua ad essere l’unica piattaforma che rispetta la democrazia liquida e al contempo è in grado di misurare a che punto stiamo col consenso.
Importante sviluppare una cultura della collaborazione alla proposta piuttosto che di fare un’esplosione di proposte concorrenti. In questo senso si potrebbero fare delle piccole patch al software per facilitare la ricerca del consenso.
Cioè tornare a tutti i problemi delle strutture cd. “rappresentative”… col board che decide le cose e l’assemblea che dopo si arrabbia. E nulla di guadagnato a confronto con il board trasparente e liquido. Aggiungiamo solo la perdita di controllo sugli eletti una volta eletti. Una netta perdita di qualità della democrazia su tutti i fronti.
perché l’accento non può che essere sulle qualità umane.
Cioè quel aspetto della politica che più di ogni altro ci cade sempre sui piedi: la fiducia nelle persone.
Stai riversando un problema di scelta di configurazione di LQFB nel regolamento sullo strumento stesso? Ti rendi conto che se non ci fosse un consenso ad eleggerlo in tale ruolo, un board che decide queste cose alla faccia degli iscritti potrebbe farlo per ragioni nefaste? Comprendi che è meglio correggere la configurazione di LQFB in modo che in futuro l’elezione è più celere ma al contempo riflette la volontà degli iscritti e non di un qualche board, con le potenzialità di corruzione che questo può implicare?
Per me puoi anche farlo dato che io credo alle barre verdi in fase di dibattito, perciò per me @storno è praticamente già eletto. La ratifica è solo una formalità. Ma se fai questo facci anche l’onesto piacere di proporre una correzione della policy di elezione del regolamento, così questa situazione non si ripete più! Grazie. È una questione di onestà intellettuale, come dice @Shamar.
Pare una minchiata: è ovvio che quel regolamento è sbagliato per le elezioni, eppure io neanche ci provo a scrivere una proposta d’emendamento sapendo che @solibo si inventerà chissà quale assurda motivazione per essere contrario. Lui è sempre contrario a quanto propongo io, tanto vale non partecipare più in AP. La democrazia liquida non risolve tutti i problemi, no. Quando ci sta un odio personalistico irrazionali disposto a buttare all’aria qualsiasi ragionamento razionale, non c’è metodo democratico che regge. Neanche il board.
Si, infatti il PP non ha senso se non è strutturato in un modo anarco-tecnologico pirata.
Vai a consultare il programma dei verdi, della Linke, ma in parte addirittura dei libertari…
Giusto, perciò le politiche della Rete che supportiamo ora finirebbero sotto supervisione delle potenze lobbiste che non hanno più il problema di dovere convincere un’intera base di partito — basta invitare i vertici ad un evento di networking in qualche isola romantica al mare… allora siamo sicuri che vogliamo tornare ad avere i vertici nel partito? E chi se lo fila più il partito se la democrazia liquida viene usata solo per sviluppare il “programma”, cioè quello scopo che gli eletti una volta in parlamento tanto ignorano o adattano a dovere comunque?
L’enorme vantaggio della democrazia liquida — la sua inerente resistenza alla corruzione — sarebbe gettata a mare, presso quel ristorantino di lusso sponsorizzato da Google.