L'antisessismo rifiuta il costrutto definito come "patriarcato"

Apro questa discussione al fine di contestare l’uso del concetto di patriarcato, si raccolgono pareri personali, nel caso si ritenga necessario chi di dovere apra una proposta in Assemblea

QUESTA E UNA CITAZIONE, PREGO DI SCORGERE LA FILOSOFIA DELLA TESI IN MANIERA BILATERALE NONOSTANTE L’AUTORE NE PARLI IN OTTICA DEL SUO ATTIVISMO MIRATO AI DIRITTI MASCHILI

Come avrete intuito, noi partiamo dall’assunto che la società tradizionale, così come è esistita per millenni, sia stata bisessista. Questo significa, detto in parole povere, che entrambi i sessi erano ugualmente oppressi, sebbene in modo diverso: gli uomini erano costretti nei loro ruoli di hyperagency (erano più liberi di agire rispetto alle donne, ma dovevano usare quella libertà per ottemperare a tutta una serie di doveri sociali che gravavano esclusivamente su spalle maschili: trovarsi un lavoro, mantenere la famiglia, e andare a morire in guerra in caso di necessità, ecc.; inoltre erano meno protetti e tutelati: erano il “sesso sacrificabile”), le donne nei loro ruoli di hypoagency (la vita delle donne era cioè molto più “statica” e caratterizzata da una mancanza di libertà: ad esse si appioppava il ruolo di badare alla casa e ai figli, in cambio però della protezione e della sicurezza economica che il lavoro del marito forniva loro e della tutela sociale: in caso di emergenza la vita della donna era da salvare prima di quella dell’uomo). Dato che la libertà è solo uno dei vari fattori che determinano la qualità dell’esistenza umana, e che la tutela co-partecipa di buon grado nella valutazione di tale qualità di vita, non si può affermare che gli uomini stessero meglio delle donne o viceversa. E, a dirla tutta, né gli uomini né le donne erano liberi di vivere la loro vita al di fuori dei ruoli di genere che venivano loro aprioristicamente assegnati, quindi anche la libertà di cui godevano gli uomini era limitata e valeva solo in determinati ambiti. Ciò che è invece possibile affermare è che il tradizionalismo fosse “”””egualitario”””” in maniera negativa, nel senso che uomini e donne erano oppressi ugualmente (sia chiaro, aberriamo il tradizionalismo e non ci torneremmo neanche se ci pagassero, ma bisogna riconoscere questa cosa). Nell’ambito del tradizionalismo, quindi, non è possibile parlare di privilegi, vantaggi o svantaggi, né maschili né femminili, a maggior ragione se si vuole mantenere una visione d’insieme della questione. Tuttavia, la società attuale non è più quella di cent’anni fa, e su una base tradizionalista si è innestato, negli ultimi decenni, un nuovo strato progressista (o finto tale). Questo strato si chiama femminismo. Come ben sappiamo, il femminismo è fondato sull’idea fallace che in un sistema tradizionalista fossero gli uomini a stare meglio. I femministi hanno diffuso quest’idea fino a portarla nelle istituzioni, e di conseguenza negli ultimi decenni ci si è occupati solo dei problemi delle donne e mai di quelli degli uomini. Quindi, ora, chi sta peggio?

Non ci piace parlare di privilegio, perché sembra un’accusa e non vogliamo affatto insinuare che le donne non abbiano problematiche irrisolte: ne hanno, soprattutto a livello sociale, e qualcuna ancora in ambito istituzionale. Tuttavia, gli uomini hanno la stessa quantità di problematiche sociali, e a queste va aggiunta una valanga di discriminazioni da parte delle istituzioni. Sono i compiti arretrati del femminismo, quelli che gli costeranno la bocciatura a fine anno. Il femminismo è proprio come un alunno scapestrato: non solo si concentra su una sola materia fregandosene di tutte le altre, ma va anche in giro a sfottere e bullizzare gli altri alunni a cui quelle materie invece interessano. In sintesi, se la situazione di partenza, ossia il tradizionalismo, presentava un equilibrio in negativo, al giorno d’oggi si ha una situazione di squilibrio, il ginocentrismo, in cui le donne hanno acquisito la maggior parte dei diritti che dovrebbero avere, mentre gli uomini sono ancora al punto di partenza. Da qui la necessità di non riconoscere il concetto di patriarcato ma di bisessismo/tradizionalismo

fonte: https://www.facebook.com/dirittimaschili/posts/1432788643505874

Il mio parere personale, visto che lo chiedi esplicitamente, è che il testo sia incredibilmente superficiale nell’analisi storica, sociologica e politica.

In particolare del femminismo effettua un analisi superficiale basata esclusivamente sui suoi aspetti estremi. Il bullismo che descrive l’ho osservato sopratutto in gruppi di femministe statunitensi… e chi le copia. Si tratta di uno di quei gruppi di attvisti che necessitano di un nemico per definire un’ identità a supporto di una piccola struttura di potere. Combattono una guerra che non si possoni permettere di vincere, perché la vittoria comporterebbe la fine del gruppo stesso. La lotta è un mestiere, non un fardello. Non ci sono solo certi gruppi femministi in questa categoria, ma anche certi gruppi di estrema destra o di estrema sinistra, gruppi razzisti di tutti i colori etc… Tutti fondano la loro struttura di potere sull’odio e sulla paura, odio e paura che alimentano invece di combatterlo attraverso dialogo, collaborazione e riflessione. In sé, rappresentano gruppi omogenei di consumo, per cui vengono anche supportati dalle dinamiche del Capitalismo che richiede segmentazione del mercato.

Ho però conosciuto moltissime femministe concretamente attive nel supporto alle donne invece che nella lotta agli uomini. Semplicemente non sono altrettanto rumorose delle altre.

L’analisi storica poi accomuna tutti i maschi e tutte le femmine della storia senza tenere conto delle notevoli differenze di ceto, classe sociale, momento storico e collocazione geografica.

E il fatto che le istituzioni siano “ginocentriche” si scontra con la realtà evidente per qualunque madre che si trovi a lavorare in esse.

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Il patriarcato è purtroppo un dato di fatto, i numeri sono chiari. La discussione può essere su quale tipo di lotta può essere efficace e quale no. Banalmente, la lotta femminista “contro” il maschile è inefficace e in alcuni casi ottiene l’effetto contrario di rendere paradossalmente “fallocentrica” la donna. Al contrario, una buona lotta femminista è quella che difende la dignità delle specificità della donna. Anzi, dovrei dire del femminile, inclundendo in questo modo anche le tematiche lgbt.

EDIT: perdonate le numerose ripetizioni ma ho scritto di fretta senza rileggere.

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Approfitto di questo topic per riportare quanto discusso sul forum di questionemaschile.org (per chi non lo conoscesse) riguardo la nascita del femminismo e le sue ragioni economico politiche.

Questo l’ultimo post.

Oh belin. Ma sul serio dobbiamo discutere di un topic dove il “moderatore globale” declina lo stato della società in base a quanto le donne scopano prima del matrimonio? Ma lui non ha mai scopato prima del matrimonio?

Pensa che io sono per abolirlo, il matrimonio.

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Ma sul serio l’hai letto? :smiley:

Solo finché il mio fegato ha retto. Quando sono arrivato al grafico sulla “promiscuità femminile” mi stava venendo la cirrosi epatica.

Allora già, la questione MRA, è collocata vicino l’alt right ingiustamente, ma so della possibilita di apportare un punto di vista moderato e sensato riguardo gli equilibri di potere nella società tra i generi, dunque si analizzino bene le opinioni esterne prima di portarle sul tavolo.

Nel link riportato non ho trovato nulla di interessante.

Io non sono un femminista. Ma queste analisi appaiono veramente superficiali.

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appunto il mio avviso è dedicato a coloro che portano cose sul tavolo hahaha

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Afferrato staró piú attento. Il mio voleva solo essere uno spunto di discussione dato che mi interessava raccogliere pareri esterni appunto alla moderazione di quel particolare topic che in qualche modo contrasta con questo. La vostra reazione é stata alquanto esplicativa grazie. A mio modesto parere né patriarcato né matriarcato hanno motivo di sussistere in una societá civile in quanto in entrambi i casi il potere é intrinsicamente mal distribuito. Penso peró che se si parla dell’uno é altresí importante considerare e discutere del suo opposto, indipendentemente da cosa é andato storto per la maggiore nel corso della storia, tutto qui.

Ieri in Tolda ci è stata un’altra ondata di promozione del concetto di antisessismo che non è quello che può sembrare, visto in ottica ottimista, ma piuttosto è il rifiuto del femminismo e che si parli di sessismo ovunque esso di fatto c’è.

Lo abbiamo smascherato quando si è tentato di dare l’impressione che il gender pay gap non esista, indicando una cifra assurda di distacco del 30%, mentre in Italia il gap è sui 8% (ed in Germania sui 20%!). Piazzando una falsa informazione per poi refutarla, si vuole generare FUD sul fatto che il gender pay gap sia una vera questione da discutere. È una tecnica retorica tipica della alt-right, una variante del argomento fantoccio. Fatto sta che avere 8% in meno alla fine di ogni mese non è divertente.

Gli strateghi della propaganda alt-right hanno trovato anche un’altra falla, che ormai la stra-maggioranza di documenti ufficiali riguardo alla violenza domestica premettono che il problema è la violenza contro le donne. Esempi: FRA, IPOL, EPRS EBS, EC. Loro hanno tirato fuori dal cappello la folle teoria che la violenza contro gli uomini sarebbe altrettanto grave e alta. Trovare evidenza che questa è una balla allo stesso livello della negazione del riscaldamento globale non è facile, ma eccola, linkata su Wikipedia:

McQuigg, Ronagh J.A. (2011), “Potential problems for the effectiveness of international human rights law as regards domestic violence”, „This is an issue that affects vast numbers of women throughout all nations of the world. […] Although there are cases in which men are the victims of domestic violence, nevertheless 'the available research suggests that domestic violence is overwhelmingly directed by men against women […] In addition, violence used by men against female partners tends to be much more severe than that used by women against men. Mullender and Morley state that ‘Domestic violence against women is the most common form of family violence worldwide.’“

E ancora:

García-Moreno, Claudia; Stöckl, Heidi (2013), “Protection of sexual and reproductive health rights: addressing violence against women”, „Intimate male partners are most often the main perpetrators of violence against women, a form of violence known as intimate partner violence, ‘domestic’ violence or ‘spousal (or wife) abuse.’ Intimate partner violence and sexual violence, whether by partners, acquaintances or strangers, are common worldwide and disproportionately affect women, although are not exclusive to them.“

Cioè l’intero progetto ideologico del “antisessismo” si fonda su una epica balla che una volta instaurata nelle menti facilmente diventa certezza granitica che effettivamente manipola l’opinione pubblica di chi si trova un promotore di “antisessismo” nel giro sociale.

Per non soffermarsi troppo a lungo su questa balla fondante, i promotori subito passano a promuovere argomenti secondari quale la probabilità di una donna violenta di non essere condannata quanto i maschi. Ma considerando il primo punto base, è assolutamente ragionevole che i giudici favoriscano la probabilità che la colpa era del maschio. Forse sarebbe ragionevole assumere che la colpa sia di chi ha maggiore forza fisica, che a quanto pare alla fine il problema della violenza domestica si riduce a quello: chi può menare e chi ci perde a provarci.

Vogliamo per questo parlare della violenza perpetrata da adulti verso i bambini? Magari da parte delle donne che, subita violenza da parte dei mariti, la riproducono contro i propri figli? Si, se ne può parlare, ma non inventiamoci che per questo esistano le fondamenta per un “antisessismo.”

Detto ciò voglio arrivare alle conseguenze: Siamo un piccolo partito nel quale una persona, io, si è fatta il lavoro di ricerca per debunkare questa fesseria. Così come stiamo messi, se domani smettessi di partecipare, fra 6 mesi tutte le donne avrebbero abbandonato il progetto e gli uomini sarebbero convinti che il femminismo è una cazzata. Semplicemente perché le verità scientifiche non sono incastrate nel DNA del nostro partito. Se una propaganda ci viene ripresentata continuamente, e se per caso è anche accomodante della maggioranza dei pregiudizi o in questo caso del banale fatto che quasi tutti gli iscritti sono maschi, il PP può diventare vittima di manipolazione alt-right.

Non ci credo che il PP riuscirà da se a difendersi da tutte queste ondate di propaganda che l’Internet sta sfornando, che conquista le menti deboli su Facebook ogni settimana. Prima o poi una di queste minchiate colpirà anch’esso — eccetto se mettiamo il metodo razional-collettivo in atto per davvero. Se le ricerche a debunkare le propagande non finiscono nel nulla, ma servono ad arrivare ad una convinzione intersoggettiva che questo pensiero è da rifiutare — e se poi di conseguenza impediamo ai promotori di insistere con questa porcheria, di continuare a confondere le menti con FUD e disinformazione.

E così è la deduzione logica quello che ho detto ieri in Tolda, che una persona che è stata manipolata a tal punto da promuovere di sua iniziativa questi pensieri distorti e falsi, possa essere fermata dal arrecare danni al partito pirata, e potenzialmente all’immagine del partito pirata.

Noi dobbiamo essere il luogo dove le persone trovano il debunking di queste teorie, non la loro promozione. Affinché abbiano ragione di fidarsi di noi ed affidarci il loro voto.

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chissà come mai questo tipo di argomentazioni arrivino sempre dall’alt-right. Forse perché sono tematiche rossobrune?

L’alt-right è la conseguenza di una Rete che favorisce l’odio, la disinformazione, la manipolazione. L’alt-right è nata su siti come 4chan, vive in ambiti senza regolamentazione come i vari darknet (per quanto l’anonimato deve esistere — ma per altri scopi), e solo molto dopo ha trovato in personaggi come Steve Bannon l’ultimativa realizzazione e i suoi canali divulgativi studiati per essere pubblicabili, promuovibili con i mezzi studiati dalla Cambridge Analytica per apportare ultimativamente risultati politici reali… Trump, Brexit, Bolsonaro, AfD, Netanjahu, Salvini…

Esempio concreto: uno dei fattori vincenti della campagna Brexit è stata la promozione della balla che una settimana dopo il referendum Brexit si sarebbero aperte le trattative per l’entrata in EU della Turchia, attivando i pregiudizi razzisti contro i turchi. Una provocazione studiatissima, dato che Cambridge Analytica conosce esattamente i punti deboli cognitivi del elettorato.

È tutta una catena connessa, e se la sottovalutiamo solo perché alcuni di noi l’hanno vista nascere su 4chan e non credevano che fosse una cosa seria… non siamo utili a smantellarla.

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Condivido anche se non del tutto. Per me un’enorme parte della colpa della radicalizzazione a destra di più o meno apparentemente innocui troll è solo e soltanto di tutto l’ambiente neoliberista, stampa in primis. Citi bannon però non si può dimenticare che negli usa negli ultimi anni qualunque sito/giornale aprivi trovavi ovunque la demolizione e demonizzazione dello “straigth white guy” ritratto peggio di un dittatore. In più hanno lasciato a orde di autoritari viziati e rincoglioniti enormi poteri di censura nell’ambiente universitario. Un caso che spiega, secondo me molto, è quello di andrew yang. Candidato dem alle presidenziali sta facendo una campagna assolutamente anti-identitaria e inclusiva, priva di tutte le maniacali categorizzazioni razziali/sessuali che caratterizzano la maggioranza dei liberal usa, basic income e accelerazionismo libertario come risposta all’automazione, responsabilità dei grandi monopoli del web e poco altri i suoi punti fermi, il tutto con uno stile apertamente ironico quasi trollesco: ebbene, un sacco di elettori di trump sono diventati addirittura attivisti per lui, tanto che più volte si è sentito in dovere di specificare il suo totale disprezzo per ogni sorta di suprematismo bianco. O, se torniamo in italia, una frase che spesso ho sentito è: io sono sempre stato comunista ma quest’anno ho votato salvini. Su twitter OGGI è pieno di gente del pd che parla apertamente contro la democrazia, che il loro voto dovrebbe valere più di quello degli ignoranti, che ci vorrebbe un test di cultura etc etc. In sintesi: non puoi apertamente disprezzare le persone a cui poi chiedi il voto. Discorso diametralmente opposto per quei ciarlatani di antisessismo: m’era bastata un’occhiata alla loro pagina facebook per capire che non c’è niente di disilluso/alienato in loro ma solo un’ideologia che di progressista non ha nulla e che si limita ad usare certi estremismi di frange radicali di femminismo per giustificare politiche in tutto e per tutto reazionarie, neanche conservatrici ma proprio reazionarie. Spero che la loro presenza all’interno del partito pirata si risolva in un nulla marginale, altrimenti in futuro credo sarebbero necessari prese di posizione pubbliche nette, visto che per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di essere associato a certa gente.

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[quote=“lynX, post:12, topic:2498”] Noi dobbiamo essere il luogo dove le persone trovano il debunking di queste teorie, non la loro promozione. Affinché abbiano ragione di fidarsi di noi ed affidarci il loro voto. [/quote] :+1: :+1: :+1:

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