Proposta per un'idea di partito estesa

Introduzione

Dal 2011 il Partito Pirata è retto da un’Assemblea Permanente. Seppure questo meccanismo sia stato sempre visto internamente come un metodo per raggiungere posizioni condivise in virtù di un’intelligenza collettiva, esso è stato al medesimo tempo la forza del partito e la sua debolezza. Da un lato, molte persone sono state attratte dall’idea dell’uno vale uno, di fatto svuotando il partito dal suo senso primario per concentrarsi sul suo strumento decisionale d’elezione, portando a un maelstrom di proposte e litigi su posizioni inconciliabili che ben poco avevano di Pirata, portate avanti da gente che ignorava qualsiasi fondamento di quell’Identità Pirata, di cui ancor oggi tanto discutiamo, che non siamo riusciti a definire, ma che ognuno di noi sente come propria nel proprio sé. Dall’altro ha attirato individui che, in buona o cattiva fede, hanno pensato di usare questo meccanismo per trasformare il Partito Pirata in una marionetta al loro servizio, con operazioni che sono state sventate per il rotto della cuffia. Peraltro il più pernicioso di questi personaggi si presenta ciclicamente su tutti i canali per farsi riammettere. Nella fase iniziale, quando non avevamo meccanismi di garanzia come il Collegio Arbitrale, molte persone valide sono inoltre state allontanate dal bullismo di pochissimi personaggi, che avevano scambiato il PP-IT per il giardino di casa propria, e che si sono allontanate pressoché immediatamente quando le loro prepotenze hanno iniziato a essere sanzionate dal Collegio Arbitrale. L’introduzione di un organo che annullasse le iniziative approvate in contrasto con Statuto, Manifesto e con iniziative di ordine superiore è stato un ulteriore anticorpo all’utilizzo improprio dell’AP.

Mancava a questo punto un meccanismo per fare una certa selezione all’ingresso, non in termini di idee personali, ma in termini di integrità personale e di capacità di interagire con gli altri membri, trattandoli da pari. E qui fu introdotto - con una misura destinata a essere profondamente divisiva, come dimostra la defezione di @storno e di altri valenti Pirati - il tempo di attesa.

Il tempo di 90gg che intercorre tra la certificazione e l’iscrizione, con conseguente ammissione all’Assemblea Permanente, fu introdotto come meccanismo per tenere alla larga qualunquisti del popolo sovrano che hanno sbagliato porta (sì, ne abbiamo avuti) e arrivisti dell’ultima ora, ma in realtà - oltre a essere una misura del tutto insufficiente - rischia di portare all’immobilismo, per via del fatto che magari potrà tenere lontani gli unovaleunari, ma non avrà nessun effetto su chi vuole portare avanti cammellaggi in modo intelligente, non è efficace contro le persone problematiche, che comunque avranno diritto oltre ad allontanare potenziali veri Pirati, che percepiscono i 90gg come tempo di attesa passiva.

Il partito esteso

L’idea base del tempo di attesa è che non occorra essere iscritti per fare attività politica con il Partito Pirata. Questa attività può esplicarsi in vari modi, dal fare attività sul territorio al partecipare costruttivamente alle discussioni e alla formazione delle proposte sul forum, al gestire o partecipare ad altri canali riconducibili al PP-IT. La mia idea è quindi di rendere più esplicita questa forma-partito tramite una riforma profonda dell’attuale sistema monocamerale, ed esplicitando il ruolo dirigenziale dell’Assemblea Permanente.

La dirigenza estesa

Come scritto nell’introduzione, l’idea base della riforma del 2011 è che ogni iscritto sia anche dirigente. Siccome il diritto alla dirigenza porta con sé il dovere di agire in modo costruttivo, è stato introdotto il tempo di attesa. Per salvare capra e cavoli, occorre quindi trovare un meccanismo in base al quale si salvi l’ordinamento profondamente democratico del Partito Pirata post-2011 con la ragionevole sicurezza di avere persone affidabili a deciderne la linea politica. Idealmente tutte le persone affidabili che decidono di affacciarsi sul Partito Pirata. L’idea base che tutti gli iscritti devono essere dirigenti va salvaguardata a mio parere, pertanto l’attenzione va spostata sul meccanismo che porta le persone certificate a essere iscritte, facendo in modo che non sia la noia a fare da filtro, ma la volontà di contribuire al progetto Partito Pirata. Occorre porre particolare attenzione acciocché il filtro non sia ideologico - a eccezione di casi specifici di incompatibilità con il Manifesto - per esempio gente che inneggia all’appeso - ma che faccia entrare persone che in qualche modo abbiano contribuito anche solo con post sul forum, escludendo quindi le persone “disperse” dopo la certificazione e ricomparsa per magia al momento dell’accesso, di cui non si sa assolutamente nulla e che potrebbero quindi ben essere “avanguardie” delle truppe cammellate con cui in passato abbiamo avuto a che fare. Per non parlare degli esaltati che hanno sbagliato porta e che sarebbero sbattuti fuori nel giro di una settimana (se la memoria non mi inganna, costui finì in pasto agli squali in 4 giorni: un record assoluto).

La struttura attuale dell’Assemblea Permanente

Sebbene non strettamente necessario per presentare la mia proposta, aggiungo questo paragrafo a vantaggio dei non iscritti e dei neo-iscritti, che potrebbero essere confusi dalla struttura dell’AP.

Al momento, l’Assemblea Permanente è costituita da due sezioni:

  • Principale
  • Gruppi Territoriali

La sezione Principale contiene le aree di interesse nazionale, in particolare:

  • Arbitrato: prima che venissero creati il Collegio Arbitrale e il Gruppo di Integrità questa sezione assolveva alle loro funzioni. Adesso l’area viene usata per la verbalizzazione delle decisioni dei suddetti organi e per appellarsi alle decisioni del Collegio Arbitrale secondo quanto previsto dall’Art. 20 dello Statuto;
  • Elezioni ed incarichi: quest’area viene utilizzata - come dice il nome stesso - per eleggere le cariche previste da statuto e regolamento, o per altre funzioni specifiche (es. i delegati per gli incontri internazionali). Viene anche utilizzata per decidere chi inserire nelle liste dei candidati durante il periodo elettorale.
  • Gestione economica: questa sezione contiene le comunicazioni della tesoreria e viene utilizzata per l’autorizzazione delle spese.
  • Mozioni politiche: le mozioni di programma e le dichiarazioni di principio vengono discusse in quest’area.
  • Organizzazione e priorità: l’area esecutiva dell’Assemblea Permanente. Azioni esecutive a breve termine e pubblicazioni a nome del partito vengono discusse in quest’area. Alcune sue funzioni sono state assorbite dal Gruppo di Coordinamento, che comunque risponde del proprio operato di fronte all’AP.
  • Revisione dello Statuto o del Manifesto: questa è l’area per le modifiche agli unici documenti davvero fondanti del Partito, che richiedono tempi di discussione molto lunghi (90gg, più 5gg di verifica e 15gg di votazione) e una maggioranza qualificata di 2/3.
  • Revisione del Regolamento: nomen omen.

La sezione Gruppi Territoriali al momento è poco usata - anzi, direi per nulla usata - ma l’idea era di utilizzarla per la verbalizzazione degli incontri sul territorio e per garantire trasparenza sulle attività dei gruppi locali - anche questa misura, come molte altre che ad alcuni potrebbero sembrare “bizantine”, ha la sua origine in esperienze di vita vissuta che i pirati superstiti del periodo 2012 - 2013 vorrebbero volentieri evitare di rivivere. L’ammissione alle sottosezioni dei Gruppi Territoriali, essenzialmente corrispondenti alle regioni italiane, è su base rigidamente geografica: ogni pirata può avere accesso “in scrittura” al massimo a due aree, quella di residenza ed eventualmente quella di lavoro o di origine, ma le sottosezioni sono aperte in lettura a tutti i pirati. Ogni sottosezione regionale contiene tre aree:

  • Elezioni ed incarichi
  • Gestione economica
  • Organizzazione e priorità

Queste aree hanno lo stesso significato delle omonime aree della sezione Principale, tuttavia al momento sono inutilizzate.

Nuovo assetto dell’Assemblea Permanente

La mia idea è di ammettere alla nostra istanza LQFB non solo gli iscritti, ma anche i certificati, riorganizzando le sezioni in maniera da separare le funzioni e semplificare anche la gestione delle sezioni chiuse. A questo punto ci sarebbero alcune sezioni aperte a certificati e iscritti e altre riservate ai soli iscritti. Le sezioni attualmente esistenti sarebbero poste in sola lettura e accessibili in questa modalità ai soli iscritti. Il nuovo assetto prenderebbe dunque il nome di Assemblea Estesa, e sarebbe composta dall’Assemblea Permanente e dai Gruppi Territoriali.

Le sezioni sarebbero dunque:

  • Gruppi Territoriali: questa sezione sarebbe organizzata come l’attuale sezione omonima, ma io, oltre a proporre l’aggiunta di una sottosezione Estero, suddivisa per continenti, la renderei aperta in lettura e scrittura a iscritti e certificati.
  • Assemblea Permanente: aree protette: questa sezione conterrebbe due sottosezioni:
  • Esecutivo: accessibile in lettura a certificati e iscritti e in scrittura ai soli iscritti, conterrebbe l’area Organizzazione e priorità
  • Arbitrato. L’area sarebbe fruibile in lettura e scrittura ai soli iscritti e conterrebbe l’area Arbitrato.
  • Assemblea Permanente: aree pubbliche: questa sezione conterrebbe le aree Mozioni politiche, Gestione Economica, Revisione dello Statuto o del Manifesto e Revisione del Regolamento e sarebbe accessibile in sola lettura pubblicamente e in scrittura ai soli iscritti.

Il significato e l’utilizzo delle varie aree resterebbe lo stesso, con l’aggiunta dell’obbligo di verbalizzazione degli incontri locali. Inoltre sarebbe opportuno che nei gruppi locali fosse presente almeno un iscritto.

Procedura di iscrizione

La procedura di iscrizione - nella mia idea - verrebbe scorporata dalla richiesta di accesso all’Assemblea Estesa, che coinciderebbe con la certificazione. La sequenza sarebbe dunque la seguente:

  • L’aspirante Pirata fa richiesta di certificazione
  • Dopo la certificazione viene ammesso alle sezioni per i certificati
  • Trascorsi 75gg dalla certificazione, il nostro Garante della Privacy chiederà all’aspirante Pirata se a una commissione, che potrebbe essere il Gruppo di Accoglienza, o una commissione ad hoc, che ha 15gg per esprimere un diniego motivato, in assenza del quale l’aspirante Pirata sarà iscritto all’associazione, accedendo quindi di diritto alle sezioni dell’Assemblea Permanente. Tale diniego potrà - a seconda dei casi - portare alla cancellazione dall’Assemblea Estesa o a un’estensione del periodo di osservazione. La decisione sarà comunque appellabile al Collegio Arbitrale e, in caso di secondo diniego, all’Assemblea Permanente, tramite il Garante della Privacy.

Compatibilità con Statuto e Regolamento

La misura proposta è pienamente compatibile con l’articolo 5 dello Statuto:

L’ammissione è subordinata alla presentazione di una domanda con la quale il richiedente attesti il possesso dei requisiti di cui all’art. 4. L’ammissione del Pirata è approvata con la procedura scelta dall’Assemblea con Regolamento. In ogni caso dalla presentazione della domanda all’ammissione del Pirata in Assemblea dovrà intercorrere un tempo minimo di 90 giorni, al termine del quale il Pirata ammesso dovrà confermare la propria intenzione di far parte dell’Associazione. In mancanza della suddetta conferma, il Pirata non verrà ammesso. Il numero dei Pirati è illimitato.

Il Regolamento tuttavia richiederà alcune importanti modifiche.


Commenti, critiche, insulti? :smile:

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Potrebbe essere un lavoro di parsing pazzesco, che criteri devono usare? Oggi dopo 90 giorni è il Pirata che decide se continuare in base ai suoi criteri. Domani un parser deve valutare attentamente se accettare il passaggio da certificato ad iscritto, servono dei criteri di valutazione i quali poi potrebbero esprimersi nella fase di diniego motivato.E’ una commissione di ingresso, sembra un lavoro eccessivo, come si esplica?

se non verrà iscritto rimarrà comunque certificato, i diritti da certificato continueranno ad essere riconosciuti?

penso che l’Assemblea Permanente rimane la superclasse di tutta la tua classificazione. Non c’è una sola sezione che sia non Permanente, ovvero l’Assemblea è sempre Permanente indipendentemente da come viene ricategorizzata con le Access Control List di turno. Si può tranquillamente omettere “estesa” in quanto più che estendere la nuova AP restringe se partiamo dal punto di vista di tutti quelli che, certificati, vorrebbero partecipare subito a tutto. Ergo la nuova AP è ristretta riconfigurata secondo i tuoi nuovi criteri readonly e readwrite. rw = read write ro = read only — = inaccessibile

**Assemblea Permanente

  • Gruppi Territoriali (rw certificati, iscritti)
  • Iscritti (Esecutivo: rw iscritti, ro certificati - Arbitrato: rw iscritti, — certificati)
  • Certificati (rw iscritti, ro tutti)**

Caro @f00l mi ci vorrà qualche tempo per analizzare quanto hai scritto, per cui inizio a ringraziarti per il lavoro che hai svolto.

E’ veramente prezioso, che io sia d’accordo nel merito o meno.

Una nota che aspetto di scrivere da un po’ senza trovare, ahimè il tempo, è che dovremmo prendere in seria considerazione l’approccio della bulè ateniese descritto da @MCP per alcuni organi. Nella mia TODO list c’è un’analisi “informatica” del sistema che ha descritto (e dei suoi potenziali rischi e delle tecniche che potremmo adottare oggi per minimizzarli).

La chiave di lettura secondo me è legata a:

  • oggetto delle decisioni della bulé: l’ordine del giorno, non le decisioni
  • il metodo di selezione: casuale (che nel 2019 noi sappiamo deve essere decentralizzato e consistente)
  • la numerosità della bulé: 500 persone è un numero elevato
  • il corrispettivo dei membri: venivano pagati, perché evidentemente selezionare l’ordine del giorno era un lavoro a tempo pieno già allora
  • il tempo in carica, limitato ma non troppo breve

Secondo me dovremmo ragionare maggiormente su questa struttura e sulle sue potenzialità (sto scrivendo alla veloce, spero che Maria Chiara possa integrare se mi sono perso qualche caratteristica importante).

A simili meccanismi si potrebbe aggiungere un sistema di incompatibilità che da un lato segua le esigenze tecniche (le ore in un giorno sono solo 24, non si può svolgere troppe attività bene) dall’altro quelle politiche.

Per esempio, potremmo stabilire che chi ricopre incarichi di responsabilità strutturale, non può partecipare alla redazione delle proposte o alla loro elaborazione (ma naturalmente può partecipare/delegare il proprio voto).

Appena avrò più tempo ti scriverò di più sul merito della tua analisi e delle tue proposte. Scusa.

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Per questa ragione comunque ho inserito la clausola del silenzio-assenso: i casi di diniego dovrebbero essere pochi e motivati. In linea generale, le maglie dovrebbero essere molto larghe e agire solo in casi di evidente incompatibilità e totale inattività. L’attività della suddetta commissione è comunque soggetta a quella del Collegio Arbitrale e dell’Assemblea Permanente.

In linea generale, le motivazioni dovrebbero essere a mio parere:

  • politiche: incompatibilità tra le idee dell’aspirante e il Partito Pirata, come per esempio nel caso del Vikingo, entrato senza leggere una riga del Manifesto e che andava in giro a inneggiare alla marcia su Roma in nostro nome;
  • comportamentali: se vai in giro a insultare chiunque e a gridare allo scandalo o fare cagnara ogni volta che la tua idea non passa, c’è qualche problema;
  • inerzia: l’Assemblea Permanente è un luogo per la politica, non per lurkare, pertanto se in tutto il periodo di “attesa” non hai fatto nulla o hai scritto solo “ciao” sul forum, non si capisce perché tu voglia entrare, senza contare che risulta impossibile valutare il tuo comportamento. In questo caso però meriti di avere una seconda possibilità se lo desideri, perché un periodo no può capitare a tutti. Nota che anche solo votare proposte nelle aree a cui hai accesso e scrivere sul forum rispondendo in modo attivo conta come attività, inoltre si può sempre chiedere all’aspirante Pirata di scrivere un piccolo riassunto delle attività che ha svolto, se non se ne trova traccia: magari è qualcuno molto attivo sul territorio, ma non online, e qursto in un certo senso sarebbe anche meglio.

A questo ho già risposto:

No, perché per noi Assemblea Permanente ha un significato legale ben preciso, descritto nello Statuto.

È comunque più estesa di quella attuale, in quanto i certificati non iscritti avranno accesso in lettura e scrittura ad alcune sezioni, mentre la sezione politica sarà aperta in lettura a chiunque, cosa oggi non possibile per via dell’assetto attualmente utilizzato.

Io non sono un fan della selezione a caso. Nel caso ateniese esisteva un sistema legale che garantiva che l’attività delle persone selezionate fosse nell’interesse della città-stato. Noi non abbiamo un simile potere coercitivo.

Per questo il numero deve essere proporzionalmente elevato.

Bellissima descrizione della struttura delle aree e sezioni nel nostro liquid feedback. Vorrei fare notare che Gestione economica e Organizzazione e priorità sono aree del Direttivo Virtuale piuttosto che dell’Assemblea Permanente. La distinzione è significativa: mentre nell’AP non sarebbe accettabile richiedere condizioni di accesso supplementari al mero fatto di essere iscritti del partito, l’AP ha tutto il diritto di richiedere precondizioni alla partecipazione al DV.

Sto alludendo alla teorizzata delega obbligatoria che sarebbe utile ad orientare il direttivo verso un alto grado di consenso nel prendere le decisioni quotidiane del partito. Una persona insiste a declamare che ciò non sarebbe permissibile, ma palesemente si sbaglia. Forse sarà necessario consultare il GI a riguardo.

Se non erro hai descritto la stessa cosa che ha proposto briganzia. Entrambi avete proposto qualcosa di diverso da quello che in passato chiamavamo la bicamerale che doveva dare accesso propositivo anche a persone non certificate, usando una SMS al cellulare per esempio.

Come discusso nell’altro thread, non mi è chiaro come questa cosa risolva i problemi correnti. L’attuale problema è che abbiamo una minoranza di pirati che decide il buono e cattivo tempo mentre gli altri devono aspettare tre mesi prima di potere influire. Dargli in mano un giocattolo nuovo ma diverso non risolve questo problema. Mi pareva che proprio tu ti eri espresso a favore della verbalizzazione degli incontri. Tale verbalizzazione permette di misurare la serietà di partecipazione delle persone, cioè a fare da “proof of work” (PoW) per l’accesso all’AP e al DV. In questo modo si può tranquillamente abolire la regola dei 90gg.

Attualmente non possiamo avere entrambe queste cose. Il DV è aperto a tutti, perciò si potrebbe arrivare a 500. La selezione aleatoria ce l’avevamo nel regolamento per la creazione del gruppo coordinamento. Ci siamo anche fatti un culo a sviluppare un software per realizzare la scelta casuale in modo trasparente e riproducibile. Ma poi qualcuno ha proposto di tornare alla democrazia rappresentativa. In questo partito c’è ancora troppa mancanza di rispetto per i contributi altrui — non dico solo nelle parole — dico nelle decisioni di assemblea o direttivo che fanno a pezzi ore, settimane o anni di lavoro in un botto solo. E si esprimono poi in parole sofisticatamente empatiche come “Hiroshima”.

Mi era sfuggita la parte più importante a confronto con la proposta di @briganzia. Beh, un controllo di questo genere dopo un tempo di prova si può fare anche senza escludere la persona dall’AP.

inerzia: l’Assemblea Permanente è un luogo per la politica, non per lurkare

Tutti i partiti grandi sono costituiti da 80-95% simpatizzanti che non partecipano alle attività ma pagano la quota perché ci credono. Una regola di questo tipo ci può limitare il potenziale finanziario ed attivista… perché vale la regola da Swarmwise, che bisogna trattare bene i lurker dato che non sai mai quando si attiveranno per diventare militanti importanti. Mentre è quasi da escludere che una persona stia al di fuori del PP e di colpo, dopo cooptazione, si trasformi in un pirata convinto.

Il tempo minimo é 90gg, il tempo reale é (tempo di consumo della coda di certificazione + 90gg), per esempio nel mio caso é 90 + (=~20) fino ad ora. Il che ha a che vedere piú con il modo in cui la coda viene gestita, che con il regolamento in sé. Faccio anche notare che attualmente non esiste procedura, da parte del nuovo iscritto per controllare l’avanzamento della propria iscrizione, cioé io non sono in grado di sapere se voi avete ricevuto la mia richiesta di iscrizione, chi la sta lavorando, se c’é stato un errore e se qualcuno la lavorerá mai.

Secondo me dovreste anche verificare se questa regola funziona. Avete verificato quanti personaggi “non graditi” é riuscita ad allontanare questa regola, quanti graditi hanno passato il filtro e soprattutto quanti personaggi “graditi” non hanno passato il filtro e avete perso? Perché se non funziona, dovreste riaprire la discussione su quale sia il modo migliore di selezionare gli iscritti nel vostro partito.

Non so se condivido questa idea, perché trovo scorretto in forma di principio che si chieda ad una persona di attivarsi quando i suoi diritti all’interno del partito sono nulli, la vivo come una logica da precariato. Mi ricorda molto le assunzioni con diritti progressivi di Renzi. Il militante precario, che in attesa di essere accettato, milita, si espone e poi si ritrova fra le mani un rifiuto motivato e deve spiegare all’esterno che lo hanno rifiutato. Peró se la volete perseguire dovreste perlomeno preparare un percorso di accoglienza, fornire un’infrastrutttura che gli permette di integrarsi con voi, magari con un tutor o qualunque altra cosa.

C’é un problema di logica in questo ragionamento, in pratica secondo voi, una persona che si iscrive puó assurgere al ruolo di dirigente (ogni iscritto é dirigente) dopo essere stato 3 mesi in freezer e avete la “ragionevole sicurezza” che queste persone siano affidabili e possano decidere la linea politica. Mi sembra un ragionamento quantomeno ardito.

Non stai risolvendo il problema, stai solo spostando la zona dove senti dolore.

Per quello che vedo io, per risolvere un problema bisogna porlo correttamente. E io credo che voi per questioni di educazione o di dover accettare che qualcosa non ha funzionato non lo vogliate fare.

Voi avete avuto un problema importante nel passato dove il sistema democratico che credevate perfetto é andato in tilt. Adesso state vivendo una nuova ondata e avete paura che succeda di nuovo.

Personalmente non amo le infrastrutture pesantemente burocratizzate, mi piacciono le strutture leggere. Quando mi occupo di organizzare team, di solito, la prima cosa che faccio fuori sono proprio i ruoli gerarchici e mi curo solo dei ruoli funzionali, cioé chi sa fare cosa. Quindi il mio primo consiglio é di osservare la vostra burocrazia e se qualcosa non serve, potate.

Per esempio, io al posto di creare dei gruppi rigidi vuoti come quelli regionali lascerei alle proposte di creare dei gruppi. Cencellerei tutti quelli vuoti e farei una regola del tipo: “Se vuoi creare un gruppo territoriale o di scopo descrivici il tuo progetto e creiamolo” va da se che se al momento non esiste chi lo desidera si deve occupare di curarlo.

Cosí come eviterei incarichi da spilletta ma cercherei di produrre solo incarichi necessari al buon funzionamento del partito, ma questo credo che sia giá nel vostro forma mentis.

Tornando sui 90gg secondo me avrebbe avuto piú senso accettare da subito l’iscrizione (alla fine succede anche che magari qualcuno vuole solo sostenervi con l’iscrizione) e costruire un percorso di responsabilizzazione progressiva.

In generale non sono d’accordo. Perché ho l’impressione che il tuo tentativo sia di risolvere problemi giusti con strumenti sbagliati.

Il problema vero é che le persone non sono tutte uguali, sono tutte diverse. Sono tutte diverse ma hanno (o dovrebbero avere) tutte gli stessi diritti. Il fatto di concedere uguali diritti ad una persona che sta nel gruppo da 10 anni e ad una persona che si é iscritta un minuto fa genera un’ingiustizia che a causa dei vostri valori (siamo tutti uguali) non riuscite ad elaborare e avete pensato che un freezer di 90 giorni potesse risolvere questo problema.

Quindi io partirei dall’accettare l’idea che anche se abbiamo tutti gli stessi diritti, ci sono persone piú esperte di altre, persone piú altruiste, persone egoiste, persone rette e persone con secondi fini, perché siamo tutti diversi.

Messa in questi termini il problema é come faccio a distinguere e selezionare gli iscritti che perseguiranno i valori del PP, a includere persone rette e a evitare quelle che con i loro secondi fini arriverebbero a danneggiare il PP?

Ovviamente io parto dall’idea che chi é al comando non abbia secondi fini. Ma questo é un assunto.

Se guardate alla storia degli altri partiti non c’é una risposta definitiva a questa domanda, ma io credo che la soluzione passi attraverso un percorso che premia i valori positivi e blocca quelli negativi. Sapendo che nessun filtro sará perfetto, potremmo creare filtri molto restrittivi che pur di far entrare solo persone buone mi faranno perdere un sacco di persone buone, io prefererirei un filtro che sbaglia facendomi entrare persone sbagliate ma che non mi fa perdere nessuna di quelle buone. Inoltre il percorso dovrebbe essere di responsabilizzazione progressiva. Poi c’é un’altra questione, il certificatore dovrebbe avere dei parametri oggettivi di accettazione uguali per tutti quanti. Cioé due certificatori che valutano una persona dovrebbero arrivare alla stessa conclusione.

Quindi per riassumere, penso che l’idea di partito estesa, sia generata dal’intenzione di voler risolvere il problema di selezione degli iscritti. Penso che per risolvere questo problema si stia utilizzando lo strumento sbagliato. Penso che sarebbe molto meglio costruire un percorso di accompagnamento dal momento della certificazione al momento dell’iscrizione. Penso che la certificazione dovrebbe essere solo una valutazione sulla reale identitá del tesserato e non una valutazione su altre competenze. Penso che la burocrazia é il male.

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Grazie per il lungo commento, appena posso rispondo alle varie questioni che hai sollevato.

Per ora mi preme concentrarmi su questa:

Se fosse stato legalmente possibile l’avremmo fatto, ma un Pirata avvocato ci segnalò che questo avrebbe potuto essere contestato in quanto crea disparità tra i diritti dei soci e avrebbe potuto portare il nostro Statuto a essere non democratico… non un buon biglietto da visita, e avrebbe portato all’esclusione dai rimborsi elettorali in base alla legge 96/2012.

O diablo no, dobbiamo per minimo trovare il modo di fare valere il tempo in coda come parte dei 90gg!!!

quanti graditi hanno passato il filtro e soprattutto quanti personaggi “graditi” non hanno passato il filtro e avete perso?

Questa regola è spuntata in testa ad una persona, ha convinto gli altri ad assumerla perché faceva parte di una riforma dello statuto che era superurgente e senza che lui ne fosse a capo non avrebbe trovato le maggioranze. In pratica non è esattamente frutto di un ragionamento approfondito e condiviso.

Già fatto. Finora nessuno ha presentato argomenti convincenti contro il metodo della verbalizzazione (linkato in alto).

Il militante precario, che in attesa di essere accettato, milita, si espone e poi si ritrova fra le mani un rifiuto motivato e deve spiegare all’esterno che lo hanno rifiutato.

Una prospettiva da considerare.

Peró se la volete perseguire dovreste perlomeno preparare un percorso di accoglienza, fornire un’infrastrutttura che gli permette di integrarsi con voi, magari con un tutor o qualunque altra cosa.

L’accoglienza è una cosa che dal 2006 ad oggi non ha mai funzionato. @elibu si impiegò tantissimo a riguardo. Fabio dei Piraten mi diede una dritta a riguardo, ma serviva solo per gli incontri settimanali nella spelonca di quartiere (che nel Piratenpartei erano lo strumento di accoglienza, non le piattaforme digitali).

Nel 2011 era la nostra convinzione che chiunque partecipa in AP avrebbe agito secondo il proprio giudizio, non avrebbe perciò agito da sostenitore di mozioni contro ai propri interessi per fare un favore a qualcuno. Per questo non avevamo paura che tutta rifondazione o radio radicale si sarebbe iscritta al PP (alcuni lo fecero, creando per un momento un nervosismo in tal senso), perché tanto non si sarebbero coalizzati a discapito della democrazia liquida. Ammetto che ciò non è sempre stato vero alla fine. Le coalizioni dove i gruppi locali si sono messi d’accordo prima di agire in AP per fare pressione sull’insieme nazionale ci sono stati, e hanno causato molto danno.

Comunque, in questa chiave le regole anti-cammellaggio necessitano di proteggere contro le persone che delegano senza partecipare attivamente, o addirittura coloro che fanno iscrizione al partito per poi passare le credenziali di lqfb all’amico. Nei primi anni abbiamo avuto dozzine di persone che sostenevano certi certificatori senza mai affacciarsi al partito loro stesse — ovviamente una grave manipolazione dell’AP. Per fortuna non sono mai riuscite a depistare il partito. Ora è in atto una piccola misura informatica — il decadimento delle deleghe dopo alcuni mesi — ma non protegge contro chi si è fatto dare i codici d’accesso dei propri deleganti (mossa non permessa dal regolamento, ma come fai a comprovarlo?). Per questo la soluzione a questo problema ci pare sia l’attivazione su dimostrata attività partitica: la verbalizzazione.

Voi avete avuto un problema importante nel passato dove il sistema democratico che credevate perfetto é andato in tilt.

Beh in realtà si capisce abbastanza subito cosa sta andando storto — il problema poi è mettere insieme le maggioranze per prendere una decisione che rimetta in sesto la situazione, se ci sono tot persone superdelegate che non hanno alcun interesse a fare un cambiamento del genere, e da sole hanno più potere e carisma del resto dell’AP. Considera che queste persone dominanti spesso hanno molto carisma ed il mio stile di confrontarle faccia-a-faccia con le loro azioni spesso mi disqualifica nella percezione emotiva prima di arrivare alla cortica cerebrale. Cioè in pratica con tanti interessi avversi in AP non si riesce più a convincere tutti che una correzione del regolamento urge, nonostante dovrebbe essere razionalmente evidente.

“Se vuoi creare un gruppo territoriale o di scopo descrivici il tuo progetto e creiamolo”

Esatto, sarebbe meglio. Purtroppo esiste ancora una percentuale di persone che crede nell’utilità della sussidiarietà, cioè che i gruppi regionali si devono difendere da quello nazionale, come se fosse un’intromissione abusiva. Le aree regionali non pesano, non arrecano danni e garantiscono la trasparenza — in questo modo se un gruppo locale si mette a fare cose che riteniamo stupide, siamo in tempo per discuterne. In genere però i gruppi locali non si consultano nemmeno con l’AP, perciò se fanno cose sconce alla fine si arriva alle sanzioni del collegio. Oppure, more likely, tutti fanno come je pare.

Coloro che veramente avevano secondi fini in genere lo facevano notare — ma anche quelli che credono di avere tutte le risposte giuste per l’intero partito e rifiutano un confronto razionale sono un problema.

Vero anche questo, ma bisogna distinguere come si intende quella frase di @ale. Se la si comprende dalla prospettiva “swarmwise” riflette la realtà sociologica: le persone si inseriscono osservando. Solo dopo si attivano. E ci serve che sia così, altrimenti perdiamo una marea di potenziali sostenitori. Ritardando la effettiva iscrizione abbiamo un’ultima possibilità di esclusione senza incombenze legali… ma se un Vikingo riuscisse a starsene fermo con le mani fino ad iscrizione completata? Le persone difficili ce le avremo sempre e grazie ai responsabili della convivenza, le linee guida e il collegio abbiamo tutti gli strumenti necessari per fare in modo che anche un Vikingo non possa arrecare danni eccetto quelli talmente palesi da qualificare per l’espulsione. L’idea di potere selezionare le persone a prescindere mi appare naif, e rischia di escludere persone difficili che però sono estremamente proficue. Meglio gli strumenti di convivenza mantenuti bene, non così come si sta facendo adesso.

A questa idea che condivido aggiungerei l’accesso a due fattori per evitare che una persona abbia 10 accessi di suoi amici.

Tutte lecite le posizioni che leggo finora ed il dibattito mi pare molto interessante. Però mi sembra strano che non si guardi più avanti, quando ci saranno “i soldi”. Intendo dire che arriverà (me lo auguro con tutto il cuore) il momento in cui avremo eletti italiani del Partito Pirata Italiano (residenti in italia) nei comuni, nelle province, nelle regioni, in parlamento e al Governo (in fondo questo deve essere l’obiettivo principale) se ci battiamo per una idea di mondo diversa dagli altri partiti che sappia includere tutti nel rispetto di tutti (il che non necessariamente passa per il concetto di trasparenza tout-court al 100%).

Quello che bisogna tenere a mente secondo me è che gli arrivisti li vedi a un mese dalla campagna elettorale non certo prima per cui i 90gg (totali?) di freezer potrebbero essere lecitamente usati in periodi caldi e sospesi in altri. Quello che bisogna tenere a mente è che qualora un Pirata entri in una qualche istituzione inevitabilmente (è nella natura umana) conterà o farà di tutto per contare di più di un attivista qualsiasi tacciando magari chi vuole quando vuole perchè “la faccia” è la sua (ad esempio), o peggio usare il partito come trampolino di lancio fanculizzando (scusate il termine) tutti (o alcuni) quelli che hanno lavorato sodo per creare una immagine di partito univoca e quelli lo hanno sostenuto ,come fece il marchese del grillo, con chiunque gli capitasse a tiro. Per cui comincerei anche a ragionare su come evitare questo tipo di comportamenti.

Anche io sono contrario alla troppa burocrazia, probabilmente però un minimo ricorso alla stessa è necessario.

Poi non capisco un’altra cosa. Diciamo che chiunque (iscritto, non iscritto, certificato, non certificato, simpatizzante o fanculizzante) può fare qualsiasi cosa (Vikingo a parte) a nome del partito però nello stesso tempo (come da messaggio di oggi) limitiamo la libertà di espressione all’interno del forum per il troppo rumore che creerebbe il dibattito interpersonale tra due o più partecipanti che si rivolgono accuse a vicenda in un ping pong senza fine. Come dire, colpiamo tutti per educarne uno. Sbaglio?

Personalmente sono dell’idea che se una persona A deve sistemare qualcosa con la persona B debba farlo nel privato ovvero la colpa del “rumore” è di entrambe (se sono solo 2) ed andrebbero sanzionate entrambe le persone quindi trovo inutile tale forma di moderazione.

Volevo rispondere anche ad altri interventi, rileggo di nuovo tutto e poi ci provo…

Diciamo che abbiamo anche avuto la “fortuna” di ricevere attacchi e scorribande di truppe cammellate da parte di fenomeni che non si sono fatti notare per astuzia e lungimiranza. Ma non possiamo contare sul culo per sempre.

Non è mai giusto sanzionare entrambe le parti. Vedi linee guida.

Questo secondo me non ha molto senso, anzi addirittura limita l’azione collettiva (rischi di buttare buone idee). Senza contare che anche se per sola delega può comunque favorire una o l’altra proposta inficiando la negazione della redazione/elaborazione delle proposte.

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Grazie @lynX vado a leggere

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Quello che volevo dire, é che creare regole o contenitori vuoti cercando di prevedere tutte le possibili situazioni é inutile ed é lavoro sprecato. Il software permette di fare tutto al volo, quindi meglio aspettare che si crei l’esigenza e far definire le modalitá e i termini a chi sente l’esigenza. Altrimenti si crea solo dispersione. Se in Basilicata non c’é nessuno é inutile creare il gruppo Basilicata (no offense), aspettiamo che qualcuno lo richieda, stessa cosa vale per un gruppo di scopo, come potrebbe essere il gruppo “pirateria musicale”.

La intendevo nel modo sbagliato, quindi l’appunto sull’eguaglianza dei diritti dei soci é corretto, ció non toglie che si puó lo stesso studiare un percorso di ingresso, ferma restando l’uguaglianza di diritti. Per esempio, il fatto che sei socio non ti permette di accedere alle password ssh dei server, quindi bisogna fare una lista dei diritti inalienabili del socio e consegnare questi diritti al nuovo iscritto, poi si puó costruire un percorso per costruire i comportamenti adeguati. Mi spiego, la superbia, é sicuramente una red flag, una prima donna, potrebbe generare meccanismi poco piacevoli e potrebbe trovarsi spesso in conflitto con altre prime donne. Quello che dovremmo chiedere, non é di cambiare se stessi, ma di comportarsi “da cristiani”, tu puoi essere chi vuoi, ma ti chiediamo di seguire questa modalitá e questa tradizione.

Io, come molti altri, mi sono trovato in una situazione simile. Secondo la netiquette avrei dovuto ignorare le provocazioni, in alcuni momenti l’ho fatto, quando sono stato aggredito frontalmente ho risposto colpo su colpo. Quindi secondo il tuo punto di vista anche sentendomi (specifico “sentendomi” perché potrei avere torto) vittima di bullismo avrei dovuto essere sanzionato. Io credo che, invece, ci dovrebbero essere delle regole chiare su ció che si dice e ció che non si puó dire e quando qualcuno rompe quelle regole gli deve venire fatto notare, i warning possono partire in via privata, eviterei pubblici perché ci sarebbe polarizzazione e si puó arrivare al blocco del thread o al sanzionamento del guastafeste. Ma io credo che in molti casi sia semplicemente sangue che bolle, quindi basta il warning e probabilmente un arbitrato privato fatto in 3 potrebbe aggiustare tutto. Se invece é metodo, allora… si deve andare a vedere cosa prevedono le vostre regole.

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Se sono buone, verranno riproposte. E poi l’incarico avrebbe una durata limitata. E ci si può sempre dimettere se si ha qualcosa di urgente da dire.

Per questo, secondo me, è importante che la numerosità delle persone scelte casualmente sia elevata in proporzione alla numerosità degli iscritti, che non si possa essere sorteggiati nuovamente per un certo periodo dopo il servizio e che la durata dello stesso debba essere limitata (500 giorni erano veramente tanti, ma magari c’era una ragione che ignoro e che @MCP può chiarire).

Esistono studi che dimostrano che la netiquette in questo senso sbaglia e fallisce. Vedi: le solite linee guida.

Hai riassunto in 4 righe più o meno quello che sta scritto nelle linee guida. Avrai notato che nessuno le sta applicando. Le linee guida sono un attimo più lunghe perché 1. discutono varie altre strategie e perché sono disfunzionali e 2. hanno un elenco di riferimenti sociologici più lungo del testo stesso.

Non ritengo necessaria una cosa talmente drastica. Se le regole di convivenza sono applicate in modo preventivo si dovrebbe riuscire a collaborare pacificamente. Almeno così è stato in anni recenti quando @Silvan praticava la moderazione preventiva. Eravamo tornati a essere tutti quasi un po’ amici.