Prometto che questa è l’ultima volta che scrivo su questo argomento, ché mi sarei anche rotto i coglioni di ribadire l’ovvio. Di seguito trovate risposte sensate alle (vostre) principali convinzioni riguardo il Reddito di Esistenza. Premessa obbligatoria: NON sono contrario all’idea di avere un ammortizzatore sociale unico, sostituitivo della miriade di forme di sostegno al reddito attuali, col codazzo di burocrazia inefficiente e spesso clientelare che si porta dietro; sono contrario all’idea che il Basic Income possa essere universale e incondizionato, oltre che eterno. Sarei invece molto favorevoele ad un Reddito Minimo Garantito, che -guarda caso- è misura adottata in svariati Paesi più evoluti del nostro (cioè quasi tutti, in Europa).
1. NON È VERO CHE LA GENTE SMETTEREBBE DI LAVORARE!!11! IN POCHI SI ACCONTENTANO DEL MINIMO PER SOPRAVVIVERE!
Indimostrabile (e no, i cosiddetti “esperimenti” non hanno dimostrato nulla, vd. p.5). Al giorno d’oggi la percentuale delle persone che non sono soddisfatte del proprio lavoro è parecchio alta, ed è verosimile immaginare che, in presenza di un RdE, si licenzierebbe all’istante.
2. MA BENE!1! ALMENO LA GENTE SI METTEREBBE IN PROPRIO E SAREBBE LIBERA DI SEGUIRE I PROPRI SOGNI!!1!
E sia: supponiamo che io, impiegato alla Stasamerd.spa mi licenzio, rinunciando temporaneamente a -chessò- 400€/mese (la differenza tra il mio stipendio e il RdE). Tanto -penso- a frugare nei cestini non ci vado, c’è il RdE: apro PIVA, mi metto in proprio e faccio il lavoro dei miei sogni. Peccato che il lavoro dei miei sogni sia l’assaggiatore di cocktail alle Bahamas, che ha un solo grande difetto: nessuno è disposto a pagarmi. Stesso problema che ha incontrato il mio ex collega Gino, anch’esso licenziatosi dalla Stasamerd.spa e che ha da sempre la passione dell’uncinetto, e ora passa le giornate a cucire centrini e presine per le pentole, che però nessuno gli compra, a parte tre suoi vicini di casa impietositi. Però, in fin dei conti, che cazzo gliene frega? Il RdE arriva comunque, anche se non vende abbastanza centrini si consolerà passando le giornate a giocare a bocce al parco e a sfondarsi di camparini al bar. In estrema sintesi: il “lavoro dei tuoi sogni” bisogna vedere se ha mercato o no, perché se nessuno è disposto a pagarti per recitare poesie a voce alta in piazza, sei fregato.
3. MA LA ROBA "BELLA" È COSTOSA, QUINDI SE UNO VUOLE AVERLA DOVRÀ COMUNQUE CERCARSI UN LAVORO PER PERMETTERSELA!!1!
E lo cercherà, ma al nero. Perché no, non è vero che col RdE si disincentiva il nero. E’ una balla colossale, e basta un minimo di logica per capirlo. A chi conviene il nero? All’azienda conviene SEMPRE, per il semplice fatto che paga solo lo stipendio al dipendente e non gli paga i contributi e tutte le altre voci. [E’ il cosiddetto CUNEO FISCALE la differenza tra lo stipendio del lavoratore e quanto questo costa al datore di lavoro. In Italia è da sempre una piaga, perché più alto rispetto all’estero. Da anni le associazioni di categoria -tipo Confindustria- chiedono alla politica di intervenire lì, e le poche volte che il lavoro è stato defiscalizzato effettivamente qualche assunzione in più c’è stata, ancorché precaria]. Il contrasto al lavoro nero lo fai mixando il bastone e la carota, cioè rendendo più convenienti le assunzioni regolari e punendo chi viola la legge. Al lavoratore conviene? Diciamo “nì”. Oggi come oggi c’è sicuramente il vantaggio che non denuncia il reddito al fisco, ma d’altro canto non versa i contributi e rischia di trovarsi senza pensione, se non si fa una pensione “integrativa” per conto proprio. Questo, ripeto, OGGI. Ma col RdE il problema non si pone: che tu versi i contributi o che tu non li versi, il RdE ti arriva comunque: ergo, perché affannarsi a pretendere un contratto di lavoro, se tanto con lo stipendio al nero non devo manco pagare le tasse e il problema dei contributi non si pone? L’azienda non me lo proporrà mai. Poi certo, uno in teoria può anche vietare di pagare salari e stipendi in contanti (come ha già fatto l’Italia), imporre la fatturazione elettronica ecc., ma sono palliativi: o metti fuorilegge il contante tout-court (e anche le criptovalute a sto punto) o sei del gatto.
4. COL RdE LE AZIENDE SARANNO COSTRETTE A PAGARE STIPENDI PIÙ ALTI
Oppure, più verosimilmente, a chiudere. Perché -altra banale verità- se i costi sono superiori ai ricavi, l’azienda chiude, e se deve pagare stipendi più alti ai dipendenti può soltanto sperare di incrementare le vendite di parecchio. [Nella cooperativa di Fair Trade dove ho fatto il servizio civile sarebbero felicissimi di assumere me e molti volontari in pianta stabile, ma -guess what?- non se lo possono permettere, perché non vendono abbastanza, e ci sono spese fisse -tipo le tasse e gli stipendi ai pochissimi dipendenti già presenti-. E qui mi pare già di sentire “Eh ma col RdE potresti lavorare per loro quanto ti pare, sarebbe un volontariato retribuito”. Grazie al cazzo: ma non è la cooperativa che mi paga, è lo Stato. Cioè le poche aziende che fanno utili e competono sul mercato, che son le uniche a pagare le tasse].
5. MA TUTTI GLI ESPERIMENTI FATTI DIMOSTRANO CHE FUNZIONA!!1!
Il RdE così come lo concepite voi non è MAI, e sottolineo MAI, stato sperimentato DA NESSUNA PARTE al mondo. Per il semplice fatto che se il RdE è unviersale e incondizionato, allora un esperimento VERO si avrebbe solo se un Paese decidesse un giorno di dare il Basic Income a TUTTI e SENZA FISSARE LIMITI TEMPORALI. Si va avanti finché non arriva il default. Ecco, una cosa del genere non è mai stata fatta. In India e in Kenya la platea dei beneficiari era una ridottissima porzione di popolazione, selezionata nei villaggi più poveri. Cosa ancor più importante, in Kenya l’esperimento non l’ha portato avanti il Governo, ma una ONG (Give Directly), con i soldi raccolti dalle donazioni dei Paesi ricchi. In Finlandia l’esperimento ha coinvolto non certo tutta la popolazione, ma SOLO chi già percepiva altre forme di sostegno al reddito. La cosa più simile è in Alaska, dove però la cifra che viene data a tutti è di 2000$ ALL’ A N N O, che evidentemente non ci va nemmeno vicina a coprire il fabbisogno di un individuo. E’ una cifra simbolica, una mazzetta collettiva pagata ai residenti dalle compagnie petrolifere che, in cambio, trivellano allegramente da anni.
6. MA IN FUTURO NON CI SARÀ LAVORO PER NESSUNO, LE MACCHINE FARANNO TUTTO
Ora, è vero che le previsioni sono di una scomparsa di molti mestieri attuali, ma che si arrivi a scenari da disoccupazione al 100% o anche “solo” all’80% mi pare “un tantino” irrealistico. Secondo questo studio del World Economic Forum (è abbastanza credibile come fonte?) il 65% dei bambini che oggi sono alle elementari da grande farà un lavoro che non esiste ancora. Ed è una tendenza già in atto da anni: quando andavo alle elementari io non esistevano né i Social Media (manager) nè i manovratori di Wordpress. E comunque, ci sono lavori che le macchine non potranno forse mai fare. Tipo l’assistenza alla persona (badanti, baby sitter), che richiedono un’empatia e una sensibilità che una macchina non potrà mai avere. Creare un robot-maggiordomo richiederebbe tanti di quei sensori e un AI talmente sviluppata che, quand’anche un giorno fosse tecnicamente possibile, verrebbe a costare cifre improponibili per l’utente medio. Non c’è gara con la badante rumena a cui dai 10€/ora. E qui il RdE crea un grosso problema: chi pulisce il culo ai vecchi? Supposto che quest’attività quasi nessuno la fa per vocazione, ma per disperazione (anche perché i vecchi sono mediamente dei rompicoglioni esasperanti), col RdE scatterebbe quasi certamente la moria di badanti, anch’esse parcheggiate a sognare un futuro da top manager da qualche parte. Anche in questo caso, l’unica soluzione sarà offrire alla badante uno stipendio molto alto; peccato che molti anziani non se lo possano permettere.
Postilla 1: DA DOVE ARRIVANO I SOLDI DELLO STATO
Mi sento in dovere di aggiungere questo perché ho la sensazione che molti di voi, quando parlano di RdE, si immaginano un mondo dove i soldi arrivano da Marte. Soprattutto, mi pare non abbiate chiaro che il PIL di una nazione non è stabile, ma può aumentare o diminuire -anche di brutto- per motivi esterni o interni (o entrambi) al Paese stesso. I soldi dello Stato derivano a) dal prelievo fiscale (in Italia circa 400mld/anno) e b) da altre parti, tra cui i famigerati “mercati” (ossia, in concreto, la vendita di titoli di Stato, anche qui circa 400mld €/anno). NON si tratta di entrate fisse e immutabili nel tempo: le entrate fiscali possono diminuire di brutto se il numero di aziende in attivo diminuisce, o se aumenta a dismisura l’evasione, o se aumenta la spesa per i motivi più disparati. Ancor più soggetto a mutamenti è l’altra voce, quella della vendita di titoli di Stato: spero non ci sia bisogno di (ri)spiegare come funziona lo SPREAD e dintorni. Ora, come spiegato ai pp. 3 e 4, il RdE rischia di spingere la gente a licenziarsi dai lavori che odia e a prendersi un “periodo di pausa” in attesa “di giorni migliori” (che potrebbero anche non arrivare mai, n.d.r.). Nel frattempo dunque le entrate fiscali probabilmente diminuiranno, visto che diminuirà il numero di aziende in attivo. Per carità di Patria non sto a immaginarmi come reagirebbero i mercati d’innanzi alla prospettiva del RdE; basta vedere come hanno reagito al RdC dei 5 stelle.
NOTA A MARGINE: "con cifre e competenza per favore"
Giusto. Senonché, dopo che uno le cifre e i dati li ha forniti, e magari ha segnalato svariati articoli scritti da fior di accademici, capita di leggere roba tipo questa (tutte frasi copia-incollate dalla chat su Telegram), AAVV:
va beh, ma al di là dei calcoli da ragioniere (…)
Conosco centinaia di laureati in Bocconi e non valgono un cazzo. Ah e sono anche indottrinati. Da trent’anni
e perché gli auto-dichiarati scienziati dell’economia non la dicono questa cosa? 1. piketty ed altri lo dicono 2. quelli che non lo dicono o non si sono fatti i conti quanti soldi sono finiti ai <1% oppure 3. non lo dicono perché non è in linea con l’ideologia che hanno imparato come il catechismo… alla faccia della scienza
Dulcis in fundo il capolavoro:
Fa vergogna che tu citi l’ISTAT. Anche i bambini delle elementari sanno che i dati su cui fa i conti l’ISTAT sono quanto di più lontano dalla vita reale ci sia (sic!).
Ecco, questo è il genere di cose che mi aspetterei di trovare scritte sulle pagine Facebook dei fans di Di Maio, ma non certo in uno “spazio” frequentato da gente che magnifica il metodo scientifico e si vanta della propria razionalità.
Ad ogni modo, qui c’è un report del Centro Studi di Confindustria che prende in esame tutte le cifre che vi pare. Ma immagino che loro siano più catechizzati dal calvinismo di tutti.