Riduzione del numero di parlamentari

Purtroppo non credo. Se si comincia da consigliere comunale o di consiglio di quartiere ci sono ampie possibilità di fare una carriera elettiva fino al senato passando per qualche altro incarico a chiamata. Questo a me sta bene perché si impara facendo. Sono i cittadini che devono bloccare una carriera non meritevole. Comunque sono d’accordo per escludere la ricandidatura. Si deve saltare un turno sopratutto adesso che i parlamentari saranno 600.

Secondo me è la selezione che deve essere migliorata con una legge elettorale comprendente le primarie per collegio in modo da rendere i candidati tutti eguali ogni singola elezione.

Sì, ora ho afferrato. Sul limite di mandati comunque la questione è spinosa e non ho tempo per discuterne cime meriterebbe. Anzi varrebbe la pena aprire un nuovo thread sganciato da questo che riguarda piuttosto il numero di parlamentari.

Io sono assolutamente d’accordo sulla possibilità di servire lo Stato a tutti i livelli.

E sono d’accordo sul fatto che chi da prova di saper svolgere bene un servizio piccolo potrebbe saper svolgere un servizio più grande.

Ma non è detto che questo servizio debba essere elettivo. Così come non è escluso.

@Shamar solo su una cosa in particolare non sono d’accordo, io credo che se c’è un ministro dell’economia che fa oggettivamente bene il proprio lavoro, per me potrebbe rimanere in quel ruolo anche per 50 anni…

Ovviamente sai che io non voglio creare un parlamento elitario, ma se c’è un magistrato “buono” che fa egregiamente il proprio lavoro, e vuole continuare a farlo, tu lo manderesti a casa?

Se c’è un dottore che fa bene il suo lavoro, e vuole continuare a farlo, tu lo manderesti a casa?

Se c’è un sindaco/deputato ecc che fa bene il proprio lavoro, e da disponibilità nel prolungare il suo mandato, tu lo manderesti a casa?

Capisco che non vuoi che la politica non sia una professione, ma nella verità dei fatti lo è, solo che come il dottore e l’avvocato, si deve cercare di farla col cuore, non per i soldi…

oddio scusa ma non sono proprio d’accordo, per governare non basta essere “educati alla politica” ma essere in grado di dirigere un paese. E non tutti hanno la competenza per dirigere qualcosa, anche se fosse solo un quartiere o un municipio. Io non so se avete mai avuto a che fare con l’incompetenza istituzionale, io ne ho a che fare quotidianamente e…Dio ci scampi e liberi dagli incompetenti in politica!!! :weary:

[quote=“Cal, post:10, topic:2972”] Io cercherei una soluzione diversa: creiamo una terza camera estratta a sorte di 10-100k deputati, basata su LiquidFeedback. [/quote] mi piace molto questa idea

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Anzitutto io ho parlato di ruoli elettivi @marcat90, i Ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica. La differenza è sostanziale, perché il Presidente della Repubblica rappresenta l’unità della Nazione. Se per il primo articolo della costituzione “L’Italia è una”, supremo compito del Presidente della Repubblica è mantenerla unita, nord e sud, deboli e forti, colti e ignoranti, belli e brutti. Questo rende inutile limitare la candidabilità dei Ministri: non vengono eletti, ma nominati.


Il dottore e il magistrato sono tecnici. Rispondono del loro lavoro a autorità composte da specialisti come loro sulla base di fattori oggettivi. Infatti entrambi esercitano la propria professione dopo aver dimostrato la propria competenza ad una commissione di loro pari in un concorso di stato. Ed entrambi possono essere radiati dal relativo albo sulla base di fattori oggettivi. Questi fattori oggettivi sono anzitutto procedurali: la prescrizione medica appropriata per la malattia, l’applicazione della ultima legge approvata in materia etc…

Un non-medico non può giudicare la validità della terapia proposta da un medico. Un non-magistrato non può giudicare sulla correttezza procedurale di un processo tenuto da un magistrato.

La Politica è diversa: pur usando moltissime tecniche, non è una attività tecnica, una specialità. Infatti un Sindaco non è nominato da altri sindaci e il Parlamentare non è nominato da altri parlamentari. Nessun sindaco può radiare un altro sindaco se questo fa politica male. Nessun parlamentare può radiare un altro parlamentare se questo fa politica male. Semplicemente perché non c’è un modo oggettivo di giudicare l’operato di un politico in corso d’opera.

La Costituzione poi è estremamente chiara in proposito:

Articolo 68

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

L’articolo 68 della Costituzione è uno dei più abusati della storia repubblicana. Il suo abuso ha reso i Parlamentari una casta di intoccabili.

Ma nonostante lo squallore della politica italiana, rimane un presidio di democrazia: il Parlamento scrive le Leggi, decide cosa è giusto (dal latino “ius”, che significa “legge”), dunque i Parlamentari che lo compongono non possono essere chiamati a rispondere delle decisioni che prendono, perché altrimenti chi giudica se hanno deciso bene deterrebbe la vera sovranità, non il popolo.

Se vogliamo che la sovranità appartenga al popolo, dal popolo i candidati devono venire. E visto che siamo 60 milioni, c’è ampia scelta di persone in gamba.

Su questo (e solo su questo) il Movimento 5 Stelle ha ragione. Il problema è che M5S è un partito populista, non democratico. Ha candidato persone deboli per poterle manipolare.

Guarda dove siamo Sara. Poi vai a vederti i curricula di coloro che ci hanno portato qui in 60 anni.

Io combatto contro l’incompetenza tutti i santi giorni.

Ma c’è solo un modo democratico di sconfiggerla: educare tutti, insegnare a tutti, mettere tutti in condizione di fare politica, garantire a tutti le competenze di cui parli.

Il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione stabilisce che (enfasi mia)

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Dunque non sarà Dio a liberarci degli incompetenti in politica. Saremo noi. Grazie a Dio e ad altri hacker, abbiamo lo strumento adatto. :stuck_out_tongue_winking_eye:

Serve rimboccarsi le maniche ed attuare la Costituzione, rendendo tutti i cittadini competenti. Io sono qui per questo. Perché il Partito Pirata è il partito della Conoscenza.

A noi tocca l’onere di ristabilire la Democrazia in questo Paese. A noi.

E non possiamo permetterci di diventare né elitari, né populisti. Non possiamo permetterci di manipolare i più deboli o di blandire i potenti.

Dobbiamo restare [Pirati]((Chi sono i Pirati? Sull'Identità di questo partito) ! ! !

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vabbè se mi citi l’art.3 non vale! :smile: ed anche sulla conoscenza/trasparenza e competenza istituzionale della popolazione…non vale! :stuck_out_tongue: Epperò insisto: la competenza di chi ha cariche dirigenti NON è la stessa competenza di chi lavora con professionalità. La classe politica che Governa è una classe dirigente e quindi deve avere competenze dirigenziali. Questo non significa che deve essere “classista”, quindi riservata solo a chi, per esempio, ha avuto possibilità formative elitarie, ma dev’essere - dovrebbe essere - destinata a chi ha competenze di leadership, che sappia decifrare le istanze del popolo, che le sappia tradurre in risposte concrete che aumentano il benessere di tutti, che sappia motivare - MOTIVARE - ad un azione costruttiva il paese. (poi ti viene in mente Di Maio e Conte e viene da piangere…) Non Salvini, perché di Salvini puoi dire tutto ma non che non abbia leadership…in negativo, ma questa poi è una questione di contenuti politici…ma almeno Salvini il posto che occupa se l’è meritato: gli altri, mi spiace, ma sono la solo grazie al sistema farlocco di pseudoselezione del 5 stelle o perchè cooptati dai potenti di prima per le loro qualità di totale asservitismo (volevo dire leccac…smo ma mi sembrava brutto). Sta di fatto che ci troviamo in balia a dei pupazzi, che non saprebbero dirigere nemmeno il traffico di una stradina di campagna, in possesso forse - e nemmeno sempre - solo di una competenza: quella di essere dei ventriloqui.

E questo è il problema.

Perché essendo una classe, tende inevitabilmente a porsi in conflitto con le altre classi. Ma non con tutte, solo con quelle più deboli e manipolabili.

Fin tanto che accetteremo che una classe di persone eserciti potere come se le appartenesse, il popolo non sarà sovrano e noi non vivremo in democrazia.

Leadership è la capacità di essere capo, di guidare. E’ una qualità transitoria e temporanea, perché nonappena viene istituzionalizzata diventa autorità. Non è un caso che Salvini, l’unico cui riconosci leadership, si sia accaparrato il Ministero dell’Interno.

Io preferisco l’autorevolezza alla leadership. L’autore deve la propria influenza all’utilità di ciò che crea, non al numero di persone che abbindola.

Questo “decifrare” è una razionalizzazione di un altro verbo: strumentalizzare.

Il popolo in Italia è sovrano. Un sovrano non ha il diritto di governare, ha il DOVERE di governare.

Dunque non deve farsi “interpretare” o “decifrare”. Non deve farsi manipolare, persuadere o strumentalizzare.

E si vede bene come la classe politica, la classe dirigente, sia stata all’altezza di questa grande fiducia.

Tu stai bene no? Non incontri barriere ovunque, giusto? Non vedi povertà, degrado nella tua città? Non vedi differenze enormi? Non vedi ingiustizie? Non vedi corruzione? Non vedi paura? Non vedi solitudine?

No guarda, lo stato in cui versiamo è la prova inequivocabile del fallimento del concetto stesso di classe dirigente.

L’aristocrazia non funziona. C’abbiamo provato per 60 anni, ora è il caso di cambiare strada.

Non serve leadership per questo. Basta la giusta dose di Curiosità. :wink:

Quando iniziamo? :smile:

no, una classe dirigente, un dirigente istituzionale, è un ruolo che utilizza il proprio potere a servizio della cittadinanza. Quello a cui fai riferimento tu si chiama abuso di potere ed il fatto che sia, purtroppo, molto diffuso non lo rende una prassi. Ogni pubblico ufficiale (credo sia ancora così, a me lo fecero fare quando divenni dipendente pubblica) deve fare un giuramento dove s’impegna ad utilizzare il potere che acquisisce nel rispetto della legge e della cittadinanza, impegnandosi a non abusare in nessun caso del proprio ruolo. Molti cittadini non sono nemmeno consapevoli dei doveri che ha chi ha un qualsiasi ruolo di potere, e si mettono essi stessi nella condizione di facilitare l’abuso di potere. Ti racconto questa cosa che a me fece molto impressione: uno dei miei primi lavori nel Pubblico fu in un paesino in provincia di roma. Il primo giorno di lavoro arrivai con la corriera con un certo anticipo e quindi scesa dall’autobus mi fermai al bar a prendere un caffè. Quando andai alla cassa per pagare il proprietario mi disse che il caffè lo offriva lui, perché lui già sapeva “chi” ero e qual era il mio ruolo all’interno della ASL. Ecco, questo è l’atteggiamento generalizzato della cittadinanza nei confronti di chi ha un qualsiasi ruolo di potere…per questo, purtroppo, in Italia è tanto diffuso l’abuso di potere

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A me fa tenerezza quest’idea secondo cui più alto è il numero dei parlamentari, più in salute è la democrazia. Basterebbe dare un’occhiata agli articoli linkati nel primo post per rendersene conto, in particolare a questo: guardate l’ultima colonna della tabella (n° di parlamentari per abitante), e fate caso a quali sono i Paesi dove tale numero è più alto: Malta, Grecia, Irlanda, est Europa. Non esattamente modelli rinomati di democrazia nel mondo (anzi, sono guarda caso Paesi in cui c’è maggior corruzione percepita). In Francia e Germania stanno sotto all’1, per dire.

Se poi volessimo allargare gli orizzonti al di fuori dell’Europa, faccio notare che negli USA i parlamentari sono poco più di 500, su una popolazione di 306 milioni.

Questa storia che la corruttibilità sia strettamente legata al numero dei deputati è mera teoria, smentita da decenni di realtà. Così come è mera teoria l’idea (che pure fila, sul piano logico) che dare ai parlamentari stipendi molto alti metta al riparo dal rischio che si facciano corrompere. Chiunque abbia letto un quotidiano negli ultimi decenni penso ammetterà che così non è stato. Quello che la cronaca ci mostra quotidianamente è che chiunque detenga un briciolo di potere ne approfitta per chiedere o accettare denaro da chi sta più in basso nella scala sociale, che si tratti di un assessore comunale all’edilizia o di un parlamentare o sottosegretario. Più politici ci sono, più potenziali corruttori ci saranno; quanto al fatto che “essendo di più, individualmente contano meno”, non bisogna sottovalutare il fatto che ciascuno di loro ha facoltà di assumere gente per “consulenze” et similia.

Tendenzialmente, i Paesi in cui un sacco di gente campa di politica (con ciò intendendo non solo gli eletti, ma tutto “l’indotto” - collaboratori, consulenti etc, - sono quelli messi peggio).

Quanto poi al fatto che “più parlamentari ci sono, più aumenta la rappresentatività” è anche qui pura teoria scollegata dalla realtà. La rappresentatività dipende prima di tutto dalla legge elettorale e dall’esistenza o meno del voto di preferenza; puoi anche avere un parlamento di 10.000 persone, ma se le liste le ha decise il capo partito cambia poco. E comunque, anche col voto di preferenza, è bene ricordare che in Italia non solo non esiste il vincolo di mandato (giustamente), ma neanche qualsiasi altro meccanismo di controllo ex post degli elettori sugli eletti (ad esempio un recall all’americana). Chi viene eletto in Parlamento può, dal giorno successivo a quello dell’elezione, mettersi a votare in modo diametralmente opposto a tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale, senza che nessuno possa farci nulla per tutta la durata della legislatura.

Il confronto era tra Parlamenti. Se è per questo anche in Italia ci sono le Regioni, i Comuni, le province. E comunque, non vedo il senso dell’obiezione: qui si stava parlando di democrazie in generale, senza distinzioni tra repubbliche federali e Stati centralisti.

Però ha senso che in uno stato in cui il potere legislativo è ripartito fra parlamenti locali e parlamento federale, il parlamento federale sia più piccolo che in uno stato centralista – ha meno potere.

Vi è una differenza profonda fa un dipendente pubblico o un pubblico ufficiale che rappresenta lo Stato di fronte ai cittadini e un politico che rappresenta i cittadini nello Stato.

Questa differenza è evidente confrontando l’articolo 67 con l’articolo 98, che riflette la differenza fra l’articolo 1 e l’articolo 97.

Il funzionario pubblico viene nominato ad esercitare un attività tecnica ben definita. La sua discrezionalità concerne il come fare, non il cosa fare. E nel decidere come svolgere la propria funzione non è libero: deve assicurare il “buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione” ed il codice civile specifica che tale attività deve conformarsi a criteri di efficienza, efficacia, economicità, trasparenza etc… La discrezionalità del funzionario è dunque limitata. L’abuso di ufficio, cui fai riferimento (abuso di potere è una locuzione ambigua), è sostanzialmente l’abuso della fiducia ricevuta dallo stato attraverso cui un funzionario viola i limiti della proprio ruolo per decidere il cosa deve fare attraverso il come (tipicamente a proprio vantaggio).

Il politico decide perché scelto dal sovrano (il popolo) per decidere. La sua discrezionalità non è limitata: il parlamento può decidere di spendere denaro pubblico in modo inefficiente per stimolare l’economia, può decidere di aumentare le tasse ai ricchi anche se questo fosse inefficace, può decidere di avviare una guerra anche se questo fosse antieconomico, può decidere di prolungare un segreto di stato anche se questo non è trasparente etc… I limiti del potere politico non sono limiti alla discrezionalità, ma limiti definiti dallo scopo della istituzione politica per cui è stato eletto: il potere di un Parlamentare ha limiti diversi da quelli di un Sindaco o di un Presidente di Regione, ma questi limiti sono vincolati territorialmente, perché il potere venga esercitato solo sulla quota di popolo che li elegge.

La differenza è così profonda che il passaggio da un ruolo Politico (il Parlamentare) ad un ruolo Amministrativo (il Ministro) comporta un rituale pubblico di rilevanza costituzionale: il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica: il Ministro, al contrario del Parlamentare, è vincolato ad un mandato che arriva dal Presidente della Repubblica e si deve attenere ai principi sanciti dall’articolo 97 della Costituzione.

La Politica dunque è profondamente diversa dall’Amministrazione, in cui la competenza deve essere un fattore di selezione del personale per garantire “il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.

La confusione fra questi due piani deriva dalle origini borboniche dello stato italiano e si è insediata stabilmente nell’immaginario collettivo grazie allo straordinario lavoro della loggia massonica chiamata “Propaganda 2”. Ma come sempre accade, la confusione e l’ambiguità servono ad ingannare i più deboli, a manipolarli.

La loggia P2 era una associazione eversiva votata al “superamento della Democrazia”. Ed ha svolto un lavoro straordinario in questo senso. E tutti ne paghiamo le conseguenze.

Ora il Partito Pirata deve scardinare questa assunzione. Dobbiamo farlo noi, Pirati puzzolenti, perché nessun altro lo sta facendo. Ed è sempre più urgente! E’ un dovere morale, civile e politico. Perché l’alternanza fra élite e populisti, non è democrazia. E conduce dritti dritti al totalitarismo.

Io non posso accettare che si propini l’idea che solo i “migliori” possono governare. Primo perché “migliori” è una valutazione soggettiva data ex-post, e dunque operativamente irrilevante e politicamente ingannevole. La Storia non è un organo di garanzia, con buona pace di @solibo.

E poi perché è contrario alla Costituzione della Repubblica Italiana, è eversivo ed anti democratico. E io sono un hacker italiano: difendo e difenderò sempre la mia Patria che è la mia Costituzione.

no scusa ma l’abuso di potere non è una locuzione ambigua e non ha nulla a che vedere con l’abuso d’ufficio. Informati meglio. Quanto al fatto che chi è stato eletto non sia come un pubblico ufficiale ed abbia una discrezionalità illimitata…hemmm non ti sei mica accorto che vengono nominati dal Presidente della Repubblica e giurano solennemente? Prova ad ascoltare COSA giurano e ti renderai conto che non hanno unadiscrezionalità illimitata. Poi, certo, come le persone che ti pagano il caffè automaticamente se sei una rappresentante pubblica, l’italiano medio pensa che quel giuramento sia solo un rito senza significato…ed è questo uno dei motivi per cui chi ha potere ne abusa e continuerà a farlo fino a quando sarà proprio l’italiano medio a dar significato a quel giuramento.

Sara, leggi con più attenzione: è quello che ho scritto.

I Ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica e giurano nelle sue mano perché sono Amministrazione ed la discrezionalità del loro potere è limitata dalle prescrizioni dell’articolo 97. I Parlamentari no.

Se Salvini fosse stato un Ministro senza essere Parlamentare (cosa possibile) oggi sarebbe in carcere per l’abuso d’ufficio del caso Diciotti.

Perché il Parlamentare è espressione del popolo sovrano, mentre il Governo è solo espressione della maggioranza. Per questo, giurando al Presidente della Repubblica, il Governo si sottomette all’unità nazionale.


Quanto all’abuso di potere è un termine ambiguo perché di solito, chi non ha una formazione giuridica, confonde le varie fattispecie.

Si tratta infatti di un’aggravante che si può contestare solo laddove il reato contestato non contempli l’abuso come elemento caratterizzante.

Tu per esempio, parlando di pubblici ufficiali, sembravi confondere l’aggravante (abuso di potere) con il reato (abuso in atti d’ufficio).

Una confusione diffusa, ma non meno dannosa di altre.

HO RIFORMULATO ALCUNE PARTI DEL COMUNICATO: le parti in grassetto sono quelle modificate

LA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE RUBA RAPPRESENTANZA AI CITTADINI

L’assemblea costituente ha fissato un numero di parlamentari eletti pari a 946 distribuiti tra 630 deputati e 316 senatori. L’intenzione fu quella di aumentare la rappresentanza parlamentare dei cittadini dopo che nei precedenti 30 anni, solo il governo fascista aveva osato ridurla. Grazie alla scelta dei Padri Costituenti, il Parlamento Italiano avrebbe espresso un deputato e un senatore ogni 46.000 e 81.000 elettori . Con l’esplosione demografica degli ultimi 70 anni, il rapporto tra parlamentari ed elettori si è ridotto a tal punto che oggi abbiamo un deputato e un senatore ogni circa 74.000 e 136.000 elettori. Negli ultimi 70 anni, perciò i cittadini hanno subito una perdita di rappresentanza superiore al 50% ma nessuno ha mai combattuto per la difesa di questo diritto. Al contrario, tutte le forze politiche presenti oggi in Parlamento hanno proposto riforme costituzionali tutte diverse ma con un unico denominatore comune: la riduzione del numero dei parlamentari. L’ultima riforma proposta dal Movimento 5 Stelle e appoggiata dalla Lega Nord, porterebbe il numero dei parlamentari addirittura a 600 unità (400 deputati e 200 senatori) conseguendo il record italiano ed europeo di furto di rappresentanza: un deputato e un senatore ogni circa 136.000 e 214.000 elettori!La conclusione è questa: se per i nostri Padri Costituenti, gli elettori valevano UNO, per gli attuali riformatori gli elettori valgono tra lo 0,38 e lo 0,63. PRATICAMENTE LO SLOGAN MIGLIORE DI QUESTA RIFORMA SAREBBE: “UNO VALE LA META’ DI UNO”

Purtroppo sono anni che tutti gli schieramenti politici cercano di promuovere questo tipo di riforme che danneggiano la rappresentanza eppure, malgrado tali riforme vengano poi puntualmente respinte dal popolo in occasione dei referendum confermativi, non si levano mai abbastanza voci per arginare questa deriva. Perché?

Il motivo purtroppo è semplice:

  1. annunciando di ridurre qualche spesa di entità infinitesima rispetto ai costi della macchina politica e amministrativa dello Stato, le forze politiche sanno di ottenere il consenso di quei cittadini esasperati dalla corruzione;
  2. con meno parlamentari, tutti quei centri di potere che vogliono leggi a proprio favore (lobby, banche, industrie mafie e potenze straniere, anche nemiche) sanno che è possibile influenzare il potere legislativo facendo leva su un minor numero di parlamentari; magari investendo capitali mirati per pagare la campagna elettorale di soli 20 candidati laddove prima bisognava finanziarne 30; e chiunque volesse provare addirittura a corrompere sa che in tal modo, il compito sarebbe più facile.

FERMIAMO IL FURTO DI RAPPRESENTANZA

Il Partito Pirata è sempre stato favorevole ad aumentare i diritti civili e sociali dei cittadini e in particolare sente che il diritto più prezioso in una democrazia sia quello legato alla rappresentanza degli elettori.

Per questo motivo il Partito Pirata rivolge un appello a tutti i cittadini e a tutti gli organi di stampa affinché DIFFONDANO QUESTO MESSAGGIO DI ALLARME: LA POLITICA DELLE SOLUZIONI FACILI STA OPERANDO UN FURTO DI RAPPRESENTANZA! allo stesso modo rivolgiamo un invito a tutti i politici che svolgono con dignità il proprio ruolo di difesa della rappresentanza: NON ABBIATE PAURA DI SEMBRARE I DIFENSORI DI UN PRIVILEGIO, PERCHE’ QUESTO PRIVILEGIO NON E’ STATO PENSATO PER VOI MA PER TUTTA LA NAZIONE E PER I PROPRI CITTADINI

Ovvio che dipende sempre da chi sono i parlamentari, non ci sono dubbi… Se tutti i parlamentari sono Berlusconi, la democrazia è impossibile.

E’ più facile corrompere 1000 deputati o 500? Scusami non è teoria, è matematica…

Riguardo lo stipendio è vero, infatti devono essere pagati di più perchè ideologicamente chi fa il loro lavoro lavora praticamente 24 ore su 24, non per il discorso “corruttibilità”… Quelle hai ragione sono chiacchiere…

[quote=“Exekias, post:57, topic:2972”] Più politici ci sono, più potenziali corruttori ci saranno; [/quote]Questo è un bell’esempio per capire quando si cerca di portare l’acqua al proprio mulino con un’affermazione ben fatta… :smile: (senza offesa) Già ho risposto, la presenza di meno parlamentari aumenta il potenziale di corruttibilità… @Exekias servono più parlamentari onesti, con la situazione moderna e la corruzione che c’è, abbassarne il numero è solo una mossa di accentramento di potere… Chissà quante volte Berlusconi ha pensato “ah, se ce ne fossero di meno sarebbe tutto più facile…”.

[quote=“Exekias, post:57, topic:2972”] Quanto poi al fatto che “più parlamentari ci sono, più aumenta la rappresentatività” è anche qui pura teoria scollegata dalla realtà. La rappresentatività dipende prima di tutto dalla legge elettorale e dall’esistenza o meno del voto di preferenza; puoi anche avere un parlamento di 10.000 persone, ma se le liste le ha decise il capo partito cambia poco. [/quote]Vero, infatti la democrazia liquida cerca di evitare l’accentramento di potere.

[quote=“Exekias, post:57, topic:2972”] E comunque, anche col voto di preferenza, è bene ricordare che in Italia non solo non esiste il vincolo di mandato (giustamente), ma neanche qualsiasi altro meccanismo di controllo ex post degli elettori sugli eletti (ad esempio un recall all’americana). Chi viene eletto in Parlamento può, dal giorno successivo a quello dell’elezione, mettersi a votare in modo diametralmente opposto a tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale, senza che nessuno possa farci nulla per tutta la durata della legislatura. [/quote]Infatti è quello di cui io e @lynX stiamo discutendo in questo thread (in modo più specifico intorno al post 100) cercando di far capire questo problema, ovvero che deve essere tutto regolamentato e regolarizzato proprio per i problemi che tu hai sottolineato qua… Stiamo cercando di farlo capire in tutte le salse…


Comunque “tornando al presente”, tu sei d’accordo che in questo momento storico sia necessario diminuire i parlamentari? Io non credo proprio.

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D’accordo sul recall, è uno strumento troppo vulnerabile all’abuso, d’accordo anche sul resto delle tue osservazioni… solo riguardo al libero mandato abbiamo consultato le cattedre universitarie ed è uscito un risultato diverso da quello che ti aspetteresti.

Quest’idea non è l’argomento della discussione. Il problema è se la riduzione dei parlamentari comporti un vantaggio per i cittadini in termini di rappresentanza democratica. La realtà è che questa “riforma” è stata presentata senza una seria analisi di impatto sulle conseguenze se non basata sugli esigui risparmi in termini di stipendi e senza prevedere alcuna riforma sulla struttura ipertrofica delle due camere: questori, stenografi, addetti ai servizi, segreterie, AFFITTI, trasparenza, etc… Infine, consiglio a tutti di considerare quali sono state le occasioni storiche in cui il numero dei parlamentari è stato ridotto, quali effetti ha avuto questa riduzione e (qualora non fosse possibile individuare un nesso di causa ed effetto ma solo di correlazione) in quali occasioni si è verificata.

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In questo caso non si tratta di un libro ma di un discorso pubblicato (quando la Costituzione “puzzava ancora di latte”) su una rivista di settore. Tutto il discorso presenta una concentrazione di concetti da fare impressione ma questa è la frase che più mi ha colpito:

“A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali.” [grassetto mio]

Dal Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950 [Pubblicato in Scuola democratica, periodico di battaglia per una nuova scuola, Roma, IV, suppl. al n. 2 del 20 marzo 1950, pp. 1-5]

(la frase citata è all’ultimo capoverso della prima pagina)

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