Per me c’è una differenza non trascurabile tra DR e DL, sicuramente ancora risento della suggestione di Murray Bookchin,però nella DL (come nella Democrazia Diretta) il potere va dal basso verso l’alto, nella DR e nelle strutture tradizionali va dall’alto verso il basso,questa non è una cosa di poco conto.
Una piattaforma liquida non è tirannica quanto un Salvini, certo presuppone anch’essa un adeguamento del singolo,ma questa fase è ineliminabile in quanto non può esistere alcuna proposta politica che non sia collettiva nel suo respiro e nel suo protagonismo, ma la differenza sta nella partecipazione del singolo e per il fatto (cosa non da poco), che quest’ultimo può domani mattina proporre la sua idea, ed è decisore di ultima istanza, la DL è un processo decisionale partecipato, diretto, (face-to-face) e orizzontale, dalla rotazione delle cariche rappresentative immediatamente controllabili e revocabili, dalla concatenazione di luoghi politici decentralizzati a sfere concentriche crescenti e interdipendenti che coprono territori più ampi e coinvolgono quantità di individui sempre più numerose, e questo rappresenta un avanzamento di autonomia decisionale,come già sosteneva Bookchin, che a differenza dell’anarchismo e delle pratiche dei movimenti recenti orientati alla condivisione per consenso, si pronunciò a favore di un processo decisionale su base maggioritaria.
Nel caso di Salvini, lui decide, domani io mi devo adeguare, nessuno mi ha chiesto niente,non posso fare niente.
Non mi pare la solita cosa.