La democrazia liquida non è una democrazia diretta o assembleare

Silvan: la discussione tratta un argomento piuttosto indipendente rispetto al contesto in cui è stata tirata fuori. Si propone di far qui chiarezza sul tipo di democrazia adottato dal Partito Pirata e sul fatto che non abbiamo una democrazia diretta, né assembleare, ma liquida, la cui caratteristica essenziale è la possibilità di delegare ad un altro cittadino, insieme ad altre caratteristiche che devono essere tenute presenti senza ridurre il tutto ad un unico concetto che tra l’altro rischia di ricevere diverse interpretazioni o rimanere poco chiaro.

Indico questo sottostante intervento come sufficientemente chiarificatore dei vari termini e delle possibili incomprensioni.


L’AP equivale alla democrazia Diretta di tipo medioevale e non funziona non ha mai funzionato da nessuna parte. L’unico posto in cui è stata implementata è stato l’Appenzello Interno in Svizzera e non credo sia un caso che sia stato l’ultimo posto dove le donne hanno avuto diritto di voto e non per loro scelta ma perché obbligati dalla federazione. Il problema è che quando ci si innamora delle proprie idee non si riesce a vederne i lati negativi e quindi non si pensa a correggerli

Detta banalmente così, pare esista un solo modo di avere un’Assemblea Permanente…

I dettagli sono importanti: convivenza nelle discussioni, gruppo integrità, auspico un gruppo per adottare fatti storici e scientifici per filtrare falsità, la possibilità di impostare tempi e criteri nelle votazioni… Si tratta di gestire bene tutte queste possibilità, non esiste una soluzione banale.

La democrazia diretta sappiamo che è problematica e anche avere un capo del partito è molto problematico, occorre tentare qualcosa di nuovo.

1 Mi Piace

Faccio del mio meglio per non cadere intellettualmente in questa trappola, ma l’AP non equivale assolutamente ad una democrazia diretta medievale. Non va bene che spargi bufale solo perché vuoi credere alla tua opinione più che ai dati oggettivi, e in questo senso avresti ragione di attenerti al tuo commento finale più di noi. Le ricerche scientifiche su LQFB e proxy voting indicano che non hai ragione, e non sono d’accordo che si possa portare avanti una opinione conflittuale con la verità nel PP ed in questo forum.

Qual è TUO concetto di “Democrazia Diretta Medioevale”? [definizione che non è mia ma dei maggiori cultori della DD in Svizzera ed Italia]

Non importa dato che non c’era la Rete, perciò non può essere equivalente – tecnicamente impossibile. Il modo come interagiamo e deleghiamo in AP è troppo flessibile per potere essere realizzato con assemblee fisiche che oltretutto soffrono dell’assenteismo.

Ti informo: Democrazia diretta moderna = Democrazia rappresentativa integrata da strumenti di democrazia diretta Democrazia diretta medioevale = Democrazia assembleare (la nostra) (Fonti: Michelotto,Zaquini, Rinco)

La nostra non è democrazia assembleare.

Siamo una democrazia diversa: liquida

Non so quanta importanza possa avere questa fonte: Democrazia assembleare. Quanto meno si tratta di un articolo di un docente di filosofia che è attivo nel campo socio-culturale. Lo riporto perché si può leggere esattamente quello che stai dicendo @storno relativamente alla democrazia assembleare. Così partiamo da un piano di comprensione, spero.

Prima di tutto poco importa se nel medioevo o altrove, ma la democrazia assembleare è sinonimo di democrazia diretta, cosa che noi non siamo e quindi ti chiedo di prenderne atto. La caratteristica di questa democrazia è che che tutti singolarmente devono considerare ogni questione e votare, non è prevista la rappresentanza, né la delega.

Democrazia assembleare non è mai propriamente esistita o fin da subito fallimentare

Come dice quel professore quel tipo di democrazia (assembleare o diretta) è forse esistita nella misura in cui viene lasciata a se stessa e nessuno sa cosa la gente sta decidendo, rendendo impossibile avere la pianificazione di una politica nazionale o monetaria o di altro tipo.

Quando poi di fatto serve prendere posizione o semplicemente serve impostare un inizio, c’è sempre un leader / dittatore che si propone come fase temporanea, ma storicamente la fase temporanea diventa definitiva. Il motivo non è la “cattiveria” del leader, ma il fatto che l’assemblea o il popolo è incapace di costruire una politica dettagliata per l’estero, l’economia, l’istruzione. È anche divisa e non emerge nulla di significativo, per questo afferma che non è mai esistita.

Direi invece che il problema è che non hai ancora chiarito la differenza tra democrazia liquida e diretta e che la democrazia liquida non esistite in un unico determinato modo, ma può avere svariate implementazioni. Ti prego di chiarire le tue di idee.

Non siamo una democrazia diretta

È gravemente sbagliato dire che siamo una democrazia assembleare che risulta, a te e a me, un sinonimo di democrazia diretta come la storia l’ha realizzata nei suoi vari tempi storici.

Non abbiamo la possibilità di delegare? SI Non abbiamo strumenti informatici che ampliano le possibilità di dialogo, confronto, tempi, verifiche, ordinamento, moderazione? SI (ed è una rivoluzionaria novità, di certo rispetto al medioevo…)

Quindi non siamo una democrazia diretta, a prescindere da ulteriori aggettivi.

Esistono molte possibilità di impostazione per una democrazia oggi

Ribadendo che non siamo una democrazia diretta, né moderna, né medioevale, pensi di aver esaurito le possibilità di impostazione della democrazia oggi?

Non conta la moderazione degli spazi di discussione, dove il campo della sociologia offre numerosissimi esempi su quanto sia importante per non arrivare alla degenerazione e mantenere un dialogo costruttivo e rispettoso?

Abbiamo valutato anche la possibilità di raccogliere fatti storicamente e scientificamente fondati per filtrare ogni proposta che sia ingenua, falsa o una bufala. Il problema è che siamo pochi e non si riesce a star dietro a tutto, avessimo un tanto di finanziamento per assumere qualcuno, potremmo crescere e migliorare molto più velocemente. Questo capitolo importante non conta per te? Non fa alcuna differenza per nuovi tentativi di impostare la democrazia?

Un capo di partito, come li abbiamo avuti, sono stati e continuano ad essere persone con una cultura scarsa o media, molto raro che sia elevata e se lo è non di rado sono personaggi al servizio di grandi aziende o grandi finanziatori o multinazionali, in caso contrario è facile che vengono marginalizzati ed in qualche caso anche uccisi (ma più in passato, ormai la strada è spianata… basta la marginalizzazione). Quindi pensare che la rappresentanza tramite un capo di partito sia un elemento necessario è come minimo discutibile e storicamente facile vittima di corruzione.

È chiaro che questioni sofisticate vengono affrontate da economisti, studiosi di rapporti internazionali, ingegneri, ecc., ma anche il capo di partito sceglie tra gli esperti a chi affidare certi compiti e glieli affida. Però, se il capo di partito è corrotto (purtroppo sembra una regolarità storica) la collettività è nei guai ed impotente. Può questo ruolo, che non richiede conoscenze altamente specializzata e onniscenti (come idealmente dovrebbe avere un’assemblea in una democrazia diretta), essere svolto da cittadini qualsiasi che possono anche delegare ad altri cittadini di fiducia se non hanno interesse o voglia o competenze di capire fosse anche le cose più basilari? Direi che è quanto meno verosimile che sia possibile.

Cosa rischiamo con le ricette classiche?

L’alternativa @storno è l’abuso dei poteri forti nei confronti della collettività oppure una nuova dittatura populista perché non ci sono alternative oneste o decenti in politica e la popolazione è comunque stufa e qualcosa vuol veder cambiare (considera niente meno negli USA l’elezione di Trump).

A dirla tutta, anche se certi docenti ritengono che il populismo stia salendo, temo ignorino l’importanza di Internet (non solo nei suoi risvolti commerciali ben studiati…), ma come mezzo di azione-informazione nuovo per i servizi segreti e le multinazionali. Difficile dire quante teste di chi ha potere ci siano e se siano in lotta (almeno in parte sì) tra loro, ma è estremamente plausibile che questi populismi siano costruzioni di marketing ben studiate, di fronte a fenomeni sociali chiaramente attesi, per indirizzare i governi del mondo verso la direzione voluta.

Ho già discusso altrove questo argomento ma non saprei rintracciarlo. Ripeto solo un paio di cose: democrazia diretta (tralascio “di tipo medioevale” che non ho coniato io) o assembleare significa che tutte le decisioni vengono prese nell’assemblea costituita dai componenti. Per democrazia rappresentativa si intende invece una democrazia in cui certe decisioni vengono affidate a ruoli/organi ben definiti ricoperti da persone elette.

La “liquidità” consiste nel primo caso che posso delegare daltri a prendere delle decisioni, mentre nel secondo caso posso delegare altri a scegliere la persona che dovrà ricoprire il ruolo/far parte dell’organo. Noi abbiamo scelto la prima, se vuoi una “democrazia diretta liquida” in quanto non abbiamo organi decisionali al di fuori della AP.

dato che anch’io ho apprezzato (e non potevo non farlo) il testo che hai linkato e dato che ha un sito raggiungibile con la mail forum@giovannidesio.it gli scriviamo?

La “liquidità” non consiste nel primo caso (democrazia diretta), ma nella possibilità di delegare (che, di contro, non è una caratteristica essenziale della democrazia diretta). L’esempio classico che viene fatto della democrazia liquida sono le riunioni di condominio. E queste esistono abbondantemente a differenza della democrazia diretta che si dice non sia mai esistita.

Ritengo che sei impantanato nelle definizioni anziché “guardare i problemi e pensare alle soluzioni”. Il primo problema (per me) è che non abbiamo finanziamenti e tempo di curare tutte le cose che andrebbero curate, per dire la cosa principale.

Il punto non è definire se siamo o non siamo una democrazia xyz, la cui chiarezza di base è sufficientemente stata fatta, il punto è far funzionare le cose.

Siamo SOLO una democrazia liquida? No

Ripeto che al di là delle misere definizioni c’è una grande varietà di impostare le cose.

E il Collegio Arbitrale non è un organo incaricato e autonomo che può dirimere le controversie interne?

Un GdL come quello sulla comunicazione o gli incaricati per la convivenza non agiscono autonomamente rispetto all’Assemblea?

Inoltre, siamo ancora troppo piccoli per avere più articolate esigenze strutturali, può essere che in futuro ci doteremo di altri organi autonomi ancora.

Quindi nuovamente ti sbagli. Lo sappiamo che l’Assemblea non può decidere tutto, nessuno vieta, infatti già lo facciamo, di incaricare qualcuno che agisca anche in modo autonomo.

Poi è possibile rimuoverlo, rivolgersi al Collegio Arbitrale o direttamente all’Assemblea, oppure vincolare certi ruoli a soli porta voce. Quello che ti sfugge è l’enorme possibilità di cose che si possono fare: la flessibilità delle impostazioni. Tale articolazione che fisicamente sarebbe impossibile realizzare, infatti non è mai esistita, ma con l’aiuto degli strumenti informatici è possibile tener traccia di queste dinamiche, ampliare ma definire i tempi, dislocare le decisioni, ecc.

È una strada nuova, va provata, non esistono esempi storici che possano dirimere la questione, né esiste un’unica precisa impostazione da criticare, considerando le notevoli flessibilità permesse.

P.S. Riguardo il docente, ha già scritto un articolo, siamo tutti e due d’accordo con il contenuto, quindi non vedo il motivo di scrivergli. Probabilmente sarà scettico nei riguardi di ulteriori novità, ma se vogliamo coinvolgere qualcuno non possiamo farlo a buffo, ma occorre pensare ad una strategia di comunicazione e propaganda (sempre cose su cui il tempo è nemico rispetto al bisogno…)

Il titolo di questa discussione è un classico esempio di disinformazione: si discute se la democrazia liquida sia o meno democrazia diretta e tumetti nel titolo la TUA conclusione.

Mi viene davvero da ridere quando leggo questa tua frase. Se guardi in giro anche solo sul forum vedi che ho sottolineato vari problemi e proposto altrettante soluzioni tutte regolarmente scartate, mentre “voi” continuavate e continuate a dire che basta aggiungere le regole giuste. Adesso leggo che qualcuno arriva alle stesse conclusioni cui ero giunto un paio d’anni fa. Una volta detto che è opinione comune che la democrazia assembleare non funzioni davvero secondo te non è importante capire se siamo o nu una forma di democrazia assembleare o meno? Se lo siamo (e per me lo siamo) preferisci illuderti che siamo un qualcosa di diverso e quindi fare un’infinita serie di tentativi destinati al fallimento anziché modificare la forma organizzativa?

Ho già riportato sufficienti chiarimenti sul fatto che la democrazia diretta è diversa dalla democrazia liquida e che la democrazia liquida non esiste in un’unica definitiva forma, ma si può impostare in molti modi.

Questa non è disinformazione. È disinformazione (o bufala come ha detto lynX) dire “L’AP equivale alla democrazia Diretta di tipo medioevale e non funziona non ha mai funzionato da nessuna parte”.

Come minimo, potevi tu suggerire che vedi la nostra assemblea così, senza fare un’affermazione categorica. Offrire dettagli poco sopra non è servito.

Di questo passo rischiamo di ripeterci all’infinito e non ne ho voglia, vediamo problemi diversi, caratteristiche diverse e se molte iniziative tue non passano significa che non convincono. In diverse occasioni le ho trovate personalmente incomprensibili. Prova a metterti in discussione tu, invece di inneggiare alla disinformazione.

Orrore! No! Questa non è democrazia liquida! Chi diavolo dice delle ridicolezze del genere? Wikipedia? Questo è un proxy voting senza alcuna flessibilità, senza un minimo di liquidità! Rientra nella definizione di democrazia assembleare, non liquida.

Infatti oltre alla possibilità di cambiare la delega ad ogni momento mentre ad una assemblea occasionale, o l’hai data, o non l’hai data, e finisce lì– ci sta anche l’importantissimo fatto del dibattito strutturato e distribuito nel tempo che permette la partecipazione non fisica e la conseguente accrescita di importanza che la delega sia modificabile nel mezzo del dibattito o della votazione– roba che in un’assemblea non puoi fare: Se non ci sei, non ci sei e stop.

La definizione di democrazia rappresentativa non intende il ramo giuridico. Per le ragioni esplicate altrove (privacy delle persone coinvolte ecc) non esiste una soluzione liquida per il ramo giuridico. È interessante però discuterla in ambito esecutivo.

Per i GdL, a mio avviso lo statuto attuale fa un gran casino dato che non li distingue per poteri: ci stanno CA e GI che siedono chiaramente sul ramo giuridico, coordinamento che sta in esecutivo e dovrebbero esistere anche i tavoli di lavoro classici, quelli che discutono proposte legislative. L’autonomia rispetto all’assemblea si deduce dal ruolo politico, non dal fatto che hanno apparenza di GdL. Perciò CA e GI sono per definizione autonomi dall’AP.

La redazione come il coordinamento invece sono sottoposti all’area “Organizzazione e Priorità” a meno che ripristiniamo l’area “Redazione”, eccetto quando l’AP sceglie di assegnare compiti a certe persone.

Assegnare compiti ai GdL invece propende alla formazione di cerchi magici in bypass dell’assemblea, dato che i GdL deresponsabilizzano gli individui. Non sono sicuro se è sempre un problema, ma è un pattern visto troppo spesso da quando mi muovo in ambito pirata… mi pare il momento giusto analizzare ed eliminare le criticità ora che nessuno dei partecipanti ha intenzioni politiche malvagie, precondizione che nel PP-IT non ho mai visto prima d’ora.

I tavoli di lavoro infine sono piccole redazioni per sviluppare proposte di un certo spessore, ma il risultato va comunque postato in AP. Perciò il processo redazionale è comune a tutti i veri GdL ed in nessun caso devono bypassare l’AP.

Esatto.

E ci sono le aree confidenziali per parlarne… non qui.

Credo ti potrei citare decisioni assembleari del 2011-2012 che dicono la stessa cosa, perciò @Silvan ha tutto il diritto di mettere una conclusione del partito pirata nel titolo. Noto che l’intera risposta sta uscendo dall’ambito di buona convivenza, perciò non rispondo.

E’ l’esatta definizione di “censura giustificata in modo untuoso” Gradirei conoscere l’opinione di altri

Procediamo per gradi. Questo è luogo libero. Tutte le idee sono benvenute. Le uniche cose sgradite sono gli insulti e gli attacchi alla persona. Procedete con lo scambio di idee. Magari tra un po’ aggiungerò anche la mia.

Ho cercato prima in italiano, fatico a trovare una fonte sufficientemente autorevole sulla democrazia liquida. Ho notato che in diverse parti del Web (ma nessuna che rappresenti una fonte apprezzabile) si confonde la democrazia diretta con la democrazia liquida. Purtroppo, in prevalenza la democrazia liquida viene attribuita al M5S e si mostra la situazione per affermare che è un disastro. Questo è doppiamente e drammaticamente falso: 1) il M5S non ha affatto realizzato una democrazia liquida, ma un vero guazzabuglio (software proprietario, carenza di procedure, criteri rivisti in corso d’opera, principalmente democrazia diretta ma mescolata con tante decisioni forti su cui non c’è nemmeno la possibilità di esprimersi… ecc.); 2) la democrazia liquida, avvantaggiata dagli strumenti informatici, rappresenta elementi nuovi rispetto alla democrazia diretta, non possono in alcun modo essere considerati sinonimi.

Insomma, in italiano il dibattito è ridotto e confuso, facilmente fuorviante…

La P2P Foundation considera la democrazia liquida sinonimo di democrazia delegativa o di proxy voting. Fonte che ha citato Wikipedia in inglese.

L’esempio dei condomini viene offerto come più semplice (quanto meno familiare) applicazione di una democrazia delegativa. Certamente gli strumenti online ampliano immensamente le possibilità, altrimenti ridotte dalla necessità degli incontri fisici, nonché certe dinamiche sociali che si instaurano tra condomini, rispetto alla Rete che offre più libertà e neutralità. Però, gridare all’orrore mi pare eccessivo, resta un esempio basilare per capire un meccanismo.

Considerando quanta confusione ci sia (nel Web italiano) sulla democrazia liquida, non è affatto una cattiva idea specificare molto bene che ci sono altri ingredienti e caratteristiche.

La funzione giudiziaria va considerata separata dalla funzione parlamentare, ok, dato che riproponi la separazione dei poteri per la democrazia. Però, se l’Assemblea cambia lo Statuto e interviene su alcuni aspetti del CA e del GdI (giudici) lo può fare, quindi di fatto può rendere delle figure più autonome, magari possiamo aggiungere che deve (con la funzione giudiziaria) affinché si abbia una sana democrazia.

Si può ragionare su come debbano porsi i GdL rispetto all’Assemblea, ma il punto era che nulla vieta (strada aperta a soluzioni migliori) che l’Assemblea possa rendere singoli incarichi o gruppi abbastanza o fortemente autonomi per poi intervenire in un secondo momento in caso non si sia più soddisfatti del lavoro o dei risultati.

L’Assemblea si bypassa solo se resta all’oscuro del lavoro dei GdL, ma nel caso di forum, sito, articoli, diventa poi tutto pubblico, quindi chiunque può vedere “come va”. Se ci sono rischi di passi strategici ci si potrebbe (per esempio) dotare di un incaricato per la strategia che approva, consiglia, interviene, sui testi che vanno al di là della semplice esposizione di contenuti assodati. Il problema è che più organi e funzioni abbiamo, più avremmo bisogno di dipendenti o volontari… ma questo è un altro capitolo.

Non vuoi deresponsabilizzare gli individui? Però, al posto del GdL dai parziale autonomia ad un individuo direttamente (con un incarico specifico) ma sempre di una certa autonomia viene dotato.

Ok, ribadisco che il punto era la possibilità dell’assemblea di dare autonomia rispetto ad essa (ma poter sempre intervenire, non è una autonomia definitiva ovviamente). È secondario come stanno le cose ora. Non abbiamo un capo di partito, ma possiamo eleggere ministri per esempio? Inoltre, devi sempre considerare che un primo step deve essere compatibile con la Costituzione, non credo si possano vincolare troppo gli incaricati.

Ma che diavolo ne sanno loro. L’hanno mai praticata? Filosofare sul P2P, okay, ma giudicare il lavoro altrui senza comprenderlo a fondo… no grazie!

E poco più, eppure ci sono persone qui che usano la democrazia liquida e ancora oggi la confondono con una banale democrazia assembleare… ma forse è più lo sport dello essere contro, nulla di razionale.

Si. La presentazione che diedi al ForumPA l’hanno tolta dal sito, pare. Quella che diedi al MOCA 2012 ce l’ho sul disco, ma è lunga e sto in maglietta per il caldo… comunque non credo di avere elaborato sulle conseguenze sociologiche di una delega riposizionabile in qualsiasi secondo a confronto con le forme di democrazia medievali che si usano di solito. Pensavo che ci sarebbe arrivato chiunque a capire che le implicazioni sono enormi.

se l’Assemblea cambia lo Statuto e interviene

l’AP ha il potere di riscrivere la costituzione del partito col potenziale di fare a pezzi la democrazia… oppure di migliorarla, sì. Ci sono tutta una serie di piccole cose che vorrei discutere dello statuto, per renderlo ancora più ganzo…

che l’Assemblea possa rendere singoli incarichi o gruppi abbastanza o fortemente autonomi

Si, ma se non si attengono a statuto e regolamenti, o sbagliano i gdl, o cambi statuto e regolamenti…

L’Assemblea si bypassa solo se resta all’oscuro del lavoro dei GdL

No, può anche essere all’oscuro (nel caso di un gruppo strategico o nel caso di questi qua)… quel che conta è che si rispettino le regole. Se il Regolamento dice che le pubblicazioni si decidono in AP, l’AP non può incaricare nessuno a bypassare tale regolamento.

Il problema è che più organi e funzioni abbiamo, più avremmo bisogno di dipendenti o volontari…

Una delle ragioni per la quale il federalismo nella struttura partitica in Germania era popolare, oltre e imitare i partiti grossi, era perché dava un incarico a chiunque ne volesse uno– board, collegio, tesoreria ecc in ogni land, e come se non bastasse fecero anche i capitani e quartiermastri per ogni gruppo di quartiere. In pratica quasi ogni pirata poteva rivolgersi ai media e dire di essere questo o quest’altra apparente funzione importante. Non credo sia stata una buona idea, ma se in Germania siamo riusciti a riempire tutti questi spazi, farne una dozzina e mezza a livello nazionale in Italia potrebbe anche essere poco…

Però, al posto del GdL dai parziale autonomia ad un individuo direttamente (con un incarico specifico) ma sempre di una certa autonomia viene dotato.

Quando inevitabilmente necessario, si. Ma se gli dai in mano i soldi e poi i volantini non si materializzano, sai chi ha preso i soldi. Non ce ne sono due che dicono “è stato l’altro.” Che è un po’ il metodo con il quale funziona la corruzione del aeroporto BER. Alla fine non sai più se è colpa di Berlino o di Brandenburgo, e perciò alla fine paga il popolo.

ma possiamo eleggere ministri per esempio?

Se non hanno alcun potere, si. Oppure se ti inventi incarichi al di fuori da statuto e regolamento.

La Costituzione non è applicabile all’interno del nostro partito. Conta se entriamo nelle istituzioni e conta in relazione tra lo Stato e gli individui partecipi a questo partito.

Qui ritengo (anche se la certezza assoluta non ce l’ho) che sbagli a rendere gli incaricati così aderenti alle posizioni assembleari. Mi spiego: non devono agire come gli pare, questo no. Devono rispettare le indicazioni ed i paletti che sono usciti, però ci sono molti altri dettagli, cioè piccole decisioni, oppure la gestione di eventi inattesi e da gestire rapidamente, su cui penso non sia possibile non dare autonomia. Già è difficile che venga accolta la democrazia liquida a livello popolare (almeno per quel che ho potuto vedere con qualche decina di amici e conoscenti), ma non lasciare nemmeno quel tipo di autonomia (stabiliti certi paletti) per me serve solo a minare eventuale consenso e fiducia. E sono anche perplesso che sia una buona idea, non lo credo per ora.

Invece, un capo di partito sarebbe troppo pericoloso e sono d’accordo che si debba rimanere ancorati all’assemblea. Al massimo un avatar mediatico, un porta voce soltanto, potremmo avere.

Certo, ma se il nostro partito vincola i parlamentari (come vorrebbe fare Grillo o credo abbia fatto), di fatto si ritrovano addosso un vincolo di mandato che la Costituzione non ammette. Se vogliamo è un cavillo, ma ci sono svariate discussioni sul Web su quanto ciò sia tollerabile o incostituzionale… di certo non è una questione che si sbroglia facilmente.

Parliamone nel thread apposito.

In questa occasione sapevo già a priori che il testo non può che sbagliare, ma visto che sto mettendo ordine tra i miei tab nel browser, leggo e commento gli errori più gravi:

Ma il vero problema è un altro: la democrazia diretta comporta che ogni elettore debba pronunciarsi direttamente su ogni questione

L’autore non si è studiato la democrazia liquida che risolve esattamente questo punto.

ma il comune cittadino non ne ha nè la competenze e nemmeno il tempo.

E questo.

In realtà il compito dei politici è quello di operare una sintesi o, meglio, una mediazione fra la volontà popolare e le ragioni degli esperti.

Questa è il risultato teorico della democrazia rappresentativa, ma abbiamo scoperto che la democrazia liquida può funzionare meglio.

Il fatto è che le democrazia assembleari…

Ed ecco che definisce “democrazia assembleare” in chiave diretta, non liquida… perciò tutte le sue deduzioni sono fallacie nel nostro contesto. Ma @storno, da quanti anni non hai internato i concetti della democrazia liquida, da presentarci un testo così ovviamente incompetente in materia?

Allora si passa alla dittatura temporanea che poi diventa definitiva. E’ sempre avvenuto cosi nella storia, dalla Rivoluzione Francese a quella di Ottobre.

Giusto, dato che non esisteva democrazia liquida.

La democrazia diretta, assembleare non è praticabile come infatti non è mai stata praticata nella storia in nessun caso e in nessun luogo

Esagerato, ma abbastanza giusto.

Nei cantoni svizzeri dove si pratica la giusta misura di democrazia diretta, si manifestano meno sprechi nella spesa pubblica che in quelli rappresentativi. Articolo che lessi nella Zürcher, purtroppo senza link.

Per questo l’unica democrazia praticabile (ed effettivamente praticata nella storia) è quella è quella della delega

Nella storia: abbastanza giusto. Unica praticabile: errato!!

Il resto dell’articolo tratta M5S con le giuste conclusioni, dato che il M5S ha da sempre ideologicamente rifiutato la democrazia liquida e perciò non ne ha tratto alcun vantaggio… la Rete di per se non ha risolto il dilemma della democrazia diretta, come Giovanni De Sio giustamente osserva.

Possiamo anche contattarlo, ma ci serve una documentazione veramente molto convincente riguardo alla democrazia liquida, dato che ci vuole molta predisposizione a non farsi prendere dai preconcetti… anzi, in genere ci vuole anche l’esperienza pratica di avere vissuto una democrazia liquida implementata correttamente per rendersi pienamente conto delle implicazioni… noi stessi non abbiamo mai avuto il numero adeguato di iscritti per sfruttarla in pieno. Ed infine la DL è solo la meno peggio tra le tre opzioni…