Avatar: Come vincolare i funzionari pubblici con LQFB

Volendo chiedere ad un sindaco, un consigliere, un funzionario di “compromettersi” ufficialmente per lasciare spazio ad una maggiore partecipazione, e nell’ipotesi di avere disponibile una piattaforma come LQFB, come formulereste il vincolo?

Da un lato non possiamo chiedere di attenersi alle indicazioni di questo LQFB per TUTTO, ed al tempo stesso nemmeno ritengo soddisfacente chiedere di usarlo solo come strumento puramente “consultivo”.

Fermo restando il fatto che se qualcuno vuole usarlo per consultarsi può chiaramente farlo per tutto, che tipo di decisioni “partecipate” rendereste vincolanti?

Io sarei per usarlo come mezzo rapido per referendum abrogativi locali. Es. se il consiglio comunale approva la costruzione di un’opera e la cittadinanza porta a termine una mozione contraria, quella dovrebbe essere vincolante. Chiaramente dev’essere stabilito un quorum significativo.

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Ad esempio come è scritto nel nostro programma, a riguardo del territorio:

sia garantita agli abitanti la partecipazione diretta e vincolante alla decisione finale di procedere con la messa in cantiere di opere ad alto impatto socio-ambientale

Il concetto è chiaro. Ma chi lo stabilisce se un’opera è ad alto impatto socio-ambientale? O meglio ancora, come si stabilisce?

Secondo me una buona idea è scegliere degli incaricati tramite LQFB per svolgere varie mansioni: costituire una commissione di economisti (naturalmente devono soddisfare certi criteri e avere certi titoli per occupare queste posizioni), incaricare politici di portare avanti certi progetti, ecc. ecc. In questo modo selezioniamo molti esperti esecutori.

Sempre tramite LQFB i cittadini possono proporre e maturare progetti di legge, programmi, priorità, ecc.

Gli esperti che sono stati scelti hanno il compito di attenersi il piú possibile alle proposte e le richieste approvate tramite LQFB, però possono riservarsi il diritto di modificare la pianificazione, l’attuazione o alcuni punti di quello che i cittadini gli chiedono. Questa libertà gli è concessa dall’esperienza e dai titoli che possiedono, ma, al tempo stesso, tanto piú si discostano da quanto i cittadini chiedono, tanto piú devono argomentare la loro posizione e si assumono anche il rischio di non essere confermati in quella carica, appena giunge la possibilità di votarli di nuovo.

Infine, devono comunque esserci delle cose strettamente vincolanti tramite LQFB come appunto votare ed incaricare qualcuno per qualche ruolo, ma anche la preferenza data tramite un referendum, la dimissione immediata di qualcuno se la maggioranza qualificata (2/3) della popolazione vuole che sia rimosso subito, ed altre cose da stabilire.

La Regione o il Ministero dell’ambiente sono tenuti a fare la Valutazione dell’impatto ambientale, ma secondo me l’ultima parola dovrebbe spettare comunque ai cittadini (che dovrebbero giudicare secondo il “buon senso”, anche se mi rendo conto di quanto pericolosa sia quest’espressione oggigiorno), perché Regione e Ministero sono comunque organi politici (nel senso: se il partito al governo nazionale è lo stesso che governa anche la Regione, l’opera si farà, la VIA s’aggiusta in qualche modo).

beh, se limitate lo scope della cosa a opere edili, vi manca un bel pezzo di opere. poni che un sindaco impazzisca e voglia assumere tutta (il 40%, se vogliamo ridere meglio) la cittadinanza come opera di welfare. che fai in questo caso?

alto impatto sociale e/o economico e/o ambientale potrebbe bastare?

Perché alto?

Un’alternativa meno soggetta a interpretazioni sarebbe fissare una soglia di spesa, oltre la quale diventa obbligatorio il “nullaosta” popolare. Es. se il Comune deve costruire una roba che costa più di 100.000€ deve consultare la popolazione; se non viene raggiunto il quorum del 50+1 vale come un “ok”, mentre se viene raggiunto si vede cosa ha votato la gente.

Noi piccolo partito possiamo essere eccentrici abbastanza da svolgere elezioni palesi in via digitale ma non è una procedura democratica che oserei di raccomandare a delle istituzioni. Lo so che il M5S elegge persone in modo totalmente intrasparente, perciò a confronto siamo comunque dei paladini della democrazia… boh.

Questa volta non ho una proposta pronta in testa. Ci devo ragionare su. Forse aiuta formalizzare la funzione del LQFB e dargli una struttura legale… non chiamarlo LQFB bensì assemblea con un determinato cerchio di partecipanti e formulare un regolamento che specifichi in quale modo un sindaco, un consigliere, un funzionario dovrebbe “compromettersi”. In questo modo non è solamente un sondaggio… in questo modo “l’assemblea ha detto X1”, il sindaco dice “X3” e secondo una logica determinata si fa X2 come compromesso.

O banalmente il funzionario formula una domanda all’assemblea indicando in quale modo intende rispettare ed implementare la risposta, in questo modo “promettendosi” lui stesso nel modo come pensa per ogni questione in corso – ma non dopo l’esito del dibattito assembleare! Penso che un metodo del genere si potrebbe addirittura formalizzare legalmente, diventendo perciò vincolante per le questioni che lui stesso ha tirato in ballo. Ma forse è ancora troppo “soft” questo approccio, visto che l’abilità di non discutere le cose scomode resta.

L’ideale liquido sarebbe che il funzionario ce la mette tutta ad educare l’assemblea sulla questione affinché prenda la decisione giusta, ma poi esegua la volontà dell’assemblea – ma per fare ciò secondo me ci vogliono ancora misure anti-populismo come abbiamo discusso in https://pad.partito-pirata.it/p/2014-analisi ma ancora non realizzato.

non credo si possa fare, cioè non credo si possa stabilire come vincolante. Io lo adotterei come piattaforma consultiva, difficile oggettivamente ambire a qualcosa di più. Sarebbe comunque un discreto punto di partenza.

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Io aprirei un’iniziativa su LQFB per aggiungere i seguenti articoli 3 e 4 sul Regolamento per la Sezione I (Scelta e utilizzo della piattaforma):

Art. 3. Applicazione del programma politico Il programma politico e i disegni di legge maturati dall’Assemblea devono essere realizzati mediante persone incaricate dall’Assemblea e che soddisfino i requisiti necessari a coprire il ruolo a loro assegnato. Tali incaricati hanno il diritto di pianificare l’attuazione di una proposta nel tempo, aggiunstandone le priorità; hanno anche il diritto di variarla o discostarsene significativamente, però devono giustificare pubblicamente il motivo per cui si ricorre a posticipazioni e/o modifiche.

Art. 4. Obbligo di dimissioni immediate Per prevenire i comportamenti scorretti nei confronti della collettività degli incaricati di qualsiasi ruolo statale, l’Assemblea può chiederne le immediate dimissioni, in qualsiasi momento, se raggiunge la maggioranza qualificata (intesa come il superamento del 66% dei voti). Tale maggioranza qualificata vale anche se viene raggiunta dai residenti di una singola regione o un singolo comune o altri territori pubblicamente amministrati che corrispondono all’area di competenza dell’incaricato in questione.

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Scusate ma temo di non capire: mai sentito parlare di Art. 67 della Costituzione Italiana?

In pratica, noi diciamo ai funzionari pubblici che l’Assemblea può sfiduciarli, ma loro non sono stati eletti dall’Assemblea, ma dagli elettori. E ancora: si dimetteranno quando e se lo riterranno opportuno. And it’s not a bug: it’s a feature.

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Dunque, l’art. 67 vieta il vincolo di mandato sui parlamentari, quindi il programma e i disegni di legge non possono essere dati come vincolanti, sarebbe incostituzionale. Però, figure come un sindaco, un ministro, i consiglieri, rientrano in ciò che prevedere l’art. 67 ?

Inoltre, i funzionari pubblici sono tutti coloro che hanno un incarico negli enti pubblici, possono essere entrati tramite concorso e avere competenze che sono state selezionate, cosí come purtroppo possono essere stati corrotti; anche questi sono sollevati dal vincolo di mandato? Immagino che comunque avranno degli obblighi da rispettare, mi chiedo chi vigila e se vegono mandati via in caso di scandali.

Infine, ho letto che esiste la mozione di sfiducia a livello statale, regionale, provinciale e comunale. Se il governo (primo ministro) viene sfiduciato o un altro singolo ministro, allora costui deve dimettersi. Insomma, quello che propongo praticamente è già cosí. Giusto?

Eh, my dear. Ti scontri con il problema della sfiducia politica in un sistema statalista.

Fosse tutto privatizzato, la concorrenza se ne prenderebbe cura.

Ma, a parte le considerazioni su un’assemblea che dovrebbe fare un lavoro per cui i cittadini (“gli elettori”) pagano qualcuno, stai deresponsabilizzando un funzionario eletto. Sei sicuro di volere ciò?

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Non si può impedire agli eletti di fare come gli pare, ma si possono espellere dal movimento pirata le persone che agiscono in disrispetto delle posizioni dell’assemblea permanente.

Finora i pirati, ovunque hanno ottenuto seggi, non hanno punito i propri rappresentanti ne per posizionamenti politici incompatibili o fantasiose interpretazioni di essi, ma solamente per atteggiamenti dannosi al progetto, e anche in tal caso solo in casi estremi…

In pratica @silvan hai ragione che ci vogliono metodi per massimizzare la disciplina degli eletti, ma restando nell’ambito costituzionale.

Finora gli elettori pirata hanno scelto la politica pirata, non gli individui sul foglio elettorale… perciò una legittimità politica del movimento pirata nei confronti degli individui sicuramente c’è e vista l’esperienza in Germania ecc direi che tale legittimità va assolutamente difesa ed implementata.

Tornando a questo argomento dal discorso di remixare imposte e la conseguente necessità di poterci contare almeno sugli eletti pirata a resistere alla pressione lobbistica, mi ritrovo spesso ad avere una empatia comprensiva nei riguardi di Beppe Grillo: per quanto siamo d’accordo che un garante individuo è per definizione antidemocratico (ma forse basterebbe che i garanti fossero un consiglio di sette o ventitré persone elette per riconsiderare l’M5S una organizzazione accettabile), il problema che la costituzione rappresentativa ci impone una corruttibilità che noi nella democrazia liquida poco abbiamo. Non vedo alternativa al:

– richiedere che i candidati pirata firmino un documento legale che introduca degli incentivi a non tradire l’assemblea; – quando lo fanno, che il collegio arbitrale abbia il potere di rimuoverli dal partito, in questo modo creando anche noi parlamentari espulsi; – tenendo conto, che siamo ancora in processo di migliorare le nostre capacità cognitive ad esercitare saggezza collettiva, e perciò l’AP non è infallibile – specialmente quando si tratta di giudicare delle persone.

Vedi anche proposta di regolamento di @Silvan in alto. Vedi anche cosa si sono inventati i grillini. Vedi ancora di più i regolamenti di Progetto X che raccolgono le esperienze passate di M5S e Podemos. Senza una soluzione a questa questione spinosa vi garantisco che avremo scene penose, imbarazzanti e controproducenti dal momento che dovessimo effettivamente vincere delle elezioni… ed ora che siamo a distanza massima percepibile da tale obiettivo è il momento migliore per stilare tali regolamenti.

Ed in questo senso ritengo saggio non lanciare i sassi contro Grillo come persona se non esiste prova nei fatti che non sia benintenzionato (ammetto che è difficile presumere ciò dopo la spettacolare presa in giro intitolata Rousseau, ma continuo a non escludere che Beppe sia un divertente nonnetto autoritario che si è fatto manipolare a credere nelle piattaforme di software proprietario – dopotutto che ne capisce lui) e se le cose che ci viene facile rinfacciargli in questa fase di nostra impotenza in altro momento possano ripresentarsi contro di noi.

Vedi anche: Proposta di regolamento per l’esecuzione di mandato del 2012-07-18.

Non credo sia una cosa giusta… non deve essere questione di soldi.

Non deve essere il CA in quel caso, ma direttamente l’AP secondo me.

Non lanciamo sassi alla persona: critichiamo il metodo autoritario che niente a che vedere con la democrazia. La rete di attivisti nel m5s non conta più niente. Le espulsioni le decide lui, lui ha il potere assoluto. Da noi sarebbe l’AP. Ben diverso.

La corruzione è questione di soldi– non mi pare sbagliato combatterla con i soldi. Se la prima votazione contraria ai pirati ti costa mezzo stipendio dell’intera carriera parlamentare, saresti dipendente dalla corruzione per compensare ai soldi persi. In pratica si evita un lento slittare occasionale nella corruzione… chi decide di tradire i pirati deve farsi bene i conti…

Importantissimo che sia fatta giustizia, non un rogo plebiscitare. Importante anche, che sia rispettata la privacy di eventuali persone innocenti che ci stanno di mezzo– in AP non esiste privacy. Importante che siano considerate informazioni parlamentarie confidenziali che non sono pubblicabili all’AP. Tutte le ragioni per le quali il CA è l’organo di giustizia del partito valgono anche in questo caso. Al massimo si potrebbero fare i giurati stile America, ma non tornare alla giustizia medievale in assemblea. Il fatto che Grillo si metta in scena come la one-man-band arbitrale non significa che le votazioni della base siano significativamente più giuste e democratiche. Stando alla teoria illuminista della democrazia, sono sbagliati entrambi i metodi del M5S.