Avatar: Come vincolare i funzionari pubblici con LQFB

Visto il tempo e la fatica che costa scrivere software funzionante, ti assicuro che prima di cancellare tutto e ricominciare daccapo ci pensiamo mille volte ( anche troppe a volte). Il mondo del software è pieno di “basi di codice” vecchie di decina di anni, proprio per questo motivo. :slight_smile:

Sono daccordo, se a decidere il destino di un deputato è il capo partito o la direzione del partito.

Sono molto meno daccordo se a deciderlo fosse l’assemblea plenaria degli iscritti, ma qui ci sono molte difficoltà già evidenziate in questa discussione, come la necessità di privacy ed il difetto intrinseco della DD che un voto di pancia prevalga su un voto di testa. Qui la democrazioa liquida aiuta: se l’AP decide che l’operato di un eletto va censurato, si potrebbe delegare una commissione giudicante creata sul momento, quindi virtualmente indipendente dagli organi direttivi del partito, per accertare i fatti e decidere l’eventuale sanzione.

C’e comunque il problema che un eletto, che rappresenta le decine di migliaia di persone che lo hanno votato, si troverebbe ad essere giudicato da un decimo dei suoi elettori, dato che i “militanti” in un partito suno sempre una minima frazione del suo elettorato.

Ma anche se si trovasse il modo perfetto di far esprimere gli elettori sull’operato di un suo eletto, resta una considerazione da fare. L’articolo 67 dice:

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione

Questa frase secondo mè rappresenta una aspirazione alta e nobile: che ogni eletto, pur essendo eletto da una parte, si comporti in modo da rappresentare l’intera Nazione. Porre il vincolo di mandato, in qualunque forma, significa rinunciare a questa aspirazione, ed accettare il fatto che un eletto risponda al suo partito o tuttalpiù al suo elettorato. Si può fare, spesso nella storia utopie irraggiungibili hanno prodotto danni enormi, ma occorre farlo consapevoli di quello a cui si sta rinunciando.

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E allora? Riesci a proporre anche un ragionamento che ne consegue? Perché se provi ad approfondire ti accorgerai che col PP non è più un problema.

Io ci vedo che grazie alla democrazia liquida il partito è veramente uno strumento democratico, perciò la partitocrazia è un veicolo accettabile e meno corrotto della corruttocrazia odierna. E la partitocrazia è uno step intermedio per arrivare al parlamento liquido popolare invece di quello delegato. Non dopodomani, dato che ci sono ancora miglioramenti da fare sulla democrazia liquida, ma nell’arco del secolo si potrebbe fare.

Attualmente l’organo di giustizia è il CA. Si potrebbe estendere però– ma non al volo, perché poi rischi che si scelgono i componenti a seconda della questione della quale devono decidere. Giusto che le corti abbiano i giudici già da prima.

A questo ritengo necessario postulare e comunicare in fase di campagna elettorale che la gente elegge l’intelligenza collettiva pirata, non un avatar individuale. Nel caso dei 15 pirati a Berlino era ovvio che erano stati votati “i Piraten” e non loro specificamente, eppure due giorni dopo le elezioni si sono dichiarati indipendenti dal partito in quanto eletti dalla popolazione. Una presa per il culo, ma lo hanno fatto le persone più fidate del PP-DE. Se lo hanno fatto addirittura loro, escludo che sarebbe diverso altrove.

Si, una aspirazione nobile al quale i parlamenti da sempre falliscono di asserire, mentre della democrazia liquida sappiamo che riesce, se usata da un numero sufficiente di cervelli e con i giusti paletti democratici, rappresentare l’intera nazione come mai un parlamentare o premier ci sia riuscito prima. Perciò il vincolo del mandato è accettabile solo per le organizzazioni che utilizzano la democrazia liquida correttamente.

Amen.

Se non esiste un meccanismo da parte dei cittadini per revocare, richiamare, far dimettere o altre strategie, una persona eletta, allora questo è un bug che premia la menzogna.

Esempio: mi presento come nuovo, dietro ho chi mi finanzia ed i media mi spianano la strada, prometto cose innovative o comunque di essere semplicemente onesto, giusto, di mandare via i corrotti. La gente per tentare questa novità mi vota e poi mi comporto secondo gli interessi di chi mi ha finanziato e spianato la strada.

Si può fare con un partito remixato, si possono cambiare continuamente personaggi e poi tutti vanno nella stessa direzione pro interessi del mercato e dei finanziatori, contro gli interessi dei beni pubblici e della collettività… Basta avere i soldi per poterselo permettere o infilare le persone “giuste” nei luoghi cruciali.

Il bug si frutta così: identità nuova, mento, mi eleggono e fino a che posso faccio gli interessi dei corruttori. Tanto stupido, quanto efficace.

Mi pare che l’Italia, almeno nella recente storia, sia tutta così… Infatti, la fiducia della gente è ormai sotto i piedi. La situazione è anche abbastanza rovinosa che rischiamo di veder salire personaggi politici molto pericolosi.

Vogliamo o non vogliamo tentare qualcosa di nuovo? Per me la democrazia liquida con ulteriori ingredienti, secondo le necessità, è una strada da percorrere. Un “nuovo” classico partito è invece la solita strada che sappiamo dove porta…

Mi domando quali paesi sono rimasti, dove non è così… ho sentito dire che in Norvegia… ma forse è solo un mito…

Per questo col caro Zagrebelski avrei voluto discuterci anche un’ora per mettere in risalto il punto interrogativo al divieto di vincolo di mandato, ma Gad Lerner mi tolse la parola…

In alcune legislazioni esiste la possibilità di "recall": se un certo numero di cittadini votano contro un eletto, questi è costretto alle dimissioni. Il problema che vedo io è che il recall si sposa bene con l’uninominale e con un contesto bipolare, in cui ogni distretto elettorale esprime un unico eletto, che quindi può essere richiamato in caso perda il consenso che lo ha eletto. . In un contesto multi-polare e con la legge elettorale proporzionale (quello che preferisco perchè premia la rappresentativitò) , il recall potrebbe essere usato come arma politica: in Italia ad esempio, due qualunque dei tre poli maggiori, alleandosi, potrebbero facilmente superare il 51% e quindi “richiamare” gli eletti del terzo polo. Certo, se si mette la clausola che un eletto richiamato viene sostituito dal primo non eletto della stessa lista, l’arma si spunterebbe in quanto gli unici interessati ad un recall di un eletto sarebbero i suoi elettori non più soddisfatti del suo comportamento.

Questo è un pezzo di storia che non conoscevo ( devo ancora “acculturarmi” sulla storia dei Pirati), che mi dispiace ma non mi sorprende. La natura umana è quella che è.

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  • gli amici del secondo eletto
  • gli altri per dire “guardate chi eleggono” Ma soprattutto: chi prenderebbe più decisioni necessarie ma impopolari di cui si vedrebbero i risultati a medio/lungo termine?

quello che a te sembra una resa per il culo per me è un gesto nobile e significativo

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Oltre alla criticità che tu e storno avete esposto, riferisco il discorso fatto a Progetto X sul modo come un recall non è mai democraticamente alla pari con la flessibilità della delega liquida.

Good point. Dobbiamo assicurarci che la flessibilità delle deleghe liquide non possa mai portare ad effetti del genere… l’unica mi pare di riuscire a massimizzare la razionalità collettiva affinché ci sia consenso sulle politiche a medio/lungo termine e non le si appioppi ad un singolo individuo.

Ormai ho la collezione di link da mettere quando parlo…

No, non è affatto complesso.

La Costituzione stabilisce che il Parlamentare rappresenta la Nazione nella sua totalità, non il partito o il territorio che lo ha eletto. Questo principio è fondamentale per limitare il rischio di accentramento del potere nelle mani di pochi e dunque il rischio di totalitarismi.

Per quanto ad un partito la cosa possa non piacere, pretendere di imporre un vincolo di mandato ad un Parlamentare è palesemente anti-Costituzionale (e dunque direi ILLEGALE).

Il Parlamentare che rifiuta di obbedire agli ordini di partito (siano essi derivati da democrazia liquida o dalla volontà di un duce) se ne assume la responsabilità di fronte al partito stesso, rinunciando a future candidature (e in tempi più oscuri, anche rischiando la vita). Ma rispondere alla propria coscienza ancor prima che un diritto… è un dovere.

Ecco per te un riassunto dei punti dalla discussione in alto che risponde al tuo pensiero. Non a caso te la avevo linkata, perché le cose che dici, per quanto legalmente giuste, si sono dimostrate sociologicamente disfunzionali, e per questo la vediamo diversamente… già da anni.

Guarda, oggi (ormai ieri :smile: ) mi sono convinto ad intraprendere il percorso di iscrizione al partito pirata, nonostante alcune perplessità di cui magari parleremo in futuro (riferimento non chiaro alle droghe sul programma e assenza di idee sulla lotta alle mafie nello stesso, ambizione ad estendere il pubblico dominio invece che Commons/Copyleft).

Mi ha convinto la scoperta (completamente casuale) della candidatura di tre persone che conosco telematicamente abbastanza da apprezzarne intelligenza e onestà intellettuale.

Sono d’accordo che “espellere dal movimento pirata le persone che agiscono in disrispetto delle posizioni dell’assemblea permanente” è perfettamente legittimo. Persino auspicabile in certi casi. Ma non sono d’accordo a ricondurre la corruzione alla fiducia (e al divieto di vincolo di mandato).

Non è la fiducia a produrre un “falso umanesimo”, ma l’opportunità politica del partito stesso che preferisce non dibattere con i propri membri eletti sulle ragioni del loro comportamento.

In altre parole, la fiducia funziona benissimo quando è bilanciata dalla responsabilità, dalla capacità e dalla necessità di rispondere delle proprie azioni. Ma la responsabilità è una lama priva di impugnatura e spesso i leader dei partiti preferiscono non dover partecipare ad un inevitabile dibattito pubblico in cui potrebbero essere presi in castagna loro stessi.

Questo non dovrebbe MAI accadere. Se un Parlamentare vota in modo opposto al Partito, è sommo interesse dell’elettorato comprenderne le ragioni e nessuna considerazione opportunistica dovrebbe impedire questa discussione dialettica.

Il mezzo sta al fine come il seme sta al frutto. Se utilizziamo un approccio calcolista, otterremo sempre e solo risultati marginalmente positivi. Per fare cose grandi, dobbiamo avere il coraggio di un approccio normativo, basato sul perseguire un metodo ispirato a valori solidi ancor prima che risultati.

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Ma è palese. Se non sei obbligato a votare negli interessi dei tuoi elettori (che ti hanno scelto per il partito al quale sei iscritto) ma piuttosto fai gli interessi dei lobbisti, hai onorato il divieto di vincolo di mandato e sei disponibile alla corruzione.

Non capisco cosa stai dicendo, ma comunque sono sempre gli eletti a tirarsi indietro e fare finta come se il partito che li ha portati in parlamento non abbia nulla da contribuire alle loro scelte. Non certo il partito. Capita che si inventano delle buone scuse per votare secondo gli interessi del lobbista, in quel caso il partito non riuscirà nemmeno a liberarsi di tali persone— perché continuano ad essere popolari.

Mi pare che stai filosofando di cose che non hanno nulla a che fare con la realtà parlamentare…

Appunto grazie al divieto di vincolo di mandato ed ai partiti che non hanno le palle di essere rigidi nei casi di abuso. Se il mio eletto pirata vota a favore del copywrong, io lo espello sull’istante e ci faccio una conferenza stampa!

Se aveva delle buone ragioni per votare a favore del copywrong, avrebbe potuto convincere l’assemblea permanente del partito e farsi dare il mandato a votare in tale modo.

Ma se decide da sol*, è troppo facile da acquisire, da blackmailare, da corrompere.

Nell’era della democrazia liquida non è necessario sopportare tali abusi di potere in silenzio. Se il parlamentare non ha cercato il consenso dell’assemblea, non è più pirata.

Questo è totalmente legittimo. Ma rimane parlamentare fino alla fine del mandato.

Tu assumi che sia sempre e solo una questione calcolistica: se non ha votato come ha deciso l’assemblea è perché è corrotto, ovvero ha messo i propri interessi prima dei valori del partito. Il che è piuttosto comodo dal punto di vista di un partito che pretende obbedienza dai propri eletti.

Non ti sfiora nemmeno il pensiero che un Parlamentare possa acquisire informazioni che a te sfuggono (e che magari non può nemmeno rivelare) e che la sua decisione anomala sia dettata da quegli stessi valori o da valori ancora superiori.

In qualunque caso, mentre convocare una conferenza stampa ed espellere chi non ha eseguito gli ordini del partito è una scelta legittima del partito (e sono d’accordo che dovrebbe essere la norma), rimane il fatto che il Parlamentare rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato.

Attenzione: rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato. Se rappresenta il lobbista sta violando la Costituzione anche lui.

Ne sono pienamente conscio, ma la probabilità di corruzione è assai più alta… come ti spieghi altrimenti l’alto tasso di decisioni parlamentarie nell’interesse dell’economia, dei potenti e non della popolazione generale?

E la mia esperienza con i parlamentari è che in genere ne sanno di meno sulle cose delle quali votano che gli esperti del partito… per non parlare dell’intelligenza collettiva.

Legalmente si, un pensiero nobile che si è dimostrato sociologicamente inefficace e perciò andrebbe ritirato dalla costituzione. Quello che ci serve sono migliori protezioni affinché i partiti non possano derivare in oligarchia o peggio.

Bwahahaha… ma sai quante volte ci pensa all’anno a questo aspetto? Zero. Un reato non comprovabile è inesistente. Se gli piace di diventare il nuovo CEO della Volkswagen a termine del mandato parlamentare, vedrà come fare passare quegli emendamenti di legge che la Volkswagen vorrebbe…

Hai qualche idea? Perché per il momento rimango convinto sostenitore della Costituzione come è scritta…

Non sono ancora convinto che sia inefficace. Come ti ho detto, credo che la causa della inefficacia sia da ricercarsi in quella “mancanza di palle” nel partito che dicevi prima. E’ come dire che i partiti sono un pensiero nobile che si è dimostrato sociologicamente inefficace perché dopo venti anni di Berlusconi oggi abbiamo Salvini e Di Maio al Governo.

Magari se l’espulsione fosse automatica a fronte di una disobbedienza… Magari se ogni cittadino potesse ricoprire ciascun incarico politico una ed una sola volta nella vita…

Che poi… sono persone, mica robot!

Ogni essere umano ha il diritto di disobbedire agli ordini, sia che si trovi in guerra o che si trovi in un partito! Deve accettarne le conseguenze, deve risponderne… ma non possiamo privare i Parlamentari della loro libertà. Sarebbe svuotare la Costituzione di significato, sebbene in un modo diverso da come è stato fatto in precedenza…

No. E’ troppo pericoloso per la Democrazia!

Un partito che viola la legge, nella sostanza anche se non nella forma, non avrà mai l’autorevolezza per scriverla. Figurati un partito che vuole cambiare la Costituzione! Deve assolutamente rispettarla!

Per far diventare l’Italia una Democrazia Liquida (qualunque cosa significhi… domani leggero i link… ora sono proprio distrutto) bisogna cambiare la Costituzione. AMMESSO che sia una buona idea e che si riesca a scrivere una costituzione migliore, bisogna farlo rispettando la Costituzione stessa, altrimenti o si fa un colpo di stato violento (cosa che mi auguro il PP escluda) o si rinuncia alla autorevolezza necessaria a farla rispettare dagli altri!

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Intanto molti paesi al mondo hanno una legge sui partiti, come per esempio il Parteiengesetz. Poi ci sono partiti come il nostro, che hanno uno statuto che va oltre alla dannata democrazia rappresentativa. E poi ci sono le idee sul come fare un partito in modo ancora migliore di questo. Idee che ovviamente si potrebbero decidere di implementare anche qui.

Questo partendo dall’idea che dopo tutti questi anni ci capisco qualcosa e non dico cazzate, mentre le persone che giudicano queste idee spesso non hanno la necessaria competenza. Addirittura gli avvocati non riescono a visionare gli effetti sociologici, vedono solo quelli strettamente legali. Sigh. È un problema di tipo uovo e gallina: finché non abbiamo un sistema decisionale orientato alla razionalità collettiva, non siamo molto predisposti a metterlo in atto.

Non voglio essere un santone per nessuno— ma quelle cose che ho capito vorrei poterle trasmettere agli altri— ma è faticoso perché non sono un bravo radioperatore.

Giusto anche questo… ma bisogna sempre analizzare in modo sistematico e profondo per capire cosa specificamente non sta funzionando. L’umanità non è riuscita ad inventarsi uno strumento migliore del partito politico, ma sono migliorabili le regole come fare un partito.

Magari se ogni cittadino potesse ricoprire ciascun incarico politico una ed una sola volta nella vita…

Potrebbe funzionare… oppure potrebbe avere l’effetto che si fionda ad estrarre il massimo profitto dai suoi anni al potere, passando 4 anni a favorire la massima corruzione…

Si, ma quel diritto non è messo in dubbio — come spiega il paragrafo introduttivo di convivenza. Il partito ha il diritto di non volerci stare con te, ma ciò non ti mette mica in prigione. I tuoi diritti civili non sono in pericolo. Solo se commetti reato.

ma non possiamo privare i Parlamentari della loro libertà. Sarebbe svuotare la Costituzione di significato

Ferma le semplificazioni. La costituzione ha dei compiti molto più importanti e, giusto per fare un’allusione ad un discorso molto più ampio altrove, sta fallendo nel suo scopo primario di proteggerci contro le derive ai fascismi. Se una legge come ObCrypto sarebbe necessaria per proteggere la costituzione, significa che la costituzione non è stata scritta per difenderci contro la globalizzazione digitale (che infatti era imprevedibile nel dopoguerra). Al confronto con questo problema molto più ampio, la questione se la libertà dei parlamentari porta a scelte democratiche o corruzione è secondaria. Diciamo che con la democrazia liquida non sarebbe strettamente necessario avere dei parlamentari eletti. Si potrebbe avere una democrazia migliore senza rappresentanti e perciò senza vincoli e non-vincoli e corruzione varia.

Figurati un partito che vuole cambiare la Costituzione! Deve assolutamente rispettarla!

La costituzione sta a pezzi per terra e stiamo sull’orlo di una deriva autoritaria. Un po’ di realismo magari? Proteggere la costituzione storica, bella ma inadeguata, in modo ideologico danneggia la capacità della democrazia italiana di difendersi dai nuovi pericoli in atto. Che del resto siamo i primi a rispettarla, ma infatti non siamo noi il problema. E fallacio il tuo pensiero che un aggiornamento alla realtà tecnologica equivalga ad un disrispetto.

Per fortuna no. Dato che servono comunque i partiti strutturalmente, tanto vale introdurla nei partiti. Ma in quel caso non ha più alcun senso il divieto di vincolo di mandato, e perciò è giusto limitarne i danni. Il primo passo è di garantire agli eletti un’espulsione dal partito se si comportano in modo evidentemente inconsistente con le scelte etiche del partito che li ha portati al potere. È il minimo che possiamo fare per disincentivare la corruzione.

Senza offesa… si direbbe il contrario. Credo sia un effetto comune dell’esperienza in una materia: si tende a sovrastimare la generalità delle proprie esperienze. Mi permetto di sottolineare questa contraddizione perché sono convinto che tu sia in assoluta buona fede: SE la razionalità collettiva batte quella del singolo, può battere anche la tua. :wink:

Nel nostro dialogo fra i diversi thread, molte volte hai assunto (e definito) miei passaggi come “semplificazioni eccessive” o “fallaci” (“un po’ di realismo magari?”): non è un problema, non mi offendo facilmente e sono consapevole dei miei limiti; non dubito che vi siano intuizioni profonde che cerchi di esprimere, ma se credi nella razionalità collettiva non puoi assumere che gli interlocutori siano vittime di “balle propagandistiche”.

Peraltro se una cosa l’hai compresa a fondo la sai spiegare anche ad un bambino delle elementari. E vale anche il contrario: se una cosa non la sai spiegare a un bambino, allora non l’hai capita davvero. Provare per credere!

La Costituzione è figlia di una sanguinosa ed umiliante Guerra Civile nel contesto di una Guerra Mondiale. Non è “bella ma inadeguata”. E di certo non a causa della realtà tecnologica.

La mia difesa non è “ideologica” ma estremamente pragmatica. Anzi potrei obiettare che il tuo “attacco” è ideologico, sebbene mosso da nobili intenti (diffondere la democrazia liquida in cui credi moltissimo).

Ma anche se la Costituzione fosse inadeguata (affermazione affrettata, perché bisognerebbe prima averla applicata), non è affatto detto che un solo partito sia in grado di stabilire come cambiarla in meglio. Ne è auspicabile.

Ed abolire il divieto di vincolo di mandato aprirebbe la strada a totalitarismi che sono molto più rapidi nello sfruttare questo tipo di vulnerabilità rispetto ad un partito strutturalmente democratico come vuole essere il Partito Pirata.

Se ci fosse il vincolo di mandato come pensi che governerebbero Salvini e Di Maio? O forse avremmo ancora Berlusconi, Bossi e Fini…

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Infatti non ho dubbi che lo farebbe, se ce l’avessimo.

ma se credi nella razionalità collettiva non puoi assumere che gli interlocutori siano vittime di “balle propagandistiche”

Invece si, lo sono tantissimo. Specialmente i nuovi arrivati non si sono ancora confrontati e hanno in testa cose che hanno appreso attraverso i media o il generale parlare. In genere si aggiornano rapidamente se affrontano la knowledge base che ci siamo edificati e presto contribuiscono allo stato più completo delle prospettive, e da li sono un contributo assai utile ad un pensiero collettivo.

Per arrivare a razionalità collettiva ci vuole metodo apposito che finora non abbiamo attuato— finora ho fatto esperienza reale di intelligenza collettiva (che è il primo passo verso una razionalità) ed uso il singolare perché sono l’unico pirata italiano ad avere partecipato al Piratenpartei di Berlino nel periodo di invenzione della democrazia liquida. In Italia non abbiamo mai avuto i numeri necessari per percepire gli effetti di intelligenza collettiva, ma se applicassimo i metodi sui quali abbiamo “filosofato” @Silvan ed io, magari ci si arriverebbe anche in pochi, e magari si avrebbe risultati ancora migliori di quelli che vidi in quel periodo magico del movimento pirata.

Per tornare a quanto dici, ho notato che sei persona intelligente e presto avrai integrato nel tuo pensiero quanto abbiamo sfornato in anni passati… il forum è una cosa dove le semplificazioni si manifestano visibilmente… nella democrazia liquida abbinata a metodo orientato al consenso idealmente si dovrebbero smantellare…

Peraltro se una cosa l’hai compresa a fondo la sai spiegare anche ad un bambino delle elementari. E vale anche il contrario: se una cosa non la sai spiegare a un bambino, allora non l’hai capita davvero. Provare per credere!

Ci credo subito. :smiley:

E di certo non a causa della realtà tecnologica.

Presumo che non hai seguito i link per apprendere cosa intendo, perché nel PP siamo piuttosto tutti d’accordo che il tecnocontrollo sta smantellando la democrazia, e se ciò può avvenire significa che la costituzione sta fallendo in quanto è suo compito rendere impossibile qualsiasi forma di presa di controllo totalitario.

Ed abolire il divieto di vincolo di mandato aprirebbe la strada a totalitarismi

Stai ripetendo la tua tesi senza prendere in considerazione quanto ho ribadito. Se i “partiti” che avrebbero il potere di vincolare il mandato non possono garantire una democraticità interna, allora avresti ragione. Ed attualmente hai ragione, perché non lo possono. Basta guardarsi la farsa che è Rousseau.

Ehm… scusa la domanda un po’ maliziosa… ma… chi decide quando abbiamo finalmente raggiunto una razionalità collettiva? Perché a leggerti si direbbe che solo tu in Italia abbia le competenze adeguate! :wink:

O magari anni di studi sociologici, psicologici, giuridici, e informatici? Assumere che i nuovi arrivati siano vittime di “balle propagandistiche” rappresenta un tipico esempio profezia auto avverante: le persone manipolabili (e dunque manipolate) possono probabilmente accettare di “aprire gli occhi” attraverso questo nuovo sistema di credenze (aka knowledge base), ma le persone che invece non rispondono a tale rappresentazione, e magari dotate di una cultura vasta e approfondita, ne verrebbero necessariamente respinte. Con il risultato di rendere uniforme e debole la maggioranza dei membri di una comunità, lasciando spazio al pensiero di gruppo o peggio alla manipolazione da parte dei membri che hanno determinato quel sistema di credenze.

A quanto ho potuto leggere, questo è esattamente quello che la democrazia liquida tenta di evitare.

Dunque suggerirei di analizzare le radici profonde di questa assunzione, metterla in discussione e ideare meccanismi che la eliminino dall’approccio di questa comunità. Propongo invece di fare l’assunzione opposta: i nuovi arrivati apportano una nuova prospettiva assolutamente valida, tanto più preziosa perché ci permette di guardare a noi stessi ma senza i nostri bias.

Presto avrò studiato quanto avete sfornato negli anni passati. In realtà trovo il forum piuttosto dispersivo a questo scopo: sarebbe veramente utile una pagina di orientamento ai thread salienti che esprimono questa elaborazione pregressa. Magari nel messaggio di Benvenuto o in una pagina ivi linkata.

Quanto ad integrare nel mio pensiero… speriamo!

Prima lasciami fare una sana sessione di debug, identificando criticamente tutti i branch di analisi che non sono stati esplorati, gli input che non sono stati validati etc… Se non ci fossero bug… li lascerò entrare nel mio device celebrale. :wink:

Presumi male (almeno se ho capito a quale link fai riferimento).

Io contesto l’implicazione logica fra i due predicati “La Sorveglianza Digitale è un problema per la Democrazia” e “La Costituzione è inadeguata” I problemi che la sorveglianza pone alla Democrazia (ed ancora di più alla Democrazia in Italia) non sono dovuti a limiti della Costituzione del 1948. E anzi, la Costituzione, se applicata correttamente, potrebbe costituire un ottimo antidoto.

Non sta fallendo la Costituzione, stanno fallendo i partiti politici che hanno rifiutato di applicarla. Attribuire la causa dei nostri problemi alla Costituzione è un ottimo modo per combattere una battaglia che non ci si può permettere di vincere. Primo perché gli italiani hanno mostrato a più riprese di non voler modificare la Costituzione, e secondo perché la Costituzione diventa un paravento per nascondere problemi più complessi e questa mis-attribuzione impedisce di risolvere tali problemi.

Se non vogliamo fare della lotta una professione ma vogliamo effettivamente vincere, dobbiamo cercare spiegazioni più complesse, faticose… e forse dolorose.

La Costituzione non può imporre ai partiti di garantire democraticità interna, perché ciò limiterebbe la democraticità esterna. I partiti carismatici e populisti hanno il diritto di esistere (vedi articolo 49) come fondamentale antagonista che spinga i partiti democratici a restare tali. Il problema è che nei fatti per tutta una serie di ragioni storiche e sociali, i partiti che attualmente si dichiarno “democratici” sono in realtà elitisti. E questo, sicuramente dall’Alleanza dei Progressisti che lasciò spazio a Berlusconi, ma sempre di più di seguito.

E suggerire l’abolizione del suffragio universale… suona piuttosto elitario anche qui.

La cosa divertente è che le élite non possono vincere in democrazia, perché escludono la maggioranza che finisce per rivolgersi altrove. Ma per quanto sia un fatto completamente ovvio, si continua ad insistere che il popolo è ignorante e dunque va estromesso dalla gestione del potere.

La mia posizione su questo è radicalmente opposta, Democratica e Costituzionale: SE anche il popolo fosse ignorante, rimane Sovrano. La soluzione non è escluderlo, ma educarlo.