Democrazia Liquida e Punti Fermi

Non so se sono OT, ma questo documento mi fa venire in mente una cosa. Normalmente, nei partiti tradizionali ci sono momenti topici che definiscono il momento di riflessione per fare il punto e poi ripartire. Questi momenti sono i congressi. Dai congressi emergono documenti con linee generali, come questo, che definiscono in qualche modo quale sará la direzione della nuova stagione e si eleggono anche i dirigenti e tutto quello che ne consegue a seconda degli statuti. Nel caso del PP, le deleghe sono dinamiche, e molti di questi meccanismi sono quasi automatici. Quindi mi chiedevo, come fate a gestire le “Milestone”? A discutere e votare documenti cosí generali… Utilizzate le Assemblee Occasionali?

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Con l’AP un Congresso perde il suo significato partitico. Certamente va sostituito con eventi pubblici in cui si discute e si divulgano i temi e la linea politica del PP. Solo così e faccia a faccia il PP sarà visibile nei media tradizionali ottenendo risultati. Partecipare ad elezioni non è utile, meglio coinvolgere più simpatizzanti possibile.

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Questo è uno dei grandissimi pain point dell’Assemblea Permanente: l’essere sempre in una perenne riunione (idea originaria del ring-0 del 2011) ha portato da una parte a non avere mai una direzione precisa (coi risultati che si sono visti fino a queste elezioni europee, che io escluderei dal novero degli insuccessi del Partito Pirata), dall’altra un’impossibilità di fatto ti “tirare una riga” e poi ripartire, esigenza naturale di ogni progetto che si rispetti.

Anche se io preferisco modelli MVP e cicli di sviluppo Agile, è comunque sempre importante definire sia degli obiettivi chiari che un orizzonte temporale definito.

Perché il Comitato Elettorale eletto in AP ha funzionato benissimo, ovvero è riuscito con sei persone (per usare il numero magico di @erdexe) a presentare 23 candidature in 5 circoscrizioni, portando il nostro simbolo elettorale in 51 milioni di schede?

Perché aveva un obiettivo fortemente narrow band e tempi contingentati.

Perché la mia proposta di alzare hic et nunc la quota associativa portandola dagli attuali 10 euro annui (un contributo inesistente) a 42 non è passata, comportando la probabile sofferenza economica del Partito nei prossimi mesi? Perché chi vota in AP NON ha alcun obbligo di comprensione dei processi, non ha alcun obbligo di partecipazione attiva: ha in mano solo una clava e decide (nota che se così non fosse sarebbe peggio, utilizzando una piattaforma decisionale simile).

Gli viene solo chiesto di pagare la quota associativa e fare almeno un accesso ogni 30 giorni.

Ora capite forse meglio perché gente come me e come @Cal, in contrapposizione fortissima a gente come @lynX, vorrebbe riformare, per non dire togliere, LQFB dall’attuale regolamento: i gruppi di potere non c’entrano assolutamente nulla. Io - che ricopro una mezza dozzina di ruoli in questo partito - non ho alcun potere assoluto, ma solo una serie smisurata di obblighi in più verso tutti quanti noi.

E - per inciso - non vedo l’ora che al termine naturale del mio mandato (anzi, dei miei mandati), possano esserci nuove persone volenterose e più capaci di me a cui lasciare tutte queste deleghe operative, per poter tornare (iniziare?) a fare politica. Davvero.

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Direi perché le votazioni di “Priorità” come previste nell’area “Organizzazione e Priorità” le facciamo troppo di rado… e perché non è stato definito un organo di partito a capo delle scelte strategiche. Dato che ognuno fa come je pare (il principio libertario promosso da alcuni) uno dei effetti negativi è che non esiste direzione coordinata, anche se la scegliessimo usando il voto/sondaggio.

un’impossibilità di fatto ti “tirare una riga” e poi ripartire

Che è un sintomo della stessa scelta strutturale. Se tutti sono incentivati a fare quello che a loro è importante, tu puoi anche tirare una riga ma loro continueranno a seguire le proprie battaglie.

Anche se io preferisco modelli MVP e cicli di sviluppo Agile

Roba da aziende, dove c’è uno a capo che è responsabile e paga gli stipendi.

Perché chi vota in AP NON ha alcun obbligo di comprensione dei processi

Questo è un problema in tutti i partiti dove decidono i congressi. Anzi, ovunque domina la demagogia si può creare un sentimento di bloccare le iniziative che arrivano dall’alto — anche quando sono ragionevoli. In AP la situazione è decisamente meno peggio dato che ci sta molta più attenzione ai testi scritti e quello che si dice, e come ti ha fatto intendere @f00l, nemmeno lui aveva capito le tue motivazioni.

La cosa che avrebbe aiutato in questa situazione ove ti era sfuggito di spiegare in modo convincente il motivo della proposta sarebbe stato, come al solito, una policy orientata al consenso perché in tal caso — essendo costretti a fare una sintesi delle varie opzioni al voto — sarebbe venuto al pettine l’errore del rimando a 2020.

non ha alcun obbligo di partecipazione attiva

E anche di questo ne abbiamo parlato, l’opzione di migliorare c’è. Tante cose che non mettiamo in atto perché ad alcuni non sono ancora entrate in capoccia sono cose che ci mancano via facendo…

Cioè quello che, senza offesa, intendo per take-over: Di togliere di mezzo il congresso virtuale e passare ad un direttorato eletto come i partiti tradizionali. Cosa che in genere mi snerva perché so che in 8 anni d’uso non abbiamo impiegato LQFB nel modo giusto ed ora lo si vuole rimpiazzare piuttosto di fare le cose che da anni dico bisogna fare affinché il partito possa filare liscio.

E - per inciso - non vedo l’ora che al termine naturale del mio mandato (anzi, dei miei mandati), possano esserci nuove persone volenterose e più capaci di me a cui lasciare tutte queste deleghe operative, per poter tornare (iniziare?) a fare politica. Davvero.

E questo ti credo… in segreto so anche apprezzarlo un po’… non faccio pressione per le tue dimissioni per attaccarti come persona, ma perché il tuo ruolo paterno non è salutare per il partito.

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Il punto é che il modello della democrazia liquida é un modello e come tutti i modelli teorici, si scontra con la realtá delle cose. Quindi si deve prevedere un meccanismo di feedback, dove si verifica il funzionamento del sistema e si introducono eventuali correttivi man mano che ci si rende conto che il motore funziona male. Il motore diesel dell’inizio 900 é molto diverso da quello di oggi, dobbiamo avere il coraggio di analizzare l’intero flusso del partito, non sono quello informatico e correggerlo é ottimizzarlo quando si trovano i difetti. Per esempio, un rischio che io intravedo (senza conoscere) é il rischio di eccessiva burocratizzazione, che andrebbe ad uccidere l’iniziativa individuale, quindi sarebbe importante sviluppare un bilanciamento tra le due cose.

Deduco quindi che esistono anche meccanismi di contributi economici volontari per tenere insieme la baracca.

Forse se la alzavi a 20 o 25, magari passava. Secondo me andrebbe almeno valutato lo scatto inflattivo, in Europa c’é un’inflazione media del 3% annuo, il che vuol dire che rispetto a 10 anni fa i vostri costi sono aumentati.

Il problema é la maturitá di chi vota. Se chi vota, si va a guardare i costi annuali e si rende conto che il tesseramento non é sufficiente a sostenerli, puó proporre una soluzione diversa, o votare l’aumento del costo-tessera. Se consapevole di questo decide di votare contro, de-facto sta scommettendo sul fatto che qualcunaltro, volontariamente sborserá denaro per non far fallire il partito. Ergo, sta agendo per proprio interesse personale a discapito della comunitá e sta “rubando” (in termini etici) denaro a chi si sentirá costretto a mettere piú soldi. Cioé é democraticamente immaturo.

In genere, al posto di scegliere di usare un software a prescindere io preferisco disegnarmi il modo in cui voglio lavorare, fare l’elenco di quali caratteristiche ho bisogno, quale sistema decisionale, quale di sviluppo, quale operativo. Solo dopo mi chiedo quali sono i tool che potrei usare per arrivare allo scopo.

Se LQFB ha dei difetti, mi chiederei prima se posso correggere questi difetti modificando il modo in cui lo uso. Osservando, per esempio, cosa ha senso mettere a votazione e cosa no. Se non é possibile correggere i difetti elencati, mi chiedo se posso affiancare un software che li corregge e usare solo la parte del voto, o se esiste al momento un sistema di votazione che ci puó permettere di fare meglio. Ma cercherei comunque di avere un approccio pragmatico. La democrazia non é il voto, la democrazia é il modo in cui tu avvii un ragionamento collettivo, lo correggi e perfezioni attraverso un percorso e ad un certo punto arrivi a delle conclusioni che se non sono condivise possono sfociare in un voto contrapposto. Ma l’accento é sul decidere insieme, non sul votare insieme. Cioé il voto, senza il percorso non ha senso.

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Il problema è considerare lo strumento il fine e non il mezzo. LQFB non è e non deve essere il fine: non siamo, come erroneamente dicono alcuni (per fortuna in pochi) il partito di liquid feedback. Siamo il Partito Pirata. Testimonianza di questo è che i partiti pirata che hanno maggior successo al mondo (Repubblica Ceca e Islanda) NON usano la democrazia liquida e nemmeno LQFB, ma hanno un’organizzazione tradizionale.

Eppure portano avanti (e molto meglio di noi) tutti i nostri temi pirata e hanno un seguito elettorale importante.

LQFB è uno strumento inadeguato per certi aspetti e va usato per quello che di buono può dare. La democrazia liquida idem.

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Immagino che su questo si possa avviare una riflessione laica. La mia conoscenza di LQFB é troppo bassa per poterlo criticare, conosco molto meglio i meccanismi tradizionali e le trappole in cui sono caduti altri partiti. Prima di mandarlo in pensione immagino che ci vorrá un bel dibattito.

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Per noi “vecchi” è molto difficile avviare quella che tu chiami una discussione laica. Siamo troppo segnati dall’esperienza degli anni 2012-2013 (dopo l’attività era praticamente nulla, ma pur sempre con picchi nefasti) e voi non avete sufficiente esperienza per avere una comprensione adeguata (e se aspettiamo altri due anni che ve la facciate…).

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Sono totalmente e assolutamente d’accordo. Ed è la ragione per cui in questo momento (ovvero senza aver mai avuto la possibilità di provarlo) credo che LQFB vada in qualche modo ripensato.

Questo è l’unico passaggio del tuo post su cui non sono d’accordo nel merito.

La scelta di tenere la quota di tesseramento a 10 euro può essere una scelta di grande maturità politica.

Sottopone infatti le esigenze economiche ai valori politici che perseguiamo. Noi non vogliamo essere né un partito populista, né un partito elitista.

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Il problema é che si potrebbe finire dalla padella nella brace. Cioé, cosa succede se il cambiamento che fai produce dei risultati imprevisti che all’atto pratico sono peggiori? Io credo che potrebbe essere meglio prima di cambiare creare un “Pilot”, cioé si produce una soluzione che si ritiene migliore e la si fa usare a un sottogruppo o all’intero partito per un periodo finito (decreto?), alla fine di questo, si valuta con serenitá se il nuovo sistema puó essere adottato definitivamente, se é interessante ma va modificato o se deve essere abbandonato.

No, non è possibile: siamo un Partito. Non c’è ambiente di test. Siamo una rolling release.

L’unico modo per cui potremmo veramente sperimentare è la doppia camera, ma ha un impatto psicologico devastante perché sembra ai partecipanti della camera “bassa” di essere solo cavie da laboratorio senza alcun potere di influire sulla politica del partito (impressione abbastanza veritiera secondo me).

Secondo il principio “la colpa è degli altri” Non hai messo nessun numero per spiegare perché 42€ Non hai aperto, come era buon uso tempo fa nessuna discussione sul forum

NO. E’ un rapporto fra chi propone e chi vota: chi propone deve essere convincente e chi vota deve documentarsi: entrambi hanno responsabilità. Poi, ovviamente, nessuno è perfetto. Per questo è fondamentale la discussione, LQFB organizza solo il processo decisionale che deve essere completato da altre attività (discussione sul forum) [come dici tu la democrazia non è il voto]

In questo caso, che serve come esempio, io avrei votato contro ritenendo prioritario l’ingresso del maggior numero possibile di nuovi pirati.

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Nella Qualità Totale è prevista, appunto, l’attività VERIFICA per modificare quanto produce risultati differenti da quanto previsto. Perché sia possibile una fase di test (basta proporlo) ovviamente occorre essere in un numero adeguato, oggi è impensabile. Gli ambiti regionali potrebbero, una volta sviluppati, offrire questa possibilità. Ovviamente il tutto per decisioni di una certa importanza, soprattutto se pericolose

Anni nei quali le derive comportamentali e i tentativi di prendere il controllo ci sono costati i nervi, ma LQFB era l’unica cosa che ha tenuto la nave in rotta… mi ricordo @FelynX che periodicamente si inseriva in altri progetti politici per smuovere delle cose a Roma, ed ogni volta tornava da noi pirati perché, nonostante le liti, questo è il partito che non ti prende per il sedere — dove non ci sta la fregatura, il tizio che tiene in mano le redini… grazie a LQFB.

Argghh!!

Questa è una visione molto parziale (tanto è vero che tu mi accusi ogni giorno di essere anche qui dove esiste LQFB e la Dea della Democrazia Liquida di essere quel tizio che tiene proprio in mano tutte le redini del Partito).

Dovresti mettere da parte la tua concezione per cui LQFB sia lo strumento universale che (se opportunamente configurato) possa risolvere tutti i problemi del mondo.

Quindi se le prossime riforme metteranno da parte LQFB (che ti faccio presente ad oggi essere SOLO un regolamento interno, non qualcosa che sta nello Statuto e nel Manifesto), mettiti l’animo in pace.

secondo me la cosa è questa; un sistema di e-democracy (che puo essere LQFB) deve: far passare leggi e mozioni intelligenti fatta da gente competente non far passare leggi che favoriscono “perche si” arbitrariamente un’elite solo perchè è nella posizione di farlo (tipo per assurdo, farsi pagare direttamente 5 dei 10 euro della quota ) io scegliero sempre il sistema che rispetterà fedelmente questi output, come se fossi un’unit test haha

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A valle della mia richiesta di spostare gli interessanti interventi originati dalla riflessione di @ale, @solibo mi ha temporaneamente assegnato il livello di Leader per effettuare tale modifica.

Spero di aver reso il dialogo nei due thread più chiaro, ma vi prego di farmi notare errori o incongruenze.

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Se fai una mozione che trasferisce il potere decisionale ad un gruppo di lavoro, cioè fuori dal LQFB, hai tolto LQFB dall’equazione — e per questo lo percepisco come temporaneo take-over del partito. Il fatto che in LQFB ora siamo talmente pochi, che tale mozione te la ratifichi tu stesso, lo rende particolarmente difficile da apprezzare. Specialmente se poi scopro che il codice civile non lo permette (forse nel rispetto della filosofia di Montesquieu?). Ma non volevo entrare di nuovo in queste tematiche… perciò non aprire parentesi che non vuoi che io chiuda nel thread sbagliato.

Quello studio e tutte le esperienze empiriche che conosco indicano che questo è lo stato dell’arte scientifico. Negarlo sarebbe incosciente. Tornare ai modelli dimostratamente disfunzionali (dem. “rappresentativa” e/o diretta) non sarebbe saggio.

Per fortuna ne decidono anche altri che magari trovano il tempo di studiare i documenti che ho linkato e rendersi conto quanto il ritorno alla democrazia disfunzionale può solo essere peggio… cacciare il diavolo col belzebù? … E spero non tenterai di deciderlo adesso che gli altri ancora sono tamponati dalla tua regola dei 90 giorni. Altrimenti non potrei certo mettermi l’animo in pace.

Il PP-CZ ed il PP-IS funzionano rispettivamente perché hanno persone leader davvero apprezzate da tutti gli iscritti e che davvero hanno un certo talento a fare da buon* madri e padri di partito. Noi non abbiamo alcuna figura di questo tipo. Inoltre si vede anche da Podemos che il modello della fiducia nel sommo leader prima o poi sgretola… come lo ha sempre fatto nella storia dell’umanità. LQFB ci ha portati sin qua e siamo ancora democratici nonostante la riduzione a poche dozzine di personehttp://piratanibanankoc.onion. Non esiste prova che la democrazia liquida sia altrettanto corrotta quanto quella “rappresentativa” e quella diretta. Direi che promette meglio!

Di errori che ci hanno riportato spesso allo zero ne abbiamo commessi tanti, ma la democrazia liquida non è mai stata colpevole.

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Noi NON abbiamo quelle persone secondo te! Chi sei per poter parlare a nome di tutti? Poi delle due l’una: o il modello leaderistico è fallace o non lo è. Certo che se scegli male il leader, non potrà MAI essere buono…

Per curiosità, puoi indicarmi gli articoli del Codice Civile cui fai riferimento?