E mi è piaciuto il professor Tomba per il suo ripetuto uso della frase tertium semper datur — l’idea che una mente riesce a racchiudere tutte le opzioni senza che gli sfugga niente è disumana, e di conseguenza non potrà mai esistere un Sherlock Holmes reale. Il metodo Holmesiano, se tutte le opzioni sono escluse, l’unica rimanente deve essere la verità, e fallace e dietrologica. Perciò chi usa la frase tertium non datur ha probabilmente già sbagliato a prescindere, e si è accostato a Merkel con il suo famoso alternativlos ovvero TINA (there is no alternative). Nella mera logica e matematica ha il suo senso, ma già Aristotele indicava che per cose riguardanti il futuro non è prevedibile che non ci sia una terza via. Condorcet forse ha coniato tertium semper datur nell’ambito del suo metodo di voto. E così si chiude il cerchio. Populisticamente si potrebbe semplificare dicendo che è più pirata la frase di Condorcet che quella di Aristotele.
L’unica ideologia che voglio io è l’assenza di ideologia, che tutto sia fondato sui fatti e la scienza, e quando non è possibile si valutino le probabilità.
Il partito che ho in mente non si cura molto dei social o della propaganda.
Beh, ci vogliono ragionamenti più profondi per decidere ciò. Buttata giù così infrange la regola dell’essere ideologico.
Un partito senza radicamento territoriale non è un partito vero, ma un artefatto retorico.
Anche questa frase merita un approfondimento. Il movimento pirata è nato come fenomeno comunicativo, e solo col tempo ha trovato capacità di radicarsi. Credo essere favorevole, ma se proprio vogliamo cementarlo come scelta strategica, ci vuole più conoscenza e certezza, non convinzione.
Essere radicati in un territorio significa essere utili alle persone che vi abitano.
Anche questa una tesi interessante. Potrebbe suonare strano a molte persone un partito che invece di sviluppare politica s’intromette nelle vite delle persone. Sarebbe da approfondire questa cosa, non è un assioma.
Noi non siamo in condizione di elargire questi doni perché non contiamo niente, ma possiamo certamente prometterle.
Questa cosa qui suona malissimo. Non credo che tu intendevi compravendita voti, ma comunque suona in strano modo utilitaristico. Non il partito promette cose alle persone, ma le persone che ci partecipano forse riescono a realizzare cose che sognano — come per esempio che l’ex caserma venga trasformata in parco e non centro commerciale. Ma anche questa è solo un’idea buttata lì, non abbiamo approfondito abbastanza per farne un dogma. Ma forse, come spiego ora, i dogmi non ci servono — mai.
Una serie di obbiettivi condivisi che derivano dai nostri valori e per cui lavoriamo.
Derivare cose concrete da idee generalizzate è uno dei principi fallaci della politica partitica tradizionale. Noi siamo quelli che non hanno bisogno di derivare le cose — noi siamo quelli che con la democrazia liquida hanno il potere di sintetizzare gli obiettivi ogni volta dal fondamento dei fatti e della conoscenza scientifica, valutando opinionisticamente solamente lo spazio degli aspetti sconosciuti e perciò senza necessità di alcuna ideologia, ma da un insieme di valori etici che nel atto della ricerca del consenso si manifestano automaticamente, e perciò non necessitano formulazione. Tertium semper datur. Spero di non scuotere le tue certezze, dovessi pensare che la politica abbia bisogno di assiomi. Nell’era della democrazia liquida non è più così. Possiamo essere pragmatici a seconda del problema che ci si pone, di sinistra qui, libertari di là… così come serve.
Lavoriamo, prima persona plurale, modo indicativo e tempo presente.
Anche questo dogma potrebbe dimostrarsi controproducente. Nel PP-DE ho fatto l’esperienza che la maggior parte del lavoro è stato svolto in modalità di procastrinazione. Se il lavoro è un obbligo, la manodopera svanisce. Come costruire un partito che motiva a contribuire, ma senza instaurare obblighi deterrenti? Forse è meglio evitare la parola lavoro.
Il Partito Pirata del 2020 evita iniziative durante la campagna elettorale.
A questo punto avrai capito dove vado a sbattere. Che queste certezze granitiche mi mettono i dubbi. Non abbiamo bisogno di una decisione generalizzante sul fare o non fare iniziative in condizioni x. Se abbiamo una democrazia liquida funzionante saremo in grado di decidere saggiamente sul momento. Dato che non siamo il PD non abbiamo necessità di premeditare ogni evenienza di questo tipo.
In campagna elettorale il Partito Pirata analizza i successi e rende conto dei fallimenti.
Riguardo alla campagna 2019 le analisi divergono nei modi più estremi da chi ci ha messo la faccia in tivù e chi ha tirato le somme a confronto con campagne precedenti… come la mettiamo? Abbiamo criteri un attimo più oggettivi per giudicare? In tal caso la vedo un po’ brutta per i promotori di questo giro.
Riconduce il lavoro svolto agli obbiettivi che persegue e ai valori che esprime, con Onestà Intellettuale.
Forse non hai inteso così, ma per esperienza sulla pelle ti dico: Mai e poi mai rendersi dipendenti dall’onestà individuale. Se le strutture fanno ciò, il primo che tradisce tale onestà, scala le strutture e si pone a capo. L’ho visto 2009-2011 a Berlino. Ho edificato le strutture di questo partito in modo diverso affinché qui non si ripeta — un po’ si ripete lo stesso, ma almeno succede solo perché le persone nei ruoli giuridici non comprendono ancora l’importanza del loro ruolo.
Preferisco un concetto diverso di onestà intellettuale alla quale magari puoi convergere con me: l’idea che i nostri metodi, tra democrazia liquida, buona convivenza e razionalità collettiva renda automatica, inevitabile, compulsiva una onestà intellettuale collettiva — semplicemente perché le certezze granitiche non possono prendere il sopravvento sulla realtà dei fatti.
Vai a vedere il thread che ho citato in alto con il contributo del professor Tomba. Tutta una serie di evidenze che scuotono la certezza granitica che il libero mandato costituzionale sia una buona idea. Solo se abbiamo la capacità di sufficiente onestà intellettuale di riconoscere quando la costituzione sbaglia, quando la costituzione è essa stessa figlia di una manipolazione politica avvenuta nel 18° secolo, ecco che siamo quelli che sono capaci di rendersene conto senza troppi rimpianti. Ecco che siamo onesti non solo verso noi stessi, ma verso il popolo che vogliamo rappresentare e difendere.
Tutti i partiti vulnerabili alle convinzioni granitiche non sono capaci di affrontare il mondo tecno-complesso odierno e salvare l’umanità dall’autodistruzione.
Dal 2020, l’attività politica degli iscritti al Partito Pirata adotterà un metodo semplice e flessibile: essere utili alle proprie comunità.
Ho già detto quel che ho da dire in questo senso, ma questa frase mi ricorda un altra espressione tua:
Io so che collaborare vuol dire “lavorare con”, non “lavorare per”.
Se i Pirati devono essere utili alle proprie comunità fosse una frase assiomatica del partito, io mi sentirei di stare a lavorare per il partito invece che con.
i Pirati dovranno porsi domande come queste:
Ecco questo invece rientra nel discorso della razionalità collettiva… aggiungere un vademecum lì potrebbe essere saggio.
Ma non con bandiere e tutto. Se i media ci riprendono e ne fanno una burla siamo finiti.
Non dobbiamo essere sempre tutti d’accordo.
Va bene, infatti vogliamo seguire solo percorsi che abbiamo scelto con un ampio consenso, non a maggioranza semplice… e quando il consenso non c’è… pazienza… possiamo anche toglierci la benda ed il tricorno per una volta.
Il Partito Pirata rifiuta i compromessi fra gli interessi e persegue sintesi fra i bisogni.
Sai cosa dico adesso, vero? Che non abbiamo necessità di fare granita al gusto di assiomi e convinzioni astratte. Potrebbero capitare situazioni nelle quali queste convinzioni sono errate, e grazie alla nostra capacità di fare avvalere l’intelligenza collettiva non abbiamo bisogno di crearci certezze granitiche.
Guarda, mi fermo qui. Penso che ho reso l’idea. Tu sei ispirato da questi pensieri e va bene così. Altri che leggono questo testo si sentiranno ispirati anch’essi e va bene così. Ma non ci sta alcun problema sul fatto che nessuno di noi percepisce la necessità di mettere questi ragionamenti in qualche manifesto etico del PP 2020, perché è il nostro modus operandi che di per se, se raffinato col tempo e limitato il raggio d’azione di certi elementi disturbanti, sarà sempre in grado di decidere nel modo giusto ed etico delle opzioni che si presentano avanti a noi.