META: Nel 2014 abbiamo mantenuto un dibattito correlato a questo thread.
Ed io invece diffido dalle strutture rappresentative… anche perché nel PP-DE non ne abbiamo avuto necessità: il LQFB con diecimila persone riusciva a tirare fuori la competenza a produrre contenuti sensati… (i problemi seguivano dopo con la mancata attuazione). Ma oggi voglio analizzare un altro problema sociale in AP:
Quando il sostegno si presenta a seconda di come gli gira…
Notasi come proposta B non sta ottenendo lo stesso sostegno di proposta A, nonostante si tratta dello stesso contenuto e ci è solamente stato un “venire incontro” ad un critico che invece di criticare il contenuto (come sarebbe suo diritto), critica la viabilità legale — cioè, invece di rivolgersi al GI come previsto dallo statuto, porta il dibattito ad un meta-livello.
Somiglia ad una classica strategia di distrazione: Quando Snowden pubblicò i reati della NSA, la NSA ha virato il dibattito pubblico sul fatto che Snowden li ha pubblicati invece di scusarsi per i propri reati. In questo modo viene attaccata una iniziativa non nel contenuto ma nella forma. Non è un fenomeno nuovo — nella storia del PP-IT sono state “fatte fuori” dozzine di proposte legittime con un attacco off-topic di questo genere — ma in questo momento non mi ricordo dove ne abbiamo discusso. So che è stato uno dei ragionamenti che ha portato all’introduzione del GI. Ci vuole un divieto esplicito del far-da-sé demagogico della interpretazione legale di statuto e regolamenti e della conseguente giustizia, bypassando GI e/o CA — dobbiamo inserirlo nel Codice di Condotta?
Dalle linee guida si deducono due errori in questo flusso comportamentale:
- Un RdC avrebbe dovuto moderare il critico e rimuovere la sua NIL depistante.
- Data la gravità speciale, essendo questo comportamento un abuso dell’AP, il CA dovrebbe eseguire sanzioni.
- Il proponente non avrebbe dovuto ritirare la proposta per venire incontro ad una critica invalida.
- Il critico non avrebbe dovuto potere ripetere il suo errore alla proposta seguente. Anche in questo caso facendo una critica alla forma, non al contenuto. Il fatto che ulteriormente è invalida è secondario.
Ma un dettaglio particolarmente interessante di questa triste procedura è come i sostenitori della prima proposta non hanno sostenuto la seconda. Come se il loro sostegno avesse nulla a che fare con l’intenzione politica di entrambe le proposte, ma fosse orientato ad altri criteri.
Non voglio farne un dramma che queste cose continuano ad avvenire, dopotutto le linee guida le abbiamo appena stilate e l’impiego del nuovo statuto non si è ancora consolidato — specialmente non nella mente del Collegio Arbitrale. Ma voglio fare notare che non stiamo applicando statuto e regolamenti a dovere. Addirittura non abbiamo eletto RdC in AP, cioè stiamo attivamente mancando di rispetto allo statuto.
Ma oltre a questi aspetti sociali già analizzati e semplicemente non attuati secondo le nostre regole, volevo parlare del effetto cognitivo che porta i sostenitori di A ad essere disinteressati, incoerenti, distratti, demotivati a sostenere B. Cosa diavolo gli gira per la testa e cosa possiamo fare nelle strutture e nei metodi per compensare a tale incoerenza politica?