Piratenfail: Imparare dal Crollo in Germania

Lince ha fornito del materiale interessante su cui riflettere, relativo alle analisi dei pirati tedeschi riguardanti le motivazioni del crollo dei consensi per il oro partito. Riporto quello che credo di aver capito (dalla googletraduzione), sintetizzandolo al massimo: A) La ragione principale del loro successo è che sono stati percepiti come “fuori dal coro” B) Tutte quelle posizioni che li hanno fatti percepire come fuori dal coro (trasparenza, molteplicità delle voci, …) una volta ottenuto il consenso e con il consenso delle cariche si sono rivoltate contro. All’esterno: La trasparenza dello streaming ha mostrato che i politici dilettanti non sono meglio dei professionisti Lo spazio dato alle voci della minoranza ha creato confusione fra gli elettori

C) All’interno molti sono stati allontanati da L’ambiente litigioso I puri iniziali dall’arrivismo dei nuovi venuti.

Invito Lince a presentare la sua versione, possibilmente in modo altrettanto succinto, in modo da avere una base comune di discussione, perché ritengo che sia un argomento basilare ed il fondamento di buona parte delle discussioni (litigi) attuali.

4 Mi Piace

La promessa che non si sarebbe solamente fatto un nuovo partito bensì un upgrade del sistema operativo della democrazia con concetti quale la democrazia liquida ci ha portato in alto nel 2012. La miccia iniziale però era il successo del 2011, e quello era dovuto a un insieme di fattori:

I contenuti sorprendenti e rivoluzionari che erano saltati fuori da LQFB, ma gran parte del pubblico in quel momento ancora non lo sapeva che ci fosse anche un metodo nuovo di per se;

– Il fatto che tutti gli altri partiti di sinistra stavano facendo un po’ schifo… Linke ed SPD erano al governo con tanto di scandali per tangenti e cacchi vari mentre i verdi si erano giocati le simpatie eleggendo l’antipatica Künast a capo della campagna elettorale. In pratica tutta una gioventù di sinistra era alla ricerca di qualcuno al quale dare il voto;

I pirati spruzzavano simpatia con le zattere in giro per i canali di Berlino. I media finalmente avevano le immagini fighe per un partito che sa di spettacolo. Ogni cazzata che ci inventavamo, il giorno dopo era in TV;

– I pirati per un certo periodo erano la nuova formazione figa, buona per mostrare il dito medio alla gente al potere. Perciò oltre ai giovani in cerca di identità abbiamo portato alle urne anche chi non votava più da decenni… il cosiddetto voto di protesta;

– A distanza di 30 anni dal fallimento dei Grünen anche le chiacchiere naif riguardo a trasparenza, libertà d’espressione e partecipazione parevano buone. Ma purtroppo furono da molti percepite come promesse che si sono dimostrate non mantenibili.

I testi su http://analyse.pages.de riflettono più il periodo del 2013, quando tutti questi aspetti iniziali erano finiti in secondo o terzo piano dietro ai quotidiani scandali di chi ha detto fesserie o chi ha intrigato contro chi. E l’altra cosa che sento spesso da parte di ex-elettori è la tristezza per il modo come i Piraten hanno smesso di lavorare il discorso della democrazia liquida – alla fine quella era una speranza veramente convincente per un partito diverso da quelli esistenti e chi pensava di doversene sbarazzare si è sbarazzato del USP dei Piraten. I temi core non erano sufficienti per definire un nuovo partito generazionale – anche perché in quel periodo gli altri partiti hanno fatto a gara a presentarsi competenti in temi digitali. Se in Germania abbiamo avuto una investigazione parlamentare del datagate è anche grazie ai Piraten che hanno portato talmente tanti politici “digitali” in parlamento… negli altri partiti!

Arrivando allora alla tua sintesi…

Esatto. La fissazione con la trasparenza interna invece di quella del governo, la cacofonia risultante da indisciplinata ed irrispettosa libertà di parola invece di capire che serve ad altro, e il modo come la democrazia liquida nel giro del 2012 è stata spazzata via dagli interessi degli influenti.

Si un poco, ma di meno che nel PP-IT. Mi spiego: la maggioranza dei militanti in Germania operava in gruppi locali affiatati di gente motivata ed estremamente gentile ed idealista. Perciò per loro il partito era fighissimo. Immagina i migliori momenti nel gruppo romano durante la campagna per Roma– questo senso di fare squadra– beh, in Germania questa era l’emozione quotidiana per decina di migliaia di Piraten. Rompevano il cx solo quelli che nei media sparavano grandi scemenze. E da li scattavano i shitstorm su Twitter che a loro volta provvedevano al materiale ideale per i giornalisti per mostrare il lato oscuro dei pirati. In pratica i grandi problemi pirata si sono sempre manifestati o tra gli esponenti in qualche ruolo o in ambito digitale, ma in genere in combinazione dei due.

Noi semplici attivisti di strada eravamo sempre sbalorditi perché sapevamo che il nostro partito stava funzionando: potevamo votare, potevamo eleggere, le cose che finivano nel programma elettorale erano nostre e quei personaggi che dicevano idiozie in televisione contavano uno quanto noi, perciò non erano per niente importanti.

Non è servito. Per i media coloro che apparivano nei media erano la faccia del partito, e per l’elettorato, se un tizio arrivava in talk show con i sandali, twittando sullo smartphone durante la trasmissione, raccontando dei suoi rapporti poli-amorosi come se anch’essi fossero espressione di una nuova politica, il partito intero ci faceva una figuraccia bestiale e gli elettori cambiavano opinione di corsa. In questo senso Beppe Grillo ha ragione – devi segare le gambe a chi va nei media impreparato a rappresentare il movimento intero nella massima serietà. E devi essere pronto al momento quando dei giornalisti stanno lavorando contro di te appositamente come nello spettacolare caso di Julia Schramm (video… oops, non è il video originale… è una satira al limite del diffamatorio), dove l’intero partito ha fallito a reagire nel modo giusto.

Questa si, è una critica frequente. Il successo ha attratto gente che voleva fare il capitano su una nave che altri avevano portato a mare, e ci riuscivano, e ci hanno combinato casini enormi. Solo regole disciplinari assai più severe sarebbero servite a proteggerci da questo fenomeno, ma grazie alla frase ideologica “ma non eravamo noi quelli con la visione positiva delle persone?” è difficile parlarne ancora oggi. L’idea che le buone intenzioni non abbiano bisogno di regole, affinché i colpi bassi non vengano premiati col successo, è abbastanza persistente nelle teste di coccio. Questo fenomeno l’ho descritto col termine del “buonismo” che ci ha perseguitato per anni anche nel PP-IT. L’ideologia che un partito debba porgere l’altra guancia.

2 Mi Piace

beh che dire, se il resoconto è fedele, e non ho motivo di ritenere il contrario, devo ammettere che c’è un bel po’ di materiale da prendere in considerazione. Grazie anche a storno per aver aperto questo thread e a Carlo per i suoi contributi chiarificatori.

Allora che si può dire?

  1. la democrazia dobbiamo iniettarla nelle istituzioni ma di democrazia e trasparenza un partito può morire se non ha obiettivi estremamente chiari e condivisi. E’ triste a dirsi ma non possiamo girare lo sguardo di fronte alla realtà delle cose.

  2. 'che @cal abbia ragione quando dice che continuiamo a confondere il piano del partito politico con quello degli elettori? Siamo così sicuri di volere un partito di elettori?

  3. Non sarebbe ora di smitizzare il teorema della “partecipazione”? Frega veramente alle masse partecipare alla vita politica di un paese o sperano semplicemente che qualcuno risolva i loro problemi? Perché ci interessa ad ogni costo fare crescere il gruppo di liquid? Il periodo politicamente peggiore che abbiamo attraversato è stato quello in cui avevamo il numero massimo di iscritti.

Di non distinguere tali piani sono d’accordo che non è una buona idea.

A me piace la situazione che i Piraten avrebbero potuto evolvere nel 2012: diecimila persone in un LQFB a fare il thinktank politico più onesto e più resistente agli interessi “speciali” che la nazione abbia mai visto. Diecimila sono molti di più dei parlamentari regolari. Diecimila che l’istituto FORSA diceva fossero rappresentativi della popolazione tedesca media. Diecimila che avevano interessi politici onesti e non facilmente acquisibili. Per me va anche bene di fare centomila, ma bisogna smettere di illudersi che la popolazione intera possa contribuire in modo costruttivo. Basta il fatto che chiunque riesce a comportarsi nel modo necessario sia il benvenuto – e sulle necessità comportamentali non possiamo essere transigenti.

Certamente non serve se ci raccogliamo primariamente persone che vogliono opinare, influire, decidere ma non fanno una minchia di lavoro militante in strada e nelle piazze. C’è gente che è più brava a scrivere PdL, ma forse sarebbe il caso di esigere un minimo di attivismo fisico come qualificante. Chi ci mette tempo e lavoro fisico ci sta anche più col cuore e perciò litiga onestamente e non con disinteresse o addirittura un gusto a sfasciare tutto (avevamo gente che in privato ammetteva di volere quello).

Ma solo a causa di quella percentuale di persone difficili e di arrivisti. La maggior parte era normali iscritti di partito: In ogni partito sano un 80-90% degli iscritti si iscrive solo per solidarietà e contribuire la quota, non per svolgere un lavoro e non per prendere decisioni di alcun tipo. lilo s’arrabbiava sempre con quella gente in quanto apparentemente fanulloni – si aspettava che ogni simpatizzante fosse pirata convinto al 100% dal primo giorno, eppure è la forma di simpatizzante migliore che ti può capitare, perché hai il diritto ad ogni manifestazione o tornata elettorale di provare a mobilitarlo e magari da un giorno all’altro di colpo si attiva e diventa contribuente importante. In questo sono pienamente d’accordo con quanto scriveva Rick in Swarmwise. Gli iscritti passivi sono il pool di futuri attivi, perciò vanno trattati con amore e serietà.

Noi invece non li integravamo, abbiamo da sempre avuto infrastrutture di accoglienza pressoché inesistenti. Elibu ce lo ha sempre rinfacciato e non siamo stati molto capaci a darle il sostegno necessario per creare l’accoglienza che ci voleva. Altro che lista soci a spam obbligatorio! Quello che ci voleva era il “heartbeat” (cit. Swarmwise) – il newsletter settimanale che informa sui recenti sviluppi interni ed esterni, politici e di attivismo. Una cosa che i simpatizzanti possono ignorare quando non hanno tempo, ma che li tiene collegati al nucleo in qualsiasi momento si sentissero ispirati a partecipare. Qualcosa che è redatto con molta attenzione, idealmente con democrazia liquida – non una lista soci, dove ci sta lo stronzo che fa reply e dice qualche balordità all’elenco completo di iscritti, e subito una dozzina che chiede l’unsubscribe, che è la versione light della richiesta di lasciare il partito. I simpatizzanti come anche l’elettorato esigono dal partito la massima serietà. Solo chi si percepisce già attivista o militante è disposto a sopportare un po’ di stress interpersonale, per esempio addossandosi il compito di RdC o CA.

Anche i Piraten fecero questo errore grave: non hanno mai costruito strutture per raggiungere tutti i simpatizzanti in un botto solo. Per motivarli per esempio a materializzarsi spontaneamente per una manifestazione davanti ad una istituzione per qualche fatto del giorno. Rick questa cosa la fece con eccellenza. Con le sue operazioni lampo in tutte le occasioni anche spontanee si assicurava che i media avrebbero intervistato lui come voce di opposizione. I Piraten invece hanno miliardi di Twitter feed da seguire, ma data la frequenza dei tweet non significa che vengono letti quelli importanti, dozzine di mailing list delle quali non sai mai chi legge quali e se fai un crosspost diventa un casino di doppioni. Facebook stessa cosa come in Twitter. In pratica, se vogliono mobilitare i propri iscritti non ci riescono… per non parlare dei simpatizzanti non iscritti. Se i Piraten vogliono smuovere la base necessitano di settimane di preparazioni e preavvisi. Per il PP-IT volevo sempre risolvere questa cosa meglio, ma dato che non siamo decollati veramente, alla fine il problema non si è più posto.

Mi associo ai ringraziamenti a lynx per le testimonianze, credo anch’io che siano preziose. A patto peró di tener bene presenti le differenze tra l’Italia e la Germania. Nello specifico:

Analogie

  • Anche qui la sx ha fallito, cosí come tutti i vari tentativi di Civati & Co. Di scimmiottare Podemos. Quell’elettorato é l’interlocutore naturale
  • anche qui mancano partiti che mettono in pratica la democrazia liquida, e sicuramente LQFB é un’attrattiva forte

Differenze

  • Qui c’é il M5S che porta avanti -almeno a parole- alcuni temi core (trasparenza e democrazia in primis).
  • eviterei di attirare l’attenzione con cose folkloristiche (tipo navi pirata in miniatura con cui andare a giro). L’opinione pubblica le percepisce come carnevalate

La partecipazione interessa? Dipende, secondo me. All’elettore medio di destra no, a quello di sx si, e parecchio. Si tratta, appunto, di far capire l’importanza del rispetto delle regole di civile convivenza.

Cosa fare nei prossimi mesi

Intanto la newsletter mi pare una buona idea. Ce ne possiamo occupare nel gruppo RSB (personalmente ne ho gestite un paio aziendali).

Poi gli open day sul territorio. E la prox AO a Bari, insisto.

2 Mi Piace

Molto interessante, varrebbe la pena condensare certe comprensioni dovute al “senno del poi” in articoli da far leggere (senza impegno) ai nuovi iscritti, soprattutto se portati ad attivarsi.

Riguardo l’immagine del PP, io credo si debba lavorare di più sul fatto che i pirati informatici hanno dato l’input per portare la cultura della programmazione in politica: ottimizzazione delle risorse, meccanismi di feedback, trasparenza e controlli diffusi per far emergere tutti gli errori (debug), audacia dell’hacker che prova strade inesplorate dove contano i risultati e non i titoli e credo altri temi prettamenti informatici che ritroviamo nel PP in diverse forme e proposte.

Posto ciò, pur rivolgendoci a tutti i cittadini, è chiaro che il target si focalizza principalmente su chi ha una cultura informatica, perché sono quelli che possono capirci più facilmente e talvolta sono loro che trovano noi.

Infine, come per ogni associazione o azienda che vive grazie a chi si interessa di lei, occorre che il PP offra qualcosa. Non per ricevere attivismo in cambio, che è un fenomeno molto ristretto, ma per essere interessante in qualche modo. Il progetto Debian vive di volontariato ed è molto seguito, è la base di tante distro GNU-Linux e fondamentalmente è un’offerta gratuita alla società. Analogamente il PP deve mettersi nell’ottica di offrire qualcosa se vuole diventare “importante” e questo lo si può fare attraverso progetti open source da portare avanti (Liquid Feedback è un esempio magnifico, anche se un po’ di nicchia), limitarsi a newsletter ed articoli non basta (sono fondamentali per comunicare con il proprio pubblico, ma acquistano tanto più senso in relazione all’offerta), serve qualcosa di cui fruire e che piaccia.

Ovviamente dobbiamo offrire qualcosa di strategico, utile ai fini dei temi core od al fine di migliorare la politica. Parallelamente, ogni progetto deve essere un’occasione di socializzazione e rapporto umano perché di “soldati duri e puri” se ne contano pochi nel mondo. Mi sarebbe piaciuto poter trasformare il concetto di partito in un luogo di interazioni sociali rispettose dove si affrontano tutti gli argomenti della vita umana, comprese passioni e intrattenimenti. Questo dovrebbe mitigare la separazione tra il tempo libero (personale e dedicato al divertimento) ed il dovere politico (“noioso” dagli esiti incerti), che ha certamente allontanato tante persone.

Le riflessioni fatte dai pirati tedeschi sono applicabili solo in parte perché, come già detto, siamo in fase di acquisizione e non di difesa dei consensi, ma soprattutto perché in Italia c’è il M5S che, diretto da una società di manipolazione del consenso, quelle cose le ha capite e le ha fatte proprie (ed il fatto che così il consenso lo abbiano mantenuto dimostra che sono sensate). Inutile sovrapporci a loro, perché sono infinitamente più grandi di noi ed hanno una capacità comunicativa altrettanto infinitamente superiore. I dati sulle preiscrizioni ed iscrizioni suggeriscono poi che qualcosa deve cambiare nella nostra strategia, almeno in quella comunicativa per aumentare, come è già stato detto, la nostra attrattività. Come? Sottolineando le “caratteristiche pirata” di cui la principale mi sembra che sia senz’altro la Democrazia Liquida. L’altra, per me, ma mi sembra che non ci sia consenso, è l’apprezzamento per la diversità, l’originalità, importante per farci sentire (e per me lo siamo) “fuori dal coro” rispetto a tutti gli altri partiti che amano la monoliticità, in particolare il M5S. Da valutare in seguito se possa davvero danneggiare l’immagine e come porvi rimedio. Penso che i contenuti, manifesto, programma, … diventino importanti in una seconda fase, quando persone, attratte, decidono di approfondire ed attivarsi.

E quindi le proposte: Un paio sono già stata fatte, una,quella di aprire subito LF in read-only. Non è garanzia di aumentare il rapporto iscritti/preiscritti: può darsi che, una volta saziata la curiosità, le persone se ne vadano, ma è qualcosa di diverso da tentare. Se non funzionasse non ci vorrebbe molto a cambiarla. L’altra quella di intervistare gli attuali pirati non attivi.

Occorre poi formare al più presto il gruppo accoglienza, di cui dovrebbero far parte i certificatori.

Una volta prese queste iniziative bisognerebbe formare all’interno del gruppo comunicazione un sottogruppo con l’incarico di provvedere alla comunicazione finalizzata al reclutamento.

1 Mi Piace

in che senso ritieni che non ci sia consenso attorno all’apprezzamento per la diversità? Potresti spiegare meglio?

E’ evidente che il progresso, sia quello culturale che quello tecnico, avviene non dalle maggioranze, conservatrici per definizione, ma dalle minoranze. Anzi, per lo più dai singoli che al massimo diventano gruppetti. E, spesso,il progresso avviene non rispettando le “regole”.

Nel partito, invece, mi sembra che oggi ci sia il culto della maggioranza e delle regole, e questo culto rende molto difficile ogni novità…

1 Mi Piace

Hai perfettamente ragione, io penso però che un partito non sia in sé portatore di progresso. Il progresso avviene nella società nei suoi vari e numerosi ambiti. Un partito “progressista” ha il compito di raccogliere le istanze che arrivano dalla società e portarle al centro del dibattito politico. Il partito non può che essere uno strumento “conservatore” che applica le proprie regole e modula le proprie scelte in base alla maggioranza. Oppure si può imporre un modello di “partito personale” che ha il vantaggio, nel caso la persona di riferimento sia portatrice di progresso, di sfanculare la maggioranza conservatrice. Se Berlusconi fosse stato un progressista ci avrebbe risparmiato numerosi problemi.

Hai descritto il “classico” partito “onesto”: un’associazione che raccoglie delle istanze e genera soluzioni per queste istanze. Ci troviamo di fronte ad un sistema con 2 gradi di libertà ( :slight_smile: ), la scelta delle istanze da ricevere e la scelta delle soluzioni. Il modo classico con cui vengono effettuate queste scelte oscilla fra i due estremi scelta a maggioranza e così tendenzialmente si perdono le soluzioni innovative e sceltra da parte dell’uomo della provvidenza che prima o poi porta nel baratro. Mi aspetto che il partito pirata sia così brillante d indagare soluzioni che vadano al di là di questo tipo di logica. Il metapartito è stato un ottimo tentativo in questo senso. Poiché l’innovazione non può che venire dalle minoranze occorre trovare una modalità per dare a queste la possibilità di sperimentare, e di crescere. Deve esserci curiosità, non paura o disprezzo nei suoi confronti. Occorre la consapevolezza che accanto alla vendita del prodotto attuale è necessaria una attività di “R&D” e che da questa dipende il futuro

Ho spostato 15 messaggi in un argomento esistente: Accesso pubblico a LQFB o non c’è trasparenza totale

Meglio una sx fallita che si può rimpiazzare di una Linke che occupa un certo spettro senza muoversi di molto… giusto quando ognitanto riescono ad essere in coalizione di governo comunale/regionale.

Si, ma l’articolo con foto alla deposizione del sigillo pirata per le elezioni di Roma ce lo siamo guadagnati perché sono andato li vestendo il tricorno. Sia i media che i manifestanti alle manifestazioni apprezzano le carnevalate. Poi bisogna vedere come giostrarsela da li e costruirsi cmq una credibilità, nonostante alla manifestazione la bandiera arancione era portata da uno col tricorno e i fotografi l’hanno fotografato. Ogni volta.

Non è detto… ci sono le anime in cerca innovazione anche lì.

Se non ci sta lo schifo, la politica non è noiosa e il divertimento si instaura da sé. Non credo che il “dovere” (quale dovere?) abbia allontanato alcuna persona.

Siamo già stati in fase di difesa e perdita di consensi come i tedeschi dal 2009 al 2012 erano in fase di acquisizione. Le parallele sono enormi.

Il lato oscuro di Swarmwise.

No, sono finiti. In politica può succedere di tutto. Potrebbero essere la nuova DC. Il nuovo PSI.

Se siamo talmente convinti che non torneremo sulla traiettoria dell’autodistruzione giammai. Io ho l’impressione che se ancora ci facciamo prendere in giro da individui spaesati, se ci lasciamo imbrattare gli strumenti e demotivare i lettori, non combineremo nulla quando dieci malintenzionati firmano l’iscrizione e fanno sul serio.

In tutti gli ambiti dove la democrazia liquida è stata implementata bene e rispettata non c’era alcun problema a far spuntare l’originalità dal nulla, a lasciare che una minoranza proponga qualcosa di bello che piaccia anche alla maggioranza. Anzi, molto spesso la maggioranza non ha esercitato sufficiente potere di gatekeeper per fermare le mozioni scrause, quelle che andavano lavorate e approfondite nei fatti. Perciò ci vedo più un problema opposto che quello che dici tu. Diversità e minoranze nel PP vanno benone eccetto quando vogliono imporsi con la forza.

No, ci sta il culto di perdere tempo rompendo le palle a chi sviluppa le regole necessarie per sopravvivere, ma non mi risultano casi dove le minoranze sarebbero fallite per ragioni politiche. Lo fanno per ragioni sociali e comportamentali. Urlano forte per nascondere che non hanno nulla da dire. Ogni volta che ci siamo fatti da parte per lasciare che uno di quelli che gridano all’ingiustizia, alla censura, alla maleducazione ecc si realizzasse sono uscite grandi porcherie e danni d’immagine al partito. Non mi viene in mente alcuna occasione nella quale dare retta ai prepotenti ci sia andata bene.

Nel caso nostro può capitare, visto che alcune persone all’avanguardia di alcuni temi possono essere direttamente iscritte… ma non importa, perché sia se sono autori primari o relatori di idee altrui, in ogni caso devono sviluppare documenti fondati, con fonti scientifiche… roba seria in pratica. Non va bene che votiamo il supporto al porcellinum perché lo ha detto il leader ma perché ci stanno ragionamenti documentati e calcolati.

Fammene qualche esempio nella storia del nostro AP. Scommetto che le ragioni in realtà sono altre.

Lo è.

Se chiami “metapartito” la normale procedura del PP nello sviluppare nuove opinioni politiche, allora siamo già un metapartito. Se per metapartito intendi una strategia comunicativa, cioè quella della cacofonia orgogliosa, il PP-DE ha già dimostrato che non funziona.

Ce l’hanno eccetto quando abbiamo buone ragioni di non permetterlo. Fammi un esempio dove avremmo segato le gambe a qualcuno che aveva qualcosa di buono in mano. In genere se lo facciamo è perché la persona ha fatto in modo di non apparire affidabile per qualsiasi compito od incarico.

Ma che diavolo dici. Nessuno è stato disprezzato prima che aprisse la bocca per meritarselo. Anzi, troppo spesso abbiamo dato ascolto a demagogi con interessi particolari, perciò dobbiamo au contraire aumentare la cultura di uno scettiscismo costruttivo. Chi ci vuole vendere la sua idea politica la deve contornare con dati e fatti, non chiacchiere.

Per essere un partito di un numero limitato di attivi abbiamo sfornato contenuti di R&D impressionanti. Le nostre http://pdl.votopirata.it sono da paura, dico quella di @Cal per esempio. Il PP-DE ha sfornato pochissime PDL. Certi capitoli del programma sono molto avanti. Oppure il lavoro che @Silvan si sta facendo sul RdE. Direi che proprio essendo piccoli e poco orientati all’attivismo di strada abbiamo piuttosto fatto un lavoro stile think tank non da poco. Abbiamo contenuti apprezzabili da vendere agli altri PP.

Il M5S è in fibrillazione, Pizzarotti, Bertola, le colonne di un tempo stanno ondeggiando. Soprattutto per Bertola l’approdo più ovvio saremmo noi. E allora perché non facilitarci le cose approvando l’iniziativa https://agora.partito-pirata.it/initiative/show/6282.html che permette a chi si preiscrive di conoscerci meglio da subito? O l’argomento è lo stesso dei pirati tedeschi contro lo straming: non siamo all’altezza delle aspettative. Ma se è così possiamo affondare la nave.

Abbiamo bisogno di persone che hanno tempo e buona volontà, che riconoscano l’apertura che qui esiste verso i cittadini (con le dovute cautele di buona convivenza), che apprezzino l’esistenza di una struttura che è in piedi, e si inizi a fare politica seriamente (non mera propaganda, non litigi, soprattutto soluzioni). Se non troviamo una bassa percentuale (dato che è sufficiente) nella popolazione di persone così… resta la degenerazione.

Dobbiamo curare l’accoglienza e far risaltare materiale di qualità, più che insistere sulla trasparenza (che è già presente a livello più che soddisfacente).

Ho spostato 2 messaggi in un argomento esistente: Accesso pubblico a LQFB o non c’è trasparenza totale

Vediamo la realtà. Se prima del nuovo statuto gli step per essere pirata erano due Essere “attratti” così da iscriversi Essere “attratti” così da rimanere.

con l’introduzione del nuovo statuto gli step sono diventati tre: Essere “attratti” così da preiscriversi Essere “attratti” così da iscriversi Essere “attratti” così da rimanere.

Dove la parola “attratti” assume significati diversi. E’ evidente che è inutile darsi da fare per portare le persone ad iscriversi se poi rimangono iscritte un solo anno E’ evidente che è inutile darsi da fare per portare le persone a preiscriversi se poi non si iscrivono.

E’ opinione ufficiale (non mia) che il problema della permanenza degli iscritti sia stato risolto con l’eliminazione della litigiosità grazie ai responsabili della convivenza. Non è risolto nemmeno il problema di riuscire ad essere “attraenti” verso tutti, (27 preiscritti in un anno e mezzo) ma a questo potrebbero provvedere le elezioni islandesi di aprile.

Rimane insoluto lo step 2 ma l’AP ha approvato un primo passo, l’accesso read-only. E’ possibile che le persone in grado di farlo preparino un iter per realizzarlo, sottolineando gli eventuali problemi?

Il secondo passo dovrà essere la creazione del gruppo Accoglienza che potrà approfittare della modifica.

@storno la proposta approvata è inutile, ridondante in quanto lo statuto dice chiaramente che le mozioni politiche sono già read only e dice chiaramente che TUTTE le altre non possono esserlo. Essendo i preiscritti di fatto “altri” questa norma si applica anche a loro.

Dove lo dice?

Faccio un po’ fatica a quotare tutto quello a cui mi vorrei riferire, anche perché probabilmente è sparso in diversi thread.

@Storno non credo affatto che sia il mancato accesso a LQFB la chiave per spiegare lo scarso successo, né che sarebbe il read-only a cambiare le cose. Il mio parere è non abbiamo nuovi attivisti perché non facciamo nulla che possa attirarli facendogli vedere che il PP è un buon posto per “fare”, e che non facciamo quasi nulla perché non abbiamo attivisti.

Mi interessano relativamente gli iscritti, tantomeno un partito di elettori. Ci servono attivisti, persone che hanno voglia di lavorare, non solo di “dire la loro”. E ogni 100 iscritti presi dalla rete mi aspetto che saltino fuori al max 5-6 attivisti.

L’unico modo che conosco per invogliare le persone a fare qualcosa è l’esempio positivo, ovvero rimboccarmi le maniche e iniziare io, mi cerco un progetto che ritengo importante e ci lavoro.

Detto questo, ritengo ci siano due spunti importanti in quello che avete detto:

  1. una newsletter settimanale in cui evidenziamo le 4-5 questioni più importanti che ci sono in ballo: temi di cui stiamo solo discutendo, su cui stiamo lavorando, o anche solo temi che riteniamo importanti e di cui non ci stiamo ancora occupando. Questa newsletter pirata dovrebbe essere aperta all’iscrizione di tutti: chiunque, anche al di fuori del PP, deve potersi iscrivere e leggere quali sono i temi di cui ci interessiamo, ovvero digitali ma anche di diritti civili, democrazia (es. legge elettorale), redistribuzione della ricchezza, etc Inoltre anche il “feed” dei temi e delle notizie importanti potrebbe essere aperto. Immagino un punto (forum? pad? reddit?) in cui far convergere tutte le notizie rilevanti (tweets, articoli, etc) da cui poi trarre spunti e non rischiare di perdere informazioni di rilievo. Non dobbiamo necessariamente scrivere qualcosa di nostro su tutto, in parte può essere anche solo rassegna stampa, oppure il rimando ad una discussione sul forum.

  2. l’importanza dell’accoglienza. Eventualmente alcune semplici domande nel modulo di iscrizione potrebbero semplificarci la vita e farci capire cosa possiamo aspettarci da loro, chi accompagnare e chi no. Non dobbiamo necessariamente cercare di coinvolgere a forza le persone, o pensare che possano aiutarci: la maggior parte saranno simpatizzanti che non vogliono attivarsi, ed in quel caso è inutile cercare di insistere, sprechiamo tempo, energie e rimaniamo delusi perché le aspettative erano errate. Inoltre rischiamo pure di far scappare gente. Ma al tempo stesso con le domande iniziali potremmo anche cercare di capire se si iscrivono perché sono interessati ad un tema, se hanno competenze specifiche per le quali potremmo coinvolgerli per alcuni progetti, etc A quel punto il gruppo che si occupa di accoglienza può curare i profili dei più volonterosi, nonché chi si occupa di un progetto potrebbe capire se ci sono profili con competenze o interessi utili al progetto.

  3. questo mi pare non l’abbiate menzionato ma lo aggiungo io: incontri costanti su mumble su temi specifici. Dovremmo cercare di organizzare almeno un incontro tematico a settimana, per (ri)cominciare. Ci aiuta anche a stare più sul pezzo.

1 Mi Piace