Mi spiace @Exekias, ma io la Costituzione l’ho letta e studiata: la restrizione del voto è anticostituzionale.
C’è proprio scritto sopra (enfasi mia):
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
Sono certo che @sarabiemme ti può fornire i dettagli sulla questione (o potremmo anche chiedere a uno dei tanti avvocati che partecipano al Partito Pirata), ma la giurisprudenza ha sempre interpretato la locuzione “incapacità civile” come un riferimento alla infermità mentale perché nel 1947 i membri della Assemblea Costituente approvarono le norme per la disciplina dell’elettorato attivo in cui stabilirono che “non sono elettori gli interdetti e gli inabilitati per infermità di mente”.
Tale disposizione rimase vigente fino alla legge Basaglia del 1978 che la abrogò estendendo il diritto di voto anche ai malati psichiatrici. Nel 1987 la Corte Costituzionale, interpellata affinché dichiarasse incostituzionale tale estensione del diritto di voto, dichiarò la questione inammissibile, sancendo di fatto (seppur non di diritto) l’eliminazione dell’incapacità civile dalle possibili restrizioni al voto.
Dunque la Costituzione è molto chiara. Non ho letto l’interpretazione del Professor Cassese cui fai riferimento, ma (ammesso che tu l’abbia compresa e riportata correttamente) la sua rimane un’opinione personale contrapposta non alla mia, ma al testo costituzionale, alla dottrina giurisprudenziale e non supportata dalla Suprema Corte che pure ebbe occasione di esprimersi in materia.
Visto il tuo interesse in materia però, ti consiglio vivamente di imbucarti ad un corso universitario di Diritto Costituzionale. Nessuno bada veramente ai presenti. Io frequentai (oltre 15 anni fa, ahimè) quello del Professor Roberto Cavallo Perin presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino.
Attento però che studiare la Costituzione è pericoloso: prima del corso ero anarchico.
Sì, tu lo fai.
Il problema non sei tu!
Il problema è che ai 60.000 elettori che hanno votato il Partito Pirata, nessuno l’ha detto.
Ma visto che siete evidentemente tanti a pensarla in questo modo, perché nessuno propone una mozione sull’abolizione del suffragio universale in Assemblea Permanente?
Vuoi mettere che botta mediatica se dovesse emergere che siete in maggioranza? Immagini cosa potrebbe fare @erdexe con tutti i riflettori puntati sul Partito Pirata? Perché non fate sul serio un comunicato pubblico? Perché non pubblicate sul sito un volantino come quello che hai proposto? Perché non lo avete fatto durante la campagna elettorale?
Io non vi sto chiedendo altro che di uscire allo scoperto, di essere onesti con gli iscritti e con gli elettori.
Vi chiedo onestà intellettuale. Niente di più e niente di meno. E non la chiedo a te, la chiedo a @cal, a @solibo, a @lanta, a @briganzia, a @erdexe e a tutti quelli che condividono questa visione.
Se fai riferimento allo screenshot che ho postato in questo thread, è di @marcat90 e l’aveva postato qui.
Io comunque per lavoro uso e programmo anche su Windows. A casa programmo esclusivamente su Debian, ma uso anche diversi altri sistemi operativi. E uno lo sto scrivendo (o meglio, stavo… prima del Partito Pirata, mannaggia avvoi! ).
Questo tu quoque comunque è inappropriato per un hacker. L’uso del software è l’unica libertà che mi viene concessa (se la pago) da chi sviluppa software proprietario: è una libertà assolutamente limitata, ma perché dovrei privarmene? Questo è dogmatismo, @Exekias. Nemmeno Stallman si sognerebbe mai di insinuare che qualcuno non debba o non possa usare o persino sviluppare software proprietario.
Il software libero è una scelta libera e liberatoria, ma non un dovere morale del cittadino in quanto tale.