Viva le maggioranze qualificate

Spazio di dibattito annesso a “Pianificazione: Policy più efficacie e soddisfacenti”.

Vedi anche:

https://taverna.arrembaggio.eu/t/filosofia-della-democrazia-razionale-collettiva/1619https://taverna.arrembaggio.eu/t/facilitare-il-lavoro-della-redazione/1711https://taverna.arrembaggio.eu/t/deleghe-per-competenza-tematica/1750

Una maggioranza qualificata può essere una solida barriera alle proposte ingenue, frettolose o dovute all’onda emotiva del momento. Però, serve anche più dialogo e in assenza di dialogo: deleghe. Altrimenti si rischia davvero la paralisi.

Esatto. Per mozioni politiche ci vuole molto dibattito oppure l’unanimità è preesistente per natura politica del testo. Per questo raccomando la “Policy del Consenso” che realizza entrambi gli scenari.

Per lavori esecutivi (orga, redazione, spese…) le deleghe sono l’equivalente più democratico ai rappresentanti eletti, perciò in quei ambiti che non si definirebbero dell’assemblea (cioè esecutivi invece che legislativi) è ragionevole implementare delega obbligatoria (automatica, senza stress o sanzioni). In questo caso perciò ci sta bene la “Policy per unanimità veloce” che avevamo discusso in filosofia ecc

Raccomando di leggere la Ratio della proposta che risponde a questo ed altri dubbi:

Per fortuna la maggioranza del nostro programma è passato con maggioranza qualificata lasciando solo un piccolo resto da riconsiderare, ma non ci piacerebbe essere piuttosto sicuri di potere essere fieri delle cose che escono a nostro nome? Nulla è più demotivante e deprimente del doversi vergognare del proprio partito…

Considerando le discussioni di cui prima, probabilmente dovremmo passare le maggioranze qualificate dai parametri direct majority e indirect majority a initiative quorum. L’effetto politico è lo stesso, ma non ci distrugge l’ordinamento di Condorcet.

Il libro propone sia l’opzione proposta da Schulze “direct (super)majority” che le alternative proposte dagli autori: “beat-path supermajority” e “prohibit reverse beat-paths”. Lo scopo di “beat-path supermajority” non mi è chiaro. Cito la descrizione:

It is also possible to require an initiative X to beat the status quo indirectly through a beat-path (i. e. there exists a path such that X defeats Y1 , Y1 defeats Y2 , . . . , Yn−1 defeats Yn, and Yn defeats the status quo) where every defeat has a certain number of absolute or relative votes, e. g. a 2/3-majority.

Perchè dovrei esigere che le proposte si mettano in fila col 2/3 tra di loro? È inutilmente difficile da ottenere. Forse l’intenzione è di trovare una proposta talmente geniale che le altre non ricevono più sufficiente supporto… piuttosto di permettere che una vinca di poco su di un’altra.

Sono indeciso riguardo all’attuare ulteriori paletti. Potrebbe essere catastrofico se una votazione non produce un risultato solo perché la gente era indecisa tra due opzioni che entrambe soddisfano la maggioranza qualificata — intanto la scadenza temporale magari c’è e sarebbe stato meglio pigliare una delle due opzioni a caso piuttosto di arrivare a mani vuote. L’effetto politico perciò non mi pare lo stesso, o ho capito male cosa intendi?

Intanto “prohibit reverse beat-paths” farebbe quanto ho descritto, fare saltare la votazione solo perché ci è stato un “paradosso di Condorcet”. Allora ci limitiamo ad utilizzare quanto ci raccomanda Schulze? È questo quello che intendi?

Forse la cosa migliore sarebbe se questi algoritmi avvertissero della presenza di un problema, lasciando al regolamento o GI di decidere come agire: se per questioni di tempo bisogna usare il risultato o se si può ripetere la votazione dopo ulteriore dibattito.

Ma intanto possiamo definire policy con configurazioni diverse… policy orientate a massimizzare la soddisfazione, rigettando ogni votazione imperfetta— ed altre orientate a produrre un risultato attuabile in tempo utile, anche se magari imperfetto… in questo modo il regolamento può specificare quale da utilizzare in quale occasione (o l’area lo impone)…

No, stai ragionando sui parametri della fase di voto e di ordinamento. Quello che dicevo è più semplice: tieni la maggioranza semplice al voto, ma alzi quanto ti pare il quorum di iniziativa, quello per finire sulla scheda. Così si evita che qualcosa di non soddisfacente sia approvato, così come si usa tutta la potenza di Schulze quando ci sono più proposte soddisfacenti.

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Ecco qui, a metà del 2017, @Cal propone la soluzione come realizzare maggioranze qualificate e policy del consenso senza distruggere l’ordinamento di Schulze/Condorcet al voto finale (sempre che si voglia un voto finale).

Da allora, se non prima, avremmo potuto trarre le conseguenze dalle nostre sventure con la maggioranza semplice, quella che ci porta a litigare e restare insoddisfatti.

C’era un po’ di confusione su direct majority e indirect majority. Non si applicano fra tutte le proposte indipendentemente, ma solo fra ogni proposta e lo status quo.