Capisco bene cosa intendi e immagini @Rebecca però purtroppo il modo più snello di gestire le procedure è la dittatura purissima: la catena di comando militare (tanto invocata in più d’una occasione ma sempre a sproposito).
Qui la sfida è ottenere procedure snelle, partecipazione diffusa (più possibile ma in senso vero, non secondo il criterio dello “schiacciabottoni” alla LQFB), competenza, crescita culturale, dapprima degli individui (laddove manchi) e poi di partito.
Quindi non si applica così come era stato detto, come modalità alternativa ad un’assemblea.
Si applica dopo una relazione politica? E nelle famose 2 ore per 20 persone, questa relazione o relazioni come si applicano? Come funziona un intero evento? Se fosse un’AO, questo metodo come lo applicheresti? [ricorda che partivamo da questo tema, criticando la tenuta di un’assemblea in formato tradizionale].
Vorrei proprio capire. Come funziona? Come si arriva ad un risultato?
Temo che a partire da questo post di Sara, stiamo andando fortemente Off-Topic rispetto al tema, molto pratico e politico, delle metodologie da usare durante le riunioni fisiche.
@sarabiemme se sei d’accordo posso creare un nuovo argomento (collegato a questo) con un titolo di tua scelta e spostarvi dentro tutti gli interventi che ne sono derivati.
In situazione analoga @Cal ha nascosto/censurato gli interventi che riteneva off-topic e io gli ho chiesto di renderli nuovamente visibili perché, per quanto non li condividessi neanche io, erano on-topic.
In questi post invece non si parla di metodologia o riunioni fisiche, per cui sono oggettivamente off-topic, ma io rifiuto di censurare alcunché (anche perché si tratta di una discussione che mi sta molto a cuore).
Rispondo di seguito nel merito, perché non è mia intenzione sottrarmi.
Personalmente condivido gli obiettivi che proponete, ma sarete d’accordo con me che è possibile perseguirli in diverse altre formazioni politiche, dai Radicali all’UDC, dal PD al Partito Comunista. E persino Casa Pound e la Lega sostengono di volere giustizia ed equità, semplicemente li vogliono per un sotto insieme limitato della popolazione a danno di tutti gli altri.
E’ un’opinione legittima ed è una scelta sempre possibile.
E’ anche una scelta che ci uniforma a tutti gli altri partiti politici.
In pratica, se rimuoviamo il nostro focus sull’informatica diventiamo Radicali.
Ripeto: una scelta assolutamente legittima, e se ufficiale e chiaramente dichiarata all’elettorato, non mi trova assolutamente contrario.
Per onestà intellettuale, cambierei però nome e simbolo.
Perché votare i Radicali o i Verdi, non è ciò che si aspettavano molti di coloro che hanno votato questo partito, che fa direttamente riferimento alla Pirate Bay e alla pirateria informatica, come risulta evidente dal gran numero di preferenze che hanno ottenuto Gubello e Di Liberto.
Non dimentichiamo che il riferimento alla pirateria marittima è solo metaforico, utile a ricordarci che perseguiamo la Conoscenza, non il Potere, ma derivato direttamente dal modo dispregiativo di chiamare gli hacker che per decenni hanno fatto della liberazione della conoscenza il fulcro della propria attività politica.
Da Stallman ad Assange, in una varietà di metodi e prospettive, tutti i Pirati sono accomunati dalla Curiosità.
Non siamo più Pirati se decidiamo di essere qualcosa di diverso.
E se continuiamo a dirci Pirati, siamo certamente ipocriti.
Sono assolutamente d’accordo.
Noi vogliamo rappresentare i Pirati, le persone che vogliono fare della Conoscenza uno strumento di Libertà, non di Potere. Sul resto possiamo essere diversi e variegati. I valori identificativi del Partito Pirata, invece, sono Curiosità, Comunione, Libertà e Onestà Intellettuale che determinano il nostro modo di confrontarci e di risolvere i problemi di Equità, Libertà e Giustizia nella società.
Questo non deve essere un meta-partito.
Deve essere un partito di Pirati. Che sono diversi e sanno dialogare e lavorare insieme.
Si tratta di un lavoro che non ci porterà a ricoprire incarichi istituzionali nel corso di pochi mesi. Si tratta di rifuggire le scorciatoie alla M5S e avere idee chiare sui valori, sui metodi e su come scegliere e perseguire i nostri obiettivi.
Io vorrei che il Partito Pirata fosse una comunità di persone libere che usano la propria curiosità ed onestà intellettuale per fare Politica per servire la Polis (le Polis). Persone che collaborano per diffondere Conoscenza e Coscienza Politica in grado di liberare le persone e le comunità, non un’accozzaglia di persone che competono (fra loro e all’esterno) per ottenere Potere.
Ogni persona che impara davvero qualcosa la può insegnare.
Quindi ogni volta che insegniamo qualcosa raddoppiamo le persone che possono insegnarla.
Siamo pochi, ma la nostra crescita può diventare esponenziale (per poi diventare logistica ).
Quindi sei contrario, hai iniziato dicendo che eri d’accordo ma hai posto come condizione il cambio del nome del partito. Cioé sei contrario. Potevi scrivere direttamente “Sono contrario perché…”
Comunque, non mi riferivo alle battaglie, che sono battaglie per i diritti dell’individuo, quindi vanno bene, come vanno bene le battaglie per il copyright, etc. etc.
Quello a cui mi riferivo io é questa sorta di atteggiamento per il quale l’informatica sia lo strumento che genera il super-uomo di Nietzsche, questa sorta di suprematismo informatico che puó risolvere ogni problema attraverso la curiositá.
Hai tutto il diritto di crederci, ed é anche giusto che altri ci credano con te, ma non é assolutamente né una cosa che definisce gli hacker né tantomeno i pirati.
Non mi fraintendere, non cerco di criticare la tua propositivitá, peró ho anche la sensazione che chi legge potrebbe pensare: ah, ok, sono quelle robe per tecnici dove non ho niente da dire. O anche ci si potrebbe sentire esclusi dall’eccesso di vocabolario tecnico, o da un approccio che suona come un discorso in una sola direzione che alla lunga puó sembrare alieno.
Chi si iscrive aderisce ad un manifesto, ha delle aspettative, non bisogna essere informatici per fare politica in questo partito.
Chiunque dovrebbe poter partecipare secondo le proprie capacitá cercando di dare quello che puó. Senza stare troppo a ravanare sui massimi sistemi.
Ma prendendo atto che siamo un partito piccolo, ininfluente, che forse fra qualche anno possiamo fare opinione se cominciamo a uscire con almeno un comunicato stampa al giorno e buttarsi un attimo oltre l’ostacolo.
Poi, una volta ogni 5 anni, forse possiamo anche rivedere lo Statuto. Ma adesso il lavoro da fare é un altro.
Non voglio andare oltre in questo ragionamento, ma quello che chiedo é un approccio semplice, praticabile dalla maggioranza delle persone, riduzionista nel senso del rasoio di Occam, dove facciamo fuori tutti i fronzoli e ci occupiamo della sostanza.
C’é stato un sussulto, tra un anno queste europee saranno dimenticate, vediamo di poggiare la tavola da surf in acqua.
I problemi nascono solitamente dalle relazioni: i meccanismi debbono essere congruenti con le persone.
Non puoi utilizzare meccanismi complessi con persone non in grado di utilizzarle e non puoi annoiare persone capaci con meccanismi elementari.
Altrimenti se pensi che sia il meccanismo sbagliato esporti democrazia, se pensi che siano le persone sbagliate esporti élitarismo.
No, non sono contrario.
Il partito non è il nome o il simbolo, il partito sono le persone. Tutte le persone. Insieme.
Se le persone di questo partito vogliono un Partito Radicale, io non sono contrario.
Anzi, sono assolutamente favorevole. Io sono per il pluralismo in democrazia e se il Partito Radicale può portare persone che non votano a votare, io sono felicissimo di questa cosa.
Io non lo voterei in quanto Partito Radicale, ma potrei votare persone che stimo e che vi militano.
Dunque sia chiaro: io sono TOTALMENTE favorevole ad un Partito di Rifondazione Radicale.
Sul serio!
E se ho dato l’impressione di essere contrario a che i radicali abbiano accesso ad un partito che si candidi alla gestione del potere pubblico, vi chiedo scusa. Non è così. Io sono favorevole che i Radicali abbiano il loro partito politico, proprio come i Verdi, la Lega o il partito dei Pensionati.
Detto questo, tale partito non è il Partito Pirata.
Dovrebbe chiamarsi diversamente e forse una rosa in pugno sarebbe un simbolo più chiaro di una bandiera nera.
Il Super-Uomo di Nietzsche è caratterizzato dalla Volontà di Potenza e l’informatica può essere per lui uno strumento per perseguire il suo desiderio di Potere sul mondo e sugli altri.
Il Pirata invece è caratterizzato dalla Curiosità e l’informatica può essere per lui uno strumento di indagine, di analisi e di realizzazione del proprio desiderio di Conoscenza per tutta l’Umanità.
Chi desidera Potere può fingersi Pirata per ottenerlo, mentre un Pirata non ha ragione di fingersi bramoso di Potere se desidera la Conoscenza.
Al contrario, definisce gli hacker da decenni! La prima edizione di Phrack è del 1985.
Sette edizioni dopo, nel 1986, pubblica The Conscience of a Hacker, una lettura fondamentale per qualsiasi Pirata. Perché è quello che rivendichiamo nel nostro nome, la pirateria informatica.
La confusione che si è prodotta in seguito, quando l’ignoranza diffusa ha reso l’informatica una professione ben pagata e l’Open Source è riuscita a svuotarla dell’etica hacker per renderla uno strumento amorale al servizio del capitale, è appunto confusione. Ma su questo ti rispondo nell’altro thread.
E’ esattamente la stessa cosa che avrebbe pensato un contadino egiziano ad una forza politica che gli proponesse di imparare a leggere e scrivere. Se avesse avuto ragione, oggi venereremmo ancora il faraone.
Per questo dobbiamo lavorare per diffondere l’Informatica.
Quando qualcuno ti dice di non stare troppo a pensare, è sempre perché vuole pensare al tuo posto.
Eccolo: è il Partito Pirata dal 2020.
Nessun fronzolo. Solo il nostro cuore operativo: creare, diffondere e proteggere Conoscenza.
La mia era ironia, considerando il seguito del testo prendo atto che non l’hai colta.
Non fanno parte della mia cultura, ai miei tempi li chiamavamo cracker.
Qui probabilmente hai ragione, probabilmente ho un limite io. Io penso che a meno di situazioni particolari sia sbagliato usare codice craccato, anche perché le garanzie di sicurezza scendono ulteriormente, non sei piú in grado di affermare cosa c’é dentro la blackbox che chiamiamo software proprietario e comunque permetti a del codice proprietario di entrare nella cultura delle persone. Peró il richiamo storico é evidente.
Appunto, meno male che c’é il suprematismo informatico, é evidente che in un mondo dove gli uomini piú ricchi del pianeta vengono dall’informatica sta andando tutto a meraviglia.
Io direi che é quando qualcuno ti scrive quello che devi pensare che devi farti qualche domanda.
Appunto, tutti fronzoli e niente sostanza. Cmq, quello é un documento tuo, non é il manifesto del PP, e comunque é una sequenza di buone intenzioni ma é un tuo sogno, non c’é niente di condiviso lí dentro. Non c’é lavoro di gruppo.
Vedi il problema del forum é questo, che si parla all’infinito di queste cose inutili che non dicono niente su quello che bisogna fare domattina.
Siccome su queste cretinate possiamo andare all’infinito io mi fermo qua.
Ma da dove arriva l’abitudine ad insultare coloro con cui non si è d’accordo?
Dal Berlusconismo? Da Salvini? Boh…
Gli uomini più ricchi del pianeta vengono dall’informatica perché l’ignoranza diffusa rende la conoscenza potere.
Se diffondi quella conoscenza capillarmente, distribuisci anche il Potere.
Alla fine il Potere si diluisce così tanto che ce l’hanno tutti.
A quel punto diventa Libertà da trasformare in Diritto.
Chi ti scrive cosa pensa non ti scrive cosa pensare.
Ti propone in modo onesto e trasparente cosa puoi scegliere di pensare e/o rielaborare.
Al contrario chi ti dice “ci penso io” o “lascia fare agli esperti” o “non stiamo troppo a filosofeggiare” etc… vuole semplicemente rimandare l’elaborazione ad altri momenti e altri luoghi, laddove può imporre la propria visione.
Lo dice.
Bisogna iniziare ad insegnare informatica, sviluppare software libero, contenuti liberi.
Bisogna farlo in modo distribuito, senza dover chiedere il permesso a chicchessia.
Non dice COME bisogna fare, ma solo perché prima volevo capire quanti sono d’accordo su questa visione del Partito Pirata. E mi aspettavo che altri fornissero in modo chiaro e trasparente la propria visione per il futuro.
Ma come vedi pretendono fiducia cieca, dicendo molto meno di quanto abbia fatto io su contenuti e metodi.
Una volta ottenuta quella fiducia cieca, potranno fare ciò che vogliono, del simbolo e del nome di questo partito.
E delle persone, ovviamente.
Io spero ancora che @solibo, @lynX, @erdexe, @Exekias, @Cal, @briganzia, @mutek etc… scelgano di esprimere estensivamente la propria opinione in merito. E magari di proporre la loro visione del Partito Pirata dal 2020, anche se distinta ed incompatibile dalla mia.
Così si potranno discutere e comparare in modo pubblico e trasparente.
Secondo me sarebbe un buon tavolo di prova per il metodo di discussione che ho proposto.
Se tutte le diverse Visioni sono pronte e pubblicate prima, potremmo dare un po’ di tempo a ciascuna per essere esposta in assemblea e poi ampliare il dibattito a tutti attraverso il sistema delle domande/risposte.
Io non sono molto convinto sul metodo da te proposto: mi pare che OST (magari sbaglio per ignoranza, in caso chiedo venia e sono pronto a ricredermi) sia molto più collaudato.
Vorrei anche riuscire tramite @C_Diana a portare facilitatori professionisti all’incontro di Milano, perché per una volta vorrei partecipare ai tavoli invece di fare sempre lo schiavo (so che tanto non sarà così e faò lo schiavo, pazienza).
Quindi se saremo noi a Milano ad organizzare l’AO io non caldeggerò il tuo metodo, sorry.
Non rispondo sul resto perché ho giá espresso la mia opinione a riguardo.
Non vedo l’offesa, ho affermato che nei forum si parla all’infinito di cose come queste, che sono inutili e non dicono niente. Resto dell’opinione.
Rebecca ciao, ben ritrovata. Questo è il vero problema di questo partito oltre alla sua struttura disfunzionale.
Non avendo ancora sviluppato una sovrastruttura direttiva di fatto ogni pirata è direttore di se stesso. Questo porta molta inefficacia. Però c’è chi non sta alla finestra, chi si pone come obiettivo quello di “realizzare, realizzare, realizzare”. Purtroppo questo è in parte reso difficile dalle condizioni al contorno, il partito non ha strutture stabili, non offre servizi e gestisce ancora male quelli che ha, poiché in parte non ha soldi e in parte quelli che si sbattono per fare le cose (a volte anche molto banali, ma vanno fatte) sono pochi. Durante le elezioni non c’è nessuno, neppure @solibo con cui ho litigato spesso, volentieri e con una certa soddisfazione pure, che non abbia dato il massimo per raggiungere l’obiettivo. Può non sembrare adesso, ma “esecutivi” ce ne sono. Speriamo che se le palesino altri.
È vero, ora stiamo in fase di rilassamento post elezioni, ma siamo pronti a ripartire. Ciurcina ha messo in AP la proposta di legge europea sul file-sharing e da ci chi aiuterà su quello si vedrà la stoffa dei veri pirati. Gli altri lasciamoli pure a divertirsi con il club culturale ben valutato da Adriana ( come dice @storno ), noi siamo già pronti a passare in fase realizzativa.
Una cosa è certa: questo partito è aperto a tutti e non ha limiti. Il programma, lo hai visto, è molto vasto e spazia su tanti temi e l’obiettivo è esattamente quello di aggredire le lotte più comuni e diffuse e non rinchiudersi nelle nicchie insignificanti solo per innalzare una bandiera ideologica. Questo non è un club culturale, una micro-chiesa tecnocratica o un sindacato di patiti dell’informatica. Qui si fa politica su tutti i temi che riguardano la nostra società. E spetta a noi, ciascuno di noi, dargli concretezza.
OST è un formato che prevede la discussione di temi in piccoli gruppi.
Non mi è chiaro come pensi di confrontare le diverse visioni del partito in piccoli gruppi.
Cioè immagina che ci siano 4 visioni diverse ed incompatibili, come le discutiamo?
Se ogni proponente finisce in un tavolo diverso, non c’è possibilità alcuna di trovare una quinta visione che convinca tutti. Se li mettiamo tutti ad un tavolo, quel tavolo diventa un gruppo costituente (e per altro le altre 3 persone presenti diventano quelle da convincere ed è difficile sapere se siano pregiudizialmente favorevoli o contrari ad una o più proposte).
Insomma OST non mi sembra un metodo adatto a questioni così fondamentali.
Va bene se parliamo di temi specifici, dalla proposta di Marco Ciurcina a quella di @sarabiemme etc.
Però se si parla della visione complessiva del Partito Pirata la discussione dovrebbe essere quanto più ampia e trasparente possibile, non credi?
Non è un problema, se le alternative sono altrettanto efficaci ed aperte e se permettono una sintesi assembleare su temi così vasti e fondativi. Onestamente OST non mi sembra una alternativa di questo tipo.
a parte che la visione complessiva del PP già c’è ed è espressa da manifesto e statuto, non vedo come effettivamente potrebbe essere decisa a tavolino da 4 persone. A proposito, chi saranno mai quei quatto, come verranno selezionati tra i presenti?
Scusa @erdexe avevo dimenticato di risponderti a queste domande.
Non è mai stata proposta come alternativa all’assemblea ma come fase di discussione all’interno di essa:
L’idea di fondo è di dare a tutti i dirigenti del partito (ovvero tutti gli iscritti) l’onere e l’onore di essere responsabili rispondendo alle domande di tutti gli altri.
Sì, perché no.
La relazione precede il dibattito con questo formato e ragionevolmente ne costituisce il tema.
Per esempio potremmo fare un incontro di mezza giornata così suddiviso:
Esposizione esplicita delle diverse visioni del Partito Pirata in una relazione
Immagina che siamo in 4: @solibo, @lynX, @erdexe e @Shamar: ci dividiamo un’ora, 15 minuti per uno.
Avviamo una discussione con questo metodo in cui tutti gli iscritti possono fare domande a noi e noi a loro per comprendere meglio e comparare le diverse opzioni. Tmax è 2 minuti, 160 minuti.
Votiamo sulle diverse visioni in 20 minuti
Funziona come un dialogo ordinato fatto di domande e risposte.
Si arriva al risultato ideando domande intelligenti e ascoltando le risposte.
Il risultato è un analisi approfondita di un tema, fuori dal controllo dei leader.
Questa analisi può esitare in un voto più ragionato, nella elaborazione di una nuova opzione, o magari nella decisione di rimandare la decisione alla Assemblea Permanente.
Certo, mi sembra importante.
Se hai altre domande sono felice di risponderti. E scusa per il ritardo.
Infatti!
Per questo il mio metodo di discussione può essere utile all’Assemblea per far emergere una sintesi condivisa o permettere di approfondire le alternative e scegliere.
In realtà questi documenti vengono messi in discussione da più parti.
L’ultima volta oggi da @erdexe
Ma in passato anche tu, se non sbaglio, avevi proposto di modificarli
(il thread è stato avviato da @solibo, ma l’idea se ho capito bene, era tua).
E personalmente io sono d’accordo che questi documenti vengano rivisti. In particolare, lo statuto soffre di diverse criticità oggettive, come l’assenza di bilanciamento fra i ruoli e l’assenza di incompatibilità fra di essi.
Però questo processo di revisione andrà svolto collettivamente quando la popolazione del partito si sarà stabilizzata.
L’opinione che discutere delle radici e dei valori e dei metodi di questo partito all’indomani di una enorme variazione nella sua composizione sia inutile e non dica nulla, è legittima.
Ma tu l’hai definita “cretinata”. Questo è un insulto, anche se non mi offende.