Mozioni "a tempo" per una ecologia sul futuro del partito

Ho sostenuto la proposta di mozione sulla cancellazione delle mozioni politiche pre-ceep.

Mi sembra una misura dovuta e tardiva dopo i problemi avvenuti in campagna elettorale che ci hanno messo gravemente in imbarazzo. Tanto in imbarazzo che alcuni candidati hanno chiaramente smesso il supporto alla campagna elettorale, visto che erano stati chiamati a giustificare le gravi contraddizioni tra quei programmi, fino a quando l’antiquato e contraddittorio programma precedente presente sul sito non ne è stato estirpato (troppo tardi). Ringrazio solibo che con la proposizione della mozione ha preso una decisione conseguente che appoggio senza riserve.

Ci sono tre punti da tenere in considerazione.

  1. Allo stato tutta l’attività compiuta in assemblea non è pubblica, me ne sono già lamentato una volta e non smetterò finché non si aprirà l’assemblea in visione a tutti. È LA priorità. Le mozioni cosiddette politiche sono adesso di fatto segrete, non c’è stato alcun interesse, finora, a renderle pubbliche. Mozioni tenute segrete immaginate quanto valore possano avere nella realtà. I candidati nell’ultima campagna elettorale NON POTEVANO NEPPURE CONOSCERE queste mozioni. È quantomeno ironico tenere segreta la propria attività per un partito che si vuole connotare come partito della conoscenza e ha chiamato la gente ad iscriversi su questo. È bene che su questa posizione si definisca presto una chiara posizione perché questa è una di quelle cose che impedisce ogni possibile credibilità a questo partito, superando le speciose argomentazioni di chi non è interessato a fare politica ma solo a coltivare il proprio orticello di inconcludenza.

  2. L’invocata privacy nell’attività politica è un controsenso. In politica ci si mette la faccia. Chiunque pensi di poter influire sulle politiche di qualsiasi gruppo politico standosene nascosto dietro uno schermo o uno pseudonimo che lo nasconda dal mondo è un troll non un politico e non dovrebbe neppure ricevere una replica in un consesso civile. Non esiste privacy in politica, non esiste nelle decisioni politiche ma per me non esiste neppure nelle decisioni amministrative, può al limite darsi qualche ragione di privacy su decisioni riguardanti qualche persona (decisioni che il partito comunque per me non dovrebbe prendere), in tal caso andrebbe adottata la pratica degli omissis e non la completa censura della conoscenza. Invocare la privacy nelle attività di un partito significa far tracollare l’architrave di qualsiasi fiducia poi si voglia andare a richiedere ai cittadini. Anche la sola presenza di aree private in questo forum è la chiara indicazione che questo partito non ritiene di essere degno di fiducia, perché non esprime fiducia.

  3. Tutta l’attività politica dipende dal contesto in cui avviene. Non esiste una politica nell’assoluto. Tutto dipende dalle condizioni al contorno che sono sempre mutevoli, giorno per giorno, ora per ora. Fare politica significa reagire al contesto. Chiunque pensi che fare politica sia risolvere un’equazione per trovare la soluzione razionale di un problema valido ora e per sempre ha una visione limitata dell’azione politica a perde di ogni credibilità nel confrontarsi con la realtà. L’assoluto è riservato alle religioni e se per tramite della secolarizzazione qualcuno ha sostituito la fede in dio o negli dei verso la fede in qualche scientismo razionalista il risultato non cambia, sempre di religione si tratta. Non sta facendo politica, che è mediazione tra legittimi interessi, ma sta tentando di imporre autoritariamente una ideologia religiosa. Not in my name.

Di conseguenza le mozioni politiche (e tra queste i programmi) hanno un valore solo nel contesto in cui vivono. Cambiato il contesto decadono le mozioni. E non solo, le mozioni decadono anche perché cambia il decisore. La composizione di questo partito, che ha attratto persone sui temi del ceep con una interpretazione liberale e libertaria data dai candidati alle elezioni, è molto diversa dall’interpretazione grupparola di estrema sinistra che si era aggregata ad es. nel 2012-2013. Non che questa attuale sia migliore o peggiore, è semplicemente diversa. Le mozioni di allora non hanno alcun valore oggi (e quelle di oggi potranno non aver valore domani). Si può solo prenderne atto. Il vero problema è chiedersi come diamine è possibile che si debba prendere in considerazione seriamente una mozione come quella di solibo che sta facendo una cosa che dovrebbe essere semplicemente scontata in un gruppo che fa politca. Qualcosa di molto fondamentale non ha funzionato fino ad oggi e qualcosa di molto fondamentale deve essere rivisto (ok, non sto dicendo niente di non noto a quelli meno nuovi).

Fin qui la parte destruens, ora quella construens.

Negli scorsi mesi (cioè da quando mi sono riavvicinato al PP) sono state poste in AP quasi esclusivamente mozioni operative, le cui decisioni determinavano qualcosa che avesse un “tempo” ben determinato. Hanno funzionato. Hanno funzionato molto bene. Hanno funzionato benissimo.

Sarebbe opportuno che fosse sempre così. Cioè che, invariato il funzionamento di LQFB, ciascuno valuti una mozione tenendo molto bene in considerazione il “costo” della mozione in termini di inquinamento che produce nel futuro del partito. Una mozione è “inquinante” se non definisce con chiarezza entro che tempi si esplica, di che risorse necessita, chi chiama all’azione. Non basta un razionale, ci vorrebbe quantomeno un tempo minimo per poter esplicare la propria azione (e quindi implicitamente non essere revocata) e un tempo massimo dopo il quale in mancanza di una esplicita realizzazione la mozione debba essere considerata fallita.

In mancanza di queste caratteristiche la mozione smette di essere pratica, e quindi politica, e diventa dottrinaria, e quindi religiosa. Non contribuisce alla vita del partito, determinandone una precisa agenda, ma tenta di imporre autoritariamente a ogni singolo partecipante del partito, presente e futuro, un comportamento. È quindi massimamente anti-liberale e anti-libertaria e pertanto da rifiutare a prescindere dal contenuto. Una mozione che impone ai partecipanti di un partito libertario come devono pensare è ridicola, prima che invalida.

Una mozione è come un barile di petrolio. Puoi utilizzarlo per far camminare una macchina che bilancia l’inquinamento che produce nel funzionamento con il vantaggio che ne deriva grazie al suo lavoro, oppure puoi rovesciarlo per terra ottenendo solo inquinamento, sporcizia, cattivo odore e rovina dell’ambiente circostante.

Ecco, quando leggete una mozione che non chiarisce bene i propri tempi di vita, fatevi la domanda se sta facendo qualcosa di buono, solo perché dice di volerlo fare, ma non chiarisce, chi, cosa, come e in quanto tempo lo farebbe, o è solo un modo per inquinare il futuro di questo partito.

E

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Molto interessante.

Sono abbastanza d’accordo sugli aspetti pratici della parte costruens, sulle mozioni “a tempo” che devono descrivere metodi e modi di realizzare gli obiettivi. Suona molto “manageriale” ma immagino che possa funzionare operativamente.


Sull’idea di Politica

Mi convince meno, francamente, l’idea che l’attività di un partito politico si riduca alla pratica.

Definire la Politica come “mediazione tra legittimi interessi” rappresenta una assunzione fortissima, che esclude qualsiasi valutazione etica o morale. Nonché qualunque elaborazione intellettuale.

Una posizione meno razionale di quanto possa sembrare a prima vista, perché morale ed etica, pur esprimendosi attraverso metafore astratte, veicolano intuizioni condivise rispetto a dinamiche sociali concrete così complesse che solo ora, timidamente, iniziamo ad esplorare con strumenti statistici.

La Morale è Razionale. Fronteggia sistemi caotici o lacune informative nel miglior modo che l’umanità sia riuscita a produrre. Dunque una “mediazione tra legittimi interessi” è necessaria, ma non sufficiente per la Politica. Laddove mancano informazioni o sono troppo complesse e caotiche, mediare gli interessi è impossibile e bisogna scegliere se ritirarsi, se arrendersi all’irrazionalità di qualunque esito, o se lasciarsi guidare dalla Morale e dall’Etica. Cosa che sanno bene i Medici.

Inoltre il Pensiero ha enormi ed evidenti effetti pratici. Lo dovresti sapere bene come Informatico: ogni riga di codice che scrivi esprime un’idea che hai elaborato prima nella tua mente, imprime un modello nel software costringendo l’hardware a realizzarlo nella realtà.

Ogni programma è un’ideologia propriamente detta: un discorso su idee che verrà tradotto (compilato) e recitato (eseguito) da uno o più interpreti, hardware o software.

Dunque l’elaborazione intellettuale di un partito politico è attività fondamentale ed imprescindibile. Non si tratta di imporre una “dottrina” (che per inciso non è una parolaccia, deriva da docere, “insegnare”… come pensi di diffondere la Conoscenza senza insegnare?), ma di riconoscere e sviluppare quell’identità condivisa che radica un partito nelle menti ancora prima che nella società. Né, nel caso della nostra specifica identità, corriamo il rischio di cristallizzare la Conoscenza, di imporre un pensiero unico, giacché la Curiosità ci spingerà sempre ad indagare modelli alternativi, ed ascoltare opinioni divergenti, integrandole.

Per contro, negare legittimità al confronto e alla riflessione condivisa vincolandoli ad obbiettivi pratici ed immanenti che ne mortificherebbero la portata, rischia di produrre uniformità operativa e, nel lungo periodo, persino intellettuale.

Questo non significa affatto imporre “a ogni singolo partecipante del partito, presente e futuro, un comportamento”. Anzi se qualcosa caratterizza un Partito Pirata deve essere la Curiosità e dunque l’apertura tollerante nei confronti di qualsiasi comportamento, persino in contrasto con l’opinione della maggioranza interna ed esterna (nei limiti della legalità… e talvolta oltre).

Per contro, rifiutarsi di elaborare un’ideologia esplicita del partito, rifiutarsi di esprimere chiaramente dei valori fondamentali non negoziabili che guideranno il nostro operato significa semplicemente schermarsi da critiche di incoerenza, “tenersi le mani libere”, per così dire.

Sono CERTO che non è ciò che vuoi. Ma è quello che stai proponendo.


Su Privacy e Trasparenza

Sulla Privacy (che effettivamente qui viene spesso invocata a sproposito) sono d’accordo per quanto concerne il forum: qui ogni area privata “è la chiara indicazione che questo partito non ritiene di essere degno di fiducia, perché non esprime fiducia.” Il forum è una piazza dove chiunque può venirci ad incontrare e conoscere per quello che siamo. Non ci devono essere sgabuzzini dove nascondere le scene meno nobili. Anche quelle fanno parte del nostro percorso ed è una questione di Onestà Intellettuale non nasconderci dietro un dito. Siamo esseri umani. Sbagliamo. Impariamo. Ad libitum.

Detto questo, sugli strumenti decisionali interni ho qualche remora in più. Non si tratta solo di privacy (che pure è correlata giacché le opinioni espresse in un partito politico ed associate al nick name costituiscono dati assolutamente sensibili), si tratta di

  1. tutelare la sicurezza personale degli iscritti
  2. tutelare l’autonomia decisionale del partito

Il primo punto tiene conto della realtà in cui esistono gruppi di interesse violenti. Esiste ancora la Mafia? E la 'Ndrangeta? E la Camorra? Chi ci vive a contatto potrà esprimersi liberamente se tutto quello che scrive è pubblico? Quanti avranno la serenità di ideare soluzioni tecniche e politiche efficaci contro queste organizzazioni?

E poi ci siamo dimenticati il Fascismo? E la strategia della tensione? La Lega, che 20 anni fa organizzava Ronde notturne, oggi siede al Ministero degli Interni. E non c’è Maroni, ma Salvini.

Puoi escludere, in coscienza, che non ci ritroveremo mai più in un contesto autoritario? Vuoi esporre i nostri iscritti a questo rischio?

Il secondo punto deriva in parte dal primo, ma non solamente.

Immagina di discutere una proposta di legge come ObCrypto ma persino migliore in termini tecnici all’indomani di un paio di attentati terroristici. Che autonomia avrebbe il partito se dovesse discutere tutto pubblicamente?

Il principio di trasparenza, se applicato ciecamente, non produce i risultati che speri. Se l’Agorà è pubblica, le discussioni vere si sposteranno su canali diversi.

Sul LQFB rimarranno esclusivamente le proposte minoritarie che si vogliono lasciare alla gogna (magari per delegittimare gli autori) e idilliache chiacchierate fra amici per quelle che si vuole portare avanti.

In Politica si mette la faccia, hai ragione. Ma un partito politico esiste solo per contenere ed incanalare una elaborazione collettiva. Non sono sempre i singoli cittadini doversi esporre, ma il partito (nelle persone elette a tal scopo).


Sul vecchio Programma

Come ho scritto in questi giorni a @solibo, @Cal, @briganzia, @f00l e @storno nei vari thread che hanno toccato la questione, io sono abbastanza d’accordo sul merito. Leggendo il vecchio programma avevo notato anche io diverse “scivolate”.

Personalmente sarei d’accordo sulla abrogazione di entrambi i programmi (e persino alla scrittura sullo Statuto che il Partito Pirata non presenta ne persegue programmi ma un Progetto Politico complessivo). In alternativa, la proposta di @f00l mi sembrava… “meno peggio”.

Ma in questo momento, un’Assemblea Permanente di 18 persone non ha la legittimità politica di modificare documenti fondamentali del Partito Pirata, per quanto brutti siano e per quanto formalmente regolamentare sia la procedura.

Questo perché, come ho spiegato altrove, entro tre mesi questi 18 voti costituiranno una minoranza ridottissima, inferiore ad un terzo dell’Assemblea Permanente futura. Io sono certo che siete tutti in buona fede.

Ma a fronte di una così vasta e repentina variazione della popolazione di questo partito, si pone un enorme problema di metodo. Si pone un precedente in cui si sfruttano evidenti lacune Statutarie per uno scopo politico. Questa volta lo scopo è condivisibile (quanto meno da me), ma la prossima?

Concordo sul fatto che se si fosse fatto prima dell’adesione di così tanti nuovi iscritti, a Gennaio, Febbraio, o meglio ancora qualche anno fa, l’abrogazione sarebbe stata pienamente legittima. Oggi però non lo è più. E a breve lo sarà di nuovo.

Io al vostro posto aspetterei.

sono molto d’accordo su questo aspetto, anche se ritengo sia una “falsa” percezione di riservatezza, perché basata sulla presupposta fiducia delle persone con cui ci si confronta. Nel senso che chiunque del “gruppo ristretto” può registrare e salvare le posizioni espresse in quell’ambito e, successivamente, renderle pubbliche manipolandole. Ed allora tanto vale accedere ai confronti originali. Però la consapevolezza di avere forme più o meno gravi di ritorsione da parte di un potere (legittimato o meno) deve essere sempre presente perché esiste, e crea gravi problemi alla persona stessa ed ai suoi famigliari averne a che fare - ne so qualcosa…-. Personalmente non so se basta essere consapevoli del rischio per proteggersi. Non credo. Quindi trovare una qualche forma di protezione da questi rischi, soprattutto perché si è in politica e ci si mette la faccia, penso sia indispensabile per un Partito.

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Sì, ci ho pensato anche io, naturalmente.

Per impedire la manipolazione dell’informazione pubblicata si possono prendere precauzioni tecniche: per esempio producendo un hashchain dei contenuti ed inviandolo ad una mailing list pubblica, si garantisce che, chiunque voglia pubblicare i contenuti stessi debba mantenerli inalterati.

Questo non rimuove la possibilità di spionaggio: un membro che si iscriva potrà sempre conoscere e registrare le opinioni di ciascuno dei partecipanti e comunicarle all’esterno. Tuttavia è possibile ideare sistemi di log tali per cui sia potenzialmente possibile individuare il colpevole del leak.

E d’altro canto, il migliore antidoto alla paura e al sospetto è sempre una comunità aperta ed accogliente della diversità.

Favorire un’identità forte ma non omogenizzante, creare una comunità solida ma inesorabilmente variegata, può costituire una sorta di protezione sociale dei membri. Perché se siamo in disaccordo, ma io credo nel importanza di ascoltare la tua prospettiva, sarà mia cura impedire che altri possano zittirti o danneggiarti per averla espressa.

Infatti è esattamente quello che voglio.

Fedele al mio nome sono un kantiano: «Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me».

In un gruppo libertario le idee sono emergenti dal comportamento e non viceversa.

Ripeto, stiamo facendo un partito moderno e attivo, non una chiesa medievale e scolastica.

Premettendo che io stesso ho proposto una mozione per rimandare la votazione del gruppo di coordinamento per tener conto anche dei nuovi iscritti, e dalla mozione che poi ha votato l’attuale gruppo me ne sono escluso, quindi ho ben presente il problema della rappresentatività dell’attuale assemblea, però va sempre sottolineato che l’assemblea è sovrana sempre, sia che abbia una maggioranza di 18 voti, sia che siano un milione. Non ci sono «lacune statutarie», c’è uno statuto, e quello è e quello vale. Potrebbe essere migliore, ne sono d’accordo, ma lo statuto che è, è.

È proprio l’analisi politica che mi porta a sostenere la mozione di solibo in quanto riconosce che i nuovi iscritti lo siano sulla base di una «narrativa» in linea con il nuovo ceep e non tutta la storia pregressa (e molto pesante). È un punto eminentemente politico che ha un solido fondamento.

In merito all’abrogazione, o modifica e miglioramento del ceep, quello si che politicamente è compito dei nuovi iscritti (fermo restando che l’attuale assemblea potrebbe abrogarlo, ma sarebbe politicamente intelligente?)

mah, su questo io avrei invece da ridire. Un conto è non scolpire nella pietra mozioni politiche che un domani potranno diventare obsolete o addirittura imposte in maniera “autoritaria” ai membri del partito, un conto è il rifiuto di qualsiasi ideologia esplicita o valori non negoziabili.

No, @erdexe, l’intuizione di 18 persone non è un solido fondamento.

La vostra interpretazione del consenso ottenuto potrebbe essere giusta (come credo) o completamente sbagliata. Non lo sapete. E se procedete autonomamente, non lo sapremo mai.

L’unico modo razionale (e democratico) per scoprire se avete ragione è misurare il consenso di questa proposta attraverso il voto. Cosa che oggi non ha senso per i problemi di limitata rappresentatività della Assemblea Permaente che sono evidenti ad entrambi.

Lo Statuto rende l’operazione lecita, ma non la rende politicamente legittima. E lo iato che questa contraddizione evidenzia è riconducibile ai limiti dello Statuto corrente. Se c’è una priorità all’interno del Partito Pirata è certamente quella riscrivere tutti questi documenti fondamentali a valle della stabilizzazione della Assemblea Permanente.

Il CEEP era un programma elettorale il cui contesto erano le Elezioni Europee del 2019. Niente di più niente di meno.

Il Programma precedente è il programma di una comunità che al 1 Gennaio 2019 era composta di circa 6 persone (mi baso sulla tua affermazione, pur consapevole che poteva avere un valore letterario è la migliore informazione disponibile).

Sono entrambi passato, fuori dal cotesto attuale.

Proviamo a trovare una sintesi: e se approvaste, voi 18, una mozione che li abroga entrambi in un colpo?

Così ci si ritroverebbe costretti a riscriverli tutti insieme. Magari a Gennaio 2020, quando la variazione della popolazione del Assemblea Permanente non sarà più tale da delegittimare qualsiasi decisione presa.

Ripartiamo da zero. Tutti insieme. Misurando razionalmente e democraticamente invece di tirare ad indovinare d’autorità.

Che ne pensi?

Quando si lavora per svuotare un partito della sua identità il risultato non può che essere questo, una massa indistinta, piccola o grande che sia, che non sa da dove arriva e neppure dove va. Affascinante forse per certi versi ma decisamente frustrante per chi pensa che la politica non sia pura speculazione filosofica ma un tentativo di trasformare la società, perché per rappresentarla ci sono già i parlamenti, nelle democrazie.

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Ma cosa vuol dire “tutti insieme”? Siamo sempre tutti insieme in Assemblea Permanente: cosa impedisce alla nuova Assemblea del 30 agosto 2019 (per dire) di abrogare la mozione di abrogazione del vecchio programma e riproporlo in tutto o in parte a partire dal 1 settembre, qualora reputasse sbagliato lo status quo?

Non stiamo tirando nessuna bomba atomica! Stiamo agendo - hic et nunc - per porre urgentemente rimedio a una cosa che noi riteniamo problematica. E noi siamo tutti noi per ora, sia noi che voi (in questo caso direi più realisticamente te).

Stavano sul sito e qui.

Tanto in imbarazzo che alcuni candidati hanno chiaramente smesso il supporto alla campagna elettorale, visto che erano stati chiamati a giustificare le gravi contraddizioni tra quei programmi.

Se ci sono contraddizioni devono valere i programmi previamente ed individualmente votati, non quel CEEP che non è stato discusso adeguatamente. Il Gruppo Integrità ha il compito di eliminare le parti del CEEP che sono in contraddizione con il programma pirata.

fino a quando l’antiquato e contraddittorio programma precedente presente sul sito non ne è stato estirpato

Un atto abusivo da una prospettiva legale dato che nessuno dei webmaster ha il diritto di eliminare l’anima del partito pirata senza neanche chiedere permesso al direttivo virtuale. Credo che dovranno rispondere davanti al collegio arbitrale.

Allo stato tutta l’attività compiuta in assemblea non è pubblica

Ed ogni volta spieghiamo che manca qualcuno che si fosse abbassato a programmare gli scriptini adatti per l’esportazione. Fallo tu invece di lamentarti. O dai incarico ad un programmatore.

L’invocata privacy nell’attività politica è un controsenso. In politica ci si mette la faccia.

Almeno in questo siamo d’accordo, ma ricordo anche l’esperienza fatta con i media in Germania per la quale troppa trasparenza significa vulnerabilità letale. Dato che tu quest’esperienza non ce l’hai ti raccomando di relazionarti di più con persone che hanno più esperienza.

Anche la sola presenza di aree private in questo forum è la chiara indicazione che questo partito non ritiene di essere degno di fiducia, perché non esprime fiducia.

Facile espellere frasi radical-ideologiche e negare la complessità della realtà. Ci sono cose che non devono essere alla mano dei giornalisti, perché ti sbranano. Vuoi che il PP-IT debba ripetere quest’esperienza?

Fare politica significa reagire al contesto.

Certo, ma non inventandosi le posizioni politiche sul momento. Del programma creatosi nel 2006 ad oggi la maggior parte è ancora ben applicabile, visto che la politica di problemi ne risolve pochissimi.

Chiunque pensi che fare politica sia risolvere un’equazione per trovare la soluzione razionale di un problema valido ora e per sempre ha una visione limitata dell’azione politica a perde di ogni credibilità nel confrontarsi con la realtà.

Che opinione cinica che hai dei problemi dell’umanità e le opzioni politiche di essa. Il problema della disuguaglianza per esempio non è cambiato dal 1979, sta solo diventando più grave ogni anno. Tutte le soluzioni ideologiche/strampalate portano ad un diverso tipo di inferno senza risolvere il problema a monte. Solo un’analisi assai razionale del problema può arrivare alla comprensione giusta e le giuste misure da intraprendere.

L’assoluto è riservato alle religioni e se per tramite della secolarizzazione qualcuno ha sostituito la fede in dio o negli dei verso la fede in qualche scientismo razionalista il risultato non cambia, sempre di religione si tratta. Non sta facendo politica, che è mediazione tra legittimi interessi, ma sta tentando di imporre autoritariamente una ideologia religiosa.

Stai descrivendo il tuo modo di fare politica? Certo non il nostro. Che diavolo stai tentando di dire? E perché lo fai senza alcuna argomentazione seria ma solo utilizzando campionamenti radical-populisti?

Not in my name.

Ditto, il tuo modo populista/radicale di fare politica non è pirata a mio avviso. Ti prego di relazionarti a noi e non partire per la tangente.

Di conseguenza le mozioni politiche (e tra queste i programmi) hanno un valore solo nel contesto in cui vivono. Cambiato il contesto decadono le mozioni.

Bello slogan, ma fattualmente sbagliato.

Le mozioni di allora non hanno alcun valore oggi

Stai confermando che state tentando un take-over del marchio pirata senza rispettarne i contenuti. Dimostrami quali punti del programma meritano essere eliminati. Questi slogan, se non concretizzati, sanno d’abuso e basta.

Il vero problema è chiedersi come diamine è possibile che si debba prendere in considerazione seriamente una mozione come quella di solibo che sta facendo una cosa che dovrebbe essere semplicemente scontata in un gruppo che fa politca.

Retorica da lavaggio di cervello: di dare l’impressione che la tua opinione radicale sia la normalità.

P.S. Hai di nuovo infranto le regole del forum aprendo un nuovo thread per un tema già discusso altrove.

Esatto, e inoltre serve argomentativamente per la presa di controllo del partito attualmente in corso.

Non ci devono essere sgabuzzini

Non hai idea che cosa ti può fare un giornalista con intenzioni malevoli. Io l’ho vissuto sulla pelle. Voi siete ragazzini della politica. Facile essere assolutisti-ideologici in un campo che ancora non avete visto esplodere nelle vostre mani.

Il principio di trasparenza, se applicato ciecamente, non produce i risultati che speri. Se l’Agorà è pubblica, le discussioni vere si sposteranno su canali diversi.

L’agorà forse potrebbe anche esserlo, ma ci deve essere un luogo ufficiale, protetto dai media, dagli esterni e dai nemici, dove approfondire quelle parti del pensiero politico che hanno un significato strategico. Può significare che deve esistere un gruppo strategico eletto, non il liquid, non il forum.

Il problema del forum è un’altro… attraverso l’intensa attività di alcune persone può rendere un’idea falsa di cosa sia l’opinione del partito con effetti deleteri se moltiplicati attraverso shitstorm o media. Per questo l’impulso di nascondere un dibattito che terzi potrebbero considerare disgustoso. Il liquid questo problema non ce l’ha: li è ben visibile quanto una mozione non sia condivisa. Qualcosa di inimmaginabile non passa nemmeno in fase di dibattito (o almeno non dovrebbe, se le policy fossero configurate meglio).

Già.

Amen.

Chi pubblica contenuti manipolati si merita sanzioni di partito… e il fatto che è stato sanzionato da parte del Collegio Arbitrale è qualcosa di comunicabile ai media.

Ed allora tanto vale accedere ai confronti originali.

I confronti originali in questo forum sono solo uno scambio di idee, un brainstorm. I veri confronti originali sono quelli in liquid feedback, quelli che mostrano il grado di supporto e condivisione da parte di altri pirati. Le cose che stanno scritte qui sono solo chiacchiere — conta alla fine come stanno le maggioranze in lqfb. Perciò se il forum rende un’idea sbagliata di chi è il PP bisogna a volte oscurarlo per evitare danni, mentre il liquid sarebbe stato pienamente pubblicabile se le persone che ci parteciparono non avessero iniziato ad aggredirsi e diffamarsi a vicenda — e quello fu il risultato di un’assenza di codice comportamentale applicato con strutture di giustizia. Buffo che la stessa persona che non apprezza le strutture di giustizia interna e le dichiara populisticamente un affronto allo stato di diritto poi vorrebbe pubblicare i contenuti del liquid feedback che sono pubblicabili solo perché ora esiste una giustizia interna che ha introdotto un minimo di buoni toni comportamentali!!

Parla per te. Noi il partito moderno e attivo l’abbiamo costruito. Se abbiamo avuto il privilegio di partecipare alle elezioni è grazie ad un lavoro collettivo europeo. Non vogliamo un partito che si orienta agli slogan ideologici senza alcun fondamento razionale. Quello sarebbe un partito medievale. No grazie. Tienitelo per te.

Non esiste maniera “autoritaria”. La volontà collettiva del partito va rispettata fino al momento che il partito decide diversamente. Se non ci sono le maggioranze che vogliono decidere diversamente, evidentemente ci sono personaggi dominanti che vogliono fare il loro comodo e non essere disturbati da altri che fanno rispettare i valori del partito!

Se vuoi un partito nel quale chiunque può fare quello che gli pare sotto alla bandiera pirata, anche se una maggioranza di pirati non è d’accordo… beh allora non stai facendo un partito ma solo una massa di persone opinate. Stai ricostruendo qualcosa che è già fallito: il partito radicale.

Rifarsi anni di lavoro solo perché gli attuali pirati si credono diversi e migliori di quelli prima? Io c’ero. Io so che non siete migliori. Non siete nemmeno diversi. Avere a che fare con dei ideologizzati è sempre la stessa cosa. Non cambia molto se sono libertari, liberisti, radicali, socialisti o semplicemente nerd. In ogni caso ci sta un processo di ricerca di consenso nel quale è sano eliminare le posizioni populiste irrazionali ed arrivare ad un consenso ragionato. Il programma pirata è frutto di un tale processo. Il CEEP non lo è — anzi, contiene lobbismo.

Cambiare lo status quo è sempre l’operazione più difficile in politica, perciò creare uno status quo ingiusto ed illegittimo è un gesto offensivo.

Ma a riscrivere cosa? Qui c’è un grosso problema di fare le cose, non scriverle. La politica non è scrivere bei documenti, è agire sulla società. Se ti interessa la letteratura, fai il poeta o il romanziere. Il ceep è il programma che i pirati porteranno avanti con i 4 parlamentari che abbiamo. Punto. Per i prossimi 4 anni sarà la base della nostra politica. Possiamo analizzarlo, metterlo in discussione, cercare di comprenderlo, ma quello è il programma. Indietro non si torna. Spetta a noi dargli “corpo” o contribuire a cambiarlo. Non possiamo fare finta che non esiste. Che credibilità avremmo se così fosse?

Qui ci sono delle lotte da fare per corrispondere al consenso, piccolo ma significativo, che abbiamo ottenuto, e che abbiamo ottenuto su quel programma e su alcune specifiche iniziative. Quello va fatto, quelle sono le uniche cose da scrivere oggi. E quello, come giustamente invoca qualcuno, deve passare in assemblea con le migliori e più condivise mozioni possibili. Se non sono state ancora proposte in assemblee è perché riteniamo importante vederci prima, a Torino, per migliorare con il confronto la qualità di quello che proponiamo perché non crediamo che buttare una mozione su LQFB sia sufficiente a poi conquistare il consenso, dentro il partito, per avere le risorse per metterla in pratica.

Che impatto avranno mai sulla realtà queste mozioni “letterarie” se le persone, che sono libere e nessuno può obbligarle, non decideranno di seguire quelle “idee” (ammesso che le idee, non concretizzate in qualcosa, si possano seguire). A me sembra che questo modello serva solo a dividersi sulla natura del sesso degli angeli invece che trovare le forze (che già sono poche) per fare cose in pratica. Come ho già detto, serve solo a diventare sacerdoti di un’idea astratta dalla realtà. Se vuoi fai pure, a me non interessa.

La politica non va detta, va fatta! Le mozioni sono funzionali ad incidere sulla realtà. Di tutte le meravigliose mozioni, programmi, ideologie e quanto altro prodotto mirabilmente dal Partito Pirata negli scorsi 10 anni non è rimasto nulla, non una traccia non una realizzazione nella società. Forse è il caso di pensare ad un partito “nuovo”, non basato sulla definizione di una ideologia, ma su realizzazioni pratiche. E attenzione, questo non vuol dire che non ci sarà una idealità che ci guida, ma sarà “emergente”, visto che piace il termine, dalle cose che si fanno, non dalle chiacchiere che si dicono. Chiacchiere che peraltro servono solo a dividersi.

Il Partito (PS fatto da quelle 18 persone che oggi disprezzi e tra i quali per esser chiaro io non c’ero, quindi non mi devo difendere di nulla, ma che io invece apprezzo per quello che hanno saputo fare), ha portato dentro candidati che invece hanno lasciato negli scorsi anni 10,20,30 anni tracce indelebili (e riconoscibili) sulla realtà di questo paese su quei temi sui quali tu vorresti che il partito fosse attivo (piccole o grandi, ma ci sono). Nessuno di loro si è messo a scrivere chissà quali “programmi”. Hanno fatto e basta.

Il grosso problema di questo partito è quello di non volersi aprire alla fiducia, come potrà mai chiedere fiducia ai cittadini? È una bella contraddizione eh, oltre a quella di tenere tutto nascosto e poi invocare (dagli altri) trasparenza.

L’esperienza è la migliore maestra ma non incaponiamoci a voler necessariamente prendere craniate in prima persona e cerchiamo di imparare anche dalle esperienze altrui.

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Nulla. Nulla aka nulla. Nulla. Nulla. Nulla Nulla aka nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla. Nulla.

Invito altri Pirati a continuare l’elenco…

Le ragioni per le quali abbiamo perso i 500 iscritti iniziali ci sono, ma certamente non avevano nulla a che fare con i contenuti politici. Erano problemi sociali che abbiamo finalmente risulto introducendo una giurisprudenza interna.

Ora arrivi te e vorresti trarre le conclusioni diametralamente opposte, senza passare per le domande ma subito a botte di opinioni e ferree convinzioni.

Le discussioni, quelle belle, che finiranno per essere censurate.

Embé? Rispondi o non ti sta bene che ti critico e debunko le tue proposte ideologiche radical-demagogiche?

Dopo aver visto le prime, e capito l’andazzo, ribadisco, nulla.

Solo “posizioni” senza un cambiamento pratico nella realtà italiana. È il caso di cambiare modo di agire. D’altro canto il fatto che fosse arrivato ad avere solo una ventina di soci attivi mi sembra indicativo.

Hermes ha sicuramente fatto di più.

Comunque è chiaro che abbiamo visioni differenti. È chiaro anche che usiamo argomenti differenti.

Adoro le tue critiche, sono un appassionato della sofistica classica.

LynX dobbiamo ammettere questo grosso limite, abbiamo fatto decine di mozioni che altro non erano che “posizionamenti” ideologici, senza nessuna ma proprio nessuna ricaduta nella società, spesso costruite ad hoc unicamente per mettere all’angolo minoranze politiche. Potrebbero anche esserci state, talvolta, delle ragioni valide ma il nostro problema è che non siamo mai riusciti a fare politica in quel modo. Prendiamone atto e impariamo dagli errori.

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Appunto. Mi sono arrabbiato assai quando abbiamo perso 500 iscritti per i modi come ci si comportava qui dentro e mi arrabbio anche adesso che non stiamo rispettando le regole che servono per garantire la non-violence che tanto predichi. Le deduzioni che fai sono errate, e te le spiego più in basso:

Hermes ha sicuramente fatto di più.

Strutture senza democrazia interna da sempre sono capaci di fare di più, ma non sono idonee per andare in politica. Almeno non per fare una politica che non sia calata dall’alto.

Carissimo, l’errore si fece forse nel 2008 quando il V-Day raccolse quel tipo di vibe che avrebbe dovuto essere pirata? L’errore si fece forse nel 2009 quando Rick Falkvinge scelse di contribuire tutta la sua esperienza al Movimento 5 Stelle piuttosto che al legittimo partito pirata italiano? Posso capire come Grillo e Casaleggio erano più credibili. Posso capire che non comprendeva quanto l’assenza di democrazia interna nel M5S avrebbe fatto deteriorare tutto.

Quando nel 2011 arrivai sulla scena politica italiana ho chiarito il posizionamento del Piratenpartei riguardo al M5S e l’ho comunicato ai media italiani. Dal Fatto Quotidiano alla RAI mi ritrovai presto da Gad Lerner su La7. Da lì ho iniziato a trasmettere il messaggio del movimento pirata che ci ha apportato 500 iscritti e molti più simpatizzanti. Inoltre nel periodo seguente abbiamo seminato il concetto di come la democrazia liquida dovrebbe essere, perpetuando i dubbi sull’integrità del M5S che fino al mio arrivo era incontestata.

A causa degli errori commessi nel partito (l’idea naif che si riesce a edificare un progetto politico sulla base di buona volontà, fiducia ed empatia) invece di decollare siamo finiti col culo per terra. Purtroppo ci vollero anni prima che mi si diede ascolto e nel 2015 si è ripartiti (mentre quelli che erano d’accordo con me in genere lasciavano il partito perché non ci credevano che si sarebbe ripreso, e perciò mancavano in assemblea per dare peso alle iniziative ragionevoli).

Nonostante la disfunzionalità del partito allo scopo di crescita, riuscimmo a stabilirci nella coscienza della classe politica come gli esperti delle questioni informatiche e della democrazia liquida. Abbiamo dato scuola di democrazia liquida in tanti ambiti incluso il PD, il ForumPA ed il Senato. L’impiego di democrazia liquida in PaP è un nostro successo, anche se non siamo necessariamente d’accordo con PaP e le modalità d’impiego in PaP. Stessa cosa altrove.

In cooperazioni varie abbiamo introdotto due mozioni legislative (riforma SIAE, trasparenza del governo — vedi link in alto) ed una mozione di posizionamento (robotica, vedi in alto) nelle camere del parlamento (i Piraten a confronto non hanno mai introdotto nulla nel Bundestag). Ed ancora oggi, se ci muoviamo nel modo giusto, possiamo attrarre attenzione da parte di politici e giornalisti, così come Sandro Medici incredulo scoprì che con tutti gli attivisti che aveva, coloro che lo portarono in televisione eravamo noi. Se i giornalisti, durante i confronti alla RAI, si sono rivolti a noi con domande sul copywrong, cioè avendo una minima idea di chi siamo, è anche per il lavoro da noi svolto.

(Leggi: la fuoriuscita di Rifondazione e la conseguente implosione di PaP)

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