Come promesso, ho completato un lungo articolo su cui lavoravo da tempo, che propone alcune metodologie utili a rispondere a queste domande in modo razionale. Non è quello che vi aspettate. E’ molto peggio
What is Informatics? Why some call it “Computer Science”?
Why programmers can’t get it right as civil engineers do with bridges?
Given the pervasive presence of computers around us, people usually think about Informatics as a pretty advanced field of technology, something that push the edges of human knowledge. They think of programming as a specialized skill, something you need to learn if you want to follow a certain kind of career.
Me lo leggerò, però se fosse stato in italiano lo starei già leggendo… La farai una traduzione? Anche per una probabile futura pubblicazione sul probabile mensile del PP?
Magari più avanti… è stata già una faticaccia scriverlo (ci ho veramente lavorato per settimane!)… ora devo concentrarmi su altro per staccare un po’… ma non troppo.
Non male. Francamente ci sono molte cose che non condivido, dal punto di vista della struttura l’articolo va fuori argomento. Il titolo é “Cos’é l’informatica”, ma da un certo punto in poi ti occupi di altro.
Riguardo alla definizione di Informazione, la condivido solo parzialmente, tu assumi l’uomo al centro del mondo. Ma non c’é nessun motivo per il quale “questa idea o costrutto” dovrebbe essere condivisa solo tra menti umane. Non c’é niente di umano nel concetto di informazione, l’informazione é solo un’idea, un costrutto, una rappresentazione, non ha bisogno di essere condivisa tra menti umane per esistere. Forse che le formiche e le api non si scambiano informazioni? Potrei anche spingermi ad affermare che molte leggi fisiche sono conseguenza dello scambio di informazioni tra oggetti. Quindi… Non vedo proprio cosa c’entra l’umanitá. Sul concetto di “dato” condivido pienamente.
La matematica é un sottoinsieme dell’informatica? A parte il fatto che d’ora in poi dovrai guardarti da tutti i matematici esperti di integralismo battuta terribile, ma non ho resistito.
Esistono un sacco di campi dove la matematica é in grado di avventurarsi mentre l’informatica balbetta. Ci sono peró sicuramente importanti zone di intersezione. Ma l’affermazione é eccessiva, specialmente perché la passi in secondo piano, quasi come se fosse scontato, mentre probabilmente meriterebbe un articolo suo, se non un tomo universitario.
L’informatica cambia il modo in cui la gente pensa collettivamente: vero, ma non é l’unica. Tutte le scienze importanti sono in grado di farlo, aggiungo che anche gli artefatti tecnologici lo fanno, é evidente nelle metafore che usano le persone nella quotidianitá:
“sei connesso?” significato di derivazione informatica
“quello che semini, raccogli”, chiaramente agropastorale
“devi frenare i tuoi istinti”, automobilistico => ingegneristico => fisica
“come ti apparecchi la tavola cosí mangi”, gastronomico
Mi correggo: piú che le scienze, lo fa la cultura dominante, lo spirito del tempo.
L’informatica non é superiore alle altre materie, peró ha agito da catalizzatore per fare esplodere le altre. Dove per informatica intendo il significato di “informazione automatica”. Il punto filosofico che per me é interessante é la liberazione dell’uomo dal lavoro ripetitivo.
Vorrei poter dire che ricondurre il concetto di Informazione all’interno della mente umana è il maggiore contributo epistemologico dell’articolo, ma la verità è che si tratta di intuizioni piuttosto antiche.
Esistono idee fuori dalla mente umana? Esiste lo zero in natura? Se così fosse riempirebbe l’universo!
La mia intuizione è che l’informazione, come la matematica, sia un prodotto di una specifica storia evolutiva (tutt’altro che compiuta) e dunque sia specifica della nostra specie.
Come spiego nell’articolo l’Informazione si distingue dagli altri costrutti della mente umana per la sua possibilità di essere comunicata abbastanza precisamente ad altri esseri attraverso un qualche linguaggio. Alcune esperienze e alcune intuizioni non possono essere condivise, per una varietà enorme di ragioni, ma quelle che sono condivisibili sono informazione. Si tratta, appunto, di una definizione, la delimitazione del significato attribuito ad un significante al fine di facilitare la comunicazione… di informazioni.
Non è questione di gerarchie, ma di generalità (nell’insieme dei concetti pensabili dalla mente umana).
L’Informatica non domina la Matematica, la abbraccia, la include.
No, le formiche non si scambiano informazioni.
Stai confondendo il tuo modello mentale della realtà con la realtà stessa.
Quando diciamo che le formiche si scambiano informazioni o quando diciamo che le api hanno una regina o che gli animali sono intelligenti etc… stiamo sempre, in un modo o nell’altro antropomorfizzando la realtà, proiettando la nostra esperienza umana sulla realtà circostante.
Si tratta di una proiezione inevitabile per l’uomo perché efficace in termini evolutivi.
Ma se vogliamo andare oltre, se vogliamo evolverci, dobbiamo riconoscere i limiti della nostra mente.
Non si tratta solo di riconoscere e tenere in conto i bias cognitivi che gli psicologi ormai studiano da anni.
Si tratta di riconoscere che la razionalità stessa, la logica e la matematica sono strumenti evolutivi.
Sia chiaro, questo non significa che si possano mettere ai voti.
O meglio, si possono mettere ai voti, ma solo se l’obbiettivo ultimo della riflessione intellettuale e della ricerca è massimizzare la coesione sociale, se la Comunione è preponderante rispetto agli altri valori.
Chi come @lynX vuole sottoporre la Scienza o la Matematica al voto e dunque alla Politica, segue un sistema di valori che è assolutamente nobile, ma che non condivido.
L’Inquisizione faceva lo stesso, guidata da un gruppo di intellettuali acutissimi che si sforzavano di mettere la propria intelligenza al servizio del bene comune (per come inteso alla loro epoca).
Oppure se la Conoscenza viene sottoposta alle esigenze del Potere, come oggi spesso avviene nella ricerca farmaceutica, per esempio, che pur essendo integrata in un contesto assolutamente libertario (il Capitalismo) è sempre meno libera.
L’etica hacker rifiuta questa sottomissione, perché si fonda su un valore diverso, la Curiosità.
Tuttavia la curiosità stessa spinge gli hacker a ricercare il processo di acquisizione di conoscenza che costituisce l’ottimo assoluto senza accontentarsi di processi subottimali. Per questo, accanto alla Libertà, funzionale all’esplorazione, tale etica pone altri due valori di pari importanza: Comunione e Onestà Intellettuale.
Dunque la Comunità non limita più la Curiosità dell’uomo ma la supporta e la facilita.
Così come la Curiosità dell’uomo supporta razionalmente la Comunità.
Credo sia un’intuizione comune fra gli informatici con una certa esperienza.
Anche per me è francamente difficile non vedere la realtà in questi termini.
Tuttavia non dobbiamo lasciarci ingannare: è la nostra mente che interpreta in questo modo le percezioni (siano esse dirette o mediate da strumenti), una mente strutturalmente diversa le interpreterebbe altrimenti.
Nota che questo non significa buttare via tutti i modelli che abbiamo costruito in milioni di anni di evoluzione e ricerca. Significa essere un po’ meno… integralisti nell’affidarci ad essi.
E questa una delle migliori qualità della Curiosità: riconosce il valore e l’ineluttabilità dell’ignoranza e delimita le certezze assolute. Come la Fede, la Curiosità si fonda sul dubbio, ed è quindi sempre aperta al dialogo.
Sì, perché ogni concetto matematico è Informazione.
Se non limiti artificialmente la pertinenza dell’informatica tutto ciò che appartiene alla matematica appartiene anche all’Informatica. Ma visto che il contrario non è vero, la Matematica moderna è un sotto campo del Informatica.
In realtà, se guardiamo alla Matematica antica o alla Filosofia, dovremmo dire che Matematica, Filosofia ed Informatica sono sostanzialmente espressione della stessa ricerca. Per questo alcuni fra i più grandi Matematici della storia sono stati anche Filosofi e vice versa.
Il punto è che questo cambiare il modo in cui la gente ragiona collettivamente è la sua funzione primaria.
Il che è contro-intuitivo da moltissimi punti di vista.
Facebook, Google e persino Cambridge Analytica non fanno altro che questo.
Il problema è che lo fanno perseguendo scopi Politici lasciati impliciti e senza alcun bilanciamento.
Il problema della Libertà, quando non bilanciata da altri valori altrettanto forti come piace a Trump, Zuckerberg, @erdexe e @solibo, è che può facilmente nascondere una Volontà di Potenza la quale, non essendo diretta ad uno scopo comune, degrada facilmente in brama di potere, seppur sublimata, razionalizzata e giustificata in vari modi (fra cui lo status sociale, il denaro o il profitto).
La Curiosità non è in sé strutturalmente diversa dalla Volontà di Potenza, si rinnova sempre e non è mai sazia, ma contrariamente alla Volontà di Potenza ha uno scopo intrinseco: non necessita di un Superuomo che la alimenti combattendo attivamente il nichilismo.
L’Informatica permette di spiegare i limiti del Superomismo novecentesco, ma paradossalmente, se lasciata nelle mani del superomismo stesso (dietro il velo giustificativo del libertarismo) può permettere di realizzarlo nelle sue forme più aberranti.
L’informatica pone l’umanità sotto una nuova forma di pressione evolutiva, una forza selettiva che può portare alla separazione della specie in due. E lo puoi vedere facilmente nella polarizzazione politica, nella aumento della concentrazione della ricchezza e del potere a danno della maggioranza sempre più povera, nella contrapposizione frontale di populismo e elitismo e così via. Se lasciata a sé stessa, questa segmentazione diventerà separazione e segregazione reciproca, ed in breve tempo produrrà due specie di homo sapiens sapiens diverse, una dominante (il superuomo tecnologico, appunto) e l’altra remissiva (il succube tecnologico).
Fintanto che la pressione ecologica non spinga il superuomo a sbarazzarsi dei suoi lontani cugini.
La Curiosità Pirata invece può produrre una evoluzione collettiva.
Attraverso l’Educazione Informatica, noi possiamo diffondere Razionalità e Pensiero Critico.
Sostituendo il desiderio di Conoscenza, l’Amore del Sapere, alla brama di Potere, noi abbiamo la possibilità di riaffermare e decidere il significato della nostra esistenza, come individuo e come collettività, superando il nichilismo materialista su cui si fondano Comunismo/Socialismo da una parte e Capitalismo dall’altra.
Noi Pirati (o quanto meno, noi hacker, se dovessimo scoprire che i Pirati non vogliono accettare questa sfida) abbiamo la possibilità e la responsabilità di superare le contrapposizioni che hanno straziato l’umanità nel 1900, di comporre lo spirito apollineo e lo spirito dionisiaco in una nuova ed inedita sintesi.
Naturalmente quando questa sintesi diventerà rilevante e maggioritaria, vi si opporrà una nuova antitesi che oggi non possiamo immaginare. E non è detto che questa visione prevalga nella Cultura, nella Società o persino in questo piccolo ed embrionale partito. Nel qual caso, gli scenari distopici diventeranno prevalenti, sia che prevalga la sorveglianza di matrice libertaria/superomista (Google, Facebook, Amazon etc…) o che prevalga quella di matrice comunitaria (WeChat).
Le parti stanno prendendo posizione per trasformare una guerra immateriale ed invisibile ai più, in una quarta guerra mondiale. Le forze in campo naturalmente ci strattonano per averci dalla loro parte e l’Europa può certamente scegliere la distopia che preferisce.
In fondo, dopo decenni come colonia USA, la scelta che propone @erdexe appare molto attraente.
Io invece vorrei un Europa capace di disinnescare la Guerra che si avvicina, trasformando i 60 anni di Pax Romana in cui siamo nati e cresciuti, in una situazione più stabile e libera. Un mondo in cui le mie figlie possano essere felici.
Perché sì, la Curiosità è il valore che guida il mio operato come hacker, ma è l’Amore a guidare il mio operato come Uomo.
Io voglio un’Europa dei Popoli come primo passo per un Mondo dei Popoli.
E voglio un mondo in pace per una Umanità capace di esplorare l’Universo.
No, non mi occupo di altro. Ma tu devi ancora scegliere…
Smettila con questo strawman/falsa attribuzione/falsa interpretazione dei fatti. Il metodo razional-collettivo permette per la prima volta di sottoporre la politica alla scienza e non come è di solito: all’inverso. Se non hai capito perché è così, fai ulteriori domande, ma non promuovere falsi giudizi. Grazie.
L’etá delle intuizioni non prova la loro veridicitá.
E se io avessi un “idea, informazione, nozione, costrutto” che non é possibile comunicare, forse che quella che passa attraverso le sinapsi del mio cervello e disegna il costrutto non é informazione?
Quindi la danza delle api, dove un’ape descrive in termini trigonometrici la posizione di un campo di fiori rispetto alla posizione del sole, non é scambio di informazioni?
La traccia lasciata da una formica a terra per farsi seguire dalle altre formiche, non é scambio di informazioni?
Potrei fare la stessa affermazione. Specchio riflesso!
Concordo, é esattamente quello che stai facendo con il concetto di informazione.
No, la scienza non si puó proprio mettere ai voti. Se il motore diesel non si accende non sará una mozione su LQFB a farlo ripartire.
Non voglio tentare di dimostrare l’indimostrabile. Ma per speculare, mi devo chiedere come interpreti le informazioni (interazioni?) che si scambiano un protone e un elettrone all’interno di un atomo di idrogeno, o anche, il principio di indeterminazione di Heisenberg, dove addirittura la raccolta delle informazioni sull’esperimento influenza il risultato. Se é tutto nella mente umana dobbiamo accettare che la sola presenza del concetto di informazione nella mente dell’osservatore influenza il risultato dell’esperimento.
Ed ogni concetto informatico puó essere espresso matematicamente. Ed entrambi possono essere espressi tramite un linguaggio diverso inventato allo scopo. Thanks to Godel e Turing. L’informatica inoltre si fonda sull’aritmetica, che é un modesto (quanto superbamente potente) sottoinsieme della matematica.
Involontariamente ho detto la stessa cosa citando Godel e Turing, lingue diverse per dire le stesse cose. Per esempio, se avessi aggiunto la Fisica alla tua lista, nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma poi ci dovremmo chiedere se é la Filosofia che contiene la FIlosofia naturale o viceversa.
Da qui in poi ti occupi di nuovo di altro.
Ma Neo si é preso la pillola direttamente dalle mani di Morpheus? Non sapeva che le mani sono importanti veicoli patogeni?
Giustissimo, ma se un geniale demagoga sta convincendo tutti che la sua mozione farà in modo che per legge tutti i motori diesel funzionano anche senza carburante, una mozione che conferma il consenso scientifico a riguardo, cioè che il motore diesel richiede carburante, permetterà al Gruppo Integrità di invalidare la proposta del geniale demagoga in quanto anti-scientifica.
Se non formalizziamo la scienza a livello legale, non abbiamo la possibilità di eliminare le proposte bugiarde dai referendum con la conseguenza che in un qualche futuro un Trump può far passare le politiche che favoriscono la distruzione del pianeta per generazioni future, semplicemente perché non gli stato impedito di negare il riscaldamento globale.
Cioè l’esempio diesel è talmente banale che anche i bambini sanno che il motore poi non funziona, ma basta che prendi un contesto scientifico più complesso ed una persona convincente può sottomettere la scienza alla politica, come infatti avviene quotidianamente in gran parte degli ambienti governativi.
Formalizzare i consensi scientifici permette di fermare questi abusi che stanno distruggendo l’ambiente.
Non si possono eliminare le proposte bugiarde. Perché non é possibile definirle bugiarde. Al massimo si puó creare una griglia, per esempio in Italia non si possono abrogare le tasse.
Scienza e politica sono mondi diversi che seguono regole diverse. L’unica possibilitá é il dibattito e la speranza che chi é al comando sappia agire con saggezza quando arriva il momento.
Lo scambio chimico-fisico che avviene fra le cellule del tuo cervello è semplicemente un evento fisico.
Non ha, in sé, alcun significato. Il significato viene attribuito dall’osservatore.
Lo scambio però causa e manifesta una trasformazione all’interno della tua mente.
La mente è il fenomeno soggettivo che percepisci quando pensi.
Sebbene causato da una sequenza ordinata di complessi eventi fisici, la mente non è un fenomeno fisico.
All’interno di questa mente si costruiscono diverse idee (costrutti) alcuni dei quali alcuni sono comunicabili ad altri membri della nostra specie ed altri no.
Quelli comunicabili sono Informazioni. Quelli non comunicabili sono qualcosa d’altro.
Le percezioni che ci giungono dall’esterno si propagano nel cervello e si proiettano nella mente umana.
La forma di questa mente è determinata evolutivamente da un punto di vista genetico (la struttura del cervello), e da un punto di vista Culturale.
Lo sbadiglio ed il sorriso mostrano come i due aspetti siano strettamente accoppiati.
L’evoluzione non è solo un fenomeno fisico che influenza il DNA di individui e specie.
E anche un fenomeno Culturale, che influenza le Informazioni e la Cultura di una specie.
Tuttavia questo significa che l’Informazione è un costrutto tipicamente umano.
E’ un’astrazione: non è qualcosa di presente nell’universo ma una delle possibili interpretazioni dei fenomeni che percepiamo. Incidentalmente è una delle interpretazioni specifiche e fondamentali della nostra specie, segno che produce una specializzazione evolutiva molto forte nel nostro ambiente socio-biologico.
I fenomeni accadono fuori della nostra mente ma noi li percepiamo attraverso di essa.
Le conversioni da informazione a dato e da dato ad informazione è così rapida ed inconsapevole che la maggioranza degli esseri umani non le distingue. Tuttavia noi informatici possiamo percepire la differenza ad un livello quasi fisico nel momento in cui una certa quantità di dati che abbiamo analizzato decine di volte e conosciamo quasi a memoria, repentinamente acquista un ordine e un significato.
In quell’istante il dato diventa informazione.
Naturalmente non è del tutto esatto, il dato nella nostra mente non c’è mai stato: sono le percezioni, che sono informazioni “di basso livello” che hanno trovato un ordine ed un significato comunicabile ad altri esseri umani, l’Informazione appunto.
No, davvero. Il bug per esempio non è un concetto matematico.
Se fosse possibile definirlo matematicamente, evitarlo sarebbe possibile. Così non è.
Perché è la manifestazione dell’ignoto, del complesso, del caotico. E’ sempre diverso ed imprevedibile.
Ed è una fortuna!
Perché il bug ci fornisce un appiglio per uscire dall’illusione di dominare la realtà.
Il linguaggio è informazione esso stesso. Informazione condivisa in una popolazione che ne veicola il fenomeno che chiamiamo Cultura (cui esso stesso appartiene).
Il fatto che due diversi linguaggi possano veicolare, in modo diverso e per popolazioni distinte, la stessa informazione significa che tale informazione deriva da un’intuizione che le due popolazioni condividono.
In altri termini: Filosofia, Matematica ed Informatica studiano gli stessi fenomeni.
Per questo le menti molto versate in una, possono spesso spaziare nelle altre.
E per questo, nel corso della Storia queste materie si sono fuse, divise e contaminate continuamente.
Io so pochissimo di Filosofia e Matematica, per esempio (e ho sempre un po’ la speranza che @MCP intervenga per smontare le mie riflessioni con i superpoteri tipici della sua materia).
So qualcosina di Informatica, però. Per esempio, so di non sapere!
L’osservatore osserva un evento e nella necessitá di descriverlo crea una definizione e un termine che la descrive. Nel caso specifico crea una nozione (costrutto, idea) che chiamiamo informazione. Ne consegue che l’informazione come evento fisico esiste a prescindere dalla nostra descrizione. Noi la descriviamo solamente, ma se fai fuori tutta la vita intelligente dall’universo, l’informazione non cessa di esistere, cessa di essere descritta.
Tecnicamente il pusher stava indicando pillole
Non mi risulta, a meno che tu non abbia proposto una sorta di inquisizione in salsa scientology.
Non é possibile. Anche i vulcaniani quando si arriva alle questioni di potere utilizzano gli strumenti della politica. Non oso pensare cosa farebbero i nostri baroni universitari.
Se non c’eri nel thread riguardo alla intersoggettività, allora te lo sei perso. L’ho linkato, non posso mica riempire il forum con sempre le stesse cose.
Non é possibile.
Puoi continuare a digitare il falso. Sarà come il motore senza diesel.
Tutto da dimostrare.
Infatti il q.e.d. si riferisce al tuo “unica possibilitá”. Dato che esiste un’altra possibilità ho dimostrato che ti sbagli.
Rispondo qui anche a @mutek (di cui mi piacerebbe anche conoscere l’opinione sull’articolo, soprattutto se su questi temi riflette da quando ha 16 anni ), perché le vostre affermazioni sono quasi sovrapponibili.
Il punto è che la mente non è il cervello.
Il cervello è fenomeno oggettivo presente nello spazio-tempo.
La mente è una esperienza soggettiva che, anche se inscindibile dallo spazio-tempo, definisce un sistema autonomo dallo stesso. Anche se il nostro cervello è strettamente legato ai meccanismi fisico-chimici che lo caratterizzano, la nostra mente può immaginare sistemi completamente diversi e liberi da tali meccanismi.
Se vogliamo, vi è lo stesso tipo di indipendenza che intercorre fra hardware e software in esecuzione.
Gli scambi sinaptici sono eventi fisici, oggettivi, presenti nello spazio tempo.
E hanno effetti fisici, oggettivi e presenti nello spazio tempo.
Ma le idee sono costrutti mentali, ovvero esistono nello sistema mentale di uno specifico essere vivente dotato di un sistema nervoso sufficientemente evoluto e potente da poterle supportare.
Le informazioni sono anch’essi costrutti mentali ma sono un sottoinsieme delle idee e sono specifici dell’uomo: sono quelle idee che è possibile comunicare precisamente ad un altro essere umano attraverso un linguaggio.
Cioè di tutte le Idee che esistono in una mente, le Informazioni sono quelle che è possibile comunicare.
L’evento fisico, lo scambio di sostanze chimiche e impulsi elettrici fra i neuroni, non è informazione esattamente come 64 bit in un area di memoria non sono un numero. Attraverso il supporto fisico che lo veicola, il dato appartiene alla realtà fisica e oggettiva. Ma fintanto che non viene interpretato non è informazione.
E l’informazione non esiste se non all’interno della esperienza soggettiva che chiamiamo mente.
Il fatto che vediamo uno scambio di informazioni guardando alle formiche in fila è una interpretazione di quell’evento oggettivo ma non è presente nell’evento oggettivo in sé.
Si tratta di un fraintendimento che, per la sua efficacia evolutiva, è difficile (ma non impossibile) da superare.
Quello che manca nel tuo ragionamento é il passaggio dove riesci a dimostrare che senza l’uomo non esiste informazione. Il mio appunto si riferisce al fatto che l’informazione, intesa come “nozione, costrutto, idea”, esiste in un qualunque sistema capache di elaborare dati. La comprensione, il discernimento non fa parte della definizione di informazione. Cioé é un inutile orpello, da quel punto di vista.
L’informazione che tu descrivi é il modello mentale del concetto di informazione che noi ci siamo fatti. La formula che descrive la caduta di un grave, non é la caduta del grave, é la descrizione della caduta del grave. Ma se tu distruggi la nostra comprensione e descrizione di quella formula, i gravi non smettono di cadere e l’informazione non cessa di essere elaborata.
E no! Il sistema capace di elaborare dati, elabora e contiene dati.
I dati sono appunto rappresentazioni di informazioni che noi produciamo o collezioniamo in qualche modo.
Ma l’informazione in sé è solo nella mente umana.
Non saprei dire se l’ha fatto prima Einstein con la relatività o Heisenberg con il principio di indeterminazione.
Senza osservatore l’evento esiste?
Tuttavia questa è una risposta parziale, perché non nega la distinzione fra informazione e evento fisico.
Penso di poter fare di meglio.
Il mondo non è una simulazione.
La simulazione avviene nelle nostre menti*.
L’evento fisico della caduta del grave avviene indipendentemente dal fatto che noi lo sappiamo spiegare o comprendere perché è indipendente dalla informazione che noi abbiamo. Se noi non lo guardiamo mentre cade, lui cade comunque (o forse no? )
L’informazione non è spazio-tempo, materia o energia.
Siamo noi che abbiamo tratto un vantaggio evolutivo dall’interpretazione di materia ed energia come informazione (percezione) ed abbiamo imparato ad utilizzare materia ed energia per veicolare informazione (attraverso una rappresentazione che chiamiamo dati)
*) ho letto che nel canovaccio originale di Matrix, gli uomini non venivano usati come batterie ma come processori. La capacità che alcuni avevano di modificare la realtà nella matrice derivava proprio dal fatto che il loro cervello ne elaborava la simulazione. Per questo il bambino ad un certo punto dice a Neo che non può piegare il cucchiaino, ma deve piegare se stesso. All’epoca si ritenne che l’idea era troppo complessa, e si ripiegò sull’uso degli uomini come batterie (cosa francamente ridicola da un punto di vista economico).
Ci stiamo servendo a due fontane diverse. Tu approcci il concetto di informazione in termini filosofici, io in termini tecnici. Per me l’informazione é una relazione (o funzione) che se applicata a un dato (o insieme) A mi ritorna uno o piú dati b1, b2, … bn.
Ora, é normale e anche legittimo che i concetti primitivi abbiano piú di una definizione, ma il problema della tua definizione é che non contempla ad esempio il “passaggio di informazione” in assenza di umani. Se l’informazione é comunicazione, cosa cambia se a comunicare non sono due umani?
La sento poco formale e troppo elaborata, la trovo poco funzionale all’utilizzo, se non in campo umanistico. La useró quando guardo il sole che al tramonto comunica col mare, ma sicuramente non mentre spedisco una email.
No, l’informazione non è comunicazione.
L’informazione è un’idea comunicabile. Non necessariamente comunicata.
La domanda comunque è molto interessante.
Cosa si scambiano i delfini in mare? E le balene?
Secondo la mia definizione, ciò che si scambiano non è Informazione, perché l’informazione è una esperienza soggettiva specifica dell’uomo, ma un qualcosa di funzionalmente analogo specifico della loro specie.
Io assumo che la mente del delfino, la sua esperienza soggettiva di sé, sia profondamente diversa da quella umana e dunque profondamente diversa siano i costrutti di tale mente. Quelle che noi interpretiamo come comunicazioni sono scambi funzionali alle esigenze evolutive della loro specie, che poco hanno a che fare con la nostra.
Chiamare i costrutti della mente di un delfino (o di un cane o di una mosca) Informazione è un tentativo improprio di renderli antropomorfi per spiegarne con i nostri modelli il loro comportamento.
Temo che tu non l’abbia compresa.
Il sole non ha una mente che possa elaborare un’idea comunicabile e rappresentarla in un linguaggio comprensibile al mare (il quale a sua volta non ha una mente in grado di interpretare il dato ricevuto attraverso un supporto fisico e convertirlo in un’idea comunicabile).
Se invece quando scrivi una mail ti chiedi “cosa comprenderà il destinatario leggendo queste parole?” allora stai esattamente usando la mia definizione di informazione. Stai facendo una analisi informatica: come rappresentare un informazione sotto forma di testo (ovvero dati) in modo tale che il destinatario sia in grado di dedurne l’informazione originale interpretando il testo stesso.
Mi hai frainteso, ho usato la tua definizione. Usando la tua definizione, il sole e il mare diventano “dati” che la mia mente elabora: colore del cielo, orario, posizione del sole rispetto al mare. Informazione acquisita: tramonto.
Il sole tocca il mare: informazione (idea, nozione) il sole comunica col mare.
Ammetto che ho scelto una metafora infelice, avrei dovuto usare un costrutto senza comunicazione per rendere tutto più esplicito.