Sara ho capito benissimo cosa dite tu e @Lanta.
E sono d’accordo sul fatto che il Partito Pirata ha bisogno di account Facebook (o YouTube, o Twitter, o…) per poter raggiungere le persone che sono intrappolate da quei servizi.
Ma se noi usiamo gli strumenti di sorveglianza come tutti gli altri (alla “io l’algoritmo lo assecondo”), che credibilità vuoi che abbiamo nel momento in cui ci battiamo contro di essi?
Ora, queste aziende vogliono dare l’illusione che non si possa vivere senza di loro.
Che si rimanga isolati o sciocchezze del genere. La ragione è semplice: più appari imbattibile più è improbabile che qualcuno provi a dimostrare che non lo sei.
In realtà internet esisteva prima di Facebook (lo so perché c’ero) ed esisterà dopo.
Ed il caro Zuckerberg lo sa benissimo: infatti sta disperatamente cercando un nuovo business model.
Non perché lo infastidiscano i detrattori, ma perché si è accorto che i giovani considerano i suoi servizi “da matusa”.
Ora, il fatto che tu ti faccia ingannare dal marketing / propaganda di Facebook e creda che non si possa fare diversamente, posso comprenderlo: la responsabilità è di quelli come me che non ti danno gli strumenti culturali per difenderti.
Ma che il Partito Pirata si sottometta alla sorveglianza è francamente RIDICOLO.
Se noi ci sottomettiamo a Facebook, se “assecondiamo l’algoritmo” e ci comportiamo nei confronti dei nostri concittadini nel modo manipolatorio che Facebook vuole imporci, possiamo smettere di fare politica. O meglio potremmo farla nel M5S o nel PD, perché tanto non cambierebbe NULLA.
Se siete rassegnati a perdere, allora statevene a casa. A cliccare “no” su LQFB.
(come peraltro dite che no si dovrebbe fare)
Ma se volete fare Politica, dovete imparare a trovare soluzioni. A sfidare i problemi.
Rassegnarsi non è permesso.
Non ci sono giustificazioni per questo.
Trasmettere in diretta streaming su Facebook l’Assemblea Occasionale del Partito Pirata è stato ingiustificabile. E molto discutibile, perché a nessuno dei presenti è stata chiesta l’autorizzazione.
Io non l’avrei mai data. Streaming sì. Facebook no.
Ogni volta che carichiamo contenuti su queste piattaforme, delegittimiamo noi stessi.
Facciamo la figura o degli ipocriti o degli incapaci.
Esiste sempre un modo
Che Sara non possa immaginare alternative è comprensibile.
Che non possa tu, @Cal, dovrebbe farti riflettere profondamente sulle tue competenze tecniche.
Ve ne offro una: facciamo phishing politico.
Mettiamo i nostri contenuti su nostri server ed imitiamo le pagine di Facebook… con qualche glitch.
Ne facciamo una parodia, ma una parodia credibile, che faccia sorridere e riflettere proprio per la sua similitudine al social network.
Per coerenza con Manifesto… e CEEP19
Non i social, @GiovaGio, noi dobbiamo contrastare la sorveglianza.
E sostenere il contrario come fanno @Cal e @Lanta è in diretto contrasto con il Manifesto che si sono impegnati a rispettare entrando in questa associazione:
Siamo preoccupati per la profilazione di massa, che insieme alle fake news, ai contenuti emotivi, soprattutto violenti, permette di applicare individualmente tecniche psicologiche e di marketing per influenzare l’esito delle votazioni, destabilizzare un governo, o suggestionare la popolazione affinché offra il consenso desiderato.
Si aggiunge il transito delle conversazioni dei cittadini su server di aziende che possono leggerne e processarne i contenuti. L’art. 15 della Costituzione, che richiede una corrispondenza libera e segreta, risulta facilmente violabile.
Il rischio è l’avvento di nuove forme di totalitarismo, con grandi capacità predittive, persuasive e dunque manipolative. Partendo da programmi politici demagogici, sulla base dei dati di consenso raccolti, ed argomentando tesi o presentando eventi sui social, in modo anche distorto, ma efficace per ciascun profilo targettizzato.
Questa è la più grave minaccia per la democrazia nel mondo.
Il testo del Manifesto è molto chiaro.
Ma non si tratta solo del manifesto: sarebbe ridicolo un Partito Pirata che supportasse la sorveglianza dei propri iscritti e dei cittadini che vi si avvicinano… come facciamo noi.
E quelli che blaterano di visione europea dovrebbero leggere il CEEP19 almeno una volta nella vita.
Al punto 6.4 dice:
I pirati vogliono abolire la pratica della raccolta, dell’archiviazione e della corrispondenza dei dati di routine , automatizzata e non mirata. […]
Ed al punto 6.9 afferma:
Combatteremo per difendere la privacy di giornalisti, attivisti e cittadini di tutto il mondo, sostenendo una legislazione che impedisca ai regimi oppressivi di acquistare tali tecnologie e servizi da qualsiasi entità dell’Unione europea.
Non c’è spazio di interpretazione.
Un partito di contaballe…
No, @GiovaGio, non “passiamo” per il solito partito contaballe.
Se continuiamo ad essere palesemente incoerenti noi SIAMO un partito di contaballe.
Un partito di contaballe con lo 0.23% dei voti.
Partito Pirata o Partito di Pagliacci?
Bisogna scegliere ragazzi.