Cari amici, sapete che da tempo vorrei trovare un modo gentile ma efficace e bilanciato di integrare la filosofia illuminista nel processo democratico liquido. Ho lanciato uno sguardo alle scienze sociali che in parte hanno già seguito questo percorso, in parte non lo hanno potuto continuare a causa della mancanza di una tecnologia come la nostra.
Intanto Wikipedia per la filosofia si dimostra utile: pare davvero capace di riassumere il pensiero complesso dei filosofi in pochi paragrafi comprensibili. Ringraziamento agli autori. Alcuni spunti:
– Sul rifiuto della razionalità individuale cartesiana (ed anche quella positivista, presumo) siamo tutti d’accordo, e la scienza ci da intere liste di impedimenti cognitivi (o distorsioni cognitive) per la quale l’approccio cartesiano deve fallire. Sarebbe interessante studiare questi aspetti per sviluppare un metodo democratico capace di neutralizzarli: –– https://it.wikipedia.org/wiki/Bias_(psicologia) –– Di importanza addirittura decisiva delle ultime elezioni americane, il https://it.wikipedia.org/wiki/Bias_di_conferma –– Importante anche: https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger –– Lista prolungata nella versione inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_cognitive_biases –– Di conseguenza ci sta anche il discorso delle fallacie logiche accennato in varie occasioni… specialmente l’uomo di paglia spesso utilizzato nei dibattiti italiani per tradizione culturale. – Mi è stato raccomandato anche lo studio di Giambattista Vico coetaneo di Descartes, che da Napoli criticò immediatamente il pensiero cartesiano.
– Il concetto di intersoggettività che è più umanista e pragmatico piuttosto dei tentativi di ricerca di una verità assoluta (cartesiana o positivista).
La parola intersoggettività è utilizzata con tre significati:
- l’accezione più debole si riferisce all’“accordo”, ovvero c’è intersoggettività quando più persone concordano sui significati e sulla definizione di una situazione.
- viene altrimenti utilizzata per riferirsi al “senso comune”, le concezioni condivise costruite dalle persone nelle loro interazioni reciproche ed utilizzate come risorsa quotidiana per interpretare i significati degli elementi della vita sociale e culturale. Se le persone condividono il “senso comune” significa che utilizzano una definizione ed interpretazione condivisa della situazione.
- infine, il termine viene utilizzato per riferirsi alle divergenze di significato condivise (o parzialmente condivise). Le auto-presentazioni, le menzogne, gli scherzi, e le “emozioni sociali” ad esempio richiedono un’incompleta definizione della situazione, con parziali divergenze nelle condivisioni dei significati. Chi sta mentendo è impegnato in un atto intersoggettivo perché lavora con due diverse definizioni della situazione.
– Abbiamo parlato di Karl Popper in alcuni thread del passato, basta cercarli. Da qui abbiamo preso lo spunto di limitarci ad eliminare le proposte politiche dimostratesi false (oggettivamente o intersoggettivamente) per limitare il dibattito e voto a opzioni non previamente dimostrate sbagliate. Con una protezione antidemagogica di questo genere è anche più facile aumentare lo spazio alle posizioni di minoranza… quelle oneste!
– Gli sviluppatori di LQFB (Liquid Feedback per i nuovi arrivati)in una intervista indicano di sentirsi ispirati dal discorso filosofico di Jürgen Habermas (video). Al contrario dei postmodernisti (e la loro urgenza di rifiutare l’intero apparato politico-sociale esistente negli anni 60), rispolvera il valore dell’Illuminismo (sul quale è fondata la democrazia odierna) indicando che va remixato ed aggiornato. In particolare Habermas discute il potenziale di una razionalità collettiva attraverso il processo sociale e democratico. –– Mi pare che molte liti all’interno del nostro partito siano derivabili dal litigio storico tra i postmodernisti (sessantottini?) e coloro che vedono del buono nel concetto democratico e vorrebbero migliorarlo. –– Nonostante la a mio avviso esagerata e sbagliata avversione alla democrazia e l’intero illuminismo (vedi l’eccellente documentario “Heroes of Enlightenment” per intersoggettivamente arrivare alla conclusione che non può essere tutto sbagliato), il postmodernismo ci ha apportato la critica della razionalità cartesiana e la pratica della decostruzione di pensieri stabiliti per comprenderli a fondo e rifiutarli se necessario – strumento importantissimo nella lotta femminista ecc ecc. –– Forse sbaglio, ma mi pare di intravedere che il pensiero postmodernista si è poi ripercusso nella counter-culture (che ci ha apportato Silicon Valley, Apple e Google – l’economia monopolista digitale si fonda su pensieri sessantottini), nell’anarchia, nel hacktivism fino al culto della blockchain dove diventa evidente la dissonanza tra le buone intenzioni e le conseguenze asociali… nel cuore sono anch’io una fans del hacktivism, ma mi rifiuto di chiudere gli occhi davanti alla dissonanza cognitiva che gli sta al fondamento.
– Al contrario della etica del discorso da Habermas sviluppata, che molto somiglia al metodo del consenso che abbiamo esplorato in passato nelle variazioni di Randy Schutt e Pietro Speroni, la tecnologia LQFB prende un approccio decisamente più pragmatico e realista, in quanto la teoria di Habermas premette un comportamento etico da parte di tutti i partecipanti, esigendo onestà, veridicità, collaborazione costruttiva. Ideali difficili da raggiungere già solamente per la mancata interazione fisica dei disputanti, ma ulteriormente siccome questo partito è altamente compromesso da paranoie che il prossimo non sia altrettanto onesto quanto lo si è stessi, compromesso ulteriormente dalle limitazioni cognitive che possono impedire che si manifestino le premesse di Habermas anche da parte delle persone benintenzionate. E come se questi impedimenti non bastassero, ci si aggiunge il potenziale che alcuni partecipanti abbiano davvero interessi disonesti – altrimenti non sarebbe politica. Habermas stesso ammette l’impraticità del proprio costrutto filosofico e raccomanda soluzioni pragmatiche. Ecco che gli sviluppatori di LQFB subentrano con l’approccio trasparente e l’impossibilità strutturale per l’individuo decostruttivo di bloccare il processo collettivo (problema che Schutt tenta di risolvere con i vibes watchers mentre la piattaforma Vilfredo di Speroni non lo risolve):
We do not ignore the existence of interfering interests and dummy arguments. However, these are less likely to harm the debate in a fully transparent process.
– La risposta continua ammettendo, che ci saranno ragioni anche irrazionali nel modo come gli individui applicano la delega in LQFB:
Likewise we do not think there are only rational reasons for delegations. The reason for choosing a specific delegate is a personal mix of assumed expertise, reputation, trust and sympathy (pretty similar to elections).
– Un gruppo filosofico di Minneapolis sta studiando metodi di razionalità pluralista, o semplicemente plurazionalismo. Nel loro focus ci sta però il dibattito civilizzato piuttosto che l’arrivo ad un esito consensuale e perciò ad una politica attuabile.
– E poi ci stanno di mezzo anche Foucault e Gilles Deleuze, ma ancora non vedo bene come inquadrarli…
Vedi anche – Come garantire l’integrità delle proposte contro demagogia, lobbismo, argomentazioni fallaci, questioni personali; – Protezione contro megaproposte trojan; – Evitare ratifiche generalizzate a testi troppo lunghi; – Analisi Stru 2014.
Aggiungo un commento di @dodeska riguardo all’Opinionismo:
Per lavoro intendo l’analisi e lo studio dei problemi per arrivare a delle soluzioni. L’opinionismo, ovvero i punti di vista soggettivi dei partecipanti, hanno una loro importanza, ma i due processi vanno separati. Se si portano avanti le due cose con lo stesso strumento finisce che l’opinionismo (più semplice e accomodante) si mangia il lavoro di analisi.